22 maggio 2007

Il buon Santoro...


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Non facciamo tornare Santoro tra i martiri per la libertà

di Carlo Meroni

Una rèclame di qualche tempo fa recitava: “se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo”. Proporrei di intitolare questo slogan a Michele Santoro. Michele, proprio come “L'intenditore” di un altro celeberrimo spot. Ma il nostro è intenditore solo di una cosa: la capacità di costruire un tipo di televisione prevaricatrice, spudoratamente faziosa ed alla ricerca del colpo ad effetto anziché di una corretta informazione. Lui vuole essere il maestro e la vittima allo stesso tempo. Il duce e l'epurato. Il suo petto è gonfio della gloria dovuta alla sua sconfinata intelligenza e dell'aura del martire sacrificatosi per la nostra libertà. Spero che stavolta in Viale Mazzini non caschino nel suo tranello. Non capite che cerca solo un'altra occasione per mettere in atto il suo sport preferito: passare quale unico difensore della libertà d'informazione?

Del resto, qual è la grave minaccia? Mandare in onda un documento riciclato dalla BBC riguardante un tema già rispolverato a iosa negli ultimi dieci anni almeno, ed utile alla bisogna ogni volta che si voglia gettare discredito sulla Chiesa: i (presunti) preti pedofili. Nel caso specifico, si tratta di un documentario andato in onda nel 2006 riguardante però dei fatti avvenuti molto prima, tra il 2001 ed il 2002, quando vennero alla luce numerosi casi di abusi sessuali su minori da parte di preti soprattutto in Irlanda e negli Stati Uniti.

Il promotore, autore, intervistatore, regista del documentario è Colm O'Gorman, un irlandese di 41 anni che sostiene di essere stato a sua volta abusato, quando era ragazzino, da un prete cattolico. Certamente il reportage, grazie ad un abile mix fra montaggio, immagini, musiche, testimonianze (tutti ex-preti...ma nessun prete...) riesce ad ottenere la drammaticità necessaria per un argomento del genere, anche se in un paio di occasioni scade visibilmente nella fiction vera e propria. Nessuno intende certo nascondere la presenza all'interno del clero di preti colpevoli di atti di questo genere, ma da qui a descrivere la Chiesa come fosse “cosa nostra”, con a capo il “padrino” Ratzinger intento solo ad insabbiare i fatti e coprire i colpevoli, direi che c'è una bella differenza. Calunniate, calunniate...qualcosa resterà....

Santoro ci prova. Tanto a lui va sempre bene: se va in onda, si gloria coi suoi compari di essere l'unico a proporre certe “verità”; se non va in onda ha sopra il capo bell'e pronta la palma del martire. Non facciamoci troppi problemi. Chi dà retta a questo tipo di propaganda univoca ed unilaterale, senza approfondire o informarsi di persona, ormai è solo gente che comunque con la Chiesa c'azzeccherebbe poco. Coi tempi che corrono, anche Benedetto XVI ci ha ricordato che sono le “minoranze creative” quelle che salveranno la nostra claudicante epoca. Quindi meglio pochi, ma buoni.

Torniamo a “Sex Crimes and Vatican”: Che dobbiamo rispondere a chi invoca la sua messa in onda? L'indifferenza credo sia la risposta migliore: una puntata di “AnnoZero” vista da quattro gatti. Il programma chiuso per polemica è la vittoria di Santoro, il programma chiuso per carenza di ascolti è la vittoria delle persone intelligenti. Ma visto che l'intelligenza e la capacità di andare a fondo delle cose con la propria testa, anziché bere senza farsi domande il brodino precotto di mamma tv, sono cose sempre più rare; gradirei ricordare a tutti qualche fatto concreto e verificabile.

La durissima lotta del Vaticano contro la pedofilia nella Chiesa inizia nell'Aprile 2001 con un motu proprio di Giovanni Paolo II, il quale diede origine al documento della Congregazione per la dottrina della fede “De delictis gravioribus” a firma dell'allora cardinale Joseph Ratzinger (Prefetto) e dell'allora arcivescovo Tarcisio Bertone (Segretario).

Sempre Giovanni Paolo II, nell'esortazione apostolica “Ecclesia in Oceania” (Novembre 2001):

“In alcune parti dell'Oceania, abusi sessuali da parte di sacerdoti e di religiosi sono stati causa di grandi sofferenze e di danno spirituale per le vittime. È stato pure un grave danno alla vita della Chiesa ed è divenuto un ostacolo all'annuncio del Vangelo. I Padri del Sinodo hanno condannato ogni genere di abusi sessuali come pure ogni forma di abuso di potere, sia all'interno della Chiesa che più in generale nella società. L'abuso sessuale all'interno della Chiesa è una profonda contraddizione all'insegnamento ed alla testimonianza di Gesù Cristo. I Padri sinodali hanno espresso le loro scuse incondizionate alle vittime per il dolore e la delusione causati loro. La Chiesa in Oceania è impegnata in modo inequivocabile nel provvedere alla cura compassionevole ed efficace per le vittime, le loro famiglie, l'intera comunità e i colpevoli stessi.”

Nel 2002, anno in cui i fatti di cronaca portarono più violentemente a galla il temi relativi ad abusi sessuali di sacerdoti nei confronti di minori, Papa Wojtyla prese delle posizioni molto nette decidendo in merito alle dimissioni del cardinale arcivescovo di Boston, Bernard Law (all'interno della cui diocesi vi erano alcuni sacerdoti indagati per tali reati) e dell'arcivescovo di Poznan, monsignor Paetz, col quale pure condivideva la nazionalità ed un'amicizia giovanile, ma che era stato toccato da medesime accuse.

Nel giovedì Santo dello stesso anno, in una lettera inviata al clero, Giovanni Paolo II arrivò a paragonare il tradimento dei sacerdoti colpevoli di abusi sessuali come quello di Giuda verso Gesù Cristo:

“In questo momento, in quanto sacerdoti, noi siamo personalmente scossi nel profondo dai peccati di alcuni nostri fratelli che hanno tradito la grazia ricevuta con l'Ordinazione, cedendo anche alle peggiori manifestazioni del "mysterium iniquitatis" che opera nel mondo. Sorgono così scandali gravi, con la conseguenza di gettare una pesante ombra di sospetto su tutti gli altri benemeriti sacerdoti, che svolgono il loro ministero con onestà e coerenza, e talora con eroica carità. Mentre la Chiesa esprime la propria sollecitudine per le vittime e si sforza di rispondere secondo verità e giustizia ad ogni penosa situazione, noi tutti - coscienti dell'umana debolezza, ma fidando nella potenza sanatrice della grazia divina - siamo chiamati ad abbracciare il "mysterium Crucis" e ad impegnarci ulteriormente nella ricerca della santità. Dobbiamo pregare perché Dio, nella sua provvidenza, susciti nei cuori un generoso rilancio di quegli ideali di totale donazione a Cristo che stanno alla base del ministero sacerdotale. È proprio la fede in Cristo che ci dà forza per guardare con fiducia al futuro. Sappiamo, infatti, che il male sta, da sempre, nel cuore dell'uomo, e solo quando l'uomo, raggiunto da Cristo, si lascia "conquistare" da Lui, diventa capace di irradiare intorno a sé pace e amore.”

Nel frattempo, la Congregazione per la dottrina della fede (Ratzinger presidente) inviò un'apposita lettera ai Vescovi di tutto il mondo accompagnandoli nella “presa di responsabilità davanti a fatti così gravi, sia per evitare il rischio di una qualche trascuratezza, sia per un maggior raccordo e coordinamento tra le Chiese locali e il centro di governo della Chiesa universale, al fine di ottenere un atteggiamento omogeneo da parte delle Chiese locali pur rispettando la diversità delle situazioni e delle persone”.

Il documento presentava anche un elemento garantista ed a mio parere più che necessario, utile ad allontanare i pericoli della cultura del sospetto. Si prevedeva un vero, regolare processo per accertare i fatti, per confermare le prove della colpevolezza davanti ad un tribunale.

Veniva inoltre fatto notare che:
“I provvedimenti ed i processi devono garantire la preservazione della santità della Chiesa, il bene comune ed i diritti e delle vittime e dei colpevoli. Le leggi della Chiesa sono serie e severe e sono concepite dentro la tradizione, già apostolica, di trattare le cose interne all´interno, il che non significa nell´ordine pubblico esterno, di sottrarsi a qualsiasi ordinamento civile vigente nei diversi paesi, salvo sempre il caso del sigillo sacramentale o del segreto vincolato all´esercizio del ministero episcopale ed al bene comune pastorale.”

Nel 2005 venne dimesso da superiore generale con il consiglio di ritirarsi “ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico” non un prete qualsiasi ma padre Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, una congregazione che all'interno della Chiesa pesa ormai quasi quanto l'Opus Dei. La decisione venne maturata in seguito a denunce di presunti abusi sessuali subiti da alcuni seminaristi a cavallo fra gli anni '50 e '60 del secolo scorso. Per analoghe presunte colpe, venne allo stesso modo prepensionato il cardinale di Vienna Hans Hermann Groër.

Nell'ottobre 2006 durante la visita ad limina dei vescovi d'Irlanda al Santo Padre, visto il travaglio attraversato dal clero irlandese nei primi anni dell'attuale secolo, Ratzinger non si fece alcuno scrupolo nell'affermare che

“Gli abusi sessuali sui bambini sono crimini abominevoli che vanno perseguiti con forza, determinazione e tempestività per punire i colpevoli e aiutare le piccole vittime. Ma quando i colpevoli sono religiosi, questo particolare crimine diventa ancora più grande e la Chiesa deve fare tutto il possibile per assicurare alla giustizia chi lo commette, e nello stesso tempo dare sostegno alle vittime ed evitare che altre violenze simili possano ripetersi. Di fronte a simili violenze occorre stabilire la verità per adottare qualsiasi misura necessaria per prevenire la possibilità che i fatti si ripetano, garantire che i principi di giustizia siano pienamente rispettati e, soprattutto, portare sostegno alle vittime colpite da questi enormi crimini.”

Dove sarebbe quindi la presunta complicità, la volontà di insabbiamento e di coperture che Santoro e Colm O'Gorman vorrebbero addossare al Vaticano o a Ratzinger rispetto ai presunti abusatori? Statisticamente, va anche ricordato che questi scandali è provato che toccano solo lo 0,3 per cento del clero cattolico. Ma indubbiamente è l´impatto simbolico che pesa. La Chiesa è fatta di uomini. Uomini che possono sbagliare come sbagliano gli architetti, i ragionieri, i giornalisti, i calciatori, i medici, i conduttori televisivi. Chissà a che livello sono le percentuali di abusi sessuali su minori in queste altre categorie professionali.

E se nell'incriminato documentario il fulcro del sospetto sull'attuale pontefice sta nel documento “Crimen sollicitationis”, è chiara la volontà di utilizzare ogni elemento, anche scorretto, purché utile al proprio scopo. Il documento è infatti del 1962. Pontefice era allora Giovanni XXII, e Ratzinger era solo un tranquillo professore di teologia a Tubinga.

Lasciamo che Santoro vada in onda con le sue corbellerie, e teniamo bene in testa le parole del cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Sanità della Santa Sede: “Quando ero arcivescovo, di fronte a casi di abusi ero inflessibile e per niente tollerante. Occorre essere vigili, attenti, a partire dalla formazione nei seminari. Ma non va dimenticato che ci sono anche persone che denunziano la Chiesa solo per cercare di trarre vantaggi economici con l´inganno e la menzogna.”

Colm O' Gorman, gay dichiarato, è presidente e fondatore di “one in four”, una ricca associazione “no profit” che si occupa della tutela delle persone abusate sessualmente. Ha un grosso appeal mediatico in Irlanda (tanto da vincere il premio “Best of Irish” nel 2002 e “Irish man of the year” nel 2003). Nel 2006 (stesso anno di messa in onda del documentario) si è candidato nelle file del PD Irlandese (Progressive Democrats) nella sua contea di Wexford, ed il 3 maggio 2007 è divenuto senatore.

L'Occidentale

1 commento:

euge ha detto...

Allora ragazzi ci siamo.......... La televisione di stato che viene pagata con i nostri soldi, è pronta a mandare in onda un filmato della BBC paragonabile soltanzo alla spazzatura maleodorante che si accumula in alcune città d'Italia, pur di contrastare non solo la chiesa ed in questo caso di caricarla di ignomia ma, di infangare per l'ennesima volta una figura scomoda ma valida come quella di Benedetto XVI che ha avuto il coraggio e la fortezza di battersi in ogni momento contro lo sfascio della famiglia e la moralità e tante altre cose che oggi sono considerate " medioevali". Santoro, ce lo ritroviamo in mezzo ai piedi con la sua aureola di difensore della verità ma di quale verità????????????? E' inconcepibile ed assurdo come nessuno si sia adoperato per impedire questo scempio gratuito e fatto di pure e semplici menzogne. La Rai pagherà caro almeno spero questo scivolone che è costato €20.000,00 pagato con il canone di persone che sono ormai stufe della TV spazzatura. Signori questa è l'Italia................Eugenia