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Il cardinale Bertone: l'educazione è per la società
La formazione dei giovani non dev'essere orientata a soddisfare le "ambizioni personali" ma a rispondere all'"urgente bisogno" di giustizia che c'è nella società. Parlando ai responsabili e agli alunni di Villa Nazaret - la casa di accoglienza e di studio fondata nel 1946 da Domenico Tardini e ora presieduta dal cardinale Achille Silvestrini - il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha riproposto l'attualità della dimensione sociale dell'educazione, il cui scopo fondamentale è quello di formare "uomini di cultura solleciti del bene della Chiesa e della società, e generosi nel servizio fraterno". In questo senso, conservano profonda attualità le intuizioni di Tardini, il quale voleva appunto che i giovani studenti non diventassero soltanto "ottimi cristiani ed ottimi cittadini" ma anche persone "desiderose di fare tutto il bene che potranno in seno alla società".
Proprio di fronte a "povertà, bisogni e incertezze" che continuano a segnare la vita dell'umanità, le istituzioni formative sono chiamate oggi a suscitare nei singoli individui "doni capaci di stabilire una giustizia che risponda alla bontà della creazione ed un ingegno in grado di mettere a beneficio degli altri le proprie risorse". Di queste persone - "mature umanamente, preparate professionalmente e sinceramente innamorate di Cristo" - ha bisogno non soltanto la Chiesa ma l'intera società. Ed il cardinale Bertone non ha mancato, in proposito, di sottolineare lo stile di "dialogo e accoglienza reciproca", di "sincerità di rapporti e apertura", di "corresponsabilità e dedizione" che caratterizza l'esperienza realizzata da Villa Nazaret. "Custodite gelosamente questa atmosfera di famiglia - è stato il suo invito - vivendo ciascuno con e per l'altro, animati tutti da un senso di responsabilità comune".
Nel costruire questo "spirito di autentica solidarietà" occorre avere come riferimento costante l'insegnamento evangelico, ricordando in particolare che "il Signore non segue logiche e schemi umani; per Lui non ci sono frontiere e barriere, ma a tutti Egli rivolge la sua parola senza esclusione di persone". Ne deriva che l'atteggiamento di ogni educatore dev'essere quello dell'"attenzione e della premura per tutti, rifuggendo da ogni forma di emarginazione e da sterili preconcetti". Un messaggio, quello lanciato dal cardinale Bertone, che si rivela di grande attualità in riferimento alla realtà del mondo scolastico, oggi sempre più multietnico, multiculturale e multireligioso.
(©L'Osservatore Romano - 30 gennaio 2008)
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