29 ottobre 2007

"Esclusiva" di Panorama: a breve verrà emanato un regolamento di attuazione del motu proprio Summorum Pontificum


Vedi anche:

Navarro-Valls: la Chiesa in Italia non ha privilegi

SOLDI ALLA CHIESA VERITA' E BUGIE: LO SPECIALE DI AVVENIRE

Il Papa: il diritto di obiezione di coscienza su aborte ed eutanasia va riconosciuto anche ai farmacisti

Ciò che tutti hanno omesso (tranne "Il Giornale"): l'intervento di Pio XI presso Franco

Beatificazioni e teppismo: gli articoli del Corriere della sera

Maxirissa o agguato no-global?

Quei no global...(di Giordano Bruno Guerri)

Beatificazione di 498 martiri massacrati orribilmente: festa in Piazza San Pietro, poco lontano teppisti insultano fedeli dell'Opus

Padre Lombardi illustra la "ricetta" del Papa per rendere il mondo migliore

Concistoro per la creazione di 23 nuovi cardinali: notificazione

I 498 martiri spagnoli: la cerimonia di beatificazione e l'Angelus

Il "martirio" incruento è la la testimonianza silenziosa ed eroica di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi

"Sorelle, fatevi un blog"

Don Pezzi ordinato ieri Arcivescovo di Mosca. Alessio II: rilancio dell'ecumenismo.

Provvedimenti disciplinari su sacerdoti

Indiscrezioni: il cardinale Ruini lascerà il Vicariato di Roma a Pasqua?

Padre Pio: Tornielli risponde (per le rime!) a Melloni

Benedetto XVI, il Papa che fa paura (vero Romano?)

Card. Biffi: quanto divertimento nel leggere le previsioni e le analisi sul Conclave degli "intelligenti" e dei "sapienti"

Repubblica contro la Chiesa: Dino Boffo (Avvenire) risponde ad Ezio Mauro (Repubblica)

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

CONSIGLIO DI LETTURA: IL SITO DI FRANCESCO

Messa in latino: il rapporto segreto

IGNAZIO INGRAO

Esclusivo Un nuovo regolamento chiarirà tutti i dubbi sulle cerimonie con l’antico rito.

Il ritiro della scomunica a carico dei lefebvriani: è quanto si attendono i tradizionalisti da Benedetto XVI dopo il ritorno alla messa in latino secondo il rito tridentino del XVI secolo. La scomunica a carico di Marcel Lefebvre e di quattro vescovi venne comminata da Giovanni Paolo II il 2 luglio 1988. Il ritiro metterebbe la parola fine a uno scontro durato oltre vent’anni e ristabilirebbe la piena comunione nella Chiesa cattolica dei tradizionalisti legati al «vescovo ribelle».
Se ne discute in seno alla commissione Ecclesia Dei, presieduta dal cardinale Darío Castrillón Hoyos.
Secondo i tradizionalisti, la scomunica di Karol Wojtyla fu illegittima poiché Lefebvre non aveva compiuto alcuno scisma, non avendo mai messo in dubbio l’autorità del Papa. Alcuni membri della commissione Ecclesia Dei chiedono però di subordinare il rientro dei lefebvriani nella Chiesa cattolica all’esplicito riconoscimento del Concilio Vaticano II.

In attesa di una decisione in materia, verrà reso noto nei prossimi giorni il regolamento di attuazione del motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI che dal 14 settembre ha liberalizzato l’uso della liturgia preconciliare.

Il regolamento, predisposto dalla commissione Ecclesia Dei, si propone di chiarire alcuni aspetti della normativa che in queste prime settimane di applicazione sono stati fonte di attriti e incomprensioni, in particolare nella diocesi di Milano, nella Chiesa tedesca e in quella francese.

Il motu proprio del Papa impone che «nelle parrocchie in cui esiste stabilmente un gruppo di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica» il parroco consenta la celebrazione della messa in latino con il vecchio rito.
Ma cosa si deve intendere per gruppo stabile di fedeli? C’è un numero minimo richiesto? Il regolamento darà risposta a questi interrogativi: senza fissare criteri troppo rigidi dal punto di vista numerico, offrirà alcuni parametri per giudicare la stabilità di un gruppo di tradizionalisti.
E ribadirà che la nuova normativa voluta dal Papa si applica a tutti i riti, compreso quello ambrosiano.
Si attendono anche indicazioni in merito al calendario liturgico, poiché l’antico rito celebra festività soppresse o rese facoltative nel nuovo.
Inoltre il rito tridentino presenta differenze di data nella celebrazione di alcune festività, come quella di Cristo Re, e nella durata della Quaresima. Non mancheranno chiarimenti in merito alla celebrazione del triduo pasquale e tra le preghiere del Venerdì santo potrebbe essere eliminata l’invocazione alla conversione degli ebrei duramente criticata dalle comunità ebraiche.

Nel frattempo a Venezia è stato sottoscritto un accordo tra la diocesi e i tradizionalisti. Il cardinale Angelo Scola ha affidato la comunità di tradizionalisti veneziani alla cura di un sacerdote tedesco della Fraternità San Pietro, Konrad zu Löwenstein (48 anni), al quale la Santa Sede ha riconosciuto la facoltà di celebrare esclusivamente con il vecchio rito.

Ogni giorno don Konrad celebra la messa preconciliare nella chiesa di San Simeon Piccolo. «Si tratta del primo accordo in Italia e forse nel mondo per l’applicazione delle nuove norme del Papa. E riscontriamo un ottimo successo: oltre 100 persone ogni domenica partecipano alla nostra messa» riferisce Alessandro Zangrando, esponente dei fedeli veneziani che ha condotto le trattative con la curia.
I tradizionalisti attendono con trepidazione anche un altro importante evento per domenica 2 oppure 9 dicembre: Benedetto XVI potrebbe celebrare una messa in latino secondo l’antico rito di San Pio V. Un evento storico al quale parteciperebbero decine di migliaia di cattolici tradizionalisti da tutto il mondo.
Joseph Ratzinger da cardinale ha già celebrato in pubblico con il vecchio rito almeno due volte (a Wigratzbad nel 1990 e a Weimar nel 1999). La decisione non è stata ancora presa ma è stato chiesto ad alcuni autorevoli liturgisti di preparare una relazione in merito allo svolgimento di una messa papale con il vecchio rito.
È da escludere che la celebrazione possa svolgersi in San Pietro, poiché il vecchio rito prevede la presenza della corte pontificia che Paolo VI ha abolito. È stato proposto di celebrare la messa lontano da San Pietro, per esempio nella Basilica di San Paolo fuori le mura. In tal caso il vecchio rito prevede una messa papale semplificata, senza bisogno della corte. I tradizionalisti auspicano che in tale occasione il Papa annunci il ritiro della scomunica.
Questa ipotesi ha rallentato l’esodo di lefebvriani, che dopo l’annunciata liberalizzazione del vecchio rito, il 7 luglio, stanno ritornando alla Chiesa cattolica romana. Tra questi ci sono anche alcuni sacerdoti che hanno lasciato la Fraternità San Pio X fondata da Lefebvre per confluire nell’Istituto del Buon Pastore, fondato l’8 settembre 2006 su iniziativa dell’arcivescovo di Bordeaux, Jean-Pierre Ricard, e della commissione Ecclesia Dei.

Per molti sacerdoti infatti, la liberalizzazione del vecchio rito ha fatto venire meno le ragioni per restare fuori della Chiesa di Roma.

Il 10 e 11 novembre a due passi dal Vaticano si terrà l’assemblea mondiale dell’associazione tradizionalista Una voce. Nel corso dell’assemblea il cardinale Georges Cottier celebrerà una messa con l’antico rito presso la Chiesa di Gesù e Maria al Corso.
La celebrazione secondo il rito tridentino sta diventando anche un business. Pietro Siffi, presidente e fondatore della Catholic anti-defamation league, ha creato un sito internet (www.tridentinum.com) dove si possono acquistare on-line paramenti, suppellettili e arredi sacri per celebrare la messa di San Pio V.
Inoltre, per i sacerdoti che desiderano imparare il vecchio rito, la Tridentinum organizza brevi corsi a domicilio con attività di tutoraggio. «I corsi, della durata di due o tre giorni, sono completamente gratuiti e sono tenuti da esperti liturgisti. A poche settimane dal lancio di questa iniziativa abbiamo già ricevuto decine di richieste» spiega Siffi. Forse ora sarebbe utile pensare anche alle ripetizioni di latino.

© Copyright Panorama n. 44/2007

Ricordiamo che Tornielli e Petrus sono stati i primi a parlare di questo regolamento di attuazione. E' improprio, quindi, parlare di esclusiva di Panorama. Per il resto l'articolo e' molto interessante soprattutto laddove evidenzia che per molti il problema era la liberalizzazione dell'antico Messale e non la corretta applicazione del Concilio Vaticano II
Raffaella

Nessun commento: