18 aprile 2007

Rassegna stampa del 18 aprile 2007


Come volevasi dimostrare, i giornali non hanno dato alcun rilievo alle oltre 50mila copie di "Gesu' di Nazaret" gia' vendute solo in Italia. Per ora solo "Il Corriere della sera" (RCS) dedica un trafiletto alla notizia.
Segnalo inoltre i commenti al post "I media ed il compleanno del Papa..." .


Stamattina iniziamo con la rassegna stampa dedicata alla visita del Papa a Vigevano e Pavia, in programma sabato e domenica prossima.
Raffaella


SABATO 21 E DOMENICA 22 APRILE RATZINGER VISITERÀ LA DIOCESI PAVESE E QUELLA DI VIGEVANO

IL PAPA A PAVIA RITORNA ALLE SUE RADICI

Appena eletto, Benedetto XVI manifestò il desiderio di pregare sulla tomba di sant’Agostino, sul quale si è laureato nel 1953.

Quando seppe che Benedetto XVI sarebbe andato a Pavia per pregare sulla tomba di sant’Agostino, il vescovo di Vigevano monsignor Claudio Baggini fece presente con discrezione che la sua era rimasta l’unica diocesi della Lombardia a non essere stata visitata da Giovanni Paolo II. E immediatamente alla giornata a Pavia papa Ratzinger ha acconsentito di aggiungere una tappa a Vigevano, città piccola, con una delle piazze più belle d’Italia, piazza Ducale all’ombra della stupenda torre del Bramante, racchiusa tra i portici e il Duomo.

Vigevano e Pavia, dunque, sono le tappe del primo viaggio italiano, nel 2007, di Benedetto XVI. Ha chiesto il Papa di visitare Pavia. Dice monsignor Giovanni Giudici, vescovo della città: «Giovanni Paolo II era stato qui nel 1984, nel contesto del pellegrinaggio sui luoghi di san Carlo Borromeo. E Ratzinger appena eletto manifestò il desiderio di poter pregare sulla tomba di sant’Agostino».

Ma la cortesia del Papa ha accettato anche di allargare gli incontri. A Vigevano celebrerà la Messa in piazza Ducale sabato al tramonto e poi incontrerà i disabili e il mondo del volontariato in Duomo. È la seconda volta che un Papa arriva a Vigevano, ma l’ultima è stata nel 1418, quando Martino V si fermò di ritorno dal Concilio di Costanza. A Vigevano, la città delle calzature, hanno preparato per il Papa un regalo assai singolare, che è un gesto di grande carità. Il Consorzio di san Crispino e Crispiniano, che riunisce tutti gli industriali delle scarpe, ha raccolto migliaia di paia di scarpe per uomo, donna, bambino, estive e invernali che verranno inviate ai poveri del mondo che il Papa indicherà.

Benedetto XVI si trasferirà poi a Pavia. Saluterà la città in piazza del Duomo, piasa picula ("piazza piccola"), la chiamano i vecchi, sotto la Torre civica del 1300, che collassò nella drammatica mattina del 17 marzo 1989 e da allora vive solo nei ricordi e nei libri di scuola. Il programma della domenica è intenso. Alla mattina incontrerà malati e medici al Policlinico San Matteo, che è sorto sui resti di una chiesa dove venivano prestate cure gratuite ai poveri.

Poi celebrerà la Messa agli Orti del Collegio Borromeo e nel pomeriggio parlerà all’Università di Pavia, una delle più antiche d’Italia. Lì incontrerà studenti, professori e i rettori degli atenei lombardi. Ma non terrà, come ha fatto a Ratisbona una lectio magistralis. Sarà, tuttavia, un incontro importante perché Pavia è una città universitaria unica in Italia, con una tradizione di collegi che la fa assomigliare da vicino alle cittadelle universitarie inglesi.

I più importanti sono l’Almo Collegio Borromeo e il Ghislieri, fondato da Antonio Michele Ghislieri, papa Pio V, il papa di Lepanto, che a Pavia era stato inquisitore e lettore di filosofia e teologia. Infine, Benedetto XVI farà visita alla tomba di sant’Agostino, nella chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro, e reciterà i Vespri con i sacerdoti e i seminaristi della diocesi. Sant’Agostino è uno dei padri della Chiesa più amati e citati da papa Benedetto XVI, che nel 1953 si laureò in Germania in teologia proprio con una tesi su Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa in sant’Agostino.

Il Papa a Pavia alloggerà in un appartamento disabitato da 200 anni e restaurato in questi mesi. Si trova al primo piano dell’arcivescovado fatto costruire nel XVI secolo dal vescovo Ippolito. A pranzo incontrerà tutti i vescovi lombardi e a tavola serviranno alcuni volontari e i parroci delle chiese di Pavia. Anche la diocesi di questa città farà al Pontefice un dono all’insegna della solidarietà: verrà costruito accanto all’attuale Casa della carità un centro diurno per immigrati intitolato a Benedetto XVI.

Alberto Bobbio

Famiglia Cristiana, n. 16


LA STRAORDINARIA FORTUNA EDITORIALE DEL VESCOVO DI IPPONA

SU SANT’AGOSTINO ESCE UN LIBRO AL GIORNO

Questa la media nel mondo: un interesse che nasce dal suo modo di spiegare la fede con la ragione e con la vita.

Se l’attualità di un santo si dovesse misurare dal numero di edizioni e scritti che ogni anno gli vengono dedicati, non c’è dubbio che Agostino (354-430) occuperebbe in classifica il primo posto. Difficile, infatti, trovare un autore della cristianità che sia più studiato e citato di Agostino, considerando che oggi nel mondo esce di e su di lui – tra novità, nuove edizioni e ristampe – una media di un libro al giorno.

Una fortuna editoriale così vasta si spiega innanzitutto col forte interesse che suscita la sua singolare avventura umana, intellettuale e religiosa: la vita prima della conversione, con tutto il suo carico di domande, inquietudini e dubbi, fino alla svolta decisiva degli "anni milanesi", con l’approdo alla conversione e al battesimo. Ma anche la vita dopo la conversione: la sua infaticabile attività di pastore impegnato a difendere la vera dottrina e a insegnare – per usare le parole di La prima catechesi cristiana (4,8) – che «Cristo è venuto anzitutto perché l’uomo sapesse quanto Dio lo ama, e lo sapesse per infiammarsi d’amore nei confronti di Colui che lo ha amato per primo».

In secondo luogo, la sua opera letteraria si proietta in così vasti universi del pensiero, della dottrina e della vita spirituale da offrire allo studio o alla semplice lettura molti motivi di indagine e riflessione. Appassiona il filosofo che va a indagare nei meandri della mente, esplora i territori del tempo e della memoria, si interroga sul senso dell’esistenza, in una costante tensione ideale volta a conseguire l’unica vittoria che conta e che è il raggiungimento di una verità che libera. Appassiona il teologo che illustra con autorità e sapienza i misteri della salvezza, ma sa anche comunicare con intensità d’accenti l’infinito di Dio, la passione di Cristo, la gioia dell’appartenenza alla Chiesa.

Appassiona il maestro di dottrina spirituale che insegna, non in astratto, ma dal vivo dell’esperienza, la strada per trasformare il cuore ed esercitarsi nella virtù di progredire in Dio. Sempre con equilibrio, stando attento ai bisogni delle singole persone (la Regola, sotto questo aspetto, è davvero illuminante), mai stancandosi di sollecitare l’umiltà e l’amore. Appassiona, infine, il vescovo che spende tutto sé stesso negli affanni delle cure pastorali, ma che resta sempre nel cuore un monaco in prestito al mondo, cioè capace di vivere interiormente nel silenzio della contemplazione e della preghiera. L’interesse per Agostino nasce, dunque, dalla congiunzione di più aspetti ed elementi di carattere generale. Ma esistono anche interessi molto specifici.

Libertà e grazia, ragione e fede

Per alcune opere, come Le confessioni o La città di Dio; La Trinità, La dottrina cristiana o La vera religione, le Esposizioni sui Salmi o il Commento al Vangelo di Giovanni, che già da sole alimentano intere biblioteche. Per alcuni aspetti, momenti o episodi di singoli libri: come l’estasi di Ostia, il furto delle pere o la morte del carissimo amico nelle Confessioni. Per alcuni temi o concetti di particolare rilievo nel suo pensiero: come la libertà e la grazia, la ragione e la fede, l’ordine e l’amore. Per alcune problematiche dottrinali (il male, il peccato, la predestinazione, il battesimo eccetera) affrontate da Agostino per combattere le sètte e i gruppi ereticali.

Per la storia della ricezione e degli influssi di Agostino nel corso dei secoli, vale a dire l’immenso capitolo della sua fortuna e della sua eredità: dalla filosofia e teologia medievali (Anselmo d’Aosta, Bonaventura, Tommaso d’Aquino eccetera) all’epoca moderna (in particolare, il grand siècle, con Pascal, Bossuet, Bérulle in primo piano) e contemporanea (Rosmini, Blondel, Mounier, Heidegger, Arendt eccetera).

Ma Agostino conquista anche per la vivezza e l’umanità con cui trasmette la fede vivendola: dando così al suo messaggio una forza d’attrazione e una capacità di coinvolgimento ancora maggiori. Si sente che l’uomo che pensa è pure l’uomo che prega; e che l’uomo che prega è anche l’uomo che vive. Per di più, non dà mai l’impressione di uno che parla delle cose di Dio come se fosse arrivato al traguardo, ma come uno che inizia sempre un nuovo cammino.

Tutto questo non ci fa dimenticare il maestro, ma ci fa sentire più vicino il compagno di strada che condivide la fatica di credere, sperare e amare. Fa piacere scoprire che Agostino non è solo un punto di riferimento indispensabile nella storia della cultura occidentale, ma è l’uomo vivo che parla ancora agli uomini del nostro tempo.

Giuliano Vigini

Famiglia Cristiana, n. 16


LA VISITA

Benedetto XVI a Pavia Si riapre il caso Boezio

Domenica a Pavia il Papa visiterà la basilica di San Pietro in Ciel d'Oro che accoglie le tombe di Agostino, del filosofo Boezio e di Liutprando: un'occasione per il teologo Ratzinger.

Il Papa a Pavia riapre il caso Boezio

Il filosofo, santo e martire, sepolto accanto ad Agostino: ma la sua fede fa discutere

di ARMANDO TORNO

MILANO — Il programma prevede che domenica 22, alle ore 17, Benedetto XVI farà visita alla basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia. Qui incontrerà i religiosi e qui si terrà la celebrazione dei vespri.
In questa chiesa il Papa troverà, oltre alla tomba di Sant'Agostino (354-430), anche quelle del filosofo romano Boezio (nato intorno al 480, il suo fu l'estremo e disperato volo del pensiero antico) e di Liutprando, re dei Longobardi dal 712 al 744. Se l'omaggio al sommo autore della Città di Dio farà parte del cerimoniale, data la presenza di padre Robert Prevost, priore generale degli agostiniani, quello all'ultimo pensatore latino ci sembra sia naturale per il teologo Joseph Ratzinger. Non è escluso che il Papa, recandosi dietro l'altare, dinanzi al piccolo sarcofago moderno di imitazione ravennate che dal 1923 racchiude le ossa di Boezio — visibili attraverso il vetro — rammenti i versi di Dante, dedicati all'anima del filosofo e alla chiesa pavese: «Lo corpo ond'ella fu cacciata giace/ giuso in Cieldauro; ad essa da martirio/ e da essilio venne a questa pace» (Paradiso X, 127-29). Il poeta si riferisce al supplizio di Boezio, voluto da Teodorico, che prima lo onorò e poi lo fece incarcerare e uccidere. Ma vediamo le cose con ordine. Cominciamo da re Liutprando.
Quel che è rimasto del suo corpo riposa sotto il pavimento; la lapide funeraria che lo ricorda è moderna. Una solida tradizione conferma che fu questo longobardo a ordinare la costruzione della basilica, anzi la fece erigere per ospitare i resti di Sant'Agostino, comperati in Sardegna da pirati saraceni, che li avevano trafugati da Ippona. Fu un sovrano intelligente, capace, che donò a Gregorio II il castello di Sutri (728), primo nucleo dello Stato della Chiesa. Potrà essere perdonato dall'attuale papa per i contrasti che ebbe negli ultimi anni del suo regno con la curia, tanto che occupò Roma nel 742.
Per quel che riguarda il corpo di Sant'Agostino, diremo che dovette a sua volta compiere un'altra peregrinazione dopo la prima organizzata dai pirati. Nel 1796, con l'arrivo di Napoleone, San Pietro in Ciel d'Oro fu spogliata e in seguito sconsacrata, quindi utilizzata come stalla e deposito. I religiosi furono cacciati, la navata destra abbattuta e gli affreschi messi a dura prova. La basilica venne riacquistata dalla Società pavese per l'arte sacra nel 1884, si cominciarono i restauri che si conclusero nel 1901: le spoglie del santo furono trasferite in Duomo durante i giorni dei furti e dei disastri francesi, infine riportate qui, assieme all'arca trecentesca che le ospita, opera di maestri lombardi influenzati da Giovanni di Balduccio e dalla tradizione campionese. Ratzinger conosce bene questo santo: nel 1978 la Jaca Book ha pubblicato — e lo ristampa continuamente — il suo saggio
Popolo e casa di Dio in Sant'Agostino.
Le spoglie di Boezio, invece, giunsero nella basilica facendo poca strada. Il filosofo romano fu giustiziato vicino a Pavia, nell'«ager Calventianus», una località che non si è ancora riusciti a identificare con certezza (non dovrebbe essere a rigor di logica Calvenzano bergamasco o Calvenzano frazione di Caselle Lurani, presso Lodi). Si può dire che c'è sempre stata una rivendicazione pavese e una milanese. La prima sostiene che l'esecuzione, la prigionia e di conseguenza la stesura dell'ultima opera di Boezio, il De consolatione Philosophiae, siano avvenute all'interno delle mura pavesi, nel «Borgo Calvenzano»; la seconda che tutto ciò sia successo a Calvenzano, una frazione di Vizzolo Predabissi.
Questa ipotesi fu avallata da Antonio Ludovico Muratori: la si legge nei suoi Annali d'Italia. A confermarla c'è la lapide di rivendicazione, sempre a Vizzolo, murata il 23 ottobre 1947, alla cui stesura pare abbia messo mano anche il cardinal Schuster. Ciò non toglie che il corpo sia in San Pietro in Ciel d'Oro (dove c'è anche un'altra lapide restaurata, ma di età medievale) e che la diocesi di Pavia abbia avuto una concessione da papa Leone XIII di venerare Boezio come santo e martire.
Ma qui si entra in questioni delicate, dibattute, concernenti la cattolicità del pensatore. Forse papa Ratzinger dirà qualcosa. Le sue parole saranno utili ai pavesi. E forse anche ai filosofi.

Corriere della sera, 18 aprile 2007


il dono

A Vigevano, città delle calzature, non potevano non regalare al Papa un paio di scarpe, che verrà consegnato a Benedetto XVI sabato, primo giorno della visita alla diocesi di Vigevano e Pavia. Ma soprattutto il Consorzio di San Crispino e Crispiniano, che riunisce tutti gli industriali delle scarpe, metterà a disposizione di Benedetto XVI altre diecimila paia di scarpe raccolte con un tam tam tra i propri associati, da inviare a popolazioni povere attraverso i missionari.

Corriere della sera, 18 aprile 2007


I GIOVANI

Lettera di studenti sul sito della diocesi di Vigevano «Santità l'aspettiamo, ma si tolga quella croce d'oro»

Claudio Del Frate

VIGEVANO — Non è l'iniziativa estemporanea di qualche ragazzo in vena di goliardia, ma la lettera degli studenti di un'intera scuola. Non è finita su un blog semiclandestino ma sul sito ufficiale della Diocesi di Vigevano. Chiede a papa Ratzinger che la Chiesa sia meno opulenta e più vicino ai poveri, con meno croci d'oro al petto e più semplicità. Con la «vis» che è tipica degli adolescenti, gli studenti dell'istituto «Da Vinci», come si suol dire «le hanno cantate» addirittura a Benedetto XVI.
Invitati, come altri adolescenti delle scuole cittadine, a dire che domanda avrebbero voluto rivolgere al Pontefice, quelli della «Da Vinci» (un istituto con classi di liceo linguistico e ragioneria) hanno buttato giù trenta righe molto dirette, tutto fuorché riverenti. «Vorremmo chiedere a Benedetto XVI — scrivono — se non sia possibile svecchiare la Chiesa donandole un'immagine meno opulenta... i crocefissi d'oro e i paramenti liturgici spesso troppo ricchi stridono di fronte a chi predicava vestito di niente come San Francesco. Noi vorremmo l'esempio di una Chiesa povera tra i poveri».
Vittorio Padovan è insegnante di religione alla scuola Da Vinci e spiega come è nata quella lettera così aperta e sincera: «In vista dell'arrivo del Papa abbiamo ospitato nelle classi alcuni missionari e i ragazzi sono stati sempre attentissimi, anche quelli di solito turbolenti, davanti alle parole che ascoltavano.
Così, abbiamo deciso di condensare tutto il sentimento della scuola in un'unica domanda da presentare al Pontefice». Ma cosa leggere dietro a questo impeto nato dai ragazzi? «Da un lato — commenta il docente — si conferma che l'esempio, la testimonianza di vita contano sempre più di tante parole e arrivano al cuore. Dall'altro io leggo in quella lettera un tentativo dei ragazzi di togliersi dalle responsabilità. In pratica dicono: "Siccome tu, Papa, ostenti ricchezza, noi ci allontaniamo dalla Chiesa».
Non è ancora chiaro se una lettera tanto esplicita sia finita, lei sola, per errore sul sito della Diocesi ma negli ambienti ecclesiali le parole dei ragazzi vengono commentate con indulgenza. «Il Vangelo è dei semplici — dice don Emilio Pastormerlo, direttore del settimanale della Diocesi vigevanese — e la Chiesa, a partire dall'ultimo Concilio, va in quella direzione. La lettera? La manderemo a Roma, assieme a tante altre che stiamo ricevendo. Magari il Papa la leggerà...»

Corriere della sera, 18 aprile 2007

Un po' meno demagogia e un po' piu' catechismo...

Poteva mancare la polemica politica? Giammai! Siamo Italiani...

PAVIA

Concerto per il Papa: lo sponsor è Dell'Utri Gelo in Vaticano

ROMA — Si è trasformato in un omaggio se non proprio avvelenato almeno imbarazzante il concerto in onore di Benedetto XVI, in visita pastorale il prossimo week end a Vigevano e a Pavia, al quale sono stati invitati personalità e fedeli nella basilica di Santa Maria del Carmine dal reverendissimo padre priore generale dell'Ordine di Sant'Agostino.
E non tanto perché lo sponsor dell'avvenimento di sabato sera è Marcello Dell'Utri con il suo «Circolo», quanto perché nella cartella abbondantemente distribuita ieri nella Sala Stampa della Santa Sede c'era un manifesto politico che presenta il Circolo come «anima culturale» del centrodestra a vantaggio «di tutte le forze politiche che si riconoscono nella Casa delle libertà», con accenni polemici nei confronti degli «uomini che gravitano attorno al centro-sinistra». Il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, dopo qualche attimo di silenzio imbarazzato al briefing, ha sottolineato che si tratta di «un'iniziativa assolutamente estranea al programma del viaggio del papa la cui partecipazione al concerto non è affatto prevista». Il senatore Dell'Utri ha dichiarato che non ci vede «nulla di scandaloso».
«La nostra è un'associazione culturale. Gli aspetti politici ci sono dappertutto. Certo i nostri ragazzi sono di destra.
Ma sono loro che hanno dato una mano generosa all'organizzazione della visita.
Se si fosse trattato di un'associazione di sinistra non si sarebbe scandalizzato nessuno».

Corriere della sera, 18 aprile 2007

Cerchiamo di crescere e di uscire dall'asilo per entrare almeno nelle elementari...


Papa: Durante Visita a Vigevano Gli Regaleranno Un Paio Di Scarpe

Citta' del Vaticano, 17 apr . (Adnkronos) - Il Consorzio calzaturiero di Vigevano donera' un paio di scarpe al Papa Benedetto XVI e ben 10 mila paia verranno messe a disposizione della Santa Sede perche' le distribuisca, tramite i missionari, nei paesi piu' poveri dove e' presente la Chiesa con le sue opere missionarie: e' una delle notizie segnalate da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, questa mattina durante l'incontro con i giornalisti per la presentazione del viaggio di Papa Benedetto XVI a Vigevano e Pavia, previsto nei giorni di sabato 21 e domenica 22 aprile.

"Si tratta della prima visita di Benedetto XVI a diocesi italiane -ha detto padre Lombardi- e in particolare Vigevano non era stata visitata da Giovanni Paolo II".

"Vigevano e' famosa, tra gli altri motivi, per aver ospitato da giovane il futuro papa S. Pio V che vi fondo' il Collegio Ghislieri - ha ricordato poi padre Lombardi - e ha dato i natali a Teresio Olivelli, attivista di Azione Cattolica, direttore del Collegio Ghislieri e martire nei campi di concentramento nazisti a soli 29 anni". Quanto a Pavia, il direttore della Sala Stampa ha ricordato che e' una citta' universitaria e di centri di ricerca medica di primo piano, con l'universita' piu' antica della Lombardia, che risale al 1361. "Basti pensare - ha detto - che Milano ebbe le prime universita', Cattolica e Statale, solo nel 1924".


Papa: a Pavia Centro Culturale Agostiniano a Lui Intitolato

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 17 apr - Nel corso del prossimo viaggio apostolico a Vigevano e Pavia (21-22 aprile), il papa sara' invitato dagli Agostiniani a benedire la prima pietra del Centro Culturale Agostiniano che l'ordine intende costituire e intitolare a Benedetto XVI. Lo ha annunciato lo stesso padre Robert Prevost, priore generale dell'Ordine Agostiniano che ha preso parte questa mattina in Vaticano alla presentazione del viaggio apostolico del pontefice. La scelta di intitolare il Centro a Benedetto XVI e' stata spiegata con i forti legami spirituali e teologici che lega Benedetto XVI al padre della Chiesa Agostino. La visita del papa a Pavia infatti e' motivata originariamente dal desiderio di rendere omaggio alle spoglie mortali del santo vescovo di Ippona che sono conservate nel complesso di san Pietro in Cieldoro dove si trovano i resti anche di Severino Boezio e del re Liutprando . E' nota la formazione teologica agostiniana di Ratzinger e il suo continuo riferirsi alal dottrina agostiniana. E quindi anche la scelta dell'Ordine agostiniano di promuovere un Centro che svolga un'attivita' di carattere sociale, spirituale e religioso, ma anche culturale e storico. I momenti salienti della visita del papa a Pavia saranno anche la concelebrazione eucaristica con i vescovi della Lombardia e l'incontro con il mondo della cultura presso l'universita'. In mattinata di domenica 22 aprile in evidenza sara' invece l'incontro al Policlinico san Matteo. L'intensa visita a Pavia sara' preceduta sabato pomeriggio dalla prima visita pastorale a una diocesi italiana che Benedetto XVI rendera' a Vigevano, una citta' nota per i calazaturifici. Infatti una delle curiosita' della visita sara' proprio il dono di un paio di scarpe al pontefice da parte del Consorzio Calzaturiero locale che donera' anche 10 mila paia di scarpe da destinare in opere di beneficenza.

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