15 giugno 2008
Il viaggio "ai confini della terra" del Papa in Salento (Delle Foglie)
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Chi abbia avuto la straordinaria fortuna di sostare anche solo per un attimo su quello sperone di roccia che è il promontorio di Leuca, abbia lanciato lo sguardo su quell’orizzonte compreso tutto tra il cielo e il mare, abbia goduto dell’incrocio dei venti, può ben comprendere come questa visita di Benedetto XVI nel Salento, sia in un certo senso e per davvero un viaggio ai ' confini della terra'. Quel ' de finibus terrae' con il quale i romani segnavano l’estremo limite, superato il quale non vi erano più i ' cives' ( cittadini), bensì i ' provinciales' ( coloni). Quella terra in cui la tradizione narra sia sbarcato San Pietro, il pescatore diventato principe degli apostoli, ed abbia convertito i leuchesi, nel suo peregrinare dall’Oriente a Roma. Una terra di tradizioni e di confini. E chi in quell’estremo lembo d’Italia vive, sa di avere le radici ben ferme in un passato profondo che conserva una grande memoria mariana, ma ha chiara anche la percezione dell’insicurezza che ogni gente di confine misura nel corso della sua storia. Da quelle parti il terrore per secoli è venuto dal mare, che portava i turchi e i saraceni. Con le loro distruzioni, i loro saccheggi, le loro inaudite violenze testimoniate con esemplare ferocia nella cattedrale della vicina Otranto dove si conservano i resti degli ottocento martiri.
Ma oggi la precarietà ha altri volti e altre forme. Ha il volto del giovane diplomato e laureato che non trova lavoro e deve ripercorrere i passi di quanti, nelle generazioni precedenti, avevano risalito lo Stivale per trovare un’occupazione sperabilmente dignitosa. Ha il volto del lavoratore in nero e sottopagato, alla mercé di un ' padrone' il più delle volte invisibile ma duro. Ha il volto di chi accoglie le sirene della criminalità e si arruola in quell’altro esercito che alimenta l’antiStato.
A questi uomini e a queste donne del Salento, a questi giovani pugliesi, il Papa ha parlato della speranza di Maria (' Stella del mare e Stella della speranza') e di Pietro, il pescatore ' sopraffatto dalla tempesta' che si ' risollevò dalla caduta quando i suoi occhi incrociarono lo sguardo di Cristo'. Ha parlato di quella speranza incorruttibile in Cristo che 'è la risposta ai vostri interrogativi e problemi. In Lui viene avvalorata ogni onesta aspirazione dell’essere umano'.
Nel presente viaggio ' ai confini della terra' è come se il Papa voglia saldare il passato con il futuro di questo lembo d’Italia, attraverso la riscoperta di una fede solida, quasi impastata di terra fertile e di acqua di mare. Una fede che spinge ad assumere responsabilità, che anima il sociale, che supera l’individualismo, che trasforma le coscienze, che è 'fiducia tenace nella forza del bene'. Una fede, come ha detto ai giovani festosi che poi lo hanno accolto a Brindisi, seconda tappa di questo decimo viaggio apostolico in Italia, ' che vi incoraggia a rispondere senza compromessi alle legittime attese di promozione umana e sociale'.
Ai cristiani di questo Sud, pur duramente provati dalla crisi sociale come altri cittadini italiani, Benedetto XVI sembra chiedere una più forte assunzione di responsabilità.
Verso il mondo, anzitutto, perché la Puglia è terra di confine, ' protesa tra l’Europa e il Mediterraneo, tra l’Oriente e l’Occidente, ma la Chiesa non ha confini, è universale'. Dunque, conservi questa ' vocazione di ponte tra popoli e culture'.
Verso la Chiesa stessa che il Papa invita a ' conoscere, capire ed amare'.
Verso la loro terra, alla quale non devono far mancare l’attenzione per il prossimo, la solidarietà e la condivisione. ' Senza compromessi' e nella certezza che 'la sopraffazione e la furbizia' non avranno l’ultima parola.
© Copyright Avvenire, 15 giugno 2008
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