26 aprile 2007

Il Vaticano ad una svolta: la difesa dell'ambiente ad ogni costo


Vedi anche:

Intervista al professor Alfred Lapple, "istitutore" di Papa Benedetto XVI

Rassegna stampa del 26 aprile 2007



SANTA SEDE E AMBIENTE

Il cardinal Martino: i cattolici cambino stile di vita

Oggi il Vaticano organizza un summit sul clima. «Svolta ambientalista? Lo insegna la Genesi»

Gian Guido Vecchi

MILANO — «È semplice: il Signore ha dato in consegna all'uomo il Creato. Oggi lo chiamano "ambiente" ma per noi, sa com'è, si tratta sempre della Creazione...». Il cardinale Renato Raffaele Martino sorride e dice l'essenziale con un tocco d'ironia. Il pontificio Consiglio della giustizia e della pace, del quale è presidente, organizza da oggi un seminario di due giorni in Vaticano su «Cambiamenti climatici e sviluppo». La Santa Sede vuole vederci chiaro e chiama scienziati, politici e vescovi da tutto il mondo per fare il punto sul surriscaldamento globale, le risorse e i relativi squilibri tra i Paesi, «perché alla fine chi ne soffre sono sempre i più poveri». Tra gli altri ci saranno il ministro per l'Ambiente inglese, David Miliband, e, per l'Italia, Claudio Rafanelli del Cnr e il fisico Antonino Zichichi. Del resto era stato lo stesso Benedetto XVI, alla vigilia della prima «giornata per la salvaguardia del creato», il primo settembre, a lanciare un appello: «Il creato, grande dono di Dio, è esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo». Così è probabile che il seminario preluda a un documento della Santa Sede sull'argomento.

Eminenza, il ministro Miliband diceva al Corriere che la Chiesa è essenziale «per dare una motivazione etica alla gente». C'è un'intesa con l'Inghilterra, come quando lei andò a Londra in novembre per acquistare il primo «bond» per finanziare le vaccinazioni ai bimbi del Terzo mondo?

«Questa è una cosa diversa, più vasta. La Santa Sede avverte la responsabilità di affrontare un tema così complicato e, appoggiandosi all'esperienza della Chiesa, vuole fare tesoro della scienza e dell'esperienza di coloro che parteciperanno da tutto il mondo. Noi stiamo organizzando il seminario da tempo. Del resto ne parlai a Gordon Brown, Miliband e altri ministri del governo proprio quando andai ad acquistare il bond dell'Iffim, il Fondo finanziario internazionale delle vaccinazioni. Lo stesso Brown ha detto che sarebbe venuto ma non ce l'ha fatta, comunque ha mandato il ministro dell'Ambiente».

Una «svolta ambientalista» della Chiesa?

«È la Genesi a dirci che Dio ci ha affidato il creato perché ne avessimo cura. E basterebbe considerare ciò che dice il compendio della dottrina sociale della Chiesa, il capitolo decimo fa al caso nostro: "Salvaguardare l'ambiente". Insomma l'interesse c'è sempre stato. Anche se, certo, la sensibilità negli ultimi anni è cresciuta. La Santa Sede segue da vicino questi problemi».

Il Papa diceva che «il degrado ambientale rende insostenibile particolarmente l' esistenza dei poveri della terra»...

«Appunto. Esistono squilibri evidenti nell'uso delle risorse: c'è un Paese che con il 5% della popolazione mondiale consuma il 20% dell'energia totale (gli Usa, ndr) e un altro che con il 20% della popolazione ne consuma solo il 5% (l'India, ndr). In Africa ho visto mamme che ogni giorno fanno ore di fila per riempire d'acqua una tanica da 25 litri che dovrà bastare a tutta la famiglia. Ciascuno di noi ne consuma di più per la doccia».

Quindi?

«Si tratta di riflettere sullo sviluppo economico e anche di cambiare gli stili di vita. L'uomo può usare il creato ma non abusarne, questa è la consegna di Dio. E deve farlo in modo da sopravviverci, sì, ma con la mente alle generazioni future: perché non ricevano i rottami, semmai un mondo in condizioni migliori».

Come avete pensato gli inviti?

«Come quando si organizzò un seminario sugli ogm: chiamammo quelli a favore e quelli contro. Allo stesso modo ci sono scienziati preoccupatissimi sul clima e altri che non vedono questa tragedia: sentiremo tutti».

Tra le sessioni ce n'è una che riguarda le «responsabilità politiche».

«Sì, nel senso ampio della parola: il creato è una responsabilità di tutti, dai semplici cittadini ai politici di professione. È anche importante non ascoltare solo gli scienziati, ciascuno di noi può dare un contributo: cercare soluzioni sagge che preservino anche le esigenze di equità sociale».

E la Chiesa?

«Desidera cercare di educare e orientare i cattolici a comportarsi come è necessario».

Corriere della sera, 26 aprile 2007


Gli esperti prevedono per giugno l’arrivo delle prime grandi ondate di calore

GIACOMO GALEAZZI

ROMA
La portata del Po è ai minimi storici, le coltivazioni rischiano di essere devastate dalle ondate-record di calore previste a giugno, in Liguria la temperatura del mare è vicina ai 20 gradi della piena estate e ad Agrigento i rubinetti restano asciutti sei giorni su sette. La Protezione civile lancia l’allarme, i segni del pericolo si avvertono in gran parte d’Italia, ma il governo non deciderà sulla proclamazione dell’emergenza idrica prima della prossima settimana. Un rinvio che suscita polemiche nella stessa maggioranza. «Lo stato di crisi serviva subito, anzi doveva scattare un mese e mezzo fa - protesta il presidente diellino della Commissione Ambiente, Ermete Realacci -. I segnali inquietanti si accumulano ed erano prevedibili. La situazione del Po e di molti altri bacini è critica». Un «j’accuse» con appelli non accolti. «Il 7 marzo le commissioni Ambiente e Agricoltura hanno presentato una risoluzione, in cui si chiedeva lo stato d’emergenza idrica immediato - lamenta Realacci -. Non è stato fatto nulla, malgrado servisse una cabina di regia comune per l’utilizzo delle risorse idriche».
Un aprile torrido ha intaccato le riserve d’acqua: da settembre ci sono state perdite dal 20 al 50% rispetto alla media del periodo. E ad aggravare la situazione a giugno arriveranno le grandi ondate di calore, avvisaglie di un’estate che si preannuncia bollente. La prima metà di aprile ha accentuato il deficit idrologico stagionale. A ciò si aggiunge che le nevi alpine sono in fase di rapida fusione per le alte temperature primaverili. A preoccupare è soprattutto il Po, dove le portate registrate nelle cinque stazioni idrometriche sono ovunque inferiori a quelle del 2003 e del 2006, anni particolarmente secchi. Quanto ai grandi laghi, i livelli del Garda e del Maggiore sono ben al di sotto della media stagionale e, per i fiumi, la situazione dell’Arno è particolarmente critica. Anche in Umbria, nel bacino del Tevere, le portate continuano ad essere inferiori a quelle degli ultimi anni. Al Sud si aggrava il calo dell’acqua negli invasi. Ad Agrigento la gente è costretta ad attrezzarsi con cassoni sui tetti, sui balconi e persino dentro casa per raccogliere acqua nell’unico giorno settimanale in cui l’acquedotto la fornisce.
Ed è sempre più reale il rischio che in alcuni Comuni della Bassa Padana questa estate possa mancare l’acqua potabile. La conferma dei timori circolati martedì arriva dal presidente del Coviri (il comitato di vigilanza sull’uso delle risorse idriche istituto presso il ministero dell’Ambiente), Roberto Passino. «Il rischio per la garanzia delle forniture d’acqua ai cittadini c’è. C’è il pericolo che si asciughino le fonti di approvvigionamento nella Bassa Padana, perché aumenterà la salinità delle acque».
Con la forte ondata di calore prevista per giugno le principali coltivazioni agricole come granoturco, pomodoro e verdura rischiano di morire in assenza di un’adeguata disponibilità di acqua. Le associazioni dei coltivatori sono in allerta per giugno, il mese più importante per lo sviluppo di colture come la frutta. Nel bacino del Po maggiormente interessato dall’emergenza idrica si coltiva il 70% delle pere italiane, il 50% dei kiwi e delle pesche, il 30% delle albicocche e dei meloni, il 20% delle ciliegie e il 30% dell’insalata. Ma anche la metà del pomodoro da conserva.
Il clima, i suoi mutamenti e le responsabilità dell’uomo sono anche sotto l’attenzione del Vaticano, che apre oggi un seminario con ministri europei, scienziati ed esperti. L’obiettivo è studiare la situazione per elaborare adeguati provvedimenti che salvaguardino anche le «esigenze della giustizia sociale», annuncia il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.

La Stampa, 26 aprile 2007


Rischio clima, vertice mondiale in Vaticano

di Stefania Vitulli

Siccità, riscaldamento globale, inquinamento, deforestazione: forse l'apocalisse è in arrivo con il nome di «cambiamento climatico»? La Chiesa cattolica ha deciso di dare una risposta a questa domanda e per farlo ha chiamato a raccolta scienziati e politici ambientali da tutto il mondo.
Con questi intenti si apre oggi a Roma a Palazzo San Calisto il seminario internazionale su Cambiamenti climatici e sviluppo, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace, presieduto dal Cardinale Renato Raffaele Martino. Tra gli ottanta invitati, il ministro dell'Ambiente britannico, David Miliband e alcuni delegati dell'Ipcc, l'Intergovernmental Panel on Climate Change, l'organismo politico internazionale incaricato di prospettare gli scenari climatici globali del prossimo futuro.
Gli intervenuti relazioneranno il Pontificio Consiglio sulle stesse tematiche all’ordine del giorno nelle agende dei governi e degli attori dei mercati mondiali: temperatura globale ed emissioni di CO2, dinamica dei gas serra, stato delle foreste tropicali, sfruttamento e produzione di energia, responsabilità politiche. Da tempo gli ambienti vicini alla Chiesa cattolica sollecitavano una presa di coscienza del Vaticano sulla situazione climatica globale, sostenendo che la ricchezza del magistero sociale cattolico costituisce per vocazione naturale il fondamento etico per affrontare la questione a vantaggio del bene comune, con una opzione preferenziale per i poveri. Inoltre, nei mesi precedenti la preparazione della conferenza, si erano avanzati dubbi sull'indipendenza e la competenza degli intervenuti, come ha fatto senza mezzi termini il settimanale cattolico britannico The Tablet.
Tra gli italiani invitati al seminario dal Pontificio Consiglio, Teodoro Georgiadis, primo ricercatore dell’Istituto di Biometeorologia del Cnr a Bologna. Questi dubbi sono fondati? «La composizione dei presenti è estremamente equilibrata - spiega Georgiadis -. Ci saranno rappresentanti di tutte e tre le principali correnti di pensiero scientifico sul clima, che in sintesi possiamo indicare come catastrofisti, scettici e negazionisti. Tra questi ultimi, l'economista italiano Antonio Gaspari, autore di alcuni volumi sulle «bugie ambientaliste» e l'americano Craig Idso, noto negazionista a proposito della gravità degli effetti delle emissioni di CO2. Tra i moderatamente preoccupati, invece, proprio il ministro inglese Miliband, che ieri ha dichiarato di voler stringere una “alleanza verde” con il Vaticano per mobilitare la società civile sui temi dell'ambiente».
Il cardinale Martino ha dichiarato che tra le preoccupazioni del Vaticano ci sono soprattutto gli eventuali squilibri socio-politici legati ai mutamenti del clima: scopo dei due giorni sarà valutare «con saggezza» le posizioni dei governi e della scienza per comprendere se squilibrio energetico e cambiamenti climatici siano cause di povertà.
Da questo seminario scaturiranno perciò documenti ed esortazioni ecclesiastiche che potranno influenzare sia i governi che la comunità scientifica. Anche se la posizione della Chiesa è in parte già nota: sobrietà dei consumi e responsabilità dell'uomo nei confronti del Creato. «E questa posizione non è per forza compatibile esclusivamente con il catastrofismo sui cambiamenti del clima - conclude Georgiadis -. La modificazione dei processi produttivi per ridurre l'emissione delle sostanze inquinanti non è l'unico modo per realizzare uno sviluppo sostenibile».

Il Giornale, 26 aprile 2007


Papa Benedetto XVI e' intervenuto piu' volte spronando i governi a difendere l'ambiente ed a considerare l'acqua come un diritto inalienabile per tutti.
Ecco qualche intervento (fra i tantissimi) del Pontefice:


PAPA: ACQUA NON E' MERCE QUALUNQUE, E' DIRITTO INALIENABILE in "Attivita' del Santo Padre"

ANGELUS
Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Domenica, 27 agosto 2006


VEGLIA DI PENTECOSTE CON LA PARTECIPAZIONE DEI MOVIMENTI ECCLESIALI E DELLE NUOVE COMUNITÀ , 03.06.2006

VISITA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI AL SANTUARIO DEL VOLTO SANTO A MANOPPELLO , 01.09.2006

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