17 settembre 2008

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Cambia la laicità repubblicana

di Henri Hude *

A proposito della visita di Benedetto XVI in Francia, di una ricchezza così grande, mi limiterò a un solo aspetto, il cambiamento in materia di laicità.
Il discorso dell'Eliseo - ma, per il momento, è solo un discorso - conferma i propositi pronunciati in Laterano.
Il Presidente crede che la religione abbia un avvenire nella società post-moderna, e che ce ne sia bisogno come mezzo d'educazione, di coesione e di governo. Un certo contrasto tra vita privata e convinzioni pubbliche facilita la diffusione delle sue idee, che sarebbero accolte meno favorevolmente se venissero da una personalità differente.

Il fervore e la vitalità della gioventù cristiana sono apparsi impressionanti, e i credenti effettivi sono senza dubbio dieci volte superiori a ciò che indicano le statistiche, come dimostrano tutti i viaggi di un Papa, qualunque sia il suo nome. Facendo saltare i tabù in campo religioso, Nicolas Sarkozy permette il lancio di un movimento di cui non misura tutta l'importanza.

La storia mostrerà se la Francia lo segue o no, e se si tratta di un ritorno storico di lunga durata. Si vedrà anche se si tratta soprattutto di spiritualità interiore, o se tende a concretizzarsi in differenti aspetti della vita(famiglia,affari,bioetica,riconoscimento pubblico della dimensione religiosa dell'essere umano). In questo caso, si tratterebbe di una decisione storica. In Francia - questo Paese che dall'esterno si crede così irreligioso – la coesione nazionale tende a fondarsi su un livello molto profondo. La laicità repubblicana aveva per oggetto non di distinguere meglio i poteri civile e religioso, ma di concentrarli, in vista di un altro sistema di pensiero, di sradicare il cattolicesimo e di dare alla filosofia illuminista lo statuto di filosofia dello Stato trionfante, godendo del monopolio dell'educazione, dell'ispirazione delle leggi,della formazione dei costumi.
La Repubblica giacobina (nel 1792, 1877 e 1905) è una Comunità spirituale nazionale cementata da una fede filosofica, tendenzialmente intollerante, spesso pragmatica. Così, la Rivoluzione non si sarebbe trasformata in macchina antireligiosa se il cattolicesimo del 1790 avesse accettato di diventare la conchiglia, simbolica e tradizionale, che custodiva al suo interno una religione civile filosofica sottomessa alle finalità della Repubblica illuminista - il che era anche, in un primo momento, il senso delle leggi del 1905. Non è affatto escluso che ci sia qualcosa di simile nel pensiero di Sarkozy. Lo statuto accordato ai musulmani di Francia fa in effetti pensare alla Costituzione civile del clero.
Così come la Repubblica ha abolito l'assolutismo entrando in Europa - in realtà rimpiazzando il Re con il Popolo in tanto che Sovrano –,allo stesso modo la Repubblica doveva, come Comunità filosofica, ereditare dei privilegi dalla Chiesa gallicana, e giocare il ruolo che i Borboni avevano affidato, come instrumentum regni, al gallicanesimo. Questa struttura gallicana della laicità giustificava il termine, ancora usuale in Francia, di "cattolaicità", e di "Francia cattolaica". Se il fervore illuminista dei dirigenti era sempre stato molto variabile (come la pietà dei Re Cristianissimi) nessuno (nemmeno fra i più cattolici) aveva osato relativizzare l'Illuminismo e contestargli il suo statuto di quasi-religione di Stato. Ora Sarkozy tratta l'Illuminismo alla stregua di una forza spirituale come un'altra nella società francese, togliendogli freddamente lo statuto di pensiero dominante in rapporto a religioni minori e tollerate,per farne una famiglia spirituale particolare, ammessa come le altre alla tavola comune della Nazione, il motivo non essendo i suoi titoli, ma il bene comune di ogni spirito, religioso o meno.

Questa destabilizzazione senza provocazioni né mancanza di rispetto, ma decisa, della Filosofia razionalista, la fine di ogni ipocrisia nello scambio con la Chiesa, il recupero da parte della Chiesa di Benedetto XVI di un diritto uguale sulla ragione, infine il ritorno della Francia a una pratica politico-religiosa che esprime un'antropologia che riconosce di fatto l'homo sapiens come animale religioso,ecco ciò che colpisce e stupisce tutti coloro i quali conoscono la storia della Francia.

Si pensa di sognare, quando si conosce dall'interno l'intolleranza non sanguinosa di questo Paese, la paura dell'ironia,della derisione, o della «messa alla berlina» repubblicana, che sanziona così spesso la mancanza di autocensura e di autorepressione in materia religiosa.
Credo che il clero francese sia, di tutti gli strati della popolazione, il più stupito da quanto sta succedendo. Mi sembra anche che, non essendo sicuro della durata del potere del Presidente, né (a torto, a mio parere)della costanza della sua volontà in questa materia, lo stesso clero non sperava nemmeno tanto.

La portata europea del gesto di Sarkozy è considerevole.

Ciò che si è chiamato in Francia laicità ha partecipato di questa forte struttura nazionale e politico-religiosa, creata dalla Monarchia,indipendente,spirituale e nazionalista, dalle ambizioni imperiali, o all'occasione, se queste ultime fallivano,ferocemente ostile all'unità politica della Cristianità. È per questo che la Francia è una macchina che impedisce di fare l'Europa, e che il cambiamento della politica religiosa in Francia è probabilmente ciò che solo permetterà di farla, se l'Europa è da parte sua capace di fare un passo verso la Francia.

* Direttore del Centre d'Ethique, al Centre de Recherches de l'Académie militaire de Saint-Cyr

© Copyright Il Sole 24 Ore, 16 settembre 2008

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