12 settembre 2008

Il Papa "professore" nella terra della laïcité. Le riflessioni del prof. François Terré (Il Foglio)


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Benedetto XVI in Francia

Il papa "professore" nella terra della laïcité

Oggi l'incontro con agli intellettuali del Collége des Bernardins. Secondo il presidente dell'Académie, François Terré, con il suo intervento Ratzinger punta a superare "le divisioni nate dalla separazione della chiesa e dello stato risalenti all’inizio del Diciannovesimo secolo”

Il Papa oggi pomeriggio parlerà davanti a oltre seicento colleghi intellettuali al Collége des Bernardins. Colleghi perché Benedetto XVI è il primo pontefice a far parte dell’Académie des sciences morales et politiques, il prestigioso ente fondato a Parigi alla fine del Settecento, lo stesso che annovera fra i suoi membri Toqueville e Bergson.
Al cardinale Ratzinger venne dato nel 1992 il posto che fu del fisico russo Andrei Sacharov. “Nell’attuale contesto culturale francese il discorso che il Papa rivolgerà agli intellettuali è molto importante e atteso perché corrisponde a un superamento delle divisioni nate dalla separazione della chiesa e dello stato risalenti all’inizio del Diciannovesimo secolo”, dice al Foglio il presidente dell’Académie, François Terré, membro associato dell’italiana Accademia Dei Lincei.

E nella Francia multiculturale il tema appassiona gli animi: “L’interesse destato da queste tematiche nel nostro paese non è affatto estraneo ai rapporti della società francese con l’Islam. Ne fa parte anche la reazione, se non addirittura l’indignazione, suscitata recentemente dalla sospensione di un procedimento giudiziario a causa del ramadan”.

Sin dalla sua elezione, e con maggiore forza dal discorso pronunciato a Ratisbona, Benedetto XVI è sempre stato descritto come “professore” (da ultimo nel ritratto che fa di lui il quotidiano Le Monde alla vigilia del suo arrivo in Francia), un grande teologo in grado di esprimersi al meglio, e con maggior familiarità, in contesti accademici.
Nei quali, come nel caso di questo viaggio in occasione del 150esimo anniversario del Santuario mariano di Lourdes, torna volentieri.
“Il Santo Padre – dice Terré – non viene in Francia in qualità di Capo di stato e la sua tappa a Parigi è stata vista inizialmente come un segno di affetto nei confronti della nostra Accademia, cui non ha mai smesso di manifestare attaccamento in tutti questi anni. Quando salì al soglio pontificio, proprio questa fu l’unico desiderio che espresse al primo ministro Jean-Pierre Raffarin, che in quell’occasione rappresentava la Francia. Resta il fatto che è al Collège des Bernardins e non nella sede dell’Acadèmie che pronuncerà il suo discorso principale”.
Il Collège è la sede di un progetto culturale ed educativo che comprende dibattiti e incontri sulla chiesa e la società, ma anche mostre d’arte e concerti. E’ un luogo legato alle profonde radici cristiane di questo paese, fondato da San Bernardo di Chiaravalle. L’attuale arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois, lo ricevette in eredità dal suo predecessore, il cardinale Jean-Marie Lustiger, simbolo per vent’anni della chiesa francese e grande sostenitore nel dialogo interculturale, in particolare con il mondo ebraico.
Al di là del luogo prescelto, l’attesa degli intellettuali francesi riuniti a Parigi è però tutta per gli argomenti che Benedetto XVI deciderà di affrontare. “Credo, per quanto mi è possibile immaginare, che i temi centrali del suo discorso si collegheranno agli scritti del grande teologo quale il Papa è – sostiene Terré– subordinando poi la teologia alla filosofia. Non è soltanto la politica a essere messa in causa, ma anche, rispetto ai diritti dell’uomo e oltre essi, la trascendenza della persona umana”.

Tra gli argomenti possibili uno dei punti cruciali, soprattutto per il contesto francese, resta quello della laicità. Tema, come tiene a sottolineare Terré, “affrontato necessariamente in maniera differente in Francia e in Italia”. Che si stia parlando di scuola o della vita politica e culturale, “gli approcci della Francia, che pure nel passato abbiamo definito ‘figlia maggiore della chiesa’, o dell’Italia sono profondamente diversi”. Perché? “Probabilmente il concetto di ‘laïcité’ è proprio della storia della società francese. Ecco perché non si trovano degli equivalenti semantici esatti nelle altre lingue, in particolare in inglese”. Secondo Terré una rinnovata riflessione sulla laïcité potrebbe naturalmente rappresentare uno dei punti centrali dell’intervento del Papa. Perché Benedetto XVI, “francofilo e francofono, conosce bene la specificità della nostra società rispetto a questo tema”.

© Copyright Il Foglio, 12 settembre 2008 consultabile online anche qui.

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