27 ottobre 2007

Il primo editoriale di Vian: seguendo l'esempio di Papa Benedetto, l'Osservatore vuole rivolgersi con amicizia a tutti, credenti e non credenti


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Clicca qui per leggere il testo completo dell'editoriale del direttore Vian.


Il primo editoriale del prof. Vian: il giornale del Papa si rivolge a tutti con amicizia, per confrontarsi con rispetto e chiarezza su temi come la dignità dell'uomo e la giustizia

L’editoriale del prof. Vian intitolato “Tradizione e futuro” apre l’Osservatore Romano di oggi. Il nuovo direttore cita quanto scriveva nel 1961 il futuro Paolo VI, nel numero per il centenario del quotidiano vaticano, definito “un grande giornale”, anche se “difficile, anzi difficilissimo”. “Le potenzialità” dell’Osservatore descritte da Montini nel suo articolo – rileva il prof. Vian – “meritano un nuovo sviluppo. Guardando con fiducia al futuro, perché questa apertura è il senso più profondo della tradizione, che significa appunto trasmissione in una continuità vitale”.

Montini – ricorda Vian – enumerava in quel celebre articolo “con lieve ironia” alcune difficoltà legate alla natura speciale del quotidiano: ‘Giornale serio, giornale grave, chi mai lo leggerebbe sul tram o al bar; chi mai vi farebbe crocchio d’intorno?’; mentre la sua cronaca vaticana ‘ci procura, sì, il piacere d’uno spettacolo aulico incomparabile, ma non senza qualche dubbio d’averlo già provato eguale tant’altre volte’”.

“Come rendere allora L’Osservatore Romano’ - si chiedeva il futuro papa - un grande giornale?” E dava una risposta chiara: sviluppando la sua natura di “giornale di idee”. Sì, perché il foglio vaticano – scriveva – “non è, come moltissimi altri, un semplice organo d’informazione; vuol essere e credo principalmente di formazione. Non vuole soltanto dare notizie; vuole creare pensieri. Non gli basta riferire i fatti come avvengono: vuole commentarli per indicare come avrebbero dovuto avvenire, o non avvenire. Non tiene soltanto colloquio con i suoi lettori; lo tiene col mondo: commenta, discute, polemizza”. “Con una vocazione universale – afferma Vian - analoga a quella della sede romana che il giornale intende servire”.

“L’Osservatore Romano” – sottolinea il nuovo direttore - è prima di tutto il “giornale del Papa”, e diffonderà in due modi l’insegnamento e la predicazione del Vescovo di Roma: conservando cioè la sua peculiare natura documentaria, e sviluppando quella dell’informazione giornalistica. Ma anche facendosi maggiormente espressione degli organismi e delle rappresentanze della Santa Sede, a Roma e nel mondo.

Al servizio di Benedetto XVI, Pontefice teologo e pastore, il “servo dei servi di Dio” che senza stancarsi, con mitezza fiduciosa e ferma, alle donne e agli uomini del nostro tempo testimonia e ripete con l’Apostolo Giovanni che “Dio è amore”.

“Da Roma – scrive Vian - il foglio vaticano continuerà a osservare con sguardo attento e amico la realtà internazionale, mantenendo in quest’ottica l’attenzione per quell’Italia di cui il Papa è primate e per la sua diocesi, dove tanti vescovi e sacerdoti di ogni continente hanno studiato e con la quale mantengono legami fecondi. E respiro internazionale avrà l’attenzione per i fenomeni culturali, riservando spazio al confronto delle idee, con un’apertura cordiale nei confronti della ragione, alla quale Benedetto XVI si richiama per favorire il colloquio e il dibattito, com’è avvenuto con la lezione di Ratisbona, i cui frutti cominciano a maturare. E al mondo guarderà il giornale del Papa informando sulla comunione cattolica nei diversi continenti, su Chiese e confessioni cristiane, ebraismo, islam e altre religioni, nell’attuazione del Concilio Vaticano II interpretato alla luce dello storico discorso che il Romano Pontefice ha tenuto per il quarantennale della sua conclusione”.

“Seguendo l’esempio di Benedetto XVI e diffondendone gli insegnamenti – aggiunge Vian - il suo giornale vuole rivolgersi con amicizia a tutti, credenti e non credenti, e con tutti confrontarsi con rispetto e chiarezza su temi come la dignità dell’essere umano e la promozione della giustizia. Per rendere sempre più evidente la testimonianza e la verità di Cristo nel mondo moderno.

Nella vitalità di una tradizione per sua natura aperta al futuro – conclude l’editoriale del nuovo direttore dell’Osservatore Romano - e nella certezza che la parola dell’unico Signore, Gesù, seminata nell’intimo delle anime, prevarrà sulle forze del male e resterà per sempre”.

© Copyright Radio Vaticana

Veramente bello questo editoriale!
Complimenti e buon lavoro al Prof. Giovanni Maria Vian ed al vicedirettore Di Cicco :-)

Raffaella

1 commento:

mariateresa ha detto...

sì, è notevole davvero.
Cominciamo bene.