29 settembre 2008

Stop all'effetto serra, il Vaticano pianta 125.600 alberi (Pinna)


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Stop all'effetto serra, il Vaticano pianta 125.600 alberi

Elisa Pinna

CASTELGANDOLFO

Sempre più impegnato sul fronte dell'ecologia, il Vaticano diverrà protagonista, dal prossimo novembre, dell'operazione «inquinamento zero»: in Ungheria sarà infatti piantata una foresta con circa 125.600 alberi destinata a compensare e neutralizzare le emissioni di gas serra prodotte dalla città pontificia.
Il progetto, già annunciato lo scorso anno, diventerà presto realtà.
E alla difesa dell'ambiente ha pensato anche Papa Benedetto XVI quando ieri, ricevendo un gruppo di operatori turistici cattolici nella sua residenza estiva di Castelgandolfo, ha rivolto un monito a chi distrugge, in nome del turismo, la natura e i beni della terra o abusa delle culture delle popolazioni locali. L'umanità – ha detto Ratzinger – ha il dovere «di impegnarsi contro un uso indiscriminato dei beni della terra».
«Senza un adeguato limite etico e morale – ha osservato – il comportamento umano può trasformarsi in minaccia o sfida».
«L'esperienza – ha aggiunto – insegna che la gestione responsabile del creato fa parte, o così dovrebbe essere, di un'economia sana e sostenibile del turismo». «È pertanto necessario, soprattutto nell'ambito del turismo, grande fruitore della natura, che tutti – ha esortato – tendano a una gestione equilibrata del nostro habitat, di quella che è la nostra casa comune e lo sarà per quanti verranno dopo di noi». Proprio nello spirito delle parole del Papa, è nata lo scorso anno l'iniziativa promossa dalla società ungherese «Klimafa», insieme alla statunitense «Plankton», che hanno deciso di offrire alla Santa Sede una zona boschiva ungherese destinata ad assorbire diecimila tonnellate di anidride carbonica e trasformare virtualmente il Vaticano nel primo Stato al mondo «a emissioni zero» di Co2.
«L'area scelta per impiantare la foresta climatica vaticana – ha spiegato l'amministratore delegato della "Klimafa", Gazdag, a "L'Osservatore Romano" – fa parte di una superficie più ampia che si estende per 250 ettari su una pianura alluvionale lungo le sponde del Tisza, un lungo fiume che scorre nel Paese, secondo soltanto al Danubio. Di questo territorio, situato nei pressi del villaggio Tiszakeszi, cento ettari sono occupati da un piccolo lago, da foreste e paludi. Sugli altri 150 verranno creati una foresta mista e un ecosistema diverso».
Saranno piantati querce, salici bianchi, pioppi neri e anche alcune piante da frutto selvatiche. Se per gli imprenditori magiaro-statunitensi la foresta per il Papa rappresenta anche un buon biglietto da visita promozionale, per il Vaticano l'iniziativa costituisce un modo di incoraggiare i cattolici a fare «di più» per difendere il futuro del pianeta.

© Copyright Eco di Bergamo, 28 settembre 2008

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