27 ottobre 2007

Il Papa al prof. Vian: l'Osservatore promuova il dialogo tra credenti e non credenti


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Lettera del Papa al prof. Vian, da oggi alla guida dell'Osservatore Romano: il giornale vaticano promuova il dialogo tra credenti e non credenti, indicando la fecondità dell'incontro tra fede e ragione

L’Osservatore Romano mostri “la fecondità dell’incontro tra fede e ragione” promuovendo “una cordiale collaborazione tra credenti e non credenti”. E’ quanto auspica Benedetto XVI nella Lettera inviata al nuovo direttore del quotidiano della Santa Sede, il prof. Giovanni Maria Vian, che proprio oggi, insieme al vicedirettore Carlo Di Cicco, assume la guida del giornale. Il prof. Vian, 55 anni, romano, storico del cristianesimo, succede al prof. Mario Agnes, per 23 anni direttore dell’Osservatore. Il servizio di Sergio Centofanti.

“Con grande stima e sincero affetto” il Papa rivolge il suo saluto al prof. Vian proprio nel giorno in cui assume “un incarico di grande responsabilità a motivo della natura peculiare del giornale vaticano”. “La Sua profonda formazione culturale come storico del cristianesimo – scrive il Papa - in specie la Sua conoscenza della storia del papato contemporaneo, la Sua esperienza giornalistica, come editorialista di diversi quotidiani e periodici, la decennale collaborazione con "L'Osservatore Romano", ed anche l'appartenenza ad un'illustre famiglia di grande tradizione cristiana nel fedele servizio alla Santa Sede, costituiscono una sicura garanzia per la delicata funzione a Lei affidata”.

Il prof. Vian “si inserisce così nella lunga e grande storia del ‘giornale del Papa’, iniziata nel lontano 1861. “Nato per sostenere la libertà della Santa Sede in un momento critico e provvidenziale della sua storia – ricoda Benedetto XVI - L'Osservatore Romano ha sempre diffuso gli insegnamenti dei Romani Pontefici e gli interventi dei suoi più stretti collaboratori sui problemi cruciali che l'umanità incontra nel suo cammino. E' nota – rileva ancora il Pontefice - la scelta di imparzialità che caratterizzô l'informazione del giornale vaticano durante la prima guerra mondiale. Nella temperie degli avvenimenti che si succedettero allora, e poi durante la seconda tragedia bellica del Novecento, "L'Osservatore Romano" - dalla fine del 1929 trasferito all'interno dello Stato vaticano - accrebbe ulteriormente il suo prestigio e la sua diffusione, grazie anche alla possibilità che il giornale aveva di attingere a fonti d'informazione che in quel periodo solo l'indipendenza vaticana poteva garantire”.

Il Papa sottolinea che la “dimensione mondiale” del quotidiano edito in diverse lingue, “che diverrà ancora più concreta ed efficace attraverso le possibilità oggi offerte dalla presenza ‘in rete’, risulta quanto mai importante per esprimere davvero la realtà della Chiesa universale, la comunione di tutte le Chiese locali e il loro radicamento nelle diverse situazioni, in un contesto di sincera amicizia verso le donne e gli uomini del nostro tempo”.

“Cercando e creando occasioni di confronto – afferma ancora il Papa - ‘L'Osservatore Romano’ potrà servire sempre meglio la Santa Sede, mostrando la fecondità dell'incontro tra fede e ragione, grazie al quale si rende possibile anche una cordiale collaborazione tra credenti e non credenti. Suo compito fondamentale – conclude Benedetto XVI nella sua lettera al prof. Vian - resta ovviamente quello di favorire nelle culture del nostro tempo quell'apertura fiduciosa e, nello stesso tempo, profondamente ragionevole al Trascendente su cui in ultima istanza si fonda il rispetto della dignità e dell'autentica libertà di ogni essere umano”.

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