27 gennaio 2008

Il Papa e la Sapienza: "La scienza da sola non può lasciare il segno" (Mons. Grillo per "Il Tempo")


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Il punto di GIROLAMO GRILLO *

La scienza da sola non può lasciare il segno

È stata certamente una giornata poco felice quella in cui al Santo Padre è stato impedito di parlare all'Università "la Sapienza", fondata peraltro da un altro papa. Che, poi, il Pontefice non fosse solo in tutta questa vicenda, lo si è visto la domenica successiva con la grande manifestazione di solidarietà in Piazza San Pietro.
I cattolici romani e di altre provenienze hanno fatto quadrato attorno a Benedetto XVI, pieni di fermezza, ma anche di mitezza. Si è dimostrato così che l'Italia non è soltanto quella dell'intolleranza di pochi e che l'Università italiana non è affatto quella che ha dato così triste prova di sé. Così come si può essere sicuri che, anche tra quei sessantasette scienziati che hanno firmato per la non presenza del Papa, non tutti siano veramente tanto presuntuosi.
È da pensare, infatti, che almeno alcuni probabilmente hanno apposto la loro firma forse per non sembrare "antiquati".

Non esiste, peraltro, neanche un solo tipo di intelligenza, secondo le più recenti teorie: quella matematica è solo una delle possibili forme, separata da quella letteraria o da quella relazionale etc. Si potrebbe comprendere allora come insigni scienziati abbiano a volte una cultura letteraria assai scarsa; e qualora fossero portati su questioni filosofiche o teologiche, potrebbero anche sostenere che questi ambiti della ricerca non valgono nulla.

Non considerando, poi, un altro aspetto della realtà e cioè che non pochi di questi scienziati possano essere persone poco simpatiche dal punto di vista del carattere: fredde, violente, pessimi cittadini o mariti, nonché capaci di aderire a brutali dittature, quali il nazismo e il comunismo, come più volte è accaduto. La scienza, infatti, non contiene etica in se stessa, ma nulla vieterebbe ad alcuni uomini di scienza di farsi una cultura anche in questo campo: non pare che sia proibito; anzi. Da quanto accaduto a "La Sapienza" si può dedurre, quindi, che essere scienziati non è una situazione sufficiente per essere grandi uomini o grandi educatori; pur non negando che tra i 67 ve ne possano essere anche alcuni non necessariamente legati al basso livello di contestazione di quegli studenti che, a suo tempo, diedero anche origine e man forte alle "Brigate Rosse".
E allora, tutto considerato, sarebbe quanto mai opportuno lasciare alle spalle e dimenticare questa triste giornata, facendo finta che sia stata soltanto un passo falso, una specie di corto circuito che ha dimostrato come né la troppa sapienza delle persone anziane, né la poca intelligenza dei giovani sembrano essere la giusta strada che - attenzione, soltanto metaforicamente - "porta in paradiso". Con la speranza che, secondo il ben noto motto latino, "errando discitur".

* Vescovo emerito di Civitavecchia-Tarquinia

© Copyright Il Tempo, 27 gennaio 2008 consultabile online anche qui

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