13 giugno 2008

Sinodo 2008 sulla Parola di Dio. La presentazione del documento di lavoro (Osservatore Romano)


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La presentazione del documento di lavoro

"Speriamo e preghiamo che anche i cinesi possano essere presenti al prossimo Sinodo".
Lo ha detto l'arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, rispondendo a una domanda di un giornalista durante la presentazione dell'Instrumentum laboris del Sinodo sulla parola di Dio, avvenuta nella sala stampa della Santa Sede, nella mattina di giovedì 12 giugno.
L'assemblea sinodale si aprirà il 5 ottobre per concludersi il giorno 26. Ma già da due anni in tutto il mondo la Chiesa è dentro a questa grande esperienza di comunione e di confronto che avrà per tema: "La parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa". Con l'odierna pubblicazione, in otto lingue, dell'Instrumentum laboris si può dire che i duecentocinquanta padri sinodali abbiano già tra le mani l'ordine del giorno, dettato dalle centotredici conferenze episcopali, dalle tredici Chiese orientali cattoliche sui iuris e da tutti i dicasteri vaticani oltreché da esperti in materia.
All'incontro di presentazione è intervenuto anche il sotto-segretario, monsignor Fortunato Frezza, che ha definito l'Instrumentum laboris "una rielaborazione della costituzione conciliare Dei Verbum passata attraverso l'esperienza, la meditazione, la riflessione teologica, la prassi pastorale della Chiesa nell'ultimo scorcio del ventesimo secolo e ai primi albori del ventunesimo". Un documento che, lungi dall'essere un trattato accademico, è piuttosto "un deposito conciliare evoluto" da cui attingeranno a piene mani i padri sinodali.
L'arcivescovo Eterovic ha spiegato che il documento di lavoro sinodale è per certi versi "la sintesi di come oggi la parola di Dio viene vissuta nella quotidianità della Chiesa", con gli aspetti positivi ma anche con le realtà da migliorare. A questo proposito ha affermato che occorre pensare a sempre nuove strategie per far conoscere meglio la parola di Dio, nella sua totalità, magari anche agli studenti nelle scuole. Così si possono evitare rischi di fondamentalismo o letture ideologiche e parziali. Un punto focale, poi, sono le omelie che costituiscono in moltissimi casi il canale fondamentale di comunicazione, se non l'unico, della parola di Dio tra i fedeli.
L'Instrumentum laboris è, dunque, una fotografia molto interessante e fedele della realtà ecclesiale di oggi riguardo la parola di Dio, vista in chiave pastorale. È un documento che consente di osservare da vicino la sensibilità e le esperienze delle Chiese particolari. Il tema del Sinodo, ha spiegato monsignor Eterovic, riflette l'attesa della Chiesa universale e ben si collega al precedente Sinodo sull'Eucaristia e all'Anno paolino. Il Papa, del resto, lo ha scelto dopo un'ampia e capillare consultazione che ha suscitato interesse e partecipazione.
Riguardo alle novità nel metodo dei lavori, occorre rilevare che di recente, dopo quarant'anni, è stato aggiornato il regolamento alla luce dell'esperienza concreta. Senza dubbio la novità che più salta agli occhi è la discussione libera. Nel corso dell'ultima assemblea, infatti, è stata introdotta la prassi, risultata a tutti gradita, della discussione libera quotidiana, alla fine della congregazione generale, dalle ore 18 alle 19. È una novità, voluta da Benedetto XVI, subito risultata utile per rendere più agile e vivace la discussione.
"L'Instrumentum laboris permette di constatare - ha detto l'arcivescovo - i grandi frutti del rinnovamento biblico che hanno avuto notevoli influssi nel campo liturgico, catechetico, esegetico, teologico e spirituale in seguito alla promulgazione della costituzione dogmatica Dei Verbum del 18 novembre 1965, 43 anni fa. Negli anni successivi, inoltre, sono stati pubblicati importanti documenti sul tema, tra cui occorre menzionare Il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio, come pure due documenti della Pontificia Commissione Biblica: L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa e Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana".
Nella parte introduttiva dell'Instrumentum laboris si indicano le attese comuni che provengono dalle risposte delle Chiese particolari, come pure la finalità del Sinodo. "La riflessione sinodale - ha affermato monsignor Eterovic - dovrebbe favorire la conoscenza e l'amore della parola di Dio che è viva, efficace e penetrante, come si legge nella lettera di san Paolo agli ebrei, allo scopo di riscoprire la bontà infinita di Dio che si rivela all'uomo come a un amico, si intrattiene con lui e lo invita alla comunione con sé. Inoltre, per mezzo della parola di Dio si auspica di rafforzare la comunione ecclesiale, fomentare la vocazione universale alla salvezza, rinvigorire la missione ai vicini e ai lontani, rinnovare la fantasia della carità cercando di contribuire a trovare soluzioni ai tanti problemi dell'uomo contemporaneo che ha fame sia del pane sia di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
Più concretamente, ha proseguito, lo scopo del Sinodo, sempre secondo l'Instrumentum laboris, è soprattutto d'indole pastorale e missionaria: "Ovviamente ogni riflessione ecclesiale deve essere ben fondata su aspetti dottrinali. Pertanto, è importante fare un essenziale riferimento teorico, cercando di chiarire maggiormente gli aspetti fondamentali della verità sulla rivelazione: sulla parola di Dio, sulla tradizione, sulla Bibbia, sul magistero, che motivano e garantiscono un valido e efficace cammino di fede. Su tale base solida si fondano, poi, ragioni di natura pastorale: stimolare l'amore profondo per la Sacra Scrittura affinché i fedeli abbiano largo accesso a essa; praticare maggiormente la lectio divina, debitamente adattata alle varie circostanze. In tale contesto appare vitale riscoprire il nesso tra la parola di Dio e la liturgia che ha il punto culminante nella celebrazione della messa".
Monsignor Eterovic ha anche espresso la speranza che i lavori consentano nuove aperture al dialogo ecumenico, interreligioso e con il mondo contemporaneo. "La Sacra Scrittura - ha spiegato - è un importante vincolo di unità con gli altri cristiani. Un rapporto del tutto speciale ci unisce con gli ebrei, con i quali condividiamo buona parte delle Scrittura. La Bibbia, poi, è importante per la cultura di numerosi popoli, soprattutto per il cosiddetto occidente per cui costituisce il grande codice, fondamento comune per la ricerca di un autentico umanesimo a cui, come dice il Papa, il cristianesimo ha da offrire la più potente forza di rinnovamento e di elevazione, cioè l'amore di Dio che si fa amore umano".

(©L'Osservatore Romano - 13 giugno 2008)

2 commenti:

mariateresa ha detto...

Buongiorno!!!
Cara Raffaella, prova a leggere questo
http://www.ristorifrancesco.com/?p=27
A volte si cambia idea!!!!!E fa piacere leggere di qualcuno che dice . mi sono sbagliato.

Raffaella ha detto...

Grazie, Mariateresa...una bellissima testimonianza :-)
Raffaella