18 marzo 2008

I vescovi italiani al termine della plenaria: non diamo indicazioni politico-elettorali, ma chiediamo il rispetto dei valori etici (Radio Vaticana)


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I vescovi italiani al termine della plenaria: non diamo indicazioni politico-elettorali, ma chiediamo il rispetto dei valori etici

Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana (CEI), mons. Giuseppe Betori, ha illustrato questa mamma nella Sala Marconi della nostra emittente le conclusioni della recente plenaria dei vescovi italiani: nessuna indicazione di voto agli elettori, ha detto, ma rispetto per i valori etici. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

I vescovi italiani non possono esprimere pareri sulle parti politiche ma lo fanno sui valori. A tutti, cattolici, candidati ed eletti, richiamano il rispetto dei valori fondamentali, punti di riferimento immutabili, che vanno dalla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, e dunque un “no” deciso all’aborto, alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio.

Mons. Betori, in conclusione del Consiglio permanente, torna a sottolineare quanto già affermato dal presidente della CEI, il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco: la linea di non coinvolgimento della Chiesa italiana in alcuna scelta di schieramento politico o di partito. Non manca però di notare con forte preoccupazione come nei programmi e nel dibattito sia assente la questione scuola. Il tema educativo, spiega, sarà per i prossimi anni al centro della riflessione dei vescovi. Mons. Betori poi lancia una indicazione alla politica: il sistema elettorale deve tornare a dare più democrazia all’Italia, è necessario che il prossimo parlamento modifichi la legge elettorale, i cittadini devono poter scegliere i loro rappresentanti, e chiede poi ai politici di collaborare:

“Tutto il Consiglio permanente è dell’idea che si possa collaborare insieme, ciascuno nel proprio ruolo, senza per forza farsi del male l’un con l’altro, ma cercando il bene comune della società e della nazione. Da questo punto di vista, sì. Lontano da noi stabilire invece quelle che debbano essere le scelte delle singole parti, una volta che le elezioni avranno dato il loro risultato”.

Mons. Betori non manca poi di esprimere un’altra grande preoccupazione per i vescovi, l’evidente e profonda separazione tra Vangelo e vita delle persone:

“Direi che, da un certo punto di vista, c’è un residuo maggiore da un punto di vista delle convinzioni etiche all’interno della coscienza della gente, di quanto non ci sia invece di un’adesione esplicita al Vangelo di Gesù Cristo. E a Gesù, come persona, e come adesione a Cristo, quindi, come una realtà importante della propria vita”.

La CEI chiede poi ai politici italiani di impegnarsi per risolvere la piaga degli incidenti sul lavoro, il dilagare dell’usura, le infiltrazioni mafiose in molte aree del Paese. Fenomeni di grave degrado sociale, al quale si affiancano grandi pericoli: guerre e terrorismo, fame e sete, terribili epidemie.

Nella relazione di mons. Betori, anche la questione sanità e i rischi che stanno correndo le strutture cattoliche, sia per la crisi di vocazioni che per la carenza di risorse economiche. Dopo aver annunciato presto l’arrivo di una lettera ai cercatori di Dio, diretta a chi è disposto a lasciarsi interpellare dalla proposta evangelica, mons. Betori ha concluso la sua relazione ricordando la tragica morte del vescovo iracheno Rahho, manifestando la vicina della chiesa italiana a quella che è in Iraq.

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