28 gennaio 2008

Il Papa alla Sacra Rota: "Non si può fondare la nullità delle nozze sull'arbitrio". I commenti dei quotidiani...


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Il Papa alla Sacra Rota: niente arbìtri

«La nullità del matrimonio non è il divorzio. Le nozze sono indissolubili»

di SANDRO IANNI

ROMA - La nullità del matrimonio è cosa ben diversa dal divorzio, ricorda il Papa inaugurando nella Sala Clementica l’anno giudiziario della Sacra Rota. E i matrimoni non possono essere dichiarati nulli attraverso «interpretazioni soggettive e arbitrarie», ma soltanto attenendosi al diritto e al magistero. Quel che accade nei tribunali locali preoccupa il Pontefice: nel 94% dei casi, i giudici accolgono le richieste delle coppie cattoliche che si rivolgono ai tribunali ecclesiastici per ”cancellare” le nozze cattoliche che, sottolinea Ratzinger, restano indissolubili.
La Rota, che funge da Cassazione nella cause matrimoniali, è più severa e dichiara la nullità nel 46% dei casi, tuttavia non è immune dalla tentazione di prendere in considerazione la sofferenza delle coppie più della dottrina teologica e giuridica.
Dopo aver ascoltato il saluto del decano della Rota, monsignor Antoni Stankiewicz, Benedetto XVI ha dunque chiesto «che si studino i mezzi opportuni per rendere la giurisprudenza rotale sempre più unitaria», che il diritto non ceda alla sociologia, e che i giudici abbiano ben presente «il valore degli interventi del Magistero ecclesiastico sulle questioni giuridiche matrimoniali, compresi i discorsi del Romano Pontefice alla Rota Romana». Papa Ratzinger è preoccupato che i tribunali ecclesiastici nei giudizi sulla nullità dei matrimoni cattolici si allontanino progressivamente dalla dottrina ecclesiastica sulla indissolubilità del matrimonio, e che prevalgano delle «giurisprudenze locali».
«Qualsiasi sistema giudiziario - spiega dunque il Papa - deve cercare di offrire soluzioni nelle quali siano applicati i medesimi principi e norme generali di giustizia». E rimarca la «necessità di amministrare la giustizia secondo parametri uguali in tutto ciò che, per l'appunto, è in sè essenzialmente uguale». Quindi, «in ogni caso tutte le sentenze devono sempre essere fondate sui principi e sulle norme comuni di giustizia». La Rota, riconosce il Pontefice, «è costantemente chiamata ad un compito arduo: quello di cogliere l'esistenza o meno della realtà matrimoniale, che à intrinsecamente antropologica, teologica e giuridica». E «nella Chiesa c'è sempre il rischio che si formino giurisprudenze locali sempre più distanti dall'interpretazione comune delle leggi positive e persino della dottrina della Chiesa sul matrimonio».
Con un matrimonio fallito alle spalle i cattolici che si risposano vengono esclusi dall'eucaristia e ciò spinge tanti ad allontanarsi dalla chiesa cattolica. Molti invece tentano la strada della nullità, che può essere riconosciuta se il matrimonio non è stato consumato, se c'è stato «vizio di consenso», «vizio di forma» o «altri impedimenti».
Secondo uno studio del 2004 della rivista 30Giorni, i tribunali ecclesiastici europei sono relativamente più severi con sentenze pro nullità nell'85% dei casi, mentre in America del Nord e Oceania si arriva al 97%. Qualche dato nazionale: 75% in Polonia, 82% in Germania, 99% in Messico, 98% in Stati Uniti, Corea, Ucraina e Australia. Secondo i dati del 2006, le cause dai cinque continenti pendenti davanti alla Rota erano mille e 54, tra le quali 623 riguardavano l'Europa, 388 l'America e 34 l'Asia.
Narcisismo, propensione alla poligamia, abuso di alcol e persistente tendenza a dire bugie. Questi alcuni dei motivi di ordine psicologico accolti dai giudici ecclesiastici per dichiarare «nulli» i matrimoni celebrati in chiesa, secondo i dati ricavati dalla sezione «Romana Rota» del tomo «Attività della Santa Sede 2006», gli ultimi finora disponibili. Nel 2006 sono state esaminate circa 313 petizioni, per lo più riguardanti l'annullamento di nozze religiose. A favore della nullità per esempio ha pesato l'accertato «disturbo della personalità di tipo narcisistico associato all'abuso di alcool» che risulta nella sentenza n.61 del 2005. «L'abnorme dipendenza dalla famiglia di origine» è stato motivo di nullità in due sentenze, e così pure il «gioco d'azzardo patologico» praticato dal coniuge oppure un «irrefrenabile impulso a falsificare la realtà».

© Copyright Il Messaggero, 27 gennaio 2008


Il presidente degli avvocati matrimonialisti: "Ratzinger ha ragione"

Sacra Rota, appello del Papa "Attenti agli annullamenti"

Il pontefice: "La giurisprudenza rotale sia unitaria, senza cedere alla sociologia"

ROMA - Bugie, tradimenti, narcisismo, abuso di alcol, sono alcuni dei motivi di ordine psicologico accolti dai giudici ecclesiastici per dichiarare «nulli» i matrimoni celebrati in chiesa. E all´inaugurazione dell´anno giudiziario vaticano, il Papa ammonisce: «La nullità non è il divorzio, non la si può fondare sull´arbitrio».
Benedetto XVI auspica «che si studino i mezzi opportuni per rendere la giurisprudenza rotale sempre più unitaria», che «il diritto non ceda alla sociologia», e che i giudici abbiano ben presente «il valore degli interventi del Magistero ecclesiastico sulle questioni giuridiche matrimoniali».

Contro il rischio di «interpretazioni soggettive ed arbitrarie» il Papa ricorda che nelle cause di nullità «la realtà concreta dei fatti» deve essere «giudicata alla luce dei criteri che riaffermano costantemente la realtà del matrimonio indissolubile».

Molte coppie cattoliche nel mondo scoppiano, molti fedeli si rivolgono ai tribunali ecclesiastici perché le nozze siano dichiarate nulle, i tribunali locali lo fanno in molti casi (il 94%), troppi secondo il Papa. La Rota, che funge da Cassazione nelle cause matrimoniali, lo fa un po´ di meno (il 46%). «Ma non è immune dalla tentazione di sancire nullità avendo più presente la sofferenza delle coppie che la realtà teologica e giuridica delle nozze cattoliche» che, ribadisce papa Ratzinger, «restano indissolubili».
Con un matrimonio fallito alle spalle i cattolici che si risposano vengono esclusi dall´eucaristia e ciò spinge molti ad allontanarsi dalla Chiesa. Molti invece tentano la strada della nullità, che può essere riconosciuta se il matrimonio non è stato consumato, se c´è stato «vizio di consenso», «vizio di forma» o «altri impedimenti».

«Papa Ratzinger ha dimostrato coraggio nel denunciare l´eccessiva discrezionalità dei tribunali ecclesiastici - commenta l´avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell´Associazione Matrimonialisti d´Italia - Le coppie scelgono l´annullamento come soluzione di comodo sia per potersi risposare in chiesa che per evitare i tempi lunghi dei processi civili».

© Copyright Repubblica, 27 gennaio 2008


La Rota Romana Le sentenze: anche l'alcol tra le cause. Il Papa: più rigore

Matrimoni nulli per narcisisti e bugiardi

Bruno Bartoloni

ROMA — Con poche ma precise parole, Benedetto XVI ha richiamato all'ordine i tribunali ecclesiastici nazionali e regionali invitandoli a rispettare le leggi canoniche sul matrimonio, ad essere meno «generosi» nel riconoscere la nullità del vincolo. Il Papa si rivolgeva ai prelati uditori, agli ufficiali e agli avvocati del Tribunale della Rota Romana in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. I motivi più frequenti di annullamento del matrimonio sono il narcisismo, la propensione alla poligamia, abuso di alcol e persistente tendenza a dire bugie, secondo i dati ricavati dalla sezione «Romana Rota» del tomo «Attività della Santa Sede 2006», gli ultimi finora disponibili. Nel 2006 sono state esaminate circa 313 petizioni, per lo più riguardanti l'annullamento di nozze religiose. Anche il «gioco d'azzardo patologico» ha condotto alla nullità, così come incapacità di reagire a una situazione post-lutto segnata dal «disturbo reattivo depressivo». «Nella Chiesa, per la sua universalità e per la diversità delle culture giuridiche in cui è chiamata ad operare, c'è sempre il rischio che si formino giurisprudenze locali sempre più distanti dall'interpretazione comune delle leggi positive e della dottrina della Chiesa sul matrimonio», ha affermato il Papa - .

Da molti anni ormai si va verificando una diversità di comportamenti giuridici nei tribunali ecclesiastici di molti paesi occidentali, dove si ottengono a volte sentenze a favore della nullità con una facilità che le fa assomigliare ad un vero e proprio «divorzio» cattolico, ottenuto più rapidamente e con minori oneri che nei tribunali civili.

© Copyright Corriere della sera, 27 gennaio 2008

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