19 aprile 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 19 aprile 2007


Vedi anche:

Due anni di pontificato, riflessioni...

Cronaca minuto per minuto di quel 19 aprile 2005

Rassegna stampa del 19 aprile 2007




Ieri in più di 50 mila a San Pietro per l’udienza papale

di MAURIZIO GALLO

IERI erano più di cinquantamila. Ma non soltanto perché cadeva l'anniversario dell'elezione di Joseph Ratzinger, avvenuta il 19 aprile del 2005. Da due anni, ormai, è così ogni domenica e ogni mercoledì. Piazza San Pietro si riempie di fedeli, di entusiamo, di gioia. Da molte città d’Italia, da oltre confine, da villaggi remoti nel sud e nel nord del continente europeo la gente accorre per ascoltare le parole del Papa, per ricevere la sua benedizione, per «partecipare» alla messa celebrata dal Santo Padre. Qualcuno, all’inizio, ha parlato dell’«effetto-Wojtyla». Ha spiegato con l’eredità carismatica trasmessa dal grande Pontefice polacco al suo successore tedesco il puntuale e oceanico bagno di folla che si registra nella piazza del Vaticano. Ma non è sufficente. Non basta. In termini di «audience» Benedetto XVI ha superato Giovanni Paolo II, catalizzando l’attenzione e la partecipazione dei fedeli a ogni appuntamento in cui è presente. I numeri non mentono. Dall'aprile dell'anno scorso a oggi hanno assistito alle diverse cerimonie presiedute dal Papa in tre milioni e 368.220. «L’intrepido timoniere della Chiesa», come lo definisce l’Osservatore Romano, attira i fedeli quanto e più dell’amato e compianto Carol. Dopo la messa d’inizio pontificato, i partecipanti alle udienze, alle liturgie e agli angelus sono stati in crescita costante, rispetto all’anno precedente, fino all’udienza generale record di ieri mattina. Alla liturgia d'inizio del Pontificato partecipò circa un milione di persone, somma che ovviamente va detratta dal totale del primo anno (4 milioni e 100 mila), in quanto si tratta di un evento che non si ripete. Dunque i 3 milioni e 370 mila presenti agli appuntamenti del secondo anno superano non di poco i 3 milioni che parteciparono ai corrispondenti eventi del primo anno. E questo senza calcolare che il 3 giugno 2005 Papa Ratzinger incontrò 300 mila membri dei Movimenti, dato che in effetti andrebbe ugualmente detratto. La crescita costante dei fedeli, infine, è confermata dallo straordinario numero di presenti alle due messe papali di questo aprile: i dati prudenti della Prefettura della Casa Pontificia diffusi ieri accreditano, infatti, un totale di 250 mila presenze. Fin qui le statistiche. Che danno la misura del fenomeno. Ma ne illustrano, ovviamente, solo l’aspetto quantitativo. Per il resto basta andare in piazza San Pietro e assistere a uno di questi veri e propri «eventi» bisettimanali per rendersi conto dell’entusiastico fervore con cui vengono vissuti. Certo, la Chiesa è sotto attacco, all’interno e all’esterno del Paese. Per la prima volta della sua storia recente un presidente della Conferenza episcopale è costretto a girare sotto scorta di polizia ed è proprio di ieri la notizia di un ennesimo episodio di violenza contro i cristiani e il cristianesimo in Turchia. L’islamismo integralista, poi, vive di stragi quotidiane in Iraq, in Afghanistan e in altri Paesi arabi reclutando nuovi proseliti e teorizzando la conquista del mondo. Contro queste pericolose «derive» di violenza e intolleranza la Chiesa romana rappresenta ormai uno dei pochi baluardi e forse per questo i fedeli si raccolgono sempre più numerosi al riparo delle sue «mura», cercano rifugio nella sua pacifica spiritualità, inseguono l’oasi di serenità interiore che il messaggio di Cristo dona a chi accetta di riceverlo. Ma ciò avviene anche perché, come e forse più di Giovanni Paolo II, Papa Ratzinger interpreta tale esigenza e se ne fa portatore. Per questo i numeri non bastano a spiegare il «successo» dell’attuale papato. Non bastano i seicento biglietti d’auguri ricevuti ieri dallo schivo telologo salito al soglio di Pietro. Non bastano i cori, le bande musicali che lo hanno festeggiato. Forse, però, potrebbe venire in soccorso un gesto simbolico, emblematico dell’atteggiamento di «Papa Ratzi», che ha fatto spedire alla Caritas una torta da 300 porzioni che gli avevano regalato per il suo compleanno. Servirà ad addolcire i palati (e la vita) dei poveri, dei diseredati, dei senza tetto. Insomma, del vero popolo di Cristo.

Il Tempo, 19 aprile 2007


SERVIZIO SPECIALE DI SKY TG24

Il 19 aprile di due anni fa, Joseph Ratzinger veniva eletto Pontefice. Ventiquattro mesi intensi, punteggiati anche da polemiche, che hanno già marcato la storia della Chiesa incidendo nel mondo.


PAPA: POSTE TEDESCHE GLI DEDICANO UN FRANCOBOLLO

(ASCA) - Berlino, 19 apr - Le poste tedesche hanno stampato e renderanno operativo da oggi un francobollo dedicato al tedesco, Papa Joseph Ratzinger. E' solo una delle iniziative prese dal governo tedesco per ricordare la elezione di Benedetto XVI al soglio pontificio avvenuto due anni fa. Il francobollo mostra l'immagine di papa Benedetto con le braccia aperte e benedicente. Un bozzetto del francobollo, che sara' presentato ufficialmente alla stampa stamane, e' stato mostrato in anteprima dal nunzio apostolico in Germania, mons. Edward Josef Ender, ad una delegazione della provincia di Roma, guidata dal presidente Enrico Gasbarra. ''Si tratta - ha spiegato il presule - di una iniziativa importante e unica dal momento che il governo tedesco ha dedicato iniziative del genere solo a capi di Stato o personaggi ormai scomparsi''.


Oggi alle 17.30 la presentazione del libro di Alessandra Borghese sulla vita del Pontefice
Sulle tracce di Papa Ratzinger con Messori e il vescovo Carraro

Oggi, giovedì 19 aprile, alle 17,30 nell’aula magna dell’Istituto «Alle Stimate» sarà presentato il libro di Alessandra Borghese «Sulle Tracce di Joseph Ratzinger». Si tratta di un libro che potrebbe essere definito «viaggio nell’anima» dell’autrice in Baviera, la bellissima terra che ha visto nascere colui che è diventato il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, raccontato con gli "occhi nuovi" della fede rinnovata della stessa Borghese.
Un libro scaturito dal cuore all’improvviso, dettato dall’affetto e dalla curiosità di capire la relazione profonda tra l’uomo Ratzinger e le sue origini, attraverso la descrizione dei paesaggi da fiaba della Baviera che ripercorre le tappe della vita di Joseph Ratzinger. La ricerca delle radici di un uomo divenuto Papa, le amicizie, la famiglia, le passeggiate con il fratello Georg con cui condivide un profondo amore per la musica, ma anche i difficili anni del nazismo.
Un cammino che parte da Marktl am Inn, luogo di nascita di Joseph Ratzinger, passando da Tittmoning, la città che lo stesso pontefice ha definito «il paese dei sogni della mia infanzia», a Traunstein, dove ha frequentato il liceo, fino a Ratisbona, città del ritiro e luogo che ha segnato uno dei momenti più intensi del suo pontificato con la Lectio Magistralis tenuta all’Università in occasione del suo primo ritorno in Baviera da Papa.
Ai luoghi si aggiungono gli incontri con le persone che gli sono state vicine e amiche, facendoci entrare, con rispettoso affetto e curiosità, nel mondo di Joseph Ratzinger e nella cultura bavarese. Un mondo e una cultura pieni di colori, sapori e gioia di vivere, che ci fanno comprendere l’origine dell’apertura, della cordialità, dell’umanità e dell’amore per la vita che contraddistinguono Benedetto XVI.
Il libro si chiude con un "Post Scriptum" che da Ratisbona porta in Turchia, dove la Principessa Borghese ha seguito il Papa lo scorso novembre. Un viaggio preceduto da preoccupazioni e allarmi per la crescente ondata di polemiche provenienti dal mondo islamico, e che ci ha donato invece le immagini di Benedetto XVI con il volto sereno di chi "non è mai solo", capace di dialogare con tutti trionfando sui pregiudizi e spesso su fittizie barriere culturali e religiose.
Il libro è arricchito da numerose foto inedite.
Alla presentazione, organizzata dal Banco Popolare di Verona e Novara, saranno presenti, oltre all’autrice del libro edito da «Edizioni Cantagalli», anche il direttore delle Scuole «Alle Stimate», don Vittorio Zanon, l’avvocato Carlo Fratta Pasini, presidente dell’istituto di credito scaligero, Padre Flavio Roberto Carraro vescovo di Verona, e lo scrittore e giornalista Vittorio Messori.

L'Arena, 19 aprile 2007


Monsignor Josef Clemens e Alessandra Borghese rendono omaggio a Benedetto XVI
In una conferenza tenutasi presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

ROMA, giovedì, 19 aprile 2007 (ZENIT.org).- A pochi giorni dalla ricorrenza dell'80° genetliaco di Benedetto XVI, due amici intimi del Papa gli hanno voluto rendere omaggio in una conferenza tenutasi presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (APRA) di Roma.
Si tratta di monsignor Josef Clemens, già Segretario particolare del Cardinale Ratzinger, quando il futuro Papa era Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, e attuale Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, e della scrittrice Alessandra Borghese, il cui ultimo libro “Sulle tracce di Joseph Ratzinger” racconta attraverso una serie di testimonianze in esclusiva alcuni aspetti poco conosciuti della gioventù del Pontefice.
Davanti ad un pubblico costituito da sacerdoti legionari, studenti e docenti dell’APRA e dell’Università Europea di Roma, i due relatori, introdotti dal Rettore dell’Ateneo, padre Pedro Barrajon LC, hanno raccontato il ‘loro’ Papa, l’uno in una prospettiva dottrinale e magisteriale, l’altra su un piano squisitamente umano.
Monsignor Clemens ha esordito, sottolineando, innanzitutto, la vicinanza temporale del compleanno del Papa, con il 50° anniversario della firma dei Trattati di Roma (25 marzo). Una coincidenza che ha fornito al presule tedesco, l’occasione per ripercorrere, sia pure in sintesi, il pensiero di Joseph Ratzinger sul tema dell’Europa e delle sue radici cristiane.
“Sono stati almeno venti – ha esordito Clemens – gli interventi che Ratzinger ha compiuto, da Cardinale prima e da Papa dopo su questo tema, nell’arco di trent’anni. Il principio base del suo pensiero in merito è che l’Europa è in primo luogo, un concetto culturale e storico e, secondariamente, un’espressione geografica”.
Citando testualmente numerosi documenti e discorsi dell’attuale Papa, monsignor Clemens, ha ricordato come, in fin dei conti, l’illuminismo e il cristianesimo sono accostabili su alcuni principi base come la separazione tra chiesa e stato, la libertà di coscienza e la tutela dei diritti umani.
Allo stesso tempo, però, dalla fine del XVIII secolo ad oggi, si è insinuata una concezione della ragione e della laicità che mortifica la religione relegandola alla sfera privata. “Ratzinger – ha affermato Clemens – definisce ‘antieuropeo’ e ‘posteuropeo’ questo tipo di ragione”.
“L’Europa di oggi – ha proseguito Clemens sulla scia di Ratzinger – pretende l’esercizio di un diritto articolato sulla sola ragione: è un criterio che rischia di condurci all’anarchia. L’Europa multiculturale che vuole allargarsi alla Turchia, è su questa lunghezza d’onda ma è anche il tipo di Europa senza Dio che l’Islam rifiuta”.
“L’Europa unita – ha detto ancora il Vescovo tedesco – nasce nel dopoguerra come sigillo di riconciliazione e benessere economico ad opera di un gruppo di statisti cattolici ben ancorati alla laicità e alla ragione”.
“Oggi, al contrario, c’è una resistenza ostinata ad accettare la nostra storia in nome di un multiculturalismo che ci fa fuggire dalla nostra identità – ha sottolineato –. Un rifiuto che è sintomo di un patologico odio di sé che ha come estrema conseguenza la sfiducia nel futuro e nella procreazione”.
“La rinascita dell’Islam, per contro, non è dovuta tanto ad una crescita economica quanto alle basi spirituali che la loro civiltà ancora offre”, ha quindi aggiunto.
“Ci troviamo di fronte a una comunità economica che livella le anime e misura il pensiero – ha osservato monsignor Clemens – cui si accompagna il fallimento delle politiche europee nei confronti dei Paesi in via di sviluppo. In questi ultimi si va diffondendo sempre più la mentalità materialista, con il risultato che la nostra ‘civilizzazione’ porta anche la droga e il terrorismo”.
Attingendo al proprio volume “Sulle tracce di Joseph Ratzinger”, realizzato nel corso di un viaggio in Baviera alla scoperta dei luoghi natali, dell’infanzia e della giovinezza del Pontefice, Alessandra Borghese ha descritto la famiglia Ratzinger come “molto unita e devota, anche in tempi difficili come durante il nazismo, tant’è vero che di tre figli, due sono diventati sacerdoti”.
Il ritratto che emerge dal suo libro, ha continuato la Borghese, è quello di “un uomo fortemente attaccato alla propria terra, la Baviera, una regione caratterizzata da una devozione popolare profonda dove i riti cattolici sono ancora vissuti con grande entusiasmo”.
“Benedetto XVI è un Papa sempre più popolare – ha continuato –. Lo testimoniano le piazze sempre più affollate, la grande partecipazione alle Udienze. Colpisce al cuore della gente la sua eleganza nei modi e la sua mitezza di cuore”.
“È una persona molto cortese e ama esprimere gratitudine verso tutte le persone che incontra. Mi piace definirlo ‘il Papa dell’amore’: d’altra parte l’amore è il tema centrale della sua Enciclica Deus caritas est”.
“Papa Ratzinger – ha concluso la scrittrice – crede molto nell’Italia. Al Congresso nazionale di Verona dello scorso ottobre ha dato direttive molto chiare: il nostro è il Paese da cui deve ripartire l’evangelizzazione del mondo intero e ciò sarà possibile se lo facciamo con amore”.

Zenit


Benedetto XVI affronterà in Brasile i problemi della fede, delle sette e della povertà

ROMA, mercoledì, 18 aprile 2007 (ZENIT.org).- Nel suo viaggio in Brasile, Benedetto XVI affronterà le sfide rappresentate dalla fede dei cattolici latinoamericani, dalle sette, dalla povertà e dai regimi autoritari, ha rivelato il suo più stretto collaboratore.
Il Cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha affrontato rapidamente l’argomento in una conversazione con i giornalisti svoltasi questo martedì pomeriggio in occasione della presentazione di un libro all’Istituto Pio XI di Roma.
Confessando le sue speranze per la V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano, che il Papa inaugurerà il 13 maggio nel santuario brasiliano di Aparecida, il Cardinale ha rivelato che il Pontefice “tratterà i problemi della fede e delle sette, ma anche della povertà e dei regimi autoritari”.

Zenit

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