19 marzo 2008

L'urgenza educativa all'esame dei vescovi italiani. Mons. Betori auspica una riforma elettorale (Osservatore)


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Betori auspica una riforma elettorale

L'urgenza educativa all'esame dei vescovi italiani

Roma, 18. "Sarebbe auspicabile che il sistema elettorale restituisse un po' più di democrazia a questo Paese. È un dovere che il prossimo governo dovrà assumersi dando una nuova legge elettorale ai cittadini. L'attuale sistema obbliga gli elettori cattolici a un maggiore discernimento, in quanto non possono scegliere direttamente chi sarà eletto". Lo ha detto stamani il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Giuseppe Betori, durante una conferenza stampa per la presentazione del comunicato finale del Consiglio episcopale permanente.
Betori ha ribadito più volte che i vescovi italiani non si schiereranno con alcun partito politico, ma chiederanno agli elettori cattolici, ai candidati cattolici e ai futuri eletti di richiamarsi ai valori fondamentali della Chiesa.
L'urgenza educativa, il rinnovato impulso alla missione evangelizzatrice, particolarmente necessaria in Italia, e l'esigenza di evitare la "diaspora culturale dei cattolici". Sono questi i principali elementi di riflessione contenuti nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente, presieduto dal cardinale, Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, riunitosi per la sua sessione primaverile. La constatazione che la Chiesa "nella sua dimensione più autentica, non è mai pienamente misurabile attraverso ricerche sociologiche o rilevazioni demoscopiche", ha costituito - si legge nella nota - lo spunto per sviluppare una riflessione corale sul momento ecclesiale attuale. Il richiamo esplicito alla "Chiesa del profondo", fatto dal cardinale presidente nella prolusione, costituisce in effetti un deciso invito a porre al centro il mistero di Cristo, cuore della fede e dell'esperienza ecclesiale. Come ha affermato il Papa durante il Convegno ecclesiale di Verona: "In un mondo che cambia, il Vangelo non muta. La Buona Notizia resta sempre la stessa: Cristo è morto ed è risorto per la nostra salvezza!".
Su questo sfondo si colloca l'impegno educativo della Chiesa, che, se da un lato - sottolineano i presuli - rappresenta una dimensione tradizionale del suo agire, dall'altro si è fatto quanto mai urgente oggi, a fronte di una società che non sembra in grado di assicurare riferimenti affidabili per lo sviluppo armonico della persona. Questa urgenza si coglie in particolare tra i giovani e in special modo fra gli adolescenti, che costituiscono la fascia più esposta al disorientamento. Lungi dal cedere alla tentazione della sfiducia, i vescovi hanno condiviso la convinzione che anche oggi sia possibile educare. Per questo hanno confermato la scelta dell'evangelizzazione e dell'educazione dei giovani alla fede come argomento principale dell'assemblea generale dei vescovi italiani, che si terrà a Roma dal 26 al 30 maggio.
È stato poi evidenziato il profilo caratterizzante l'educazione cristiana, che nella storia ha saputo coniugare dottrina ed esperienza, senza scadere a ideologia astratta o ridursi a pragmatismo irriflesso. Come ha ricordato il presidente nella prolusione, "non è con i sogni declamati che si costruisce una società nuova e migliore, né con le requisitorie saccenti o le suggestioni vaghe quanto utopiche, ma con i percorsi educativi, con la serietà e l'assiduità delle proposte, con la testimonianza dei maestri, con la severità e lo sforzo diuturno che è propria di ogni conquista".
Occorre perciò - si legge ancora nella nota - accompagnare i giovani con lucidità di principi e prossimità di relazioni, aiutandoli gradualmente a diventare protagonisti nella Chiesa e nella società.
Particolare attenzione è stata dedicata all'esame delle osservazioni formulate dai vescovi e raccolte nelle Conferenze episcopali regionali circa la prima parte della traduzione italiana della terza edizione del Messale Romano. Nella consapevolezza che la lex orandi (cioè la forma liturgica della preghiera) è pure lex credendi (cioè rispecchia la sostanza della fede), l'accurato lavoro di analisi e revisione ha coniugato la fedeltà alle direttive della Santa Sede in materia con la preoccupazione pastorale di disporre di un testo facilmente comprensibile e adatto alle esigenze della celebrazione.
Un ulteriore esercizio del magistero episcopale si è avuto nella discussione intorno all'ipotesi di una Lettera ai cercatori di Dio. Già il titolo ne svela lo stile colloquiale, ne fa risaltare la destinazione e soprattutto lo scopo, che è quello di rendere ragione della speranza cristiana a quanti sono disposti a lasciarsi interpellare dalla proposta evangelica. Si vuole infatti intercettare "la sete di Dio" che, seppur velata, continua a crescere nella cultura del nostro tempo, solo in superficie agnostica o distratta.
La tutela della salute, la questione politica, l'impegno sociale: l'avvio di una riflessione sulle istituzioni sanitarie cattoliche ha offerto l'occasione per una più ampia ricognizione sul mondo della salute, delicata frontiera della vita umana, ambito nel quale si registrano oggi non poche tensioni e problematiche. A nessuno sfugge la necessità e l'importanza del ruolo svolto dalle istituzioni sanitarie e socio-sanitarie cattoliche nell'opera di evangelizzazione e di cura pastorale. Secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà, esse costituiscono infatti uno speciale contributo della Chiesa al bene del Paese e, nel contempo, un segno profetico e uno strumento efficace di partecipazione alla redenzione del mondo e della malattia.
Al presente, però, questa testimonianza che si fa servizio alla fragilità dell'uomo è messa in questione da due fattori: da un lato ci sono le ben note difficoltà di ordine economico legate non solo alla difficile congiuntura, ma anche a una perdurante diffidenza verso le strutture ecclesiastiche, di cui si misconosce talora la produttività e la qualità dei servizi erogati. D'altro lato, pesano la carenza di vocazioni negli istituti religiosi, l'esiguità delle risorse finanziarie e una certa ritrosia a promuovere forme di collaborazione reciproca e di coinvolgimento delle Chiese particolari.
Dai lavori del Consiglio permanente è emersa la convinzione che la sanità costituisca un tema di scottante attualità, destinato a condizionare in futuro anche le scelte politiche.
Quest'ultimo rilievo sta pure alla base dell'adesione convinta dei vescovi all'analisi sviluppata nella sua prolusione dal cardinale presidente, che, nell'imminenza delle elezioni politiche, ha auspicato che "la consapevolezza di appartenere ad un destino comune (...) può proficuamente ispirare i comportamenti di ciascuno, e può motivare l'affezione e lo slancio partecipativo alla cosa pubblica". Riconfermando, per quel che attiene alla Chiesa, "la linea di non coinvolgimento (...) in alcuna scelta di schieramento politico o di partito", egli ha ribadito che tale scelta non comporta la diaspora culturale dei cattolici, esigendo piuttosto "un compito della più grande importanza" non solo in rapporto "alle grandi sfide nelle quali porzioni della famiglia umana sono maggiormente in pericolo: le guerre e il terrorismo, la fame e la sete, alcune epidemie terribili", ma anche rispetto al "rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell'essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e "alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell'ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale" (Benedetto XVI, Discorso al Convegno Ecclesiale di Verona, 19 ottobre 2006)". I membri del Consiglio permanente hanno solidalmente condiviso l'ampia analisi offerta nella prolusione integrandone le prospettive con la denuncia di ulteriori gravi fenomeni di degrado sociale, fra cui spicca oggi la piaga degli incidenti sul lavoro, il dilagare dell'usura e il carattere pervasivo delle infiltrazioni mafiose in molte aree del Paese. In positivo, il Consiglio permanente ha espresso apprezzamento e sostegno all'iniziativa promossa dal Forum delle associazioni familiari per un fisco più giusto. Particolare attenzione infine è stata riservata a una riflessione sul futuro delle Settimane sociali, a partire da una valutazione sullo svolgimento e gli esiti della recente edizione centenaria, celebrata a Pistoia e a Pisa a ottobre 2007.

(©L'Osservatore Romano - 19 marzo 2008)

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