21 aprile 2007

Il cardinale Ratzinger: il limbo? Non è mai stato verita' di fede


Riportiamo il passo del libro-intervista "Rapporto sulla fede" (Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger, Edizioni San Paolo, 1985):
Raffaella


Messori: Sempre a proposito di escatologia, è però sparito il "limbo", quel luogo intermedio dove andrebbero i bambini morti senza battesimo, dunque con la sola "macchia" del peccato originale. Non ce ne è più traccia, ad esempio, nei catechismi ufficiali dell'episcopato italiano.

Cardinale Joseph Ratzinger: "Il limbo non è mai stata verità definita di fede. Personalmente - parlando più che mai come teologo e non come Prefetto della Congregazione lascerei cadere questa che è sempre stata soltanto un'ipotesi teologica. Si trattava di una tesi secondaria a servizio di una verità che è assolutamente primaria per la fede: l'importanza del battesimo. Per dirla con le parole stesse di Gesù a Nicodemo: " In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio " (Gv 3,5). Si lasci pure cadere il concetto di " limbo " se è necessario (del resto, gli stessi teologi che lo sostenevano affermavano al contempo che i genitori potevano evitarlo al figlio con il desiderio del suo battesimo e la preghiera); ma non si lasci cadere la preoccupazione che lo sosteneva. Il battesimo non è mai stato, non è né mai sarà cosa accessoria per la fede".

(da "Rapporto sulla fede" Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger)

Nell'ottobre 2006 i quotidiani erano convinti che il Papa avrebbe abolito, "motu proprio", il limbo, ma, giustamente e nel rispetto della collegialita', ha deciso di attendere il documento finale della Commissione teologica internazionale, che lo stesso Ratzinger, da prefetto della congregazione per la dottrina della fede, ha presieduto per oltre vent'anni.
Di seguito vengono riportati alcuni articoli dell'ottobre 2006. Piu' tardi pubblicheramo i commenti odierni
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Raffaella


Domani il Papa abolirà il limbo

di Andrea Tornielli

Addio al limbo. Si chiudono domani i lavori della Commissione teologica internazionale che da lunedì scorso è riunita in Vaticano, coordinata dal cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, con il compito di fare chiarezza sulla «sorte dei bambini morti senza battesimo nel contesto del disegno salvifico universale di Dio». È questo il titolo di un documento di prossima uscita, che dovrebbe sancire il definitivo tramonto di quel luogo – anzi di quello stato – nel quale per secoli si è creduto esistessero le anime dei bambini morti senza battesimo.

La Commissione teologica ha discusso anche dell’identità della natura, del metodo della teologia come «scientia fidei» e dei fondamenti della legge morale naturale. Non c’è dubbio però che sia proprio il limbo e la sua abolizione ad attirare la maggiore curiosità. Domani i membri della commissione saranno ricevuti da Benedetto XVI che pronuncerà un discorso sugli argomenti trattati dai teologi. È già noto quale sia, in proposito, il pensiero di Joseph Ratzinger. Nel libro Rapporto sulla fede (1984), scritto con Vittorio Messori, si legge infatti che «il limbo non è mai stata una verità definita di fede. Personalmente - parlando più che mai come teologo e non come Prefetto della Congregazione - lascerei cadere questa che è sempre stata soltanto un’ipotesi teologica».

Il limbo (dal latino «limbus», lembo, orlo) era considerato un luogo ai margini del paradiso dove finivano i bambini morti senza battesimo, ai quali non possono essere imputate colpe, ma non essendo rinati «nell’acqua e nello Spirito Santo» hanno mantenuto la colpa di Adamo con la quale ogni uomo nasce secondo la dottrina cattolica e pertanto sarebbe loro precluso l’ingresso nel regno di Dio. Per loro, secondo la teologia tradizionale, non c’è nessun castigo, ma anzi il godimento di «una certa beatitudine naturale». «Saranno felici di partecipare largamente della bontà divina nelle perfezioni naturali» scriveva in proposito San Tommaso d’Aquino. La definizione del limbo si è affermata nel corso dei secoli pur senza diventare mai una dottrina vincolante della Chiesa. Nel Catechismo di San Pio X si poteva leggere: «I bambini morti senza battesimo vanno al limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l’inferno e il purgatorio». Ben diverso, invece, è l’approccio espresso dal nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, pubblicato nel 1992, che al numero 1261 recita: «Quanto ai bambini morti senza battesimo la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio, che vuole che tutti gli uomini siano salvati, e la tenerezza di Gesù verso i bambini \ ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza battesimo». Nessun accenno al limbo, come si vede. È evidente dunque che c’è stata un’evoluzione da una concezione più rigorista (niente battesimo, niente paradiso) a una più possibilista: li affidiamo alla misericordia di Dio.

Giovanni Paolo II aveva definito questo problema «del massimo interesse» e ora viene studiato proprio su suo suggerimento, anche se è bene precisare che la Commissione teologica internazionale non è un organismo della Santa Sede e i pareri che esprime sono contributi al dibattito, non atti del magistero. L’attualità del tema è data anche dal fatto che oggi è invalsa la pratica di spostare a qualche mese dalla nascita l’amministrazione del battesimo, che un tempo era invece celebrata nei giorni immediatamente successivi al parto. Il motivo è quello di consentire un’adeguata preparazione dei genitori e magari di riavvicinarli alla fede. Si è però andata un po’ perdendo, nella concezione comune, la percezione del battesimo come dono da amministrare quanto prima, in quanto necessario per togliere la macchia del peccato originale. Quando Papa Wojtyla, nell’ottobre 2004, chiese ai teologi di studiare la questione, spiegò che «non si tratta di un problema teologico isolato», perché «tanti altri temi fondamentali si intrecciano intimamente con questo: la volontà salvifica universale di Dio, la mediazione unica e universale di Gesù Cristo, il ruolo della Chiesa sacramento universale di salvezza, la teologia dei sacramenti, il senso della dottrina del peccato originale».

Il Giornale, 21 aprile 2007


VENERDÌ IL VATICANO ABOLIRÀ IL LIMBO - ANCHE SENZA BATTESIMO, I BAMBINI VANNO TUTTI IN PARADISO - RATZINGER NELL’84: “IL LIMBO NON È MAI STATO UNA VERITÀ DI FEDE. IO LASCEREI CADERE QUESTA CHE È SEMPRE STATA SOLO UN'IPOTESI TEOLOGICA”…

Marco Tosatti per “La Stampa”

E il Limbo, almeno per i bambini morti senza battesimo, si appresta a uscire di scena: da ieri è riunita in Vaticano la Commissione Teologica Internazionale per esaminare alcuni temi di grande portata, sotto la presidenza del cardinale William Levada, il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Oltre al documento sul tema della «sorte dei bambini morti senza battesimo nel contesto del disegno salvifico universale di Dio, dell'unicità della mediazione di Cristo e della sacramentalità della Chiesa in ordine alla salvezza», si esamineranno anche altri temi: l'identità della natura e del metodo della teologia come «scientia fidei» e l'approfondimento dei fondamenti della legge morale naturale.

Venerdì la Commissione chiuderà i lavori con la messa celebrata da Benedetto XVI, che per molti anni ha diretto i lavori di questo gruppo di studiosi. Nel dicembre scorso papa Ratzinger, ricevendo i membri della commissione, aveva sottolineato come i «diritti radicati nella natura della persona» sono «anteriori a qualsiasi legge positiva degli Stati, essi sono universali, inviolabili e inalienabili, e da tutti quindi devono essere riconosciuti come tali, specialmente dalle autorità civili, chiamate a promuoverne e garantirne il rispetto».

L’argomento però che alimenta di più la curiosità del grande pubblico è certamente quello della sorte dei bambini morti prima di poter ricevere il battesimo. Il Papa sulla questione ha già chiesto di superare l'orientamento secondo il quale questi bambini avrebbero trovato posto nel Limbo, cioè nel luogo che secondo la tradizione ospita i giusti che non hanno conosciuto la salvezza cristiana. Il «Limbus infantium» secondo San Tommaso, però non era un puro stato negativo di immunità dalla sofferenza e dal dolore, ma una situazione di felicità in cui l’anima è unita a Dio da una conoscenza e un amore proporzionali alla sua capacità naturale.

Ma il Limbo (di probabile origine teutonica, «bordo» o «lembo»), esiste? Il teologo Joseph Ratzinger nell’84 si esprimeva così: «Il limbo non è mai stato una verità di fede. Io lascerei cadere questa che è sempre stata solo un'ipotesi teologica». Una posizione ben diversa da quella del catechismo di Pio X varato nel 1904: «I bambini morti senza battesimo vanno nel limbo: qui non godono Dio, ma nemmeno soffrono, perché avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il Paradiso, ma neppure l'inferno e il purgatorio».

E’ vero però che la Chiesa non parla più del Limbo da molti anni, e che questo concetto, che ha ispirato a Dante immagini bellissime, sembra sia stato lasciato cadere come una foglia secca. Tanto che senza sconfessare Pio X, il Catechismo della Chiesa Cattolica nella versione varata nel ‘92 da Giovanni Paolo II prevede un destino sereno per i bambini morti senza battesimo. «La Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio». E’ probabile che i membri della Commissione teologica, con l’incoraggiamento del loro ex collega, ora Papa, compiano un passo in avanti.

La Stampa, 5 ottobre 2006

e...l'apoteosi:

Nella tradizione popolare è il luogo destinato ai bambini morti senza battesimo
Papa Ratzinger, per ora, non si è pronunciato sull'indirizzo della Commissione teologica

La Chiesa rinvia l'abolizione del limbo
Ancora due anni per l'annuncio ufficiale

ROMA - La Chiesa vuole abolire il limbo: sembra un'indicazione oramai certa, suggerita già da Giovanni Paolo II e ribadita più volte dai teologi del Vaticano ma il Papa prende ancora tempo e rimanda l'annuncio ufficiale di altri due anni. Ieri sembrava la giornata giusta; erano in molti a sperare che l'udienza concessa da Benedetto XVI alla Commissione teologica internazionale fosse l'occasione per ascoltare la comunicazione ufficiale, ma la delusione ha raffreddato le aspettative: il Pontefice non ha speso una parola sull'abolizione del limbo. L'annuncio è stato rimandato al documento conclusivo della Commissione, pronto forse tra due anni.

Nella tradizione popolare, il limbo è sempre stato il luogo dove si raccolgono le anime dei bambini morti senza battesimo. Non ci fu mai definizione magisteriale della Chiesa ma nel Catechismo di Papa Pio X è scritto chiaro che il limbo esiste "proprio per quei bambini che non meritano il paradiso ma neppure l'inferno o il purgatorio". Era il 1904; cent'anni dopo, il suo successore Papa Ratzinger si appresta a cancellare quel luogo dove, per usar parole di Dante, "infanti e gente di molto valore eran sospesi".

Monsignor Bruno Forte, membro della Pontificia Accademia di Teologia, svela le intenzioni di Benedetto XVI: "Il peccato originale è una realtà che realmente segna la fragilità della condizione umana; il battesimo è necessario per rimuoverlo, ma nel caso di un bambino che non è stato battezzato, senza alcuna sua colpa, il potere salvifico di Cristo dovrebbe prevalere sul potere del peccato".

A sfogliare i vecchi scritti, già chiaro emerge il pensiero del futuro Papa Ratzinger. Nel 1984, firmando il "Rapporto sulla fede" scritto insieme a Vittorio Messori, il Prefetto della Fede affermava che "il limbo non è mai stata una verità definita di fede. Personalmente - concludeva l'allora cardinale - lascerei cadere questa che è stata soltanto un'ipotesi teologica".

La Commissione teologica internazionale chiamata a consigliare il Papa sul futuro dell'esistenza del limbo, ha sancito fin d'ora che l'idea del limbo "non è essenziale né necessaria", anzi, "può essere abbandonata senza problemi di fede". Cinque giorni hanno lavorato i teologi, sfogliando i libri della fede dal catechismo di Papa Pio X che sosteneva l'esistenza del limbo, fino ai principi fondamentali della religione dettati da Giovanni Paolo II nel Catechismo redatto nel 1997. Scriveva il predecessore di Papa Ratzinger (punto 1.261): "Quanto ai bambini morti senza battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio. Infatti la grande misericordia di Dio "il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati" e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite", ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo".

"Non è un cambiamento della dottirna cattolica - precisa monsignor Bruno Forte, teologo della Pontificia Accademia. "Nessuna discontinuità", tranquillizza lo studioso. La Commissione, nel suo futuro documento, presenterà le questioni dottrinali che in passato hanno spinto i teologi ad ipotizzare l'esistenza del limbo e i motivi che consentono oggi di "mettere da parte certe formulazioni, senza compromettere in alcun modo la fede della Chiesa". Così spiegano gli esperti: "Non vogliamo rompere la grande tradizione di fede" ma solo "eliminare l'uso di immagini e metafore che non tengono adeguato conto della ricchezza del messaggio di speranza portatoci da Gesù Cristo".

Repubblica, 7 ottobre 2007

Come si evince dalla decisione del Papa, "cara" Repubblica, e' impossibile tentare di prevedere le mosse e le decisioni di Benedetto XVI.
Tutti delusi perche', durante l'omelia (straordinaria) della Messa di fronte alla Commissione teologica internazionale, Papa Ratzinger non aveva parlato del limbo. Si prospettava l'attesa di due anni per l'abolizione di tale concetto...e invece? Il Pontefice ha deciso in nettissimo anticipo! Ha atteso la relazione della Commissione e non ha deciso autonomamente (come il Papa puo' SEMPRE fare) perche' il concetto di collegialita' non gli e' affatto estraneo.

Raffaella

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