24 settembre 2008

Il cardinale Bertone a San Giovanni Rotondo annuncia la visita del Papa nel 2009 (Osservatore Romano)


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Il cardinale Bertone a San Giovanni Rotondo annuncia la visita del Papa nel 2009

Padre Pio un fedele servitore della Chiesa

San Giovanni Rotondo, 23.

Benedetto XVI si recherà il prossimo anno a San Giovanni Rotondo per rendere omaggio a san Pio da Pietrelcina. L'annuncio è stato dato dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone questa mattina, martedì 23 settembre, durante l'omelia della messa celebrata nella chiesa nuova di San Giovanni Rotondo, in occasione del quarantesimo anniversario della morte del santo. "Ho visto ieri sera il Santo Padre - ha detto tralasciando la lettura del testo - è mi ha incaricato di dirvi che ormai tutto è predisposto: il prossimo anno verrà a San Giovanni Rotondo. Bisogna ancora fissare la data, ma voi potete già cominciare a prepararvi. Verrà". Fragoroso e prolungato l'applauso che si è levato dalla numerosa folla di fedeli che gremiva la chiesa dedicata a padre Pio.
L'annuncio ha fatto seguito al ricordo della pubblicazione della documentazione, sinora inedita, sull'inchiesta condotta nel 1921 dal visitatore apostolico, monsignor Raffaello Carlo Rossi, su incarico dell'allora Santo Ufficio. "Le conclusioni del prelato - ha detto il cardinale nella sua omelia -, a proposito delle quali L'Osservatore Romano ha pubblicato una bella pagina, sono estremamente positive e l'immagine stessa del temuto Santo Ufficio ne esce notevolmente rafforzata. Sono 142 le dettagliate risposte. Ad esempio, alla richiesta se intende essere sempre sottomesso all'Autorità della Chiesa, padre Pio risponde: "Sì, Eccellenza. Per la Santa Chiesa è lo stesso Dio che parla"".
Del santo di Pietrelcina il cardinale ha poi tracciato un approfondito profilo biografico, ma soprattutto spirituale. Eucaristia, perdono e risurrezione, ha detto, tre realtà delle quali le stimmate di padre Pio mostravano la misteriosa sorgente: il Cristo Crocifisso e risorto.
"Servo buono e fedele"; "discepolo di Cristo"; "sacerdote che non cercò altro che consumarsi nell'amore per Dio e i fratelli"; "della Chiesa figlio sincero, che anche nelle occasioni più dolorose preferì non difendersi, morendo a se stesso sepolto nel silenzio docile dell'obbedienza lacerante ma feconda". Tutto questo è stato padre Pio. Una santità certamente non sconosciuta a Dio; tanto che la sera del 5 agosto del 1918, novanta anni or sono, volle segnare padre Pio con la grazia della trasverberazione, la ferita mistica al cuore, che faceva seguito alle prime stigmate che egli aveva avuto sotto l'olmo di Piana Romana, a Pietrelcina il 7 settembre del 1910, un mese dopo la sua ordinazione sacerdotale. "Questi vari momenti della vita di padre Pio - ha precisato il porporato - stanno a segnare il carattere della sua missione, quella di rivivere la passione di Cristo, crocifisso con lui, per la redenzione del mondo. È in questa luce che dobbiamo anche oggi percepire il suo messaggio, come invito a scoprire sempre più il valore della passione di Cristo".
Una passione che ha arricchito enormemente la missione di padre Pio tra i figli di Dio. "Quanti lo hanno avvicinato e si sono convertiti - ha ricordato ancora il cardinale -; quanti si sono sentiti accolti da lui come sorelle e fratelli; quanti si sono sentiti abbracciati, a volte persino fustigati dall'esigente tenerezza di Dio operante tramite un suo docile strumento di misericordia! Egli, in Cristo accoglieva tutti indistintamente, mettendo in pratica efficacemente la parola del Vangelo di oggi secondo cui si diventa padri e madri, fratelli e sorelle, non solo nella carne, ma anche nell'ascolto e nel rendere fruttuosa la parola di Dio".
Ma la sintesi vera di tutta l'esistenza di padre Pio si riassume nell'eucaristia. Egli la celebrava quotidianamente e in ogni condizione. A questo proposito il cardinale Bertone ha citato il ricordo di un'esperienza vissuta dal padre Domenico Mondrone e raccontata in un articolo apparso su "La Civiltà Cattolica". Nel racconto vengono descritti gli atteggiamenti del santo nelle varie fasi della celebrazione: piccoli movimenti "ora deliziosamente estatici, ora dolorosi"; espressioni che accendevano il suo volto rendendolo luminoso, frammiste a espressioni che sembravano "lampi di dolore e di terrore". Viveva effettivamente nell'anima e nella carne "il dramma del Calvario".
"Padre Pio - ha concluso il segretario di Stato - continua a vivere nel mistero di Cristo morto e risorto. A un penitente che gli aveva chiesto "come faremo quando non ci sarete più?", aveva risposto prontamente: "Andate davanti al tabernacolo. In Gesù, troverete anche me". Rendiamo grazie al Signore che nei suoi santi ci dà la prova di un amore senza limiti, di un amore perenne, sempre nuovo; lodiamolo perché attraverso di loro fa sentire la dolcezza della sua presenza".
Alla celebrazione della messa hanno partecipato numerosi fedeli. Con il cardinale hanno concelebrato, oltre all'arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, monsignor Domenico D'Ambrosio - il quale, all'inizio della liturgia ha rivolto al cardinale il saluto a nome di tutta la comunità - numerosi vescovi della regione e tantissimi sacerdoti.
Nel primo pomeriggio il cardinale ha raggiunto il vicino ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, la casa di cura voluta e avviata proprio da padre Pio, dove sono stati recentemente costruiti nuovi reparti. Il cardinale li ha benedetti. Durante la breve cerimonia, rivolgendosi ai vescovi, alle autorità, ai medici e a tutto il personale del nosocomio, ha voluto sottolineare la "confidenza" di padre Pio con la Provvidenza. "Quest'opera - ha detto in particolare -, che ammiriamo arricchita di strutture e attrezzature di avanguardia, è il frutto di un disegno della Provvidenza, e rappresenta un segno vivo della presenza di padre Pio. Se inizialmente l'idea di un ospedale da realizzare sulla roccia appariva come pura fantasia, un progetto utopistico in una zona arida e disabitata, ciò che abbiamo davanti agli occhi è il frutto della fede, che è riuscita a sbriciolare la montagna, permettendo all'umile "strumento" della Provvidenza, il frate del Gargano, di far nascere dal nulla un casa per dare accoglienza e sollievo ai sofferenti, una casa però che mentre cura il fisico ristora anche lo spirito. Le note vicende che ne hanno accompagnato la costruzione stanno a dimostrare che per chi crede, per chi si affida a Dio, nulla è impossibile".
Questa istituzione - un "monumento all'amore per i sofferenti" dove per volontà di padre Pio si deve praticare "una medicina veramente umanizzata" con uno stile improntato "alla più calda premura e alla più cordiale accoglienza" - resta una consegna valida per gli ospedali anche oggi, per lo spirito che deve animare il mondo della cura dei malati.
"Mai un ospedale - ha detto il segretario di Stato - può ridursi a luogo di semplici prestazioni mediche, pur specialistiche di alto valore e modernissime. Se viene meno quel calore umano indispensabile nei rapporti con ogni persona, e ancor più con quanti vivono la stagione della malattia, la casa di cura omette un aspetto essenziale della sua missione. Occorre curare il fisico e non trascurare lo spirito, perché la malattia colpisce l'essere umano nella sua interezza. Ecco perché padre Pio volle fare di Casa Sollievo della Sofferenza non una semplice opera assistenziale, ma una "Cattedrale del sollievo del dolore", accanto alla quale suscitò una autentica solidarietà, materiale e spirituale: il sostegno finanziario con le offerte dei devoti e dei benefattori (un vero fiume di denaro) che arrivavano da tutto il mondo, e l'aiuto spirituale mediante i "gruppi di preghiera"". Aveva ben chiaro padre Pio "quel che specialmente voi - ha concluso - operatori sanitari, constatate per esperienza diretta e quotidiana: l'approccio con il malato deve essere "globale"; è tutto l'uomo che va aiutato a guarire mediante una sintonia di interventi, che non escludano il contributo indispensabile della preghiera".

(©L'Osservatore Romano - 24 settembre 2008)

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