18 marzo 2008

TIBET/ DIRETTORE 'OSSERVATORE ROMANO': SILENZIO PAPA MOMENTANEO


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TIBET/ DIRETTORE 'OSSERVATORE ROMANO': SILENZIO PAPA MOMENTANEO

Canali informativi aperti, Papa potrebbe parlare prima di Pasqua

Roma, 18 mar. (Apcom) - Con un'intervista al quotidiano 'Liberal' oggi in edicola, Gian Maria Vian, direttore dell''Osservatore Romano', spiega il momentaneo silenzio del Papa sulla repressione del popolo tibetano. "Non si è pronunciato fino ad ora. Nei prossimi giorni è possibile che invece questo avvenga", spiega Vian. E comunque, precisa, "il silenzio non deve trarre in inganno. I canali informativi sono sempre aperti".

"Mercoledì c'è l'udienza generale e un'occasione potrebbe essere quella, ma anche il venerdì santo o lo stesso giorno di Pasqua potrebbero costituire occasioni favorevoli per un eventuale intervento di Benedetto XVI. La Santa Sede - afferma il direttore del quotidiano vaticano - è tradizionalmente prudente, e poi trovo prematuro aprire una polemica come qualcuno ha già fatto e anticipare delle conclusioni. Anche perché non è affatto vero che il Vaticano taccia o abbia taciuto sul Tibet. Ci sono i mezzi di comunicazione vaticani che si esprimono: il quotidiano, la radio, la sala stampa. La Santa sede agisce, ma pondera i modi dell'azione".

Vian ricorda che la Cina è un Pese "sul quale il Vaticano ha da diversi decenni uno sguardo molto attento. Certo, dopo il 1949 con l'espulsione del nunzio si sono moltiplicate le persecuzioni. Ma ora ci sono molte relazioni ed è bene che continuino. Da parte sua l''Osservatore Romano' non ha mai mancato di pubblicare notizie dalla Cina sui religiosi perseguitati con storie di autentico martirio. Rispetto al fuoco di paglia delle esternazioni, che possono attirare lodi di superficie e mettere in quiete la coscienza - conclude Vian - è più efficace mantenere la brace accesa".


TIBET: VIAN, IL PAPA ANCORA NON HA ANCORA PARLATO MA IL VATICANO SI'

(ASCA) - Roma, 18 mar - Con un'intervista al quotidiano Liberal oggi in edicola, Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano, spiega il silenzio del papa sulla repressione cinese in Tibet. ''Non si e' pronunciato fino ad ora. Nei prossimi giorni -spiega Vian- e' possibile che invece questo avvenga. Mercoledi' c'e' l'udienza generale e un'occasione potrebbe essere quella, ma anche il venerdi' santo o lo stesso giorno di Pasqua potrebbero costituire occasioni favorevoli per un eventuale intervento di Benedetto XVI''.

''La Santa Sede -continua Vian- e' tradizionalmente prudente, e poi trovo prematuro aprire una polemica come qualcuno ha gia' fatto e anticipare delle conclusioni. Anche perche' non e' affatto vero che il Vaticano taccia o abbia taciuto sul Tibet. Ci sono i mezzi di comunicazione vaticani che si esprimono: il quotidiano, la radio, la sala stampa. La Santa sede agisce, ma pondera i modi dell'azione''. ''Lo stesso Dalai Lama -afferma ancora Vian- di fronte alla proposta di boicottare le Olimpiadi in Cina ha detto che non e' opportuna. Le azioni hanno sempre delle conseguenze. E' difficile allora valutare e giudicare i silenzi del Papa. Contatti diplomatici potrebbero avere effetti piu' efficaci di prese di posizione pubbliche. Del resto le polemiche sul silenzio dei papi non sono nuove. Gia' nell'aprile del 1939 Mounier si interrogava sul silenzio di Pio XII a proposito dell'aggressione italiana in Albania. Gli ambienti polacchi a Londra poi accusavano la Santa Sede di avere dimenticato la Polonia. Su questo poi si e' innestata la propaganda sovietica... Ma oggi sappiamo che quei silenzi non erano tali''. Il Vaticano teme anche per la possibilita' di rappresaglie sui cristiani in Cina? ''C'e' questo aspetto e ce ne sono altri -risponde il direttore de L'Osservatore romano- ma il silenzio, ripeto, non deve trarre in inganno. I canali informativi sono sempre aperti''. Vian ricorda poi che la Cina e' un paese ''sul quale il Vaticano ha da diversi decenni uno sguardo molto attento. Certo, dopo il 1949 con l'espulsione del nunzio si sono moltiplicate le persecuzioni. Ma ora ci sono molte relazioni ed e' bene che continuino. Da parte sua l'Osservatore Romano non ha mai mancato di pubblicare notizie dalla Cina sui religiosi perseguitati con storie di autentico martirio.

Rispetto al fuoco di paglia delle esternazioni, che possono attirare lodi di superficie e mettere in quiete la coscienza, e' piu' efficace mantenere la brace accesa''.

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