24 aprile 2007

Aggiornamento della rassegna del 24 aprile 2007 (2)



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Il Vescovo Agostino e il Papa Benedetto di Gaspare Barbiellini Amidei





Un carteggio con la leader tedesca
Il Papa scrive alla Merkel: lotta a povertà e Aids, abolire il debito dell’Africa

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO - Benedetto XVI un pontefice dalla visione eurocentrica? Lettura riduttiva. L’Africa e il suo destino occupano infatti una parte importante nel cuore di Ratzinger. Parola del portavoce padre Federico Lombardi mentre illustra nei dettagli «l’importante significato» del carteggio col cancelliere Angela Merkel. Le lettere sebbene risalgano a qualche mese fa sono state rese note a ridosso del prossimo G8 programmato a Heiligendamm, in Germania, dal 6 all’8 giugno. «Il Papa semmai pensa ad un’Europa aperta alla giustizia e alla solidarietà, per la costruzione di un mondo rispettoso della dignità di ogni persona». Il punto per Benedetto XVI è sempre lo stesso: l’Europa non può ripiegarsi sul proprio egoismo condannando l’avvenire dei popoli del terzo mondo. Lotta alla povertà, abolizione del debito, lotta all’Aids, alla fame, alla desertificazione, al commercio delle armi. Sono queste le richieste che il Papa chiede alla Merkel affinché si faccia portavoce presso i grandi della terra. Più che concessioni costituiscono doveri morali basati sulla comune appartenenza alla famiglia umana. Un analogo appello lo aveva sottoscritto anche due anni fa poco prima che si aprisse a Gleneagles, in Scozia, un altro G8. E anche in quella occasione non aveva nascosto preoccupazioni per la cecità di un Occidente ricco ma assai poco solidale. Benedetto XVI è convinto, e lo ha manifestato apertamente agli inizi del suo pontificato rispondendo in pubblico ad un sacerdote romano, che l’Occidente sia almeno in parte responsabile dell’attuale situazione africana. L’Europa, disse, ha «esportato in Africa non solo la fede in Cristo ma anche tutti i vizi». Una denuncia fortissima. Medesimo concetto lo aveva espresso un anno dopo, durante un incontro col clero. «L’Africa continua ad essere oggetto di abuso da parte delle grandi potenze». E le guerre che bagnano la terra africana, aggiunse, non avrebbero «assunto la forma che hanno se non ci fossero stati dietro gli interessi delle grandi potenze».

Il Messaggero, 24 aprile 2007


Il Papa chiede al G8 di fissare come priorità la lotta alla povertà
In una lettera indirizzata al cancelliere tedesco Angela Merkel

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 23 aprile 2007 (ZENIT.org).- Benedetto XVI si è rivolto al G8 (i sette Paesi più industrializzati del mondo più la Russia) per chiedere di assumere come priorità la lotta contro la povertà, soprattutto in Africa.

Il Papa ha rivolto il suo appello in una lettera indirizzata al Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca, Angela Merkel, Presidente di turno dell’Unione Europea e del G8, che la Santa Sede ha pubblicato questo lunedì.

Il messaggio pontificio, redatto in data 16 dicembre 2006, poco prima che la Germania assumesse la presidenza delle due istituzioni, sostiene che “il raggiungimento dell'obiettivo di eliminare l'estrema povertà entro il 2015 sia uno dei più importanti compiti del nostro tempo”.

Nel testo, che cerca di influire sulla preparazione del Vertice del G8 che si celebrerà a Heiligendamm (Germania) dal 6 all’8 giugno, si esprime, inoltre, “la convinzione che questo traguardo sia legato indissolubilmente alla pace e alla sicurezza nel mondo”.

Il Papa chiede di creare e garantire per i Paesi poveri, “in modo affidabile e duraturo, condizioni commerciali favorevoli che, soprattutto, includano un accesso ampio e senza riserve ai mercati”.

Allo stesso modo, chiede “provvedimenti per una rapida cancellazione completa ed incondizionata del debito estero dei Paesi poveri fortemente indebitati e dei Paesi meno sviluppati”.

“Parimenti vanno prese misure affinché questi Paesi non finiscano di nuovo in una situazione di debito insostenibile”, avverte.

Il Santo Padre chiede ai “Paesi industrializzati” di rispettare gli “impegni che hanno assunto nell'ambito degli aiuti allo sviluppo e assolverli pienamente”.

Chiede poi “ampi investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo di farmaci per il trattamento dell'AIDS, della tubercolosi, della malaria e di altre malattie tropicali”.

“I Paesi industrializzati devono affrontare l'urgente compito scientifico di creare finalmente un vaccino contro la malaria”, riconosce.

Il messaggio papale esorta infine la comunità internazionale a continuare a lavorare “per una riduzione significativa del commercio di armi sia legale sia illegale, del traffico illegale di preziose materie prime e della fuga di capitali dai Paesi poveri”.

Questo impegno, si legge di seguito, presuppone l’“eliminazione tanto di pratiche di riciclaggio di denaro sporco quanto della corruzione di funzionari nei Paesi poveri”.

Questo lunedì la Santa Sede ha anche pubblicato la lettera di risposta che Angela Merkel ha inviato il 2 febbraio 2007 a Benedetto XVI, in cui lo ringrazia per il suo impegno e gli garantisce che la lotta contro la povertà e gli aiuti allo sviluppo in Africa saranno alcune delle sue priorità come Presidente del G8.

“Ci siamo dati l'obiettivo di modificare le strategie di contrasto all'HIV/AIDS affinché tengano particolarmente conto della situazione delle donne e delle ragazze. Tutti questi sforzi rimangono però solo un'opera incompleta se, a lungo termine, i sistemi sanitari non verranno migliorati”, ha affermato il Cancelliere.

La Merkel sostiene anche la richiesta del Papa della cancellazione del debito estero dei Paesi poveri e si impegna a firmare accordi economici tra l’Unione Europea e i Paesi dell’Africa, del Caribe e del Pacifico affinché abbiano accesso ai mercati internazionali.

Zenit


M.O.: Abu Mazen Dal Papa, Colloquio Di 12 Minuti

(AGI) - CdV, 24 mar . - Abu Mazen e il Papa hanno parlato a quattr'occhi per 12 minuti, nella biblioteca privata del Palazzo Apostolico. Il presidente palestinese e' stato ricevuto con il cerimoniale dei capi di Stato. "Benvenuto", lo ha salutato Benedetto XVI e il successore di Arafat ha risposto "Buon giorno Santita'". Prima che si chiudessero le porte dalla biblioteca, i giornalisti hanno udito anche alcune altre battute. Al Pontefice che parlava con preoccupazione del conflitto israelo-palestinese, il presidente dell'Anp ha risposto: "speriamo con il suo aiuto di uscire da questo problema". (AGI)


Papa: Situazione Cristiani In m.o. Nel Colloquio Con Abu Mazen

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 24 apr - La difficile situazione dei cristiani in Medio Oriente e in terra Santa in particolare e' stato uno dei temi del collouio del papa con Abu Mazen . Dello stesso tema il Presidente dell'autoria' palestinese ha trattato in maniera piu' estesa con il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone. E' stato lo stesso Bertone a confermarlo, in margine all'inaugurazione della mostra ''Vatican click'' da lui aperta nel Braccio di Carlo Magno del Colonnato berniniano. ''Nel corso dei cordiali colloqui - recita il comunicato della Sala Stampa diffuso al termine della visita di Abu Mazen - si e' passata in rassegna la situazione del Medio Oriente. In particolare e' stato apprezzato l'impegno, grazie anche all'aiuto della comunita' internazionale, per il rilancio del processo di pace tra israeliani e palestinesi. Si e' parlato pure della situazione interna palestinese, con riferimento, tra l'altro, alle difficolta' che incontrano i cattolici e al valore del loro contributo a quella societa'''. Lo stesso Bertone ai giornalisti ha chiarito che la S.Sede vede con favore la collaborazione per un governo di unita' nazionale tra i Palestinesi perche' tutto cio' che spinge verso la pace, l'unita' e la riconciliazione ad intra e ad extra e' molto importante. Bertone ha pure auspicato che tutte le inziative messe in atto nelle ultime settimane, nonostante i problemi risorti nei giorni scorsi, possano contribuire a rasserenare la situazione del Medio Oriente caratterizzata da ''chiaroscuri''. Sono stati incoraggiati i passi di colloqui diretti con Israele. Quanto ai cattolici in territorio palestinese, il cardinale segretario di Stato ha ribadito l'auspicio che vengano protetti adeguatamente per evitare il loro esodo dalla terra che e' stata la culla del cristianesimo e dove, anche oggi, la presenza cristiana e' segnata da opere proficue specialmente sotto il profilo educativo. Bertone si e' riferito in particolare alle scuole cattoliche che operano nella regione. Il 95% di esse accolgono, infatti, una popolazione giovanile studentesca di religione musulmana e promuovono una educazione alla pacifica convivenza tra le popolazioni.


I prossimi impegni di Benedetto XVI

I prossimi mesi di papa Ratzinger non saranno dedicati esclusivamente a porre in atto la “cura Bertone” per ridisegnare i livelli medi e medio-alti della Curia romana. Per il Papa-teologo bavarese l’inizio del terzo anno da successore di Pietro è punteggiato da una serie di incontri che faranno inevitabilmente emergere il profilo geopolitico di un pontificato concentratosi finora sulla deriva spirituale e morale del vecchio Continente.

Il prossimo 4 maggio Benedetto XVI riceverà in Vaticano l’ex presidente iraniano Kathami. Sei giorni dopo, all’inizio della sua visita apostolica in Brasile, a riceverlo nel Palacio dos Bandeirantes di San Paolo sarà il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva, primo rappresentante della nuova leadership latinoamericana più avvezza a frequentare i teologi della liberazione che i cardinali di Curia. Poi, il 9 o 10 giugno, a varcare il Portone di Bronzo sarà George W. Bush.

Anche dal punto di vista ecclesiale l’agenda ratzingeriana è piena di impegni a stelle e strisce. Sono in programma le nomine alle sedi cardinalizie di New York, Baltimora, Detroit e di altre sette arcidiocesi-chiave. Un turnover che potrebbe modificare gli equilibri interni di un episcopato cronicamente polarizzato tra liberals e conservatives. Sono attese anche importanti decisioni sul futuro funzionamento dei seminari, dopo il disastro della pedofilia che ha portato alla bancarotta già cinque diocesi travolte dalle richieste di risarcimento delle vittime. Ma a ben guardare, proprio l’incontro tra il Papa e il Presidente Usa fornirà dati interessanti sui futuri rapporti tra la Chiesa di Roma e la super-potenza americana. E sui loro inevitabili riflessi nella corsa verso la Casa Bianca.

La mobilitazione “religiosa” sui temi eticamente sensibili è stato un elemento determinante per assicurare a Bush la vittoria su John Kerry alle elezioni presidenziali del 2004. In quel frangente, Ratzinger, allora prefetto dell’ex Sant’Uffizio, aveva spedito ai vescovi americani un memorandum per invitarli a non amministrare l’eucaristia ai politici cattolici che sostenevano leggi abortiste.

Il bersaglio implicito di tale autorevole “invito” era proprio il cattolico Kerry. Per il futuro, Bush continua a indicare come terreno privilegiato dei suoi rapporti col Vaticano quello dell’ethic policy. Lo scorso 13 aprile, parlando degli attacchi alle basi morali della prosperità americana, ha citato la «tentazione di manipolare la vita», chiamando i cattolici statunitensi a continuare su tutti i fronti la battaglia in difesa della vita umana e chiedendo il supporto cattolico anche per «un’ampia riforma dell’immigrazione».

Il voto della Corte suprema che lo scorso 18 aprile ha confermato il Partial-birth abortion ban act (il divieto di una procedura abortiva che Bush aveva trasformato in legge nel 2003) è un ottimo biglietto da visita che il Presidente potrà spendere nel suo incontro col Papa. A complicare il quadro, però, c’è il profilo del probabile candidato repubblicano, Rudolf Giuliani. Il dichiarato appoggio dell’ex sindaco di New York all’uso di fondi federali per finanziare pratiche abortive nelle strutture sanitarie sta già provocando reazioni allarmate. «Finanziare aborti coi fondi federali è un anatema per quanti tra noi ritengono che l’aborto sia un omicidio» ha avvertito qualche giorno fa il pastore presbiteriano Lou Sheldon, portavoce della Traditional Values Coalition.

Marino Rocca per “L’Indipendente”

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