26 gennaio 2008
Finalmente un complimento da Politi: il Papa non si occupa di politica!
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"I vescovi non fanno politica nessuna colpa per la caduta di Prodi"
Disorientamento nel palazzo apostolico sulle prospettive della crisi di governo
MARCO POLITI
CITTÀ DEL VATICANO - «La Cei non c´entra nulla con la caduta del governo» proclama il presidente della Cei Angelo Bagnasco, rintuzzando i sospetti di alcuni esponenti del centrosinistra.
«I vescovi non si occupano di politica - soggiunge - ma di valori. E i valori non hanno partito».
Alla Chiesa, traspare invece dalle pagine di Avvenire, piacerebbe un «governo di scopo» per gestire una «transizione virtuosa e provvisoria». E intanto l´Osservatore Romano porta in prima pagina la crisi italiana, puntando anch´esso l´attenzione sull´ipotesi di un «governo tecnico» per riscrivere la legge elettorale. In questo senso rilancia la proposta del senatore forzista (ex dc) Giuseppe Pisanu secondo cui si può ancora riformare la legge, utilizzando la "bozza Bianco".
E tuttavia, per la prima volta dal dopoguerra il Vaticano affronta una grave crisi del sistema italiano senza una strategia chiara. Nel palazzo apostolico si sconta la presenza di un pontefice che per sua formazione e convinzione non è portato per la politica, che non ha né il gusto politico di Pio XII né il fiuto di Wojtyla né la pazienza diplomatica di Paolo VI né l´intuito di Giovanni XXIII.
«Scrive!», scrive i suoi libri, i suoi discorsi, è troppo teologo e predicatore, commentano le vecchie volpi della Segreteria di Stato riferendosi a Benedetto XVI.
La fine della lunga reggenza del cardinale Camillo Ruini, non più presidente della Cei, sta causando un vuoto di strategia di cui nell´ambiente ecclesiastico si cominciano a sentire i segni. «La fede deve avere uno spessore sociale», è stato uno dei temi maggiormente discussi al recente Consiglio permanente della Cei.
È la linea propugnata dal patriarca di Venezia Scola, dal cardinale Caffarra di Bologna e anche del cardinale Ruini, che ha ricevuto l´incarico di continuare a occuparsi del Progetto culturale. Tradotto in moneta politica, significa modellare la legislazione italiana lungo i paletti indicati dalla relazione Bagnasco in tema di famiglia, coppie di fatto, revisione della legge sull´aborto, questione omosessuale oltre al veto sul testamento biologico finiscano per.
Ma questo obiettivo - fanno notare alcuni prelati - richiedeva una paziente destrutturazione del centrosinistra e un graduale convergere del Pd di Veltroni e dell´Udc di Casini, entrambi interessati al varo di una legge elettorale che ridimensioni le minoranze estreme dei due poli e - per quanto interessa alla Santa Sede - che impedisca ai «rossi» di pesare sul neonato Partito democratico.
Invece di un´operazione svolta con gradualità dietro le quinte, gli alti comandi ecclesiastici si sono invischiati in una linea zigzagante. Veltroni è stato esposto all´attacco papale sul «degrado» di Roma, Amato (uno dei leader più attenti ai rapporti con la Santa Sede e il mondo cattolico) è stato colpito come ministro dell´Interno dall´inopinato attacco di Bagnasco sul caso Sapienza. Il segretario di Stato Bertone non aveva letto il discorso del pontefice agli amministratori del Lazio, ma aveva visionato la relazione del presidente della Cei con i suoi durissimi richiami sulle leggi che si possono o non possono fare. Senza che l´uno né l´altro fossero inquadrati in una strategia precisa.
In questa situazione, notano i prelati più "democristiani", la mossa di Mastella ha mandato a pezzi anche la lenta gestazione della Cosa Bianca - l´area pensata per attrarre un arco di forze da Pezzotta a Montezemolo - perché rischia di riconsegnare la leadership del centrodestra a Berlusconi. Che in Vaticano, dove i vertici hanno sempre avuto in antipatia Prodi e Bertinotti, non suscita a sua volta grandi entusiasmi. Così, anche nel palazzo apostolico, si vive un notevole disorientamento. Nel timore che la chiamata alle urne aumenti lo «sfilacciamento» dell´Italia.
© Copyright Repubblica, 26 gennaio 2008
Le considerazioni politiche di Politi non interessano il blog ma questo articolo e' la ragione del post precedente sui media cattolici e la crisi di governo.
Politi ha infatti richiamato i commenti dell'Osservatore e di Avvenire.
Cio' che ci interessa, invece, sono le frasi che Politi "regala" a Papa Benedetto XVI.
Rileggiamole:
E tuttavia, per la prima volta dal dopoguerra il Vaticano affronta una grave crisi del sistema italiano senza una strategia chiara. Nel palazzo apostolico si sconta la presenza di un pontefice che per sua formazione e convinzione non è portato per la politica, che non ha né il gusto politico di Pio XII né il fiuto di Wojtyla né la pazienza diplomatica di Paolo VI né l´intuito di Giovanni XXIII
«Scrive!», scrive i suoi libri, i suoi discorsi, è troppo teologo e predicatore, commentano le vecchie volpi della Segreteria di Stato riferendosi a Benedetto XVI.
Politi, forse non intenzionalmente, ha fatto un gran complimento a Papa Ratzinger perche' implicitamente ha ammesso che al Pontefice non interessa per nulla la politica e, meno che meno, la politica italiana.
Il Nostro ha elencato tutte le doti dei precedessori di Benedetto, ma non ha fatto cenno a cio' che il Pontefice regnante HA. Semplicemente ha fatto la somma di cio' che egli NON HA.
Ci viene in aiuto il solito anonimo, questa volta in pianta stabile alla Segreteria di Stato.
Che cosa fa Papa Benedetto XVI? Scrive! Non solo: ha la pretesa di scrivere DA SOLO i suoi discorsi. Scrive, fa teologia, catechesi e predicazione.
E che cosa vogliamo di piu' da un Papa?
Vogliamo che sia un politico? No! Vogliamo che faccia il diplomatico? Per carita'! Il Papa fa il suo mestiere: e' il Pastore universale.
Grazie, Politi! Non aveva mai fatto un complimento del genere a Benedetto XVI! Bene!
A parte gli scherzi, abbiamo fede e sappiamo che lo Spirito manda il Papa giusto al momento giusto.
I segni dei tempi impongono un Pontefice pastore e catechista!
Mi spiegate a che cosa serve un fine diplomatico ed un consumato politico se i bambini battezzati credono che a Natale sia nato un albero con le palle e le luci colorate?
Abbiamo davvero bisogno di un Papa appassionato di politica se poi i ragazzi confondono la Befana con i Re Magi?
Benedetto e' un grande dono e fa il suo dovere ed e' il Papa giusto per questo particolare momento storico.
Nota scherzosa: non pensate che, in fondo, Politi sia sulla stessa linea di Baget Bozzo? Rileggiamo l'articolo di Tempi :-)
Raffaella
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2 commenti:
Che scrivesse (e bene anche), che fosse teologo e predicatore ce n’eravamo accorti anche noi, senza bisogno del vecchiume della Segretaria di Stato, vecchio come certe indiscrezioni.
Non si vuole che la Chiesa faccia politica, ci si lamenta dell’Italia succube del Vaticano ma la si accusa di non avere un chiaro orientamento da tenere nella crisi di governo attuale. Siamo al delirio destrutturato!!!
In pratica, per Politi il Papa non avrebbe alcuna qualità ma una colpa più grossa delle altre, si: quella di essere ancora regnante e di scrivere personalmente i documenti del suo magistero.
Che barba! Non un Ottaviani nè un Ratzinger con cui prendersela per la santa inquisizione o per il rigore dottrinale...
In quanto alle volpi cristianemente anonime, mi chiedo perché proprio la Segreteria di Stato debba essere il seno di serpi di così tanta codardia.
Comunque, ci consoliamo, i predicatori non interessati alla politica non andavano di moda nemmeno ai tempi di Barabba
Per Malapenna: Ti do ragione sul delirio destrutturato! Ma pensa dovevamo aspettare le indiscrezioni del vecchiume proveniente dalla segreteria di Stato per comprendere che il Papa scrive bene, che i discorsi per sua fortuna se li scrive da solo, che è un teologo...... beh io vorrei aggiungere e che teologo!!!! Un teologo che ha dato un contributo determinante durante il Concilio Vaticano II; anche se in questo frangente, tutti lo dimenticano ( che memorie corte )! anzi lo dipingono come il Papa che sbeffeggia il Concilio. Riguardo alla condotta della chiesa circa un non chiaro orientamento riguardo alla crisi attuale del governo..... beh non avete strombazzato ai quattro venti che la chiesa non deve fare politica? Non avete declamato in qualsiasi modo che l'Italia non deve essere succube del Vaticano? Allora che cosa vi spinge a volere che la chiesa si schieri da una parte o dall'altra? o soltanto conoscerne l'orientamento? Questa è una faccenda tutta Italiana nella quale la chiesa non dovrebbe ne potrebbe neanche lontanamente esprimere una propria opinione e quello che volete no? Allora lasciate in pace la chiesa lasciate che il Papa bontà sua scriva i suoi discorsi, le sue encicliche, le sue catechesi in santa pace e lasciate che faccia il teologo ed il predicatore visto che lo fa in maniera pacata ma forte ed incisiva; poi se a qualcuno tutto questo fa salire la pressione fino a dipingerlo come una sorta di "lupo solitario", beh peggio per lui; Benedetto XVI è il nostro Papa .... Il Papa della serenità , Il Papa dell'ecumenismo quello vero, Il Papa del dialogo ( anche se qulcuno sostiene il contrario e se sapeste con quanta acredine e quanta saccenza )a cui vogliamo bene che vi piaccia oppure no.
Perciò fate a meno di rinverdire frasi già dette, luoghi comuni triti e ritriti ed imparate invece da Benedetto XVI tutto quello che potete visto che è un tesoro inestimabile che il Signore nella sua infinità bontà ha voluto regalare anche a coloro che non lo comprendono e non lo meritano.
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