27 ottobre 2007

Indiscrezioni: il Papa potrebbe creare un ufficio che si occupi esclusivamente di musica sacra


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È un'idea che circola oltre il Tevere da quando Joseph Ratzinger è divenuto Pontefice: dotare la curia romana di un ufficio che si dedichi integralmente a promuovere nella Chiesa la musica sacra. Un'idea che presto Benedetto XVI potrebbe mettere sul piatto delle proprie decisioni. Un'idea di cui si è cominciato a parlare da quando, mesi addietro, si pensava di unire il pontificio consiglio della cultura alla pontificia commissione per i ben culturali e l'archeologia sacra.
È all'interno di questo unico e nuovo dicastero che si pensava di inserire il nuovo ufficio. E adesso che monsignor Gianfranco Ravasi è stato nominato responsabile di entrambi i dicasteri, questi potrebbero essere presto accorpati e il nuovo ufficio dedicato alla musica sacra potrebbe presto prendere forma.
Con il Motu Proprio Summorum Pontificum entrato in vigore alla metà dello scorso settembre il Papa ha voluto sottolineare con forza come al centro della vita della Chiesa ci debba essere la liturgia e come, in essa, pieno diritto di cittadinanza abbia la celebrazione secondo l'antico rito.
Celebrare secondo l'antico rito presuppone la conoscenza del canto gregoriano e, più in generale, della musica sacra. Quest'ultima è per il Pontefice un'eredità preziosa che non va sprecata ed è per questo motivo che, accanto al pontificio istituto di Musica Sacra che si dedica - appunto - all'insegnamento della materia, egli potrebbe a breve decidere di istituire un ufficio il cui scopo sarebbe quello di promuovere e di indirizzare la diffusione della stessa musica nel mondo.
Lo scorso 13 ottobre Benedetto XVI si è recato in visita, tra l'indifferenza dei principali organi di comunicazione, proprio al pontificio istituto di Musica Sacra. In quello che viene chiamato il «conservatorio» liturgico-musicale della Santa Sede - da qui escono i musicisti di Chiesa che poi vengono mandati in tutto il mondo a lavorare secondo le proprie competenze - Benedetto XVI ha parlato della musica sacra citando il primo documento uscito dai lavori del Concilio Vaticano II, la Sacrosanctum Concilium, laddove si dice che «il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne».
Secondo Benedetto XVI la musica sacra deve essere proposta a qualsiasi popolo o tipo di assemblea e per questo «l'autorità ecclesiastica» non ne deve «congelare il tesoro», ma piuttosto deve inserire «nell'eredità del passato le novità valevoli del presente, per giungere a una sintesi degna dell'alta missione a essa riservata nel servizio divino». «Sono certo» ha detto il Papa, «che il pontificio istituto di Musica Sacra, in armonica sintonia con la congregazione per il culto divino, non mancherà di offrire il suo contributo per un aggiornamento adatto ai nostri tempi delle preziose tradizioni di cui è ricca la musica sacra».

Benedetto XVI non ha mancato di ricordare l'importanza che per la curia romana ha avuto il grande maestro Domenico Bartolucci, 91 anni, seduto in prima fila in occasione della visita del Papa. Bertolucci venne sostituito dall'incarico di guidare il coro papale della Cappella Sistina nel 1997.

Al suo posto, tra il rammarico di molti monsignori e cardinali (e tra questi c'era l'allora cardinale Ratzinger), l'ex cerimoniere papale Piero Marini spinse per mettere monsignor Giuseppe Liberto. L'estromissione di Bertolucci portò, di fatto, all'abbandono nelle liturgie papali della musica polifonica e gregoriana.

Con l'arrivo del nuovo cerimoniere papale, ovvero il genovese monsignor Guido Marini, le cose potrebbero cambiare. Lui, coadiuvato dall'ottimo monsignor Miserachs, preside del pontificio istituto di Musica Sacra, potrebbe far tornare il canto polifonico e gregoriano in Vaticano e, insieme, adoperarsi alla creazione di un nuovo ufficio con autorità in materia.
Tra qualche mese potrebbe esserci la prima celebrazione pubblica di Benedetto XVI secondo l'antico rito. Per l'occasione ci sarà bisogno di una musica adeguata.

© Copyright Italia Oggi, 27 ottobre 2007

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