22 aprile 2007

Rassegna stampa del 22 aprile 2007


Oggi avremo molto da ascoltare e da leggere.
In attesa che il Papa possa "incontrare il suo maestro Agostino", vediamo che cosa hanno scritto i giornali stamattina.
Successivamente approfondiremo la figura di Sant'Agostino e le affinita' del Vescovo di Ippona con Benedetto XVI.

Raffaella




La formula del Papa: «Chi tutela la famiglia rinnova la società»

di Andrea Tornielli

«La famiglia è l’elemento portante della vita sociale» e solo favorendola si può rinnovare il tessuto della società civile. Lo ha detto Papa Ratzinger nel tardo pomeriggio di ieri, celebrando la messa in piazza Ducale a Vigevano, nella sua prima visita ufficiale a una diocesi italiana (quelle di Bari nel 2005 e di Verona 2006 non erano visite alle diocesi ma erano motivate la prima dal Congresso eucaristico nazionale, la seconda dal Convegno ecclesiale). Vigevano era l’unica diocesi lombarda che Giovanni Paolo II non aveva visitato e il suo successore ha voluto ripartire da qui.

Benedetto XVI è arrivato in aereo a Linate e quindi ha preso l’elicottero ed è arrivato in città con mezz’ora di ritardo sull’orario previsto. Incontrando i giovani e gli ammalati nella piazza dell’arcivescovado, il Papa ha detto di voler riprendere il cammino da dove l’aveva lasciato Wojtyla, «per continuare a proclamare agli uomini e alle donne dell’amata Italia l’annuncio antico e sempre nuovo: Cristo è risorto, è vivo, è con noi oggi e sempre».

Nell’omelia della messa, celebrata su un altare sormontato da una copertura bianca a forma di surf, Benedetto XVI ha commentato il Vangelo della pesca miracolosa invitando la Chiesa di Vigevano a non scoraggiarsi anche se il lavoro pastorale «sembra risultare vano», perché «il vero successo della nostra missione totalmente è dono della grazia». Il Papa ha quindi incoraggiato la comunità a prendersi cura dei giovani, «sia dei cosiddetti “vicini” come pure di quelli che chiamiamo “lontani”». Infine, ha parlato della famiglia: «È l’elemento portante della vita sociale - ha spiegato - per cui solo lavorando in favore delle famiglie si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale e della stessa società civile». Parole sottolineate da un calorosissimo applauso, che il Papa ha così prontamente commentato: «Vedo che siamo d'accordo». Un messaggio preciso e chiaro all’Italia, a poco più di tre settimane dal «Family Day», la festa della famiglia organizzata dalle associazioni cattoliche contro i Dico, che si terrà il 12 maggio, quando Ratzinger sarà in viaggio in Brasile.

Il Papa ha concluso ricordando la figura di Teresio Olivelli, laico di Azione cattolica morto nel lager di Hersbruck e ora sulla via della beatificazione. Vigevano è la storica patria dell’industria calzaturiera italiana e il consorzio dei Santi Crispino e Crispiniano, patroni dei calzolai, ha deciso di donare a Ratzinger un paio di scarpe dando anche il via a una raccolta di 15mila paia di scarpe da destinare all’Obolo di San Pietro, cioè alla carità del Papa, per i progetti benefici che il pontefice segue personalmente. In serata il trasferimento a Pavia, meta principale del viaggio, dove Ratzinger trascorrerà lagiornata e dove parlerà al personale e ai malati dell’ospedale San Matteo, per poi incontrare il mondo universitario e infine venerare le reliquie di Sant’Agostino.

Il Giornale, 22 aprile 2007


L’Islam cerca il dialogo con Ratzinger

di Redazione

All’indomani della rissa che ha visto aggredito un operaio marocchino convertito al cristianesimo che aveva esposto la bandiera vaticana dal suo balcone, la comunità islamica di Vigevano scrive una lettera a Benedetto XVI proponendo «un percorso comune di comprensione e reciproco rispetto» finalizzato a «creare dovunque situazioni di pace e di convivenza, senza guerre e violenze». La missiva, che appare come una presa di distanza dall’aggressione, è stata consegnata ieri mattina al vescovado della città nel giorno dell’arrivo del pontefice. «Partecipiamo anche noi - scrivono i musulmani al Papa - alla gioia e alla festa di coloro che vedono in lei una grande e forte guida per la loro vita personale, sociale e religiosa». «Vorremmo anche noi esprimere - si legge ancora nella lettera - qualche desiderio: un mondo dove ci siano più giustizia, tolleranza, più capacità di accoglienza reciproca per creare dovunque situazioni di pace e di convivenza, senza guerre e violenze. Vorremmo che nonostante le differenze che ci distinguono e ci separano, ci fosse un percorso comune di comprensione e di reciproco rispetto». Nella missiva si ricorda l’«instancabile attività» di Ratzinger nel «promuovere, ovunque nel mondo, gli alti valori umani del diritto e della giustizia, soprattutto nei confronti dei più poveri e dei più deboli». «Riconosciamo - aggiungono - la sua sincera volontà di instaurare, anche con noi musulmani e con chi non appartiene alla Chiesa cattolica, un vero dialogo per una maggiore comprensione, partendo dalla comune fede in Dio, per arrivare agli alti valori condivisi che possono rendere migliore il mondo in cui viviamo».

Il Giornale, 22 aprile 2007


Papa: Formigoni, Un Grande Pontefice Per Una Grande Gente

Vigevano (Pavia), 21 apr . (Adnkronos) - "Un grande Papa per una grande gente di Vigevano". Questo il commento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni alla visita di Benedetto XVI nella citta' di Vigevano, alle porte di Pavia.

"Il papa - ha sottolineato Formigoni dopo aver accompagnato Benedetto XVI all'aeroporto - ha detto cose straordinarie in un discorso grande e bello, dimostrando di conoscere a fondo la nostra terra. Sia al campo sportivo, dove e' atterrato, che lungo le strade ho visto tanta, tanta gente assiepata, molto seria, e calorosa, e per accogliere il Papa, non certo per uno spettacolo. Quella di oggi e' stata una grande giornata".


Nell'unica diocesi lombarda che Wojtyla non aveva fatto in tempo a visitare. «Inizio il mio pellegrinaggio riprendendo il suo cammino»
L'appello del Papa: sostenere la famiglia

Ratzinger a Vigevano: solo così si rinnova la società. Un'ovazione dai fedeli

Gian Guido Vecchi

DAL NOSTRO INVIATO
VIGEVANO — È l'unica diocesi lombarda che Giovanni Paolo II non aveva fatto in tempo a visitare, quando l'ha saputo Benedetto XVI non ha esitato, «bisogna andare!». Così Papa Ratzinger, ieri a Vigevano, ha ricordato subito ai giovani che lo festeggiavano («Be-ne-det-to!») il suo «venerato predecessore»: «Da qui ho voluto dare inizio al mio pellegrinaggio pastorale in Italia, è come se riprendessi il cammino da lui percorso».
È un momento importante, nella sua prima visita pastorale a una diocesi del nostro Paese il Pontefice si rivolge «agli uomini e alle donne dell'amata Italia» e riparte dall'invito a «non avere paura» e «prendere il largo» caro a Wojtyla per esortare i cattolici ad essere «ardimentosi testimoni di Cristo», unità e impegno, a cominciare dalla famiglia: «Restate uniti fra voi e apritevi ai vasti orizzonti dell'evangelizzazione». Perché «portare i pesi gli uni degli altri, condividere, collaborare, sentirsi corresponsabili è lo spirito che deve costantemente animare la vostra comunità», spiega, invitando le parrocchie ad essere «in piena sintonia» come «tessere di un mosaico» e religiosi, laici e movimenti a operare «sempre in armonia» secondo «le indicazioni del Vescovo». Benedetto XVI pensa anzitutto ai giovani, compresi «quelli che chiamiamo "lontani"», invita a non stancarsi di aiutarli «nella ricerca di un significato vero da dare alla propria esistenza». Quindi torna a parlare della famiglia: «È l'elemento portante della vita sociale, per cui solo lavorando in favore delle famiglie si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale e della stessa società civile». Ovazione dei fedeli, il Pontefice distoglie lo sguardo dal testo scritto e sorride: «Vedo che siamo d'accordo!».
Da queste parti erano 589 anni che non vedevano un Papa: solo Martino V era passato da Vigevano poche ore, nel 1418. Sventolano le bandierine dei fedeli che riempiono Piazza Ducale e si legge il Vangelo di Giovanni, l'apparizione del Risorto ai discepoli dopo la pesca infruttuosa: «Gettate le reti..e troverete!». Ed è qui che il Papa teologo, accanto al vescovo Claudio Baggini e al cardinale Dionigi Tettamanzi, ricorda «il clima di dispersione e smarrimento» tra i discepoli dopo la Crocifissione e precisa: certo, «dobbiamo impegnarci come se il risultato dipendesse totalmente dai nostri sforzi», però «il vero successo della nostra missione è totalmente dono della Grazia». Mai scoraggiarsi: «Non bisogna dimenticare che Gesù è in grado di ribaltare tutto in un momento».
Non sono riferimenti casuali, il Papa ha raggiunto ieri sera Pavia (accolto dal vescovo Giovanni Giudici e, tra gli altri, dal ministro Mastella), dove oggi s'inginocchierà davanti alle reliquie di Sant'Agostino, pensatore decisivo per Benedetto XVI, sul quale nel '53 fece la tesi di laurea. Nel libro Gesù di Nazareth lo ricorda come esempio di perseveranza. Così si tratta di «rimanere» nella fede perché l'impegno non basta, ha concluso: «Da soli, senza Gesù, non possiamo fare niente».

Corriere della sera, 22 aprile 2007


Il caso
«Botte per il saluto al Pontefice» «No, una falsità»

DAL NOSTRO INVIATO
VIGEVANO — Hajip El Mouhajir (nella foto), il marocchino di Vigevano che sostiene di essere stato malmenato da altri immigrati solo per aver esposto alla finestra una bandiera vaticana, promette che racconterà nero su bianco in una querela quel che gli è avvenuto. Ma forze dell'ordine e comunità islamica locale smentiscono che il motivo della lite scoppiata venerdì sera in via Mulini, a poche ore dall'arrivo di Benedetto XVI, sia a sfondo religioso. Hajip resta infuriatissimo e anche ieri mattina agitava le acque urlando dal balcone della sua casa «terroristi, vi mando in galera!» all'indirizzo degli altri immigrati che vivono nella via. «Ma quello è solo un attaccabrighe — ribatte Mustapha Kamis, portavoce degli islamici — e l'altra sera ha cominciato a inveire solo perché alcuni bambini di un vicino stavano giocando vicino alla sua auto».
La bandiera vaticana, ieri mattina, era ancora in vista sul balcone della casa di Hajip ma polizia e carabinieri dicono che quando sono arrivati sul posto venerdì sera quel vessillo non c'era. In compenso, per interrompere sul nascere ogni polemica, gli islamici di via Mulini hanno pensato di chiarire una volta per tutte il loro pensiero esponendo proprio ieri un vessillo di benvenuto al Papa all'ingresso del loro luogo di preghiera.

Corriere della sera, 22 aprile 2007


«La nostra forza è nella famiglia»

di CATERINA MANIACI

VIGEVANO (PAVIA) «Non abbiate paura di donare la vostra esistenza a Dio». «Gettate le reti, come gli Apostoli, e troverete». «Sono venuto tra voi a incoraggiarvi ad essere ardimentosi testimoni di Cristo». E poi l'incoraggiamento alla famiglia, alla carità, nella tradizione feconda di questa terra, da non abbandonare. È questo l'invito insistito, il leitmotive della visita di Benedetto XVI in Lombardia, a Vigevano e a Pavia. Un invito che suona più forte, in questi giorni difficili per la Chiesa e per i cristiani, nel mondo. Famiglia, soprattutto. C'è un dettaglio, un "fuori programma" significativo, da segnalare. «Vedo che siamo d'accordo». Con queste parole, pronunciate a braccio fuori dal testo predisposto, il Papa risponde infatti alla folla di Piazza Ducale, che, durante l'omelia della messa, concelebrata con il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi e tutti i vescovi della Regione, sottolinea con un applauso il passo in cui il Papa definisce la famiglia «l'elemento portante della vita sociale», aggiungendo che «solo lavorando in favore delle famiglie si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale e della stessa società civile». Ed è in una vera folla, quella delle bandierine, gialle e bianche, azzurre, rosse, quella in cui il Papa si trova immerso fin dal suo arrivo a Vigevano, mentre attraversa le strade nella papamobile. Per la città lombarda è un giorno storico. Qui - unica diocesi della Lombardia - non è riuscito ad arrivare il tanto atteso Giovanni Paolo II e il suo successore, nel suo primo saluto a Vigevano, lo ricorda e spiega che proprio da qui, da questo punto interrotto del cammino di papa Wojtyla, vuol continuare lui, papa Ratzinger, vuole «dare inizio a questo mio pellegrinaggio pastorale in Italia». Il suo viaggio lombardo comincia nel primo pomeriggio, con l'arrivo all'aeroporto di Milano- Linate, e poi il rapido volo in elicottero a Vigevano, la bella città lombarda dal grande passato rinascimentale. C'è il ministro della Giustizia Clemente Mastella, come rappresentante del governo italiano, ad accogliere il Papa al suo arrivo a Vigevano allo stadio comunale, che poi lo accoglierà anche a Pavia. Lungo il tragitto, il corteo passa davanti al monastero di clausura delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento che eccezionalmente escono sul sagrato della chiesa per salutare il Papa. Poi il discorso dal palazzo del Vescovado e la celebrazione eucaristica. Finisce la visita a Vigevano e comincia quella a Pavia. Ancora folla, in piazza Duomo, soprattutto ragazzi - circa duemila - ai quali torna a dire: «Non abbiate paura di donare la vostra esistenza a Cristo: Egli non delude mai le nostre attese, perché sa che cosa c'è nel nostro cuore».

Libero, 22 aprile 2007


I tombini fluorescenti e il discorso top secret del laureato

di FILIPPO CAVAZZA

PAVIA L'elicottero SH3D del 31° stormo si è posato sul manto dello stadio Fortunati intorno alle 20.15. A salutare il Papa il sindaco di Pavia, Piera Capitelli, e il vescovo, Giovanni Giudici. Il corteo si è poi spostato verso piazza del Duomo, dove ad aspettare vi erano da oltre due ore 2.000 bambini e giovani delle parrocchie cittadine. Benedetto XVI ha quindi ringraziato i presenti e dato appuntamento alla mattina successiva. La notte servirà a Pavia per completare gli ultimi aspetti organizzativi, in primis l'allestimento dell'imponente palco dal quale il Papa officerà l'eucaristia. Nel frattempo, vigili e forze dell'ordine saranno impegnati a transennare i 6 km di strada del tragitto papale, a bloccare dalle 7 di mattina - e sino alle 19 - gli accessi alla città dalle tangenziali e a dipingere di giallo fluorescente, per ragioni di sicurezza, 7.000 tombini. Posteggi specifici saranno allestiti per i pellegrini. Oggi il Papa che toccherà i più diversi e caratteristici luoghi cittadini. Alle 8.30 è prevista l'uscita dal vescovado, in direzione dell'Ospedale san Matteo. Lungo il percorso, papa Ratzinger sosterà brevemente presso la casa di riposo Pertusati, per ripartire subito per il vicino Policlinico dove ad attenderlo, tra gli altri, ci dovrebbe essere il leader della Lega Umberto Bossi. Poco dopo la papamobile raggiungerà gli splendidi Orti Borromaici. Qui, infatti, sarà celebrata la Messa, alla presenza dei vescovi lombardi e di più di 20mila fedeli (rigorosamente muniti di pass). Al termine del Regina Coeli, Benedetto XVI rientrerà in vescovado per il pranzo e un breve momento di riposo. Alle 16, infatti, sarà atteso nel cortile teresiano dell'antica Università di Pavia. Particolarmente emozionato sarà lo studente scelto per salutare l'ospite. Stefano Pellegrino, 23 anni e una laurea in giurisprudenza con una tesi su San Tommaso, che ha passato la notte a rileggere il testo di un intervento che fino all'ultimo resterà top secret. Alle 17.30, Benedetto XVI concluderà la sua giornata nella basilica di San Pietro in Ciel d'oro, dove pregherà sulla tomba di Sant'Agostino.

Libero, 22 aprile 2007


Sindaci-reporter e panini Ratzi, arriva il Papa

di FABIO RUBINI

dal nostro inviato a Vigevano «Questa è l'unica diocesi lombarda che non è stata visitata dal mio predecessore Giovanni Paolo II. Così essere qui è un po' come riprendere il cammino da lui interrotto». Sono bastate poche parole, pronunciate dal balcone del Vescovado, per trasformare l'attesa e la tensione di un'intera città in puro entusiasmo. È stato il momento più intenso della visita di Benedetto XVI a Vigevano iniziata col suo arrivo in elicottero allo stadio dove è stato accolto dai bambini delle scuole e dai rappresentanti delle società sportive. Poi è salito sulla papamobile e ha attraversato le vie centrali di Vigevano gremite di fedeli. Particolarmente toccante il passaggio davanti alle suore Sacramentine che in occasione della visita del Papa sono state dispensate per poche ore dal voto di clausura. Presenti a Vigevano dal 1876, le Sacramentine hanno accolto il Papa schierandosi sul sagrato del loro convento. «Per noi questo è un giorno particolare .spiega la superiora del convento Maria Amore Plena -. Il passaggio del Papa qui oggi è un dono di Dio non cercato, ma grandissimo». Come l'emozione che sale quando la papamobile sfila davanti alle suore e alla cancellata completamente infiorata di bianco e giallo con a lato uno striscione con scritto "Grazie Santo Padre". L'ingresso nella splendida piazza Ducale è stato salutato dallo sventolio festoso dei fazzoletti colorati, diversi a seconda delle città di appartenenza. Ma, un po' a sorpresa i più scatenati sono i sindaci e gli assessori, che allo sbucare della papamobile sfoderano macchine fotografiche e videocamere per immortalare l'evento. Del resto la Diocesi di Vigevano aspettava questo momento da quasi seicento anni. Era il 1418 quando, di ritorno dal concilio di Costanza che lo aveva eletto Papa sancendo così la fine dello scisma d'Occidente, Martino V si fermo per qualche ora a riposare nella chiesetta di Santa Maria intus vineas, che però si trovava fuori le mura, tanto da poter affermare che quella di ieri è di fatto la prima vera visita di un Pontefice alla città di Vigevano. Tornando alla piazza, nelle prime file, compostissime le autorità: dal ministro delle giustizia Clemente Mastella, al presidente della Lombardia Roberto Formigoni; e ancora l'assessore regionale alla Famiglia Giancarlo Abelli, il presidente della provincia Vittorio Poma e il sindaco di Vigevano Ambrogio Cotta Ramusino. Durante la santa messa c'è anche spazio per un piccolo incidente con un portacandele che si rompe riversandosi sul palco, tanto da mettere in allarme tutto l'apparato di sicurezza. Un falso allarme durato pochi secondi e percepito solo dalle prime file di una piazza che ha seguito Benedetto XVI con attenzione e partecipazione, tanto da "costringerlo" a un piccolo fuori programma quando nell'omelia, mentre parlava del ruolo della famiglia, ha raccolto l'applauso della piazza e ha chiosato soddisfatto: «Vedo che siamo d'accordo». Applausi scroscianti anche quando il Pontefice ha ricordato le cause di beatificazione in corso di Padre Francesco Pianzola e del servo di Dio Teresio Olivelli, entrambi figli prediletti della terra di Lomellina. Al termine della celebrazione il Papa è rientrato in Duomo per soffermarsi a pregare sui resti di San Crispino e Crispiniano, protettori dei calzolai, per poi risalire sulla papamobile che lo ha riportato allo stadio da dove, salito sull'elicottero è volato alla volta di Pavia dove oggi passerà l'intera giornata che si concluderà con la visita ai resti di San Benedetto (custoditi in San Pietro in Ciel d'Oro), uno dei personaggi fondamentali per la storia della Chiesa. Sicuramente la figura di santo più cara a Benedetto XVI. Fin qui la parte ufficiale della visita papale, ma l'intera città, che da giorni si preparava a questo avvenimento, ha risposto nei modi più curiosi. Dalle canoniche bandiere con i colori dello Stato del Vaticano alle gigantografie del Papa appese a quasi tutti i balconi del centro. Ma anche con trovate curiose: fuori da un bar fa bella mostra un cartello che recita: "Panino Ratzinger+bibita+caffè a 5 euro". E ancora le domande che i bambini della Diocesi, a volte ingenue (Avevi mai pensato: da grande mi piacerebbe fare il Papa? A me piacerebbe fare la parrucchiera); altre toccanti (Santità ti prego di fare una benedizione speciale al mio papà che si è sposato due volte. Dagli il tuo perdono).

L'ARRIVO IN ELICOTTERO E IL BAGNO DI FOLLA A sinistra, l'arrivo di Benedetto XVI a Vigevano in elicottero. In mezzo, il Pontefice saluta i fedeli riuniti in piazza Ducale. A destra, il passaggio della papamobile nel centro della città in provincia di Pavia. Tante le autorità presenti: dal ministro delle Giustizia Clemente Mastella al presidente della Lombardia Roberto Formigoni Ansa

Libero, 22 aprile 2007


Hajir diventa cattolico per amore I musulmani lo insultano: «Traditore»

di BRUNO ROMANI

VIGEVANO (PAVIA) Accusato di essere un traditore, aggredito a sassate in pieno volto con i sampietrini trovati a terra, un marocchino residente a Vigevano ha denunciato a polizia e carabinieri di essere stato oggetto di quella violenza da parte di alcuni egiziani islamici, frequentatori della vicina moschea, perché aveva esposto alla sua finestra una bandiera bianca e gialla in onore di Benedetto XVI. Il marocchino, Hajir El Mouhajir, 38 anni, residente in via Mulini, è sposato con una italiana da cui ha avuto 2 figli e ha probabilmente intrapreso il difficile cammino dell'abbandono di una religione per un'altra. L'episodio è avvenuto nella tarda serata di venerdì e sarebbe iniziato a causa di dissapori che il marocchino da tempo ha con i vicini di casa, appunto egiziani ed islamici. Una lite che il marocchino insiste a denunciare come il frutto dell'insofferenza religiosa nei suoi confronti da parte degli egiziani. Questi ultimi, invece, smentiscono e preannunciano una controquerela per diffamazione. Secondo loro l'episodio sarebbe circoscritto alla lite di cortile. Il 38enne, venerdì sera, è stato medicato al pronto soccorso dell'ospedale cittadino, dove gli hanno assegnato 15 giorni di prognosi. Anche nel suo caso la procedura sarà quella della querela di parte. Il fatto, accaduto proprio il giorno precedente l'arrivo del Santo Padre, ha assunto un significato preciso e le opinioni sono divise. Anche le forze dell'ordine non si sono sbilanciate e continuano le indagini. Oggi, a Pavia, durante la visita di Benedetto XVI sarà presente anche l'imam di Vigevano (ma la sua presenza era prevista nel protocollo già fissato). Inaspettata e probabilmente legata all'episodio di via Mulini, invece, una lettera del vice presidente del centro culturale islamico di Vigevano all'indirizzo del Papa: «Santità, comprendiamo che per questa città la venuta di un Papa è qualcosa di straordinario che sarà ricordato nella storia come un evento pieno di significato. Partecipiamo anche noi alla gioia e alla festa di coloro che vedono in Lei una grande e forte guida per la loro vita personale, sociale e religiosa (...) Vorremmo anche noi esprimere qualche desiderio: un mondo dove ci siano più giustizia, tolleranza, più capacità di accoglienza reciproca per creare dovunque situazioni di pace e di convivenza, senza guerre e violenze». La lettera prosegue inneggiando alla «comprensione ed al reciproco rispetto». E conclude: «Riconosciamo la Sua sincera volontà di instaurare, anche con noi Musulmani e con chi non appartiene alla Chiesa cattolica, un vero dialogo per una maggiore comprensione, partendo dalla comune fede di Dio».

Libero, 22 aprile 2007


BENEDETTO XVI A VIGEVANO

Il Papa: servono cristiani coraggiosi

MARCO TOSATTI
INVIATO A VIGEVANO

Benedetto XVI sulle orme di papa Wojtyla: da Vigevano, l'unica diocesi lombarda non toccata dal pontefice polacco, il suo successore incomincia le sue visite alle chiese particolari in Italia chiedendo di essere «ardimentosi testimoni di Cristo» e di difendere la famiglia, per il futuro del paese. A Vigevano teatro alla vigilia del suo arrivo di un episodio di intolleranza da parte di musulmani egiziani nei confronti di un marocchino convertito al cristianesimo il Papa ha ricevuto una lettera da parte della locale comunità islamica, in cui si chiedeva «un percorso comune di comprensione e reciproco rispetto», che contribuisca a «creare dovunque situazioni di pace e di convivenza, senza guerre e violenze». All'origine dell'episodio c'era la bandiera bianca e gialla che la vittima aveva appeso a casa sua: «Partecipiamo anche noi - si legge nella lettera - alla gioia e alla festa di coloro che vedono in Lei una grande e forte guida per la loro vita personale, sociale e religiosa. Sappiamo che a questa sua visita sono legate tante attese e tante speranze. Vorremmo anche noi esprimere qualche desiderio: un mondo dove ci siano più giustizia, tolleranza, più capacità di accoglienza reciproca per creare dovunque situazioni di pace e di convivenza, senza guerre e violenze». Nella lettera i musulmani di Vigevano riconoscono la «la Sua sincera volontà di instaurare, anche con noi Musulmani e con chi non appartiene alla Chiesa cattolica, un vero dialogo per una maggiore comprensione, partendo dalla comune fede in Dio, per arrivare agli alti valori condivisi che possono rendere migliore il mondo in cui viviamo».
Cinque volte Benedetto XVI è uscito da Roma, in due anni di pontificato, per viaggiare in Italia: Bari, Verona, Manoppello, e due viaggi in Val d'Aosta. Ma da ieri è ripreso il compito interrotto di Wojtyla: «Qui a Vigevano, l’unica Diocesi della Lombardia non visitata dal mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II, ho voluto dare inizio a questo mio pellegrinaggio pastorale in Italia. Così, è come se riprendessi il cammino da lui percorso per continuare a proclamare agli uomini e alle donne dell’amata Italia l’annuncio, antico e sempre nuovo, che risuona con particolare vigore in questo tempo pasquale: Cristo è risorto! Cristo è vivo! Cristo è con noi oggi e sempre!».
E raccogliere «in concreto» l'invito di Cristo a «gettare la rete» significa anche lavorare a favore della famiglia. Benedetto XVI lo ha ribadito ai cattolici della Lombardia, nella messa celebrata con il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi e tutti i vescovi della Regione nella piazza Ducale di Vigevano. «La famiglia è l'elemento portante della vita sociale, per cui solo lavorando in favore delle famiglie si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale e della stessa società civile». E ha risposto all'applauso, improvvisando: «vedo che siamo d'accordo». Sono parole prudenti, che non entrano nelle polemiche attuali sui «Dico», un terreno sul quale da qualche giorno gli esponenti della Chiesa sembrano non voler intervenire, dopo avere esposto con chiarezza nelle settimane passate la loro posizione. Il Papa non sarà in Italia il 12 maggio; quando si celebrerà il «Family day» Benedetto XVI sarà in Brasile, ad Aparecida, per la riunione dei vescovi latino americani.
A Vigevano papa Benedetto ha ricevuto anche alcuni messaggi scritti dai bambini della città. «Caro Papa, scusi per il disturbo. Volevo farle una domanda: è impegnativo il lavoro di Papa? Lei si fida dei suoi cardinali?». Alcuni hanno confidato al Papa le loro preoccupazioni: «I miei genitori sono separati. Per favore, prega per farli tornare insieme», è la richiesta di Marco alla quale si aggiunge quella di Alberto: «Santità, ti prego di fare una benedizione speciale a mio padre perché si è sposato due volte, dagli il tuo perdono».

La Stampa, 22 aprile 2007

Che cosa c'entra il Papa con il family day? Francamente non capisco questo atteggiamento da parte di alcuni vaticanisti!


Filippo Di Giacomo

PELLEGRINO NELLA DIOCESI ANTAGONISTA

Per più di un lustro, dentro e fuori il conclave, quella ambrosiana è stata certamente la Chiesa antagonista al centralismo romano. Perché per mezzi, istituzioni, tradizione e carismi, era l'unica a potersi permettere una serena autonomia morale. Una dimensione negata ai cattolici italiani da coloro che spesso hanno identificato nella prossimità con il potere la missione specifica dell'agire ecclesiale.
Negli ultimi due anni del pontificato di Giovanni Paolo II il «papabile» più accreditato è stato il cardinale Tettamanzi. Prima di lui, il nome che correva era quello di Martini. Ed è stato come dire che Ambrogio, come ai suoi tempi, continuava a vegliare perché le paure dei molti non diventassero lo scoraggiamento di tutti.
Nei giorni immediatamente successivi all’elezione di Papa Benedetto XVI, sui giornali tedeschi ed austriaci campeggiavano le interviste dei cardinali Kasper e Schömborn nelle quali i due porporati, successore di Ratzinger alla cattedra di Tubinga il primo, e allievo del nuovo Papa il secondo, affermavano che il pontefice tedesco «era stato plebiscitato» dal conclave. Il lunedì precedente, alla prima votazione, i cardinali elettori avevano attribuito 56 voti all'italiano Martini, 51 a Ratzinger e 18 a Sodano. La stessa posizione si ripropose, con cifre immutate, il martedì mattina. Prima della terza votazione, Sodano sciolse i suoi elettori e li indirizzò verso il candidato tedesco, portando così i voti di Ratzinger a 69. Nella quarta, anche i martiniani si schierarono con il candidato maggioritario.
Fu così che il prefetto della congregazione della dottrina della fede diventò Benedetto XVI. Non è dunque un caso se, dopo due anni, Papa Ratzinger giunge da pellegrino a Pavia e a Vigevano.

La Stampa, 22 aprile 2007

Suvvia, questa e' una ricostruzione avvalorata da Politi in una intervista a Martini che non trova riscontro in nessun'altra fonte!
Consiglio la lettura di questo articolo: "COSÌ RATZINGER DIVENNE BENEDETTO"


Ratzinger nella Lombardia "dissidente" di Martini e Tettamanzi
Di Paolo Rodari

Benedetto XVI, quest’oggi, inizia una visita lampo nelle diocesi di Vigevano e Pavia.
Due giorni (domani è previsto il ritorno a Roma) per rendere omaggio a sant’Agostino, i cui resti sono conservati da più di 1200 anni nella basilica pavese di San Pietro in Ciel d’Oro.
Due giorni per incontrare i fedeli di due diocesi di una regione, la Lombardia, per tradizione feconda di vocazioni sacerdotali.
Per tradizione appunto, ma non così oggi: i seminari delle sue roccaforti (Milano ma anche Bergamo, Brescia e Como) sono da almeno quindici anni, per numero di seminaristi, al minimo storico.
Per quanto riguarda Milano, non se ne può fare una colpa al cardinale Carlo Maria Martini né al suo successore Dionigi Tettamanzi e neppure alla linea ecclesiale che entrambi hanno provato a perseguire.
Una linea che - con l’avvallo di quella parte del mondo cattolico militante oggi soprattutto nelle file del centro sinistra - ritiene che sia il tempo di una Chiesa più votata al dialogo sempre e comunque e magari disposta anche a fare compromessi con le istanze del mondo cosiddetto laico.
Una Chiesa che, recentemente e ancora per voce dello stesso Martini, ha avuto toni diversi da quelli usati dal papa: con un articolo apparso un anno fa su L’Espresso e un’altro lo scorso gennaio sul Sole, l’ex arcivescovo di Milano disse la sua su fecondazione artificiale, embrioni, aborto, eutanasia e anche sull’eventuale legalizzazione delle coppie di fatto spiegando come, su questi temi, alla Chiesa non servano i divieti e i no, soprattutto se prematuri.
Sul calo delle vocazioni Tettamanzi e Martini non hanno probabilmente alcuna colpa.
Ma quello che con la visita a Pavia e Vigevano il papa vuole sottolineare è innanzitutto la necessità che la Chiesa lombarda torni a fondarsi sugli insegnamenti dei suoi padri, Ambrogio e Carlo innanzitutto, e in particolare su l’ecclesiologia di comunione che fu propria di Agostino.
Una impostazione cui Ratzinger è particolarmente legato, avendola approfondita per la tesi di dottorato del 1953 e, avendola divulgata soprattutto sulle colonne della rivista Communio fondata nel 1972 insieme con Hans Urs von Balthasar e Henri de Lubac.
È un ecclesiologia sottesa all’enciclica Mysticis Corporis di Pio XII, che ha ispirato la riflessione della Lumen Gentium del Vaticano II e che insiste senza paura sul legame indissolubile, tutto agostiniano, esistente tra veritas, caritas e pax.
La carità, insomma, non può essere disgiunta dalla comunicazione della verità.
Riuscirà la Chiesa lombarda a tornare agli antichi splendori?
Si vedrà.
Intanto la Vigevano del vescovo Claudio Baggini e la Pavia del vescovo prediletto del cardinal Martini, Giovanni Giudici, si godono - grazie ad Agostino - l’arrivo del pontefice.
E soprattutto domenica pomeriggio, nella basilica che custodisce i resti di Agostino, un incontro a porte chiuse con il clero locale potrà permettere al papa, a braccio, di dire la sua sul santo d’Ippona, modello da seguire.

Il Riformista, 21 aprile 2007

Non e' certo la Lombardia ad essere dissidente! Io posso parlare perche' sono lombarda ed appartente all'arcidiocesi di Milano. La Lombardia ama moltissimo il Papa, vede in lui la giuda luminosa e ringrazia il Cielo che lo Spirito abbia scelto Joseph Ratzinger come successore dell'Apostolo Pietro.
Raffaella

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