26 settembre 2008

Svolta al Sinodo dei vescovi: il Papa invita a parlare un rabbino (Accattoli e La Rocca)


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Svolta al Sinodo dei vescovi Il Papa invita a parlare un rabbino

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — Ebrei fanno parte da tempo delle Pontificie accademie, insegnano nelle Università del Papa e ultimamente scrivono sull'Osservatore Romano ma mai si era visto un rabbino parlare a un Sinodo dei vescovi: avverrà il 6 ottobre, appunto nell'aula del Sinodo, alla presenza del Papa.
Questa «prima volta» tocca a Shear-Yashuv Cohen, rabbino capo di Haifa e membro della commissione mista Israele-Vaticano: sarà il primo ospite non cristiano di un'assemblea sinodale e parlerà della «centralità » della Scrittura nella vita dell'ebreo osservante.
Il rabbino Cohen avrà la qualifica di «delegato fraterno » che fino a oggi era riservata ai rappresentanti delle Chiese cristiane diverse dalla Cattolica.
Ma si sa che Giovanni Paolo II ha chiamato gli ebrei «fratelli maggiori» ed ecco che Papa Ratzinger ha voluto che al Sinodo sulla «Parola di Dio» (5-26 ottobre) fosse presente anche un rappresentante dell'ebraismo da cui i cristiani hanno ricevuto le Scritture che chiamano «Antico Testamento».
Il rabbino non ne fa mistero e ha confessato di aver accettato l'invito «con un pizzico di trepidazione». «Alcuni leader rabbinici — ha detto alla agenzia dei vescovi americani Cns che lo ha intervistato — ritengono che il dialogo interreligioso sia semplicemente un altro modo per convincere gli ebrei a diventare cristiani e si sono opposti al mio intervenire al sinodo».
«Se hanno ragione — ha detto ancora — sto commettendo un errore, ma credo che non sia questa la situazione ». Parlare al Sinodo per Cohen sarà un avvicinarsi al giorno in cui «tutti i popoli si riuniranno insieme per rendere grazie a Dio».

© Copyright Corriere della sera, 25 settembre 2008

Un rabbino al Sinodo dei vescovi

Per la prima volta nella storia. Ma gli ebrei si dividono: "Vogliono convertirci"

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO

Un ebreo in Vaticano parlerà di Bibbia e di sacre scritture davanti a papa Ratzinger e a una nutrita rappresentanza di vescovi di tutto il mondo. Quasi un "miracolo" storico nel suo genere, destinato a rafforzare i rapporti tra cristiani ed ebrei, sulla scia di quanto già fatto da eventi altrettanto storici come la visita di Giovanni Paolo II alla Sinagoga di Roma del 1986 e la pubblicazione del documento conciliare Nostra Aetate del 1963 che cancellò, tra l´altro, l´anacronistica accusa di deicidi agli ebrei.
L´ebreo che parlerà del Libro dei Libri è il rabbino capo di Haifa (Israele), Shear-Yashuv Cohen, invitato da Benedetto XVI a tenere una relazione al Sinodo dei vescovi che, dal 5 ottobre prossimo, sarà dedicato alla Parola di Dio attraverso la Bibbia. La notizia è stata anticipata ieri dall´agenzia dei vescovi Usa Cns, secondo la quale il rabbino parlerà il 6 ottobre. Alla stessa agenzia, il rabbino - che è anche membro della commissione mista di dialogo tra Israele e Vaticano - ha confermato l´iniziativa definendola un passo che «porta con sé un messaggio di amore, coesistenza e pace per le generazioni». Un invito che ancora Cohen apprezza «profondamente» perché dimostra che verso gli ebrei la «Chiesa cattolica intende continuare con la politica e la dottrina stabilite da papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II». Cohen - nella cui famiglia si susseguono rabbini e studiosi della Bibbia da 18 generazioni - parlerà al Sinodo della centralità delle Scritture ebraiche nella tradizione, nella vita quotidiana e nell´educazione ebraiche, cosi´ come della importanza della Bibbia per lo Stato di Israele. Un importante accenno il rabbino farà anche «all´importanza della conoscenza delle Scritture per il dialogo interreligioso tra cristiani, ebrei e musulmani, perché malgrado le differenze di opinione, le radici sono le stesse». E a chi, tra gli ebrei più tradizionalisti, teme che l´invito vaticano nasconda, in realtà, un ennesimo tentativo di «conversione forzata degli ebrei da parte della Chiesa», Cohen risponde che «non ci sono pericoli di questo genere, almeno in occasione del Sinodo, è solo una chiara scelta di dialogo che rafforzerà la conoscenza tra cristiani e mondo ebraico».
Per il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni l´invito in Vaticano al collega Cohen è «un gesto rilevante fatto a una persona molto saggia, impegnata con rispetto e grande sapienza nel colloquio con il mondo cristiano». Apprezzamenti anche dal presidente del Coreis, comunità islamiche italiane, Yaha Pallavicini («Veramente una bella iniziativa») che si augura un analogo invito in futuro possa essere fatto anche per gli islamici. Ma ebrei e musulmani faranno comunque parte della «squadra» dei 1250 lettori invitati alla lettura integrale della Bibbia organizzata dalla Raiuno proprio in occasione del Sinodo nella basilica romana di S. Croce in Gerusalemme.
Sarà papa Ratzinger ad avviare la lettura in collegamento dal Vaticano presentando il primo libro della Genesi, seguito da Roberto Benigni e da un intervento canoro di Andrea Bocelli. Il rabbino Di Segni ha invece declinato l´invito avendo giudicato l´iniziativa Rai «troppo cattolica».

© Copyright Repubblica, 25 settembre 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

«In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
«In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. [5]Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Invitando un rabbino e tutti quelli che non sono in Comunione con la Chiesa Cattolica a parlare al Sinodo dei vescovi è come far entrare nel recinto delle pecore il mercenario che non è il pastore delle pecore, ma un ladro e un brigante (parole di Cristo) che entra per rapire le pecore.
Non sono quelli che hanno ricevuto da Gesù stesso, attraverso la successione apostolica, l’incarico di predicare il Vangelo? Che cosa c’entrano i c.d. sapienti ebrei o islamici o, peggio ancora, quelli che sono eretici?
Anonimo 1+1=3