28 settembre 2008

Il direttore della Caritas contro il giro di vite sugli immigrati. Vian: «Sono richiami bipartisan. I politici tirano la giacchetta» (Corriere)


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L'Osservatore romano contro il giro di vite sugli immigrati: segnali che alimentano la paura

Le accuse in un articolo pubblicato in prima pagina a firma del direttore della Caritas don Vittorio Nozza

Mariolina Iossa

ROMA — Su immigrazione e rischi di deriva razzista il Vaticano attacca ancora. Stavolta direttamente dalle pagine dell'Osservatore Romano, espressione ufficiale della Santa Sede.
In un articolo pubblicato in prima pagina a firma del direttore della Caritas don Vittorio Nozza ">articolo di prima pagina, il direttore della Caritas don Vittorio Nozza ha deplorato il «giro di vite» del governo italiano sui ricongiungimenti familiari degli immigrati e sulle richieste di asilo, e allo stesso tempo criticato le politiche europee che prevedono «restrizioni, ostacoli e barriere» all'immigrazione.
La nuova censura arriva a soli due giorni dal monito di Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio dei Migranti, che dai microfoni di Radio vaticana aveva parlato di gioco «al ribasso» del governo italiano sui diritti umani degli immigrati. Prima ancora era stato il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ad esprimere preoccupazione per una deriva culturale che lascia spazio al razzismo.
Ieri sull'Osservatore don Nozza ha denunciato le sofisticate forme di intolleranza che si stanno facendo avanti anche nel mondo culturale, politico e intellettuale italiano. «Esistono più voci — ha scritto — nell'informazione, nella cultura, nelle forze politiche, che spingono a forme più o meno raffinate, di diffidenza, intolleranza, contrasto, violenza».
Anche il Pontefice ha esortato i governi ad accogliere gli irregolari. «Intristisce — aggiunge il direttore della Caritas sull'Osservatore — quando, dal mondo politico, arrivano segnali contrari che, per mitigare le frustrazioni di chi vede riflesso nel-l'altro, nel diverso le proprie insicurezze, alimentano un clima di paura e di intolleranza ».
Tutto il Pd condivide le parole di don Nozza sull'Osservatore
Romano. «Basta con questa spocchia — reagisce Marco Minniti, ministro ombra dell'Interno —, il governo dimostri sensibilità e capacità di ascolto. Una politica dell'immigrazione intesa come problema esclusivamente di ordine pubblico non funziona».
Replica sobria, a parte qualche ironia leghista, la maggioranza. Il cattolico Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera, dice di «non voler scendere in polemica » e di essere «molto colpito dalle parole del direttore della Caritas». Ma aggiunge che «una seria politica dell'accoglienza si può fare solo se attuata attraverso la lotta all'immigrazione clandestina e la difesa del diritto alla sicurezza».

© Copyright Corriere della sera, 27 settembre 2008


L'intervista

Il direttore del giornale della Santa Sede, Gian Maria Vian

«Sono richiami bipartisan I politici tirano la giacchetta»

Paolo Conti

ROMA

L'editoriale di don Vittorio Nozza della Caritas italiana sull'«Osservatore romano» che lei dirige, Gian Maria Vian, sembra proprio un attacco al governo Berlusconi.

«Assolutamente no. L'autorevole commento di don Nozza è nel solco dell'insegnamento tradizionale in materia di migrazione della Chiesa. Basta citare un precedente molto illustre. Negli anni '50 Pio XII, preoccupandosi già del fenomeno, ne parlò prendendo come simbolo la fuga in Egitto della Sacra Famiglia. Il ragionamento di don Nozza si dirige più in generale all'Europa. Non c'è riferimento diretto all'Italia».

Ammetterà che l'articolo arriva dopo le critiche al governo dell'arcivescovo Agostino Marchetto...

«Anche la posizione del segretario del Pontificio collegio dei migranti va analizzata nel contesto più ampio dell'Europa. La Santa Sede è molto preoccupata perché il problema tocca da vicino l'istituzione della famiglia, un valore giustamente considerato come assolutamente primario».

Quando Marco Minniti del Pd, ministro ombra dell'Interno, chiede al governo di avere «meno spocchia e più sensibilità» sbaglia analisi?

«Non ho alcun titolo, nemmeno come privato cittadino, di entrare nella polemica politica italiana. Direi, per usare un linguaggio molto corrente, che i richiami della Chiesa sono da leggersi in chiave "bipartisan", ovvero diretti a tutti. Poi ognuno tenta di tirare la coperta dalla propria parte. Ma quelle puntualizzazioni hanno come spinta il bene comune. Una problematica che Benedetto XVI, in un recente discorso domenicale straordinariamente equilibrato, ha voluto sottolineare »

Alcuni passaggi («voci che nelle forze politiche spingono a forme di diffidenza e intolleranza») non sembrano accenni alla Lega?

«Io trovo quelle osservazioni sacrosante. Poi, che ciascuno faccia il proprio esame di coscienza. È chiaro che la Chiesa cattolica non può essere per l'intolleranza. Se si assicura la legalità, proprio l'intolleranza diventa ancora più grave.
Ma la Chiesa non può essere favorevole nemmeno all'immigrazione selvaggia che porterebbe, questa sì, a fenomeni incontrollabili di rifiuto.
La vera legalità diventa anche contrasto della criminalità legata a questo nefando traffico di esseri umani. E poi bisogna ricordare che le migrazioni sono legate alla povertà dei Paesi di origine. Sarebbe necessario intervenire lì, accrescere il benessere in quei luoghi per prevenire un fenomeno che distrugge famiglie e crea contrasti sociali».

L'articolo di oggi arriva anche dopo l'accusa sul «ritorno del fascismo » nell'Italia di Berlusconi lanciata ad agosto da «Famiglia Cristiana»...

«Ricordo che l'"Osservatore romano" non ha mai registrato le posizioni del settimanale in quei giorni né le reazioni che suscitò. Ci limitammo a registrare la presa di distanza di padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana. "Famiglia Cristiana" è una testata libera che, sotto la sua responsabilità, può scrivere veramente ciò che vuole».

© Copyright Corriere della sera, 27 settembre 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ritengo strano che presso la S. Sede, composta di persone notoriamente prudentissime ed accorte, sia sfuggito che due eventi così ravvicinati quali le dichiarazioni di Mons. Marchetto alla Radio Vaticana e l'articolo del Direttore della Caritas sull'Ossevatore avrebbero potuto ragionevolmente generare l'ipotesi di un attacco all'attuale Governo, e sarebbero naturalmente state enfatizzate dall'opposizione per i propri fini politici. Serve a poco quindi, secondo me, osservare dopo che i richiami rano "bipartisan".