21 aprile 2007

Rassegna stampa del 21 aprile 2007 sulla visita a Vigevano e Pavia


Vedi anche:

Il Papa a Vigevano e Pavia

Rassegna stampa del 21 aprile 2007 (limbo)

Aggiornamento della rassegna stampa del 21 aprile 2007 (limbo)

Il cardinale Ratzinger: il limbo? Non è mai stato verita' di fede


IL SALUTO DEL GOVERNATORE

Il Papa nella nostra Regione? Un richiamo forte al dialogo

ROBERTO FORMIGONI

«Ama, e fa ciò che vuoi». Riprendo l'espressione più nota tra quelle profondissime e fortemente rivelatrici che ci ha lasciato sant'Agostino perché ci introduce direttamente al cuore di quanto ha comunicato Benedetto XVI sin dai suoi primi passi sul soglio pontificio. In un'epoca dominata da un pericoloso relativismo il costante richiamo del Santo Padre alla riscoperta del dialogo tra creatore e creatura e a quello tra ragione e fede risulta estremamente prezioso.
Estremamente prezioso per chi — come tanti uomini e donne lombarde — è impegnato a difendere la dignità della vita umana e a sostenere la creatività e l'operosità della società civile. Queste parole sottolineano anche l'affetto e la gratitudine con cui i lombardi accolgono il Papa nella sua prima visita a due diocesi italiane, a Vigevano e a Pavia, dove sono custodite le reliquie di Agostino, padre non solo della Chiesa, ma anche della cultura europea. Nell'incontro tra Ambrogio e Agostino — che dall'allora vescovo di Milano ricevette il battesimo nel 387 d.C. — ritroviamo una testimonianza viva di quell'intreccio tra fede, cultura e valori su cui poggia la nostra civiltà.
La visita del Santo Padre e i suoi continui richiami al protagonismo evangelico, fatto di gesti semplici e concreti, ci aiutano a mettere in luce le caratteristiche di un popolo che, attraverso i secoli, ha saputo tramandare quella civiltà per la quale siamo riconosciuti in tutto il mondo e che oggi abbiamo la responsabilità di rinnovare e rigenerare. Pavia e la Lombardia hanno dimostrato di saper investire nel capitale umano, dando spazio alla cultura e alla ricerca per attrarre ogni anno migliaia di studenti da tutta Italia e dal mondo, contribuendo a quell'opera educativa divenuta fondamentale nei tempi in cui viviamo, facendosi carico della formazione di quei giovani a cui sempre più spesso Benedetto XVI si rivolge con fiducia e incitamento paterno.
È questa la peculiarità e la bellezza delle città e dei territori che il Papa visita in questi giorni, bellezza che ha saputo plasmare anche l'architettura dello splendido Duomo, del Castello e delle piazze, la piacevolezza del paesaggio e il gusto della convivialità. La Lombardia è lieta di ospitare Benedetto XVI, maestro che continuamente richiama ai fondamenti di ciò che è veramente umano e quindi di ogni società. Il Santo Padre incontra una realtà sociale ed economica vivacissima, esemplificativa della multiforme civiltà italiana, una terra consapevole del senso religioso e dell'operosità che formano la sua identità e la sua capacità di dar vita a relazioni e opere solidali.

Il Corriere della sera, 21 aprile 2007


UNA GRANDE LEZIONE DI STILE:

L'IRANIANO
Musulmano offre i tappeti per il B-day

Reza Koushesh
DAL NOSTRO INVIATO
VIGEVANO — Quando ha sentito i suoi colleghi commercianti della piazza Ducale che mugugnavano perché la visita di Benedetto XVI avrebbe fatto perdere loro una giornata d'incassi, Reza Koushesh ha preso cappello. «Al mio paese quando arriva un personaggio importante lo si accoglie con tutti gli onori e per un giorno si dimentica il dio denaro». Il paese di Koushesh, almeno quello d'origine, è l'Iran, lui è musulmano e oggi sarà in piazza ad applaudire il capo dei cattolici. Di più: dal suo negozio a due passi dal duomo sono usciti i tappeti che orneranno l'altare e le stanze da cui transiterà il Pontefice. «Per me è una giornata di gioia — racconta — anche se non sono cristiano: il papa è un leader carismatico, è un uomo di pace e tutti, indipendentemente dalla religione o dal lavoro che facciamo, abbiamo il dovere di onorarlo». (c.del.)

Il Corriere della sera, 21 aprile 2007


L'ALPINO
«La penna nera Teresio Olivelli tra i beati»

Renzo De Candia
DAL NOSTRO INVIATO
VIGEVANO — Quando oggi pomeriggio il Papa si affaccerà dal balcone del Vescovado, si troverà sul muro opposto uno stendardo che ritrae un volto severo con barba e cappello da alpino. Batti e ribatti, Renzo De Candia, animatore delle «penne nere» vigevanesi, riuscirà così a far arrivare al capo della Chiesa il messaggio che gli sta a cuore: perorare la beatificazione di Teresio Olivelli, soldato vigevanese morto in un campo di concentramento per aver difeso un compagno di prigionia ucraino dalle angherie di un kapò. «Oggi sarò impegnato come volontario del servizio d'ordine — dice De Candia — e non mi sognavo certo di rivolgere la parola al papa. Ma esponendo il ritratto di Olivelli, vogliamo allo stesso modo metterne in risalto la figura, il suo sacrificio, la sua vita passata fino all'ultimo anteponendo la passione civile al tornaconto personale». (c.del.)

Corriere della sera, 21 aprile 2007

Un Pontefice nella diocesi della Lomellina: è la prima volta nella storia. Il vescovo Claudio Baggini: «Una vera e propria grazia»
Ratzinger a Vigevano, tornano i papa-boys

Messa in piazza Ducale. L'altare in una maxi-graffetta

Claudio Del Frate

VIGEVANO — Il problema era il seguente: fare in modo che i circa 5000 fedeli che oggi saranno in piazza Ducale potessero concentrare il loro sguardo su papa Benedetto XVI, senza però perdere di vista la magnifica facciata del duomo.
L'architetto Valerio Oddo rimuginava il quesito tormentando con le mani una piccola graffetta. La soluzione era sotto il suo naso: Oddo, assieme alla sua compagna e collaboratrice Raquel Lopez ha ideato una «graffettona», una enorme clip in metallo bianco che sarà l'altare della messa di questo pomeriggio. Soluzione ardita, che ricorda un po' le sculture giganti di Claes Oldenburg ma che ieri era la principale attrazione della piazza. C'è l'attesa per l'arrivo del pontefice (oggi a Vigevano, in serata e domani a Pavia) e c'è curiosità anche per la sagoma dell'altare, ieri fotografato da migliaia di videofonini. «All'inizio eravamo un po' perplessi — confessa Ambrogio Cotta Ramusino, sindaco della città — ma adesso ci piace, tanto che stiamo pensando di non mandare il manufatto in soffitta una volta che papa Ratzinger sarà ripartito".
«Mi rendo conto che è stata una scelta estrema — ribatte l'architetto Oddo — ma ritengo di aver rispettato la prospettiva della piazza e la centralità dell'evento».
Ci mancherebbe: l'evento è pur sempre l'arrivo di un pontefice a Vigevano per la prima volta nella storia. «Una vera e propria grazia — dice monsignor Claudio Baggini, vescovo della città — ci siamo fatti avanti quando abbiamo saputo che il Santo Padre avrebbe visitato Pavia e con nostra immensa gioia la risposta è stata positiva». Il cantiere della piazza non ha smobilitato fino alla serata di ieri. Per l'occasione sono tornati a Vigevano alcuni personaggi che la strada della vita ha condotto lontano. Padre Gabriele Rossi, ad esempio, da 32 anni è missionario in Burundi, la sua parrocchia sull' altopiano d'Africa sarà la destinataria di buona parte delle 10 mila paia di scarpe che i calzaturieri locali hanno donato.
Padre Gabriele è tornato nella sua città per ringraziare tutti e per vedere il papa: «Mi piace questo pontefice, sa parlare con semplicità al cuore dei fedeli» dice lui, abituato a una chiesa ben più spartana di San Pietro. Sull'altare a celebrare la messa ci sarà anche don Paolo Ciccotti, vigevanese, oggi assistente di teologia al collegio Gregoriano di Roma. Nessuna prova generale del grande evento? «Nessuna — scherza don Paolo - da noi parroci ci si aspetta che almeno sappiamo come si dice messa...». Alla libreria Sant'Agostino, alle spalle del duomo i fedeli fanno la fila a caccia degli ultimi permessi (fatica sprecata) o per qualche acquisto a tema: vanno a ruba, per un euro, tra i papa-boys, le bandierine di plastica coi colori vaticani, molto meno il cappellino celebrativo della visita pontificia, per il quale occorrono 8 euro.
L'organizzazione è ormai un treno in corsa, indietro non si torna; nemmeno dalla decisione di concentrare dalle tre del pomeriggio infermi e ammalati in piazza Sant'Agostino, sotto il sole a picco, in attesa della benedizione che papa Ratzinger impartirà loro alle 17 dal balcone del Vescovado.

Il Corriere della sera, 21 aprile 2007


Pavia, concerto in onore di Ratzinger

di Daniela Uva

«Sono convinto che la musica sia veramente il linguaggio universale della bellezza, capace di unire fra loro gli uomini di buona volontà su tutta la Terra e di portarli ad alzare lo sguardo verso l'Alto e ad aprirsi al bene e al bello assoluti, che hanno la loro ultima sorgente in Dio stesso». Le parole di Papa Benedetto XVI, pronunciate lo scorso 16 aprile in occasione dei festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno, sono un inno alla musica e al canto. Non poteva che essere un grande concerto, quindi, ad accogliere il Santo Padre nella sua prima visita alla Diocesi di Pavia. Viaggio pastorale che segna la conclusione del Giubileo agostiniano, celebrato in occasione dei 750 anni dalla costituzione dell'Ordine di Sant'Agostino. A ospitare l'evento, in programma stasera alle 21.30, è la basilica di Santa Maria del Carmine. Il Papa non ci sarà, ma il concerto ripercorrerà i brani più amati da Joseph Ratzinger. Sul palco sono attesi alcuni fra i più celebri interpreti contemporanei. Ambrogio Maestri, innanzi tutto, considerato il più grande baritono del nostro tempo. È tornato nella sua città natale da Amburgo - a sue spese, come gli altri 300 artisti coinvolti nell'evento - per rendere omaggio al pontefice. Accompagnato dall'Accademia concertante degli archi di Milano e dal violinista Matteo Fedeli diretti dal maestro Mauro Ivano Benaglia, il baritono canta la celebre Ave Maria di Schubert e Tu es Petrus, brano composto da Giuseppe Liberto, attuale direttore della pontificia cappella Sistina, in occasione dell'elezione di papa Benedetto. Il resto del concerto è dedicato alle musiche di Mozart, compositore particolarmente amato dal Santo Padre. In programma la Messa dell'incoronazione, che in Italia non viene suonata da molti anni, e il Concerto per violino in sol maggiore, interpretato da Matteo Fedeli che per l'occasione utilizza un prezioso Stradivari del 1681. «Il violino, che appartiene a un collezionista privato, è arrivato a Pavia con una scorta personale - spiegano gli organizzatori -. È uno strumento che vale dai cinque ai sei milioni di euro». L'evento, promosso dall'ordine degli Agostiniani e patrocinato da Diocesi di Pavia, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Pavia, è presentato da Paolo Limiti, che, continuano i responsabili dell'avvenimento, «si presta gratuitamente. Pur di esserci ha rinunciato a impegni precedenti».
La Basilica è già vestita a festa. Per l'occasione sono al lavoro 400 persone, soprattutto giovani addetti al servizio di accoglienza e sicurezza. Del resto, la partecipazione si annuncia massiccia. La chiesa può ospitare fino a duemila persone, ma le prenotazioni lasciano presagire numeri ben più elevati. Tanto che il portale della basilica dovrebbe rimanere aperto per permettere di ascoltare la musica dalla piazza antistante. Inoltre, è stato allestito un maxi schermo in piazza della Vittoria. L'ingresso in chiesa è gratuito.

Il Giornale, 21 aprile 2007


Il tour de force lombardo del Papa

di BRUNO ROMANI

VIGEVANO (PV) La Città Ducale ospita oggi la visita di Papa Benedetto XVI. Una città blindata. Il transito nelle vie del centro storico è vietato da ieri sera alle 19, il mercato tradizionale del sabato rinviato a domani e la grande piazza Calzolaio riservata ai pullman che arrivano carichi di fedeli. Previste almeno 20 mila presenze, ma nessuno sa ancora dire quante saranno in realtà. Schierati 250 uomini delle forze dell'ordine tra polizia carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria. Cinque gli ospedali da campo. L'arrivo del Santo Padre a Vigevano è previsto alle 16.50. Dopo l'atterraggio all'aeroporto di Linate (ore 16.30) salirà in elicottero e si dirigerà verso lo stadio Dante Merlo. Qui ad attenderlo sugli spalti ci saranno duemila bambini delle scuole elementari mentre a riceverlo, secondo protocollo previsto dalla Santa Sede, saranno il vescovo di Vigevano monsignor Claudio Baggini col cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi. A seguire porgeranno il loro saluto il nunzio apostolico, monsignor Giuseppe Bertello, il ministro di grazia e giustizia Clemente Mastella (e non Arturo Parisi, come si era detto alcuni giorni fa), Giuseppe Balboni Acqua, ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, il presidente della Giunta regionale Roberto Formigoni, quello della Provincia Vittorio Poma e il sindaco di Vigevano Ambrogio Cotta Ramusino. Benedetto XVI salirà quindi in "papamobile" e attraverserà il centro cittadino percorrendo circa un chilometro e duecento metri. Le vie del percorso sono: Madonna Sette Dolori, Trento, Sacramentine, Cavour, Dante, piazza San Francesco, Caduti Liberazione, piazza Ducale. In quest'ultima saranno già radunati circa cinquemila fedeli che assisteranno alla messa prevista per le 17.30. Ma prima della solenne concelebrazione con tre vescovi lombardi, due piemontesi e cinque del seguito vaticano a cui si aggiungeranno i sacerdoti e i diaconi della diocesi, ci sarà anche una parentesi in piazza Sant'Ambrogio, dove il Santo Padre saluterà i giovani e gli ammalati (circa tremila). Seguirà lo scambio di saluti anche col sindaco. Davanti al monastero delle suore Sacramentine le monache usciranno all'aperto, sul sagrato della chiesa, grazie ad una speciale dispensa e il Papa le saluterà, senza però scendere dall'auto. Dopo la messa percorrerà a ritroso il tragitto per ritornare allo stadio e ripartire immediatamente per Pavia dove è atteso alle 20.30 circa. Il percorso pavese della sera si snoderà tra lo stadio Fortunati, viale Repubblica, piazza Borgo Calvenzano, viale XI Febbraio, viale Matteotti, Strada Nuova, Piazza Vittoria, corso Cavour. Quindi in piazza Duomo. Nella mattinata di domani, invece, dopo il ricco pranzo (con antipasto di salumi locali, uova di quaglia in salsa verde, riso Carnaroli e "caramelle" piacentine) è prevista la visita al Policlinico San Matteo e la messa agli Orti Borromaici (ore 10.30) con la presenza di 20 mila fedeli. Nel pomeriggio alle 16 visiterà l'Università e alle 17.30 presiederà il Vespro nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro dove tributerà un omaggio a Sant'Agostino. Sarà il momento culminante della visita del Santo Padre, che pregherà sulla tomba del santo di Ippona. A Pavia le forze dell'ordine saranno almeno 1500, sei chilometri di transenne, 600 cartelli di divieto e il call center della protezione civile di Pavia, ieri, ha ricevuto 2000 chiamate con i quesiti più disparati.

Libero, 21 aprile 2007


LA VISITA DEL PAPA

La «prima» di Vigevano: tre ore con lui in piazza per dare voce alla speranza

L'abbraccio di una città che dal 1418 non accoglie un Successore di Pietro Un territorio che l'agricoltura e l'industria calzaturiera hanno reso florido. Ma che oggi deve fare i conti anche con tante povertà nascoste

Da Vigevano (Pavia) Antonio Giorgi

In piazza Ducale - un gioiellino, un salotto in queste ultime ore di attesa tirato a lucido - una grande struttura tubolare bianca vela ma non nasconde la facciata da poco sottoposta a restauro del duomo di Sant'Ambrogio. Su questo palco, all'ombra della torre del Bramante, oggi pomeriggio Benedetto XVI concelebrerà la Messa solenne, momento centrale della sua breve ma intensa visita a Vigevano, meno di tre ore tra le 16,50 (atterraggio dell'elicottero allo stadio Merlo) e le 19,45, decollo dello stesso elicottero alla volta di Pavia.
Tre ore però dense di senso per la città, per la diocesi, per la terra di Lomellina dove - osserva Emilio Pastormerlo, direttore del settimale cattolico L'Araldo - «ciascun comune è tutto, dal punto di vista sociale e culturale, e nello stesso tempo si sente parte di quel grande mosaico del territorio che ha bisogno di tante tessere per crescere e per guardare al futuro con la speranza della serenità e della fiducia».
È pavesata a festa, Vigevano. Bandiere della Santa Sede alle finestre e sui balconi. Scudi gialli che inneggiano al papa dietro ogni vetrina. Manifesti ovunque: «Vigevano saluta Benedetto XVI». La macchina organizzativa è perfettamente a punto, c'è voglia di far bella figura e anche chi solleva qualche mugugno per i disagi imposti dall'evento, alla fine si lascia convincere. Un solo Papa era già stato a Vigevano, Martino V, ma dobbiamo risalire al 1418. Quel pontefice proveniente da Basilea e in viaggio verso Pavia (anche allora!) sostò nella chiesetta di Santa Maria intus Vineas. Tanta acqua hanno visto scorrere da quella data i ponti del Ticino, Vigevano e la Lomellina hanno cambiato volto, ma la visita di oggi di papa Ratzinger «rappresenta dal punto di vista storico un fatto eccezionale, se si considera quell'unico precedente», puntualizza il sindaco Ambrogio Cotta Ramusino. Una eccezionalità che inorgoglisce, se poi si considera che l'incontro con il Santo Padre viene percepito come una sorta di premio (quasi di risarcimento, se il termine può essere usato nella circostanza) per l'attesa sempre andata delusa di una visita da parte di Giovanni Paolo II. Unica tra le diocesi lombarde a non essere toccata da un viaggio apostolico del Papa polacco, questa sarà adesso tra le prime diocesi italiane ad accogliere il successore bavarese di Wojtyla, che ha aderito all'invito del vescovo Claudio Baggini formulato non appena conosciuta l'intenzione di Benedetto XVI di recarsi a Pavia.
Celebrerà in piazza Ducale, papa Ratzinger. La scelta non ha solo giustificazioni di carattere logistico ed estetico, c'è un aspetto non secondario che il sindaco intende evidenziare: «Se ci pensiamo bene piazza Ducale ha due padri, Ludovico il Moro e il vescovo Caramuel, ovverosia il potere laico e il potere religioso. Piazza Ducale rappresenta la perfetta ed armoniosa sintesi di due volontà, di due progetti che si sono mirabilmente completati creando un gioiello architettonico che tutti ci invidiano». Una delle piazze più belle d'Italia finirà oggi pomeriggio nelle inquadrature delle telecamere delle reti nazionali e delle catene regionali, sarà gremita da oltre cinquemila fedeli, ma altrettanti se non di più seguiranno la visita papale dai mixischermi in piazza Sant'Ambrogio e nel cortile del Castello. Maxischermi sono previsti anche nelle chiese di Fatima, Gifra, San Pietro, Addolorata, Sacro Cuore, San Francesco, e a Mortara in San Lorenzo. Cinquecento volontari assisteranno i pellegrini, una task force di 300 persone assicurerà l'assistenza medica, oltre mille uomini garantiranno la sicurezza.
Il pur breve incontro con il pontefice è per Vigevano occasione di profonda riflessione sulla sua identità cristiana e civile. Nell'abbraccio al Papa la città comunicherà simbolicamente all'ospite le sue ansie e le sue attese, i suoi problemi e le sue angosce, ma esprimerà anche la sua voglia di darsi una nuova identità. Che sia città ricca, a tratti opulenta, è fuori discussione. Che dietro il benessere diffuso si nascondano sacche di povertà se non di vera e propria miseria è altrettanto indubitabile. L'economia lomellina è agricola, risicola in particolare. Il capoluogo è importante centro industriale, calzaturiero (circa 4 mila addetti) e meccanico. L'innovazione tecnologica applicata al settore della scarpa (un laboratorio del Cnr sperimenta processi di automazione della linea produttiva) dovrebbe consentire di recuperare posizioni perdute non solo per la concorrenza dei paesi emergenti, ma intanto lo sportello del Comune che raccoglie le iscrizioni dei senza lavoro vede un boom di richieste anche di quarantenni. «Un aumento di contatti del 20 per cento nel primo trimestre di quest'anno», dice la responsabile Nadia Galuppo. E il sindacalista della Cisl Carlo Gerra segnala un fenomeno preoccupante: «Molti dei disoccupati non si iscrivono più nelle liste di collocamento per vergogna. La crisi del settore meccano-calzaturiero ha fatto perdere troppi posti».
Vigevano capitale (un po' decaduta) della scarpa si presenta così davanti a Benedetto XVI con le sue luci e le sue ombre, con la sua fede e la sua laicità, con la speranza e il disincanto che a volte approda alla disillusione. Al Papa chiede una parola di serenità e di incoraggiamento. Saprà poi trovare in sè le energie per il colpo d'ala che la proietterà verso nuovi traguardi e quella dimensione di «città sempre più accogliente, aperta e solidale» che auspica il suo sindaco.

Avvenire, 21 aprile 2007


Anche il Ticino e il riso nel logo dell'evento


Un logo ha accompagnato in questi mesi a Vigevano il cammino di preparazione alla visita di Benedetto XVI. Creata dal grafico Paolo Zeccara, questa immagine sintetizza alcuni simboli che richiamano luoghi e aspetti del territorio, raccolti sotto la grande Croce di Cristo, segno di fede e immagine di comunione tra i fedeli. In alto a sinistra compare l'immagine della facciata del duomo, fulcro della storia della Chiesa di Vigevano e luogo in cui Benedetto XVI oggi celebrerà la Messa. Dalla Croce partono poi alcuni segni che testimoniano aspetti culturali e sociali di questa terra: da una parte l'acqua, che oltre a essere un importante simbolo biblico, qui ricorda il fiume Ticino, nell'alveo del cui grande Parco è inserito gran parte del territorio della diocesi. Dall'altra parte della Croce sono infine rappresentato tre piantine di riso, prodotto agricolo principe di questo territorio, che ha nella città di Mortara il suo centro per eccellenza.

Avvenire, 21 aprile 2007


Un orfanotrofio in Ruanda il «dono» diocesano

Con l'«Obolo di San Pietro» raccolto in occasione della visita il sostegno alla struttura Anche un «fidei donum» dal Burundi per concelebrare

Da Vigevano Simona Marchetti

«Abbiamo deciso di destinare all'Obolo di San Pietro i frutti della raccolta quaresimale: insieme con l'ufficio che coordina la carità del Papa in Vaticano abbiamo scelto di sostenere un orfanotrofio in Ruanda: era nato negli anni '90 per assistere i bambini che avevano perso i genitori nel genocidio, oggi invece ospita soprattutto i bambini colpiti dall'Aids. È un modo per non fermarsi alla somma che consegneremo al Papa; perché il nostro cammino non può finire il 21 aprile».
Le parole del vescovo di Vigevano Claudio Baggini, nell'intervista di qualche giorno fa ad Avvenire sono il punto di partenza per un cammino di carità che la diocesi ducale compirà a partire dalla visita del Santo Padre Benedetto XVI il 21 aprile, giornata davvero speciale per la città lombarda: per la prima volta nella sua storia diocesana accoglierà il successore di Pietro; e ciò accadrà nello stesso giorno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario dell'enciclica Fidei donum di Pio XII, pubblicata il 21 aprile del 1957, in cui il Papa domandò alle chiese locali di rinnovare il proprio fervore missionario: «Ci è sembrato opportuno orientare oggi i vostri sguardi verso l'Africa, nell'ora in cui essa si apre alla vita del mondo moderno ed attraversa gli anni forse più gravi del suo destino millenario». E ancora: «Dal loro cuore questo fuoco apostolico, portato da Gesù sulla terra, deve comunicarsi al cuore di tutti i Nostri figli e suscitarvi un nuovo ardore per l'azione missionaria della Chiesa nel mondo».
Un messaggio preciso che passa sia attraverso la nuova azione che la chiesa vigevanese vuole compiere, sostenendo attraverso la carità del Papa l'orfanotrofio in Ruanda, terra martoriata dalle guerre prima e dal flagello dell'Aids poi. Una situazione che attraversa anche un altro Paese africano, il Burundi, in cui opera da 34 anni un sacerdote vigevanese che proprio sull'onda della Fidei donum da allora presta la propria opera a Ndava, nella diocesi di Gitega. Anche qui, tra le varie iniziative portate avanti da don Gabriele Rossi, che è tornato in Italia in questi giorni e concelebrerà oggi la Santa Messa con papa Benedetto XVI in piazza Ducale è attivo un orfanotrofio nato prima per ospitare gli orfani di guerra e quelli lasciati soli dalla falcidia dell'Aids poi.

Avvenire, 21 aprile 2007


Benedetto XVI a Pavia e a Vigevano

Città del Vaticano. Quelle a Vigevano e Pavia, dove Benedetto XVI si recherà oggi e domani, sono le prime visite pastorali che l’attuale Papa compie nelle diocesi italiane. «Vigevano è l’unica diocesi della Lombardia che non era stata visitata da Giovanni Paolo II: bisogna venire», aveva detto lo stesso papa Ratzinger accettando l’invito del vescovo monsignor Claudio Baggini, quasi un’«eredità» lasciatagli da Wojtyla.
Per Pavia, invece, c’è un’altra motivazione: l’invito avanzato dal vescovo pavese Giovanni Giudici si legava al 750° anniversario della riunificazione, da parte di papa Alessandro IV, delle «varie obbedienze agostiniane in un unico grande Ordine», e Benedetto XVI ha colto l’occasione per poter andare in visita alle spoglie di Sant’Agostino, il grande dottore della Chiesa, custodite nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro.
Prima di entrare nella basilica, il Papa benedirà il progetto e la prima pietra del Centro culturale Agostiniano, «che l’Ordine - ha spiegato il priore generale, padre Robert Prevost - intende costituire ed intitolare a Benedetto XVI a motivo dei forti legami spirituali e teologici che uniscono Benedetto XVI al padre della Chiesa Agostino». Alle 19 è previsto il decollo del volo da Linate per Roma.

Brescia oggi, 21 aprile 2007

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