28 gennaio 2008
L'irresistibile richiamo del sacro: "Il ritorno di Dio nella modernità disillusa" (Card. Poupard per "L'Osservatore Romano")
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L'irresistibile richiamo del sacro
Il ritorno di Dio nella modernità disillusa
Martedì 29 gennaio, presso l'Istituto Nazionale di Studi Romani, viene presentata l'opera Le religioni nel mondo del cardinale Paul Poupard, pubblicazione curata da monsignor Pasquale Iacobone e realizzata in edizione speciale a tiratura limitata da Franco Maria Ricci. Pubblichiamo l'introduzione del porporato francese.
Paul Poupard
Cardinale Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura
e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso
Nella sua monumentale Histoire des croyances et des idées religieuses, 1976-1983, Mircea Eliade fa risaltare la permanenza del fenomeno religioso, la sua unità fondamentale e l'inesauribile novità delle sue espressioni. Il mito del primitivo, l'ingenua credenza nel progresso uniforme e continuo, in cui la comparsa dell'homo sapiens determinava la sparizione dell'homo religiosus, l'evoluzionismo semplicistico hanno fallito.
Lo storico Arnold Toynbee lo riconosceva: non c'è stata alcuna grande civiltà fino ai nostri tempi che non sia stata religiosa. Infatti l'uomo è per sua natura homo religiosus. Egli è sempre avido di una spiritualità e di una fede nell'aldilà associata alla fede in questa vita (Georges Friedmann).
Da millenni, per la sua universalità unita a un'estrema diversità, il fenomeno religioso non ha cessato di nutrire la riflessione degli uomini e di suscitare, attraverso i grandi spazi socio-culturali dell'universo, interrogativi essenziali.
Nella dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane Nostra aetate, il 28 ottobre 1965, il Concilio Vaticano II presenta così questa esigenza fondamentale: "Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell'uomo: la natura dell'uomo, il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l'origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera felicità, la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l'ultimo e ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, donde noi traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo.
Dai tempi più antichi fino a oggi presso i vari popoli si trova una certa sensibilità a quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, e anzi talvolta vi riconosce la divinità suprema o il Padre. Questa sensibilità e questa conoscenza compenetrano la vita in un intimo senso religioso. Quanto alle religioni legate al progresso della cultura, esse si sforzano di rispondere alle stesse questioni con nozioni più raffinate e con un linguaggio più elaborato" (nn. 1-2 passim).
Le possibilità di comunicazione - insospettabili dai nostri padri - date dai moderni mezzi tecnologici, i ponti vertiginosi che gettano attraverso il tempo e lo spazio e i legami che essi manifestano dalle civiltà scomparse alle culture in mutamento, non fanno che ravvivare il desiderio inveterato di afferrare, nella complessità della sua manifestazione, il messaggio fondamentale delle grandi religioni, vera ricchezza del patrimonio dell'intera umanità.
Il desiderio di Dio è insito nel cuore dell'uomo. In lui solo trova la verità e la felicità che non cessa di cercare, germe di eternità che porta in se stesso, irriducibile alla sola materia, aperto all'infinito. Homo religiosus, "l'uomo supera infinitamente l'uomo" (Blaise Pascal). Egli desidera instancabilmente Dio: "Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore sarà inquieto finché non riposerà in Te" (sant'Agostino, Confessioni).
"Dall'età della pietra fino all'era atomica, subendo sorprendenti cambiamenti e molte metamorfosi, la religione vive indissolubilmente unita allo spirito umano, alla cultura mondiale. Il fiume della religione scorre ormai con acque copiose" (Aleksandr Vol'fovic¡ Men, Les sources de la religion, 1991). I suoi affluenti sono molteplici, le sue espressioni innumerevoli.
È per rispondere a questo bisogno che ho pubblicato il Grande Dizionario delle Religioni (Casale Monferrato, Piemme, 2000, pagine 2.494), con la valida collaborazione di duecento specialisti di scienze della religione, delle religioni antiche, della Bibbia e del giudaismo, del cristianesimo e della sua storia, e delle altre religioni d'Africa, Asia e Oceania. Un indice analitico settoriale permette al lettore, desideroso di approfondire la sua informazione e la sua riflessione, di trovare, sotto forma di lessico e in ordine alfabetico, quelle indicazioni che gli consentono di conoscere meglio le religioni che hanno segnato, dall'origine fino ai nostri giorni, l'evoluzione intellettuale e spirituale dell'umanità.
Il presente volume, arricchito di un notevole apparato iconografico che commenta e accompagna visivamente i testi sulle diverse religioni, riprende questi dati essenziali in forma succinta e divulgativa, rimandando comunque il lettore al Dizionario per tutti gli approfondimenti.
Il fenomeno religioso va di pari passo con l'attualità. Dopo l'epopea dello scientismo, le metamorfosi del materialismo, la spinta della secolarizzazione, la diffusione dell'indifferenza di fronte all'eclissi del sacro, il religioso torna a esplodere dal pullulare delle sette al sorgere di movimenti carismatici. Dio rifiorisce nel cuore delle città laiche.
Il suo fascino scuote le società secolarizzate. La sua forza mobilita di nuovo gli uomini in cerca di amore e di giustizia, di verità e di libertà.
L'homo religiosus non emerge solo dai mondi antichi: paleolitico, neolitico, hittita, egizio, greco, romano, etrusco, celtico, germanico, slavo, mesoamericano. È nel cuore delle grandi religioni dell'Asia - induismo, buddhismo, taoismo, confucianesimo e scintoismo - dell'Africa e dell'Australia. Vive con fervore la sua fede nelle tre religioni che costituiscono la posterità di Abramo: ebraica, cristiana, islamica.
Ben lontano dall'accompagnarsi, come alcuni avevano creduto, a un indebolimento progressivo del sentimento religioso, la modernità "disillusa" (Max Weber) dal divario crescente tra l'infinito dei desideri dell'uomo e la finitezza della sua esistenza, tra il suo desiderio illimitato di felicità e il suo fardello ineluttabile di sofferenza, tra la sua volontà di vivere e la sua certezza di morire, cerca nuove ragioni per sperare malgrado tutto.
Lamennais, nel XIX secolo, si preoccupava: "Il secolo più malato non è quello che si appassiona per l'errore, ma il secolo che trascura, che disprezza la verità" (Essai sur l'indifférence en matière de religion, 1817).
Ma già il giovane Victor Hugo gli rispondeva (Odes et Ballades, 1824): "Bisogna dirlo e ridirlo, non è un bisogno di novità che tormenta gli spiriti, è un bisogno di verità; ed è immenso". Oggi aggiungiamo: un bisogno non meno infinito di felicità.
L'aspirazione alla felicità è nel cuore della storia, come di ogni esistenza personale. E il ricco terreno dell'esperienza umana ha visto sorgere un numero stupefacente di religioni, per rispondere a questo desiderio di felicità, a questo bisogno di salvezza, a questa ricerca di speranza. "Si può pensare legittimamente che il futuro dell'umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza" (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 31).
Il marxismo-leninismo ateo, con tutti i mezzi di un potere totalitario moderno, aveva preteso di eliminare la fede dal cuore dell'uomo e il cristianesimo dalla società. Il suo tentativo di creare un mondo senza Dio ha portato a un mondo inumano.
Il suo clamoroso fallimento fa riscoprire a molti il carattere indispensabile di Dio per l'uomo. All'inizio del terzo millennio, in cui una porzione notevole delle società secolarizzate vive senza alcun riferimento ai valori e alle istanze religiose, nel mondo occidentale emerge vivacemente una nuova ricerca di spiritualità. Allo stesso tempo, la spinta dell'Islam si fa sempre più evidente e inquietante, nella misura in cui la violenza fondamentalista e il terrorismo cieco, in espansione dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 a New York, del 16 maggio 2003 a Casablanca, dell'11 marzo 2004 a Madrid, del 7 luglio 2005 a Londra e dell'11 luglio 2006 a Mumbai, pretendono di rivendicare una giustificazione religiosa.
D'altro canto appaiono sulla scena mondiale nuovi movimenti religiosi, dai contorni incerti come il movimento definito New Age, ma anche nuove comunità apportatrici di rinnovamento in seno alle Chiese cristiane. In cerca di coerenza e felicità, di comunione e di riconciliazione, di saggezza e di salvezza, l'uomo dell'era atomica, come quello delle caverne, fa nell'esperienza religiosa la scoperta del sacro che fonda la sua esistenza, trascende la sua finitezza e assicura alla sua modesta avventura terrena il suo ancoraggio e il suo avvenire eterno.
(©L'Osservatore Romano - 28-29 gennaio 2008)
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