16 giugno 2008

Il congedo del Papa ieri dalla Puglia: le prime reazioni dei fedeli e non solo, nelle parole dell’arcivescovo di Brindisi, Rocco Talucci (R.V.)


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Il congedo del Papa ieri dalla Puglia: le prime reazioni dei fedeli e non solo, nelle parole dell’arcivescovo di Brindisi, Rocco Talucci

E’ terminato nel tardo pomeriggio di ieri, con l’atterraggio del volo papale all’aeroporto di Ciampino e il rientro in Vaticano, il secondo viaggio pastorale in Puglia di Benedetto XVI.
Come atto di congedo, il Papa si è incontrato con l’arcivescovo, Rocco Talucci, e i sacerdoti. Preghiera personale e attenta formazione dei seminaristi, per essere “maestri di fede e zelanti testimoni di Cristo”: queste le principali sollecitazioni rivolte da Benedetto XVI al clero brindisino. La cronaca dell’avvenimento nel servizio del nostro inviato, Alessandro De Carolis:


E’ quella del Cenacolo - i sacerdoti attorno al Papa in preghiera e in ascolto - l’immagine in dissolvenza sul breve, ma partecipato e caloroso, soggiorno del Santo Padre a Brindisi.

Intorno alle 16.45, dopo aver salutato alcuni membri del comitato che ha organizzato la visita, Benedetto XVI ha fatto ingresso sulle note dell’organo nella cattedrale brindisina, una delle più antiche e grandi della regione, la cui costruzione originaria risale al 1080. Seduti nei banchi, fra gli altri, i sacerdoti che lavorano nelle 62 parrocchie che compongono l’arcidiocesi e che servono una popolazione di 283 mila abitanti. Brindisi, ha ricordato Benedetto XVI, “è stata fra le prime città dell’Occidente ad accogliere il Vangelo”, arrivato lungo le vie consolari romane. Oggi, ha proseguito il Papa, sono qui per “incoraggiarvi a porvi con sempre crescente disponibilità a servizio della Vangelo e della Chiesa”. So già, ha aggiunto, che “lavorate con zelo e intelligenza” e “senza risparmio di energie”, tuttavia - ha voluto sottolineare - “perché la vostra sia una fede forte e vigorosa” occorre “alimentarla con un’assidua preghiera”, che scandisca le vostre giornate:

“Non è certamente facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in misura sempre maggiore. Dobbiamo tuttavia convincerci: il momento della preghiera è il più importante nella vita del sacerdote, quello in cui agisce con più efficacia la grazia divina, dando fecondità al suo ministero. Pregare è il primo servizio da rendere alla comunità”.

“Maestri di preghiera”, dunque, ma anche portatori di un Vangelo vissuto e testimoniato alla gente: questo l’identikit del presbitero secondo il Papa, che ha passato in rassegna gli ambiti e i doveri che richiedono l’attenzione di vescovo e sacerdoti. Dalla pastorale ad ogni livello alla catechesi, dalla “preparazione accurata” dei seminaristi alla “formazione permanente” del clero. Il Sinodo che state vivendo, ha osservato Benedetto XVI, è un’occasione “per rilanciare l’impegno apostolico nella vostra diocesi” e di proseguire “nel cammino di autentico rinnovamento spirituale che state percorrendo”:
“È compito pertanto del Sinodo aiutare la vostra Chiesa locale, in tutte le sue componenti, a riscoprire il senso e la gioia del servizio: un servizio per amore”.

Un servizio apostolico che, in conclusione, Benedetto XVI ha voluto affidare proprio all’Apostolo delle genti, che tra pochi giorni verrà solennemente ricordato in apertura dell’Anno paolino:

“Esso potrà essere l’occasione per un generoso rilancio missionario, per un più profondo annuncio della Parola di Dio, accolta, meditata e tradotta in apostolato fecondo, come avvenne appunto per l’Apostolo delle genti. Conquistato da Cristo, Paolo visse interamente per Lui e per il suo Vangelo, spendendo la sua esistenza sino al martirio”.

Poi ancora applausi, calore e affetto per un Papa che per 24 ore ha avuto casa nella “città d’acqua” e antica “porta d’Oriente”, che ricorderà certamente questi giorni molto a lungo.

Ma quali sono state le prime reazioni dei fedeli, e non solo, alla visita del Papa, che ha saputo parlare al cuore della gente di Puglia. Ascoltiamo l’arcivescovo di Brindisi, Rocco Talucci, al microfono di Giancarlo La Vella:

R. – Una grande gioia ed una grande emozione, che ha coinvolto veramente tutti; soprattutto la vicinanza del Papa ci ha veramente conquistati. La ricchezza dei suoi messaggi alla città, ai giovani, alla Chiesa, al mondo intero e ai sacerdoti, che sono riuniti in Sinodo, ci hanno lasciato un programma di vita, su cui riflettere. Per noi è stato un evento, e non soltanto un fatto di cronaca, perchè siamo una Chiesa veramente contenta di essersi incontrata con il suo primo Pastore, per una verifica della sua identità di comunità e di missione. Ed è proprio su quei pensieri e su quelle riflessione, che ci ha fortemente raccomandato il Santo Padre, che ci vorremmo ora confrontare.

D. – Come lei stesso ha ricordato, il Papa si è rivolto al clero, dicendo che “per il sacerdote la preghiera è il primo servizio da rendere alla comunità dei fedeli”. Come avete accolto questa esortazione?

R. – Io personalmente riferisco questa esortazione al concetto di comunione che caratterizza la missione: o noi siamo uomini di Dio e diventiamo uomini degli uomini e, quindi, l’amore a Dio diventa poi amore per il prossimo come fonte inesauribile, o altrimenti rischiamo di recitare la parte del cristiano e del missionario. La missione non è una strategia, non fa parte dell’intraprendenza personale, anche se certo sono delle doti che possono servire, ma è soprattutto un atto d’amore.

D. – Benedetto XVI ha parlato di solidarietà e di condivisione. Sentimenti, questi, che la vostra Regione, in quanto terra – per così di dire – di confine, ha vissuto e vive costantemente…

R. – Io ritengo che alla cittadinanza di Brindisi il Papa per la prima volta ha dato atto della sua straordinaria accoglienza, avvenuta alcuni anni fa, in favore dei profughi albanesi. Ritengo di poter anche dire che il popolo brindisino è sempre generoso nelle occasioni straordinarie e che questa sua generosità, che si manifesta nelle occasioni straordinarie, deve diventare un’azione abituale, perché l’accoglienza del fratello è un impegno quotidiano.

D. – Mons. Talucci, la visita del Pontefice in qualche modo è andata al di là dei confini del vostro territorio. Come vivete la richiesta di pace globale che è risuonata, ancora una volta, nelle parole del Papa ieri all’Angelus?

R. – Noi confermiamo l’apertura di Brindisi come città al Mediterraneo, definendola ancora oggi “porta d’Oriente”; il nostro sguardo va soprattutto al Medio Oriente e alla Terra Santa e mi auguro che sia i politici, gli amministratori e la società intera si facciano veramente carico del fatto che per la posizione che abbiamo, siamo quasi naturalmente votati al discorso della pace e della solidarietà. Questa visita è stata sì alla Chiesa, ma anche alla città e al territorio di Brindisi e quindi bisogna dire che i nostri politici hanno ora veramente tanto da meditare. Per questo, tali concetti saranno per me – nel rispetto e senza interferenze – motivo di continuo riferimento. In fondo la visita del Santo padre è stata voluta anche dalla società, attraverso le istituzioni.

D. – Eccellenza, questa visita ha lasciato anche un segno tangibile, quale la dedicazione del Seminario diocesano a Benedetto XVI. E’ solo un segno di riconoscenza o anche un qualcosa di più profondo?

R. – Noi abbiamo potuto vedere, fin dal primo viaggio del Papa a Colonia per la Giornata mondiale della Gioventù, la sua grande attenzione ai seminaristi e nell’incontro con loro Benedetto XVI ha tracciato un cammino da seguire. Per questo, abbiamo appena inaugurato il nuovo Seminario ed abbiamo avuto la grande gioia della visita del Papa. Quindi la dedicazione del Seminario a Benedetto XVI è certo un ricordo di questa visita, ma anche e soprattutto il riconoscimento a colui che crede nel Seminario e che stimola le vocazioni.

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