31 gennaio 2008
Alla scuola della speranza: la "Spe salvi" vista dalla Russia
Vedi anche:
L'ENCICLICA "SPE SALVI": LO SPECIALE DEL BLOG
Il rabbino Jacob Neusner parla all'Osservatore del suo dialogo a distanza con Joseph Ratzinger: il Papa è un uomo coraggioso
Dibattito all'Università Cattolica del Sacro Cuore sul discorso del Papa alla Sapienza (Osservatore Romano)
Cardinale Ouellet: "Nel Sinodo dialogo e missione" (Avvenire)
Ricordi d'infanzia a Tittmoning (video del sito Benoît et moi)
GESUITI: A SAPIENZA ANTICLERICALISMO-LAICISMO FONDAMENTALISTA
SEGNALAZIONE BELLISSIMO SITO FRANCESE SUL PAPA: "BENOIT ET MOI"
Non è vero progresso se la scienza non rispetta la dignità di ogni uomo. Il Papa si sofferma anche su ecumenismo e evangelizzazione
La Chiesa apprezza ed incoraggia il progresso scientifico ma sente il dovere di illuminare le coscienze affinchè esso sia rispettoso di ogni essere umano
Il pregiudizio contro la verità: "il caso Sapienza"
Messa tridentina: applicazione del motu proprio Summorum Pontificum nella diocesi di Bergamo grazie alla sollecitudine pastorale di Mons. Amadei
Rumors da Oltretevere/ Cambia la strategia comunicativa della Santa Sede (D'Anna per Affari Italiani)
Sindone, il giallo si riapre: "Potrebbe essere più antica". Mons. Ghiberti: "Non c'è da stupirsi: è la conferma che la scienza è relativa"
Dal blog di Paolo Rodari: Conversazione con monsignor Ravasi: la cultura secondo Ratzinger
Montalcini: non avrei mai firmato la lettera degli scienziati anti-Papa (Repubblica)
Antonio Zichichi: l'alleanza tra fede e scienza è possibile. L'intolleranza verso il Papa è cultura "pre-aristotelica" (Zenit)
Joseph Ratzinger? Teologo colto e padre benevolo (Nikolaus Lobkowicz sul Papa e la "Spe salvi")
PAPA/ SAPIENZA, RAVASI: CASO CHIUSO, MA CI SIA SEMPRE DIALOGO
Dialogo tra lo scienziato Marco Bersanelli e il filosofo Costantino Esposito "provocati" dalla "Spe salvi" (Tracce)
Mons. Ranjith parla dell'abolizione degli inginocchiatoi e degli abusi legati alla prassi di ricevere la Comunione in mano
«Ratzinger papa della speranza»: Mons. Ambrosio presenta la "Spe salvi"
Giornalismo creativo: ultimi bersagli Giuseppe Betori e Rita Levi Montalcini (Sandro Magister)
Messa tridentina, la bellissima testimonianza di don Tiziano Trenti (Bologna): "Uno straordinario…straordinariamente normale"
Fede e ragione non sono da separare né da contrapporre, ma devono sempre andare insieme. Per Agostino esse sono le due forze che ci portano a conoscere
Prossimi appuntamenti con il Santo Padre
Mons. Betori: la fede cristiana rischia l'irrilevanza (Radio Vaticana)
Domanda ai mass media: dove posso trovare la secca smentita della senatrice Montalcini?
Maiani firmò contro il Papa? Nominato, ma con riserva (Sergio Luzzatto per "Il Corriere")
"Fate ammalare il Papa". Così Giuliano Amato suggerì al Vaticano di evitare La Sapienza (Italia Oggi)
Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2008: "Cristo si è fatto povero per voi"
L’incontro del caos e della luce: la festa della Candelora (un testo di Joseph Ratzinger)
IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG
VISTO DALLA RUSSIA
Alla scuola della speranza
Aleksandr Archangel'skij
Non ho nessuna preparazione teologica, mi manca il gusto e l’abitudine di occuparmi di teologia. Ma il testo così serio e profondo di papa Benedetto XVI mi induce a guardare ancora una volta alla realtà odierna entro cui vivo e mi muovo. In questo contesto in che cosa, in chi può sperare un cristiano, anche l’ultimo arrivato? La risposta sembrerebbe elementare: in Dio, nella Provvidenza. Ma per chi non si limiti a rispondere in maniera teorica e generica, bensì concreta, entrando nel vivo della questione, in realtà il problema è arduo. Chi e che cosa amare, lo sappiamo; in che cosa credere, lo intuiamo (anche se viviamo come se non credessimo in niente). Ma sulla speranza caschiamo. Quanto più solido, esteriormente affidabile si presenta il mondo post-cristiano, tanto più disperante si fa la percezione che abbiamo del vivere. Non possiamo sperare nel crollo di un ordinamento mondiale, che ha tolto di mezzo Dio, ma si presenta quantomai confortevole, così come speravano i cristiani cittadini di regimi dispotici orientali o di sistemi totalitari. E questo semplicemente perché il crollo dell’ordine attuale potrebbe condurre (e molto probabilmente succederà così) al sorgere di un nuovo ordine di gran lunga peggiore. Non possiamo sperare nel graduale ritorno dei fondamenti della civiltà cristiana, perché nella storia non c’è mai nulla che torni indietro. Non possiamo sperare nel progresso, perché il progresso di una civiltà spesso comporta un regresso della fede. Non possiamo sperare nei «principi, figli di uomini», perché la salvezza non è in loro. Tanto meno accontentarci di quello che c’è, perché ce lo impedisce la coscienza.
In questo senso, l’enciclica Spe salvi è di una straordinaria attualità, centra il cuore della nostra problematica esistenziale, ci ricorda che la speranza ci viene offerta come intuizione, scoperta, nella misura in cui ci educhiamo a un lavoro personale. Sperare non significa solo fare genericamente assegnamento sul fatto che le cose vadano bene; sperare implica un impegno quotidiano. Implica una vigilanza, una disponibilità, in modo da avere qualcosa da esibire alla Provvidenza, quando questa ritenesse necessario offrirci ancora una possibilità di realizzarci come cristiani nella storia. La cosa più terribile sarebbe che ci venisse offerta una nuova chance e noi (non dico il mondo, ma dico “noi”) ci trovassimo con le lampade spente. Insomma: ascoltiamo questo appello paterno e poniamo mano al lavoro della speranza.
© Copyright Tracce n. 1/2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento