23 aprile 2007

Rassegna stampa del 23 aprile 2007


Vedi anche:

UN NUOVO S.AGOSTINO PER SUPERARE CRISI DELLA MODERNITA'

IL PAPA RIDEFINISCE LA CHIESA

Joseph e Agostino, una grande amicizia

Le conversioni di Agostino (omelia del 22 aprile 2007)

Sant'Agostino di Ippona, il "maestro" di Papa Ratzinger

Il Papa di fronte ad Agostino (omelia del 22 aprile 2007 di fronte all'urna del Santo di Ippona)

Oggi i giornali parlano della visita a Pavia del Papa anche se, purtroppo, in pochi analizzano in modo specifico e obiettivo il rapporto fra Benedetto XVI e Sant'Agostino.
Alla fine di ogni articolo non potra' mancare un mio commento :-)

Raffaella


Si è conclusa a Pavia la visita del Pontefice. «Ho pregato con devozione e riconoscenza davanti alle reliquie di Sant'Agostino»

Il Papa: la vita va difesa. Bossi commosso

Gian Guido Vecchi

Il Senatur ammesso al bacio dell'anello. «Mi ha detto: ah, sei qui. Forte emozione»

DAL NOSTRO INVIATO
PAVIA — «La Chiesa non è una semplice organizzazione di manifestazioni collettive né, all'opposto, la somma di individui che vivono una religiosità privata». Benedetto XVI ha appena pregato con «devozione e riconoscenza» davanti alle reliquie di Sant'Agostino, «colui che tanta parte ha avuto nella mia vita di teologo e pastore, ma direi prima ancora di uomo e di sacerdote». E qui, nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro, «in pellegrinaggio» all'urna d'argento nella quale riposano le spoglie portate nel secolo VIII dal re longobardo Liutprando, il Papa si mette di nuovo «alla scuola» del genio di Tagaste, «modello di dialogo tra ragione e fede», per «riconsegnare idealmente alla Chiesa e al mondo la mia prima enciclica, che contiene proprio il messaggio centrale del Vangelo: Deus caritas est, Dio è amore».
Questo è l'essenziale, sillaba, la Chiesa «è una comunità in cui si è educati all'amore, e questa educazione avviene non malgrado, ma attraverso gli avvenimenti della vita».

Non c'è un conflitto con il presente. Certo, Benedetto XVI incoraggia a perseguire «la "misura alta" della vita cristiana che trova nella carità il vincolo di perfezione», e spiega che lo «stile di vita morale ispirato al Vangelo» è «inevitabilmente controcorrente rispetto ai criteri del mondo». Però mette in guardia dai toni da crociata: bisogna «testimoniare sempre con stile umile, rispettoso e cordiale».
I fedeli, a cominciare dai venticinquemila della Messa agli Orti borromaici, vedono e ascoltano un Pontefice più che mai pastore, affatto diverso dalla caricatura arcigna e intransigente che talvolta gli viene fatta. Si ferma a salutare i bimbi per strada («pregate per me, io pregherò per voi!»), parla a braccio agli studenti universitari, incontra gli ammalati. Riesce pure a far commuovere Umberto Bossi, al Policlinico San Matteo. Accade al mattino, quando Benedetto XVI si rivolge ai degenti e al personale auspicando che «al necessario progresso scientifico e tecnologico si accompagni sempre la coscienza di promuovere, insieme con il bene del malato, anche quei valori fondamentali come il rispetto e la difesa della vita in ogni sua fase», da cui dipende «la qualità autenticamente umana di una convivenza ». Con Giulio Tremonti (la moglie Fausta ha letto un messaggio al pontefice a nome degli ammalati), tra le personalità «ammesse al bacio dell'anello» c'era pure Umberto Bossi. Seduto in prima fila con moglie e figli («posso confermare: senza la famiglia non resta più niente»), il Senatùr aveva gli occhi lucidi quando Benedetto XVI gli è passato davanti, «è stata una grande emozione, mi sono davvero commosso: il Papa è arrivato all'improvviso e quasi ci sono rimasto secco, non me l'aspettavo e non se l'aspettava neanche lui». Così almeno nella versione del Senatùr, «mi ha detto: ah, sei qui! Come stai?».
Ma il senso del viaggio di Ratzinger si incentra su Agostino, il pensatore su cui si laureò nel '53 e al quale la stessa enciclica «è largamente debitrice». L'omelia ai fedeli è un seguito alla lezione di Ratisbona, l'affermazione che Dio agisce sýn lógo, «secondo ragione». La filosofia, spiega, non indicava ad Agostino «alcuna via per raggiungere il Logos, la ragione creatrice» e «solo nella fede» egli trovò «la verità essenziale: il Verbo si è fatto carne». Del resto «rimase sempre una persona in ricerca» perché «era sempre tormentato dalla questione della verità», ne aveva «la passione». La sua stessa conversione è «un cammino» alla «ricerca del volto di Cristo». Dopo il battesimo ricevuto da Ambrogio nel 387 c'è la «consacrazione forzata», e Benedetto XVI sembra quasi parlare di sé quando racconta del filosofo strappato agli studi e «al bel sogno della vita contemplativa» per essere pastore nella città e «correggere gli indisciplinati, sostenere i deboli... ».
Non basta: la vita di Agostino ha come traguardo Le Ritrattazioni,
l'«umiltà» e la «misericordia», l'ultima conversione è la critica delle sue opere, «tutta la Chiesa — tutti noi, inclusi gli Apostoli — dobbiamo pregare ogni giorno: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
Il Papa invoca l'«unità del sapere», il «dialogo ampio tra ragione e fede», la ricerca della verità. E agli studenti dell'università trecentesca affida l'ultima, vertiginosa considerazione teologica: «Anche nell'eternità la nostra ricerca non avrà termine, l'eternità non è una cosa statica ma un progresso immerso nella bellezza di Dio».

Corriere della sera, 23 aprile 2007

Molto bello questo articolo e molto competente. L'unico appunto, da parte mia, e' rappresentato da questa battuta: "I fedeli, a cominciare dai venticinquemila della Messa agli Orti borromaici, vedono e ascoltano un Pontefice più che mai pastore, affatto diverso dalla caricatura arcigna e intransigente che talvolta gli viene fatta".

Cari giornalisti, imparate anche voi dall'umilta' di Agostino e del Papa!
Chi ha costruito intorno al Papa la caricatura arcigna ed intransigente? Siamo stati noi fedeli o voi giornalisti? A me pare che sia vera la seconda ipotesi visto che la gente ha capito da tempo che Papa Benedetto e' un uomo che nulla ha a che vedere con il pregiudizio mass-mediatico imbastito sulla sua persona.
E' da tempo che cattolici e laici sono andati oltre le ricostuzioni giornalistiche per cogliere l'essenza di Benedetto XVI: umilta', intelligenza, sensibilita', amore per Dio e per il prossimo.
Io non sono stupita dall'umanita' di Papa Benedetto ma, piuttosto, sono sorpresa dello stupore dei media :-)
Che qualcosa si stia muovendo? Pio desiderio...

Raffaella


Ieri a Pavia

Un nuovo appello contro l’aborto

Benedetto XVI, in visita a Pavia, passa dalla tomba di Sant’Agostino al Policlinico San Matteo Sottolineando la qualità della struttura ospedaliera. il Papa rinnova l’appello alla tutela della vita: «Il mio vivo auspicio è che, al necessario progresso scientifico e tecnologico, si accompagni alla coscienza di promuovere, insieme con il bene del malato, anche quei valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita in ogni sua fase, dal concepimento fino alla morte naturale, dai quali dipende la qualità autenticamente umana di una convivenza». Subito dopo ha celebrato una messa per oltre ventimila persone. Tra loro il leader della Lega, Umberto Bossi. «E’ stata una grande emozione – ha detto Bossi -. Mi sono commosso; non me lo aspettavo». Il politico era accompagnato dalla moglie e dai tre figli, e ha scambiato qualche parola con il Pontefice.

La Stampa, 23 aprile 2007

E basta? Nessun altro commento? Nessuna analisi delle omelie del Papa? Occasione persa, cara "La Stampa"!
Raffaella


IL PAPA IN LOMBARDIA

Il viaggio del pontefice sulla strada di sant´Agostino. Il nuovo appello parlando ai medici del policlinico San Matteo Il Papa: "La vita va sempre difesa" Il pontefice a Pavia. Il leghista Bossi lo incontra e si commuove

Il Papa: "La vita va sempre difesa"



Benedetto XVI a Pavia. Il leghista Bossi lo incontra e si commuove

Il Papa: "La vita va sempre difesa"

Vede il leader politico e esclama: ah, sei qui
Il viaggio del pontefice sulla strada di sant´Agostino Il nuovo appello parlando ai medici del San Matteo


MARCO POLITI

DAL NOSTRO INVIATO
PAVIA - La salvaguardia della vita, la difesa della famiglia, l´appello ai giovani perché dedichino la loro esistenza a Cristo: Benedetto XVI inizia il suo pellegrinaggio nelle diocesi italiane con lo stile di un evangelizzatore. A Vigevano, dove è stato sabato, e a Pavia dove ha trascorso l´intera domenica, papa Ratzinger ha fatto risuonare la voce del predicatore. Massacrano i cristiani in Turchia, bambini-talebani sgozzano gli avversari in Afganistan, si moltiplicano le stragi in Iraq, si coprono di sangue le strade di Mogadiscio... e Benedetto XVI parla di sant´Agostino muovendosi nell´empireo delle idee e dei grandi principi. Neanche all´Angelus il pontefice fa un accenno alle tragedie dell´umanità contemporanea come se l´urgenza di formare veri cristiani si svolgesse in una dimensione atemporale.
La giornata di Ratzinger è iniziata al Policlinico San Matteo. «Mio vivo auspicio - esclama - è che al necessario progresso scientifico e tecnologico si accompagni la coscienza di promuovere anche i valori fondamentali: come il rispetto e la difesa della vita in ogni sua fase, da cui dipende la qualità autenticamente umana di una convivenza». Sabato il pontefice aveva ribadito a Vigevano che la promozione della famiglia è strettamente connessa alla crescita della società. Salutando i malati, Benedetto XVI si è incontrato anche con Umberto Bossi, venuto con Giulio Tremonti. «Ah, sei qui?», si è lasciato sfuggire il pontefice trovandosi improvvisamente di fronte il leader leghista. «E´ stata una grande emozione - ha confessato Bossi con i lucciconi agli occhi - mi sono commosso, non me lo aspettavo». Poi però non ha rinunciato a qualche battuta politica: «Berlusconi può dire quello che vuole ma io non ci sto a fare il partito unico».
Pavia significa soprattutto Sant´Agostino. Nell´antica basilica di San Pietro in Ciel d´Oro Benedetto XVI ha sostato dinanzi all´urna che contiene le ossa del grande Padre della Chiesa. Descrivendo la sua figura durante la messa del mattino, Ratzinger ha parlato di un grande cercatore di Dio, a cui la ragione - il Logos - non bastava finchè non ha trovato Cristo. Ma c´è stato un aspetto della vicenda di Agostino che il Papa ha citato come svelando un segreto autobiografico. Agostino dopo il battesimo aveva fondato un monastero e voleva dedicarsi completamente «al colloquio con Dio», ma quando il vescovo di Ippona, la sua città, espresse l´esigenza di un predicatore «immediatamente la gente afferrò Agostino e lo portò di forza davanti al vescovo perché venisse consacrato sacerdote». Una metafora della sorte toccata a Joseph Ratzinger, che avrebbe voluto ritirarsi in pensione per scrivere e meditare, e invece nel 2005 è stato portato d´impeto al soglio pontificio? Più d´uno, tra i ventimila presenti alla messa, vi ha pensato quando Benedetto XVI ha ricordato le memorie del santo: «Mi sentivo come uno che non sa tenere un remo e a cui, tuttavia, è stato assegnato il secondo posto al timone». Reggere il timone, per Ratzinger vuol dire «correggere gli indisciplinati, confortare i pusillanimi, sostenere i deboli, confutare gli oppositori, stimolare i negligenti, frenare i litigiosi, aiutare i bisognosi, liberare gli oppressi, mostrare approvazione ai buoni, tollerare i cattivi e amare tutti». Così, con le parole del santo, Benedetto XVI ha elencato i compiti di un vescovo (e di un papa). «Continuamente predicare, discutere, riprendere, edificare, essere a disposizione di tutti», ha soggiunto, evocando «un grande peso, un´immane fatica». Per sant´Agostino, ha continuato, «il bel sogno della vita contemplativa era svanito. Ora egli doveva tradurre le sue conoscenze e i suoi pensieri sublimi nel pensiero e nel linguaggio della gente semplice». Un perfetto ritratto di come Ratzinger concepisce la sua missione. Agli esegeti del Vangelo ha rammentato che se il Sinedrio condannò a morte Cristo, ciò non equivale ad alimentare l´antisemitismo. Perché Pietro stesso respinse la colpevolizzazione degli ebrei, affermando che Cristo era morto per salvare tutti. Ma soprattutto: «L´amore è l´anima dell´azione della Chiesa». Perché la Chiesa, ha rimarcato, non è fatta di manifestazioni collettive o di individui che vivono una religiosità privata.

Repubblica, 23 aprile 2007

Caro Politi, come al solito Lei e' molto polemico. Dica la verita': Lei vorrebbe che il Papa facesse solo il politico e cioe' che parlasse delle grandi questioni internazionali (NON DI QUELLE ITALIANE PERO'!) e non si preoccupasse piu' di tanto di parlare di Agostino e dei fondamenti del Cristianesimo. E' cosi'? Beh, sappia che io sono molto piu' interessata ad ascoltare un Pontefice che ripete che Dio e' amore, che la Chiesa non e' una semplice organizzazione di manifestazioni collettive ne', all'opposto, la somma di individui che vivono una religiosita' privata, piuttosto che un Papa che fa discorsi politici che toccano marginalmente il nucleo della fede.
Ieri Benedetto era a Pavia, al cospetto di Agostino. Ci saranno tante altre occasioni per alzare la voce sui mali del mondo. Del resto, Papa Ratzinger ha decicato l'intero messaggio "Urbi et Orbi" alla denuncia delle tragedie che si consumano nel mondo (ad iniziare dal massacro del Darfur di cui parla solo il Pontefice). Peccato che Repubblica l'abbia completamente ignorato dando tutto lo spazio alle polemiche di Pannella. Sbaglio, caro Politi?

Raffaella

1 commento:

Luisa ha detto...

Decisamente leggere gli articoli di Politi mi da ogni volta un gusto di già letto, al limite ho l`impressione che i suoi articoli potrei sciverli io, tanto è prevedibile quello che si leggerà!
Nemmeno a Pavia Politi perde l`occasione di criticare il Papa, ancora uno che sa meglio di Benedetto XVI quello che deve dire e quando deve dirlo! In francese abbiamo una parola che non so tradurre in italiano "lamentable" !
L`omelia che il Santo Padre ha rivolto a noi fedeli è magnifica,ricca, densa e da meditare. Evidentemente Politi ascolta il Papa come il non-credente che egli è , lo scruta da un osservatorio che non è il nostro, allora teniamo presente allo spirito questo dato quando leggiamo, se proprio ne abbiamo voglia, i suoi articoli !