29 aprile 2007
Solidarieta' a Mons. Bagnasco
Ho appena finito di seguire la diretta della Santa Messa celebrata dal Papa per l'ordinazione presbiterale di alcuni diaconi della diocesi di Roma. Apprendo ora del grave atto di intimidazione nei confronti del Presidente della CEI a cui va tutta la mia solidarieta'.
Piu' tardi avremo modo di leggere la rassegna stampa odierna e di commentare alcuni passi del libro di Papa Benedetto, ma ora e' tempo di riflettere sul clima intimidatorio creato da alcuni settori della societa' civile e alimentato (mi dispiace dirlo ma e' al verita') dai mass media!
Raffaella
Busta con proiettile a Bagnasco
La diocesi: "Solo frange esaltate"
GENOVA - Nuove minacce al presidente della Conferenza episcopale italiana monsignor Angelo Bagnasco. Venerdì ha ricevuto un plico al cui interno c'erano un proiettile e una sua foto con una svastica disegnata a mano. Il questore di Genova Salvatore Presenti non ritiene tuttavia che l'episodio sia tale da far alzare ulteriormente la soglia di attenzione nei confronti del presidente della Cei che, da quando sono comparse sui muri scritte intimidatorie, è difeso da una scorta armata di agenti in borghese. Anche la diocesi minimizza paragonando quest'ultima intimidazione, "opera di frange molto piccole e psicologicamente labili".
La busta con il proiettile è arrivata negli uffici della segreteria della curia di Genova, in piazza Matteotti, con posta ordinaria e indirizzata direttamente a monsignor Bagnasco. Sempre secondo quanto scrive il Corriere Mercantile, la busta è stata aperta da un collaboratore della segreteria insieme con altre decine di lettere e all'interno è stato trovato il proiettile e una foto che ritrae l'arcivescovo, a quanto sembra ritagliata da un quotidiano. Sopra l'immagine, con un pennarello, è stata disegnata una svastica. Nella busta non c'erano altri messaggi nè rivendicazioni. Il presidente della Cei è stato avvertito della minaccia qualche ora dopo al suo rientro a Genova da una visita a Milano.
I reperti sono stati subito sequestrati dalla Digos che li ha consegnati agli esperti della polizia scientifica per verificare se ci sono tracce che possano consentire di risalire all'autore della minaccia.
Secondo indiscrezioni, il proiettile è di piccolo calibro. Ancora non si sa però da dove è stata spedita la lettera. Del proiettile recapitato al presidente della Cei si parlerà "nella prossima riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Giuseppe Romano - conclude il Corriere Mercantile - e sarà sottoposto al vaglio dell'Ufficio centrale del Ministero che, al livello nazionale, sovrintende su tutti i servizi di scorta e protezione personale".
L'inquietante minaccia segue un mese di tensioni segnato dalle scritte comparse in diverse città, offese e insulti all'arcivescovo di Genova dopo la sua dura presa di posizione contro le unioni di fatto.
Episodi che secondo la diocesi sembrano opera di "frange molto piccole e psicologicamente labili". Parlando di quest'ultimo atto intimidatorio, il portavoce della diocesi di Genova, Carlo Arcolao, ha gettato acqua sul fuoco: "La maggioranza dei cittadini è con l'arcivescovo che è amato ed apprezzato anche dalle forze politiche e dai rappresentanti religiosi della città. Le minacce arrivano da piccoli gruppi di autoesaltati che hanno come referenti solo se stessi".
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2 commenti:
Come te , Raffaella, ho letto adesso questa notizia. A caldo non posso che condividere la tua opinine e cioè che i media portano una grandissima responsabilità . Le persone che commettono atti provocatori, di minaccia, non cercano che a farsi "pubblicità" in maniera vile e anonima, in una società dove gli squilibri sono molteplici, gli insoddisfatti legioni, è così facile prendersela con chi osa con coraggio e determinazione riprendere ad alta voce certe verità fondamentali. Quando poi queste voci sono manipolate ,uscite dal loro contesto, messe al servizio di tutti i pregiudizi di parte, non dobbiamo stupirci se le reazioni vanno dagli interventi, che non oso definire, al parlamento europeo da parte di uomini politici in principio responsabili , a gesti ad opera di persone che trovano così modo di esternare le loro frustrazioni, violenze interne, o che semplicemente pensano avere così il loro momento di "gloriola personale" anche se in maniera anonima.A mio umile avviso i media dovrebbero riflettere e stendere un velo di silenzio su questi atti che purtroppo non possono che essere incitatori presso una certa categoria di persone.
Ciao Luisa, non potrei essere piu' d'accordo con te! Molti anni fa, in Italia, abbiamo assistito a molti casi di emulazione di lancio di sassi dal cavalcavia delle autostrade.
I media evidenziavano ogni bravata criminale finche' non fu troppo tardi ed una ragazza trentenne mori' nei pressi di Tortona. La storia non insegna proprio nulla...purtroppo!
Credo che la stampa e la tv debbano interrogarsi sul loro comportamento e cessare di fomentare le frange piu' estremiste a caccia di pubblicita' gratuita.
Tutto e' nato da una bugia e cioe' dall'aver attribuito a Bagnasco frasi mai pronunciate. Anche in questo caso,come per Ratisbona,non si e'imparato nulla dagli errori del passato...
Ciao
Raffaella
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