31 ottobre 2007
FAMIGLIA CRISTIANA: I FALSI "COSTI" DELLA CHIESA E I VERI ATTACCHI QUOTIDIANI
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I FALSI "COSTI" DELLA CHIESA E I VERI ATTACCHI QUOTIDIANI
Non passa quasi giorno senza nuove "bordate". Ai cattolici un compito difficile: resistere sulla trincea della famiglia e della formazione dei giovani secondo i princìpi di un vivere dignitoso.
Beppe Del Colle
Diamo per scontato che la Chiesa non ha nessun potere, né in Italia né in nessun altro Paese, di interdire una qualsiasi attività, compresa quella d’informazione. Non solo non ne ha il potere, ma non ha neanche desiderio di esercitarlo, se non altro perché ha provato tante volte, nell’ultimo secolo, l’amarezza di chi è escluso non solo dalla libertà di stampa, ma da qualsiasi altro tipo di libertà.
Questo va detto, almeno per tranquillizzare il direttore di Repubblica, che si pone alcune domande di pura retorica dopo aver saputo che il cardinale Bertone, segretario di Stato vaticano, ha perso la pazienza ed è sbuffato in un: «Finiamola!» all’ennesima provocazione di quel giornale sui "costi della Chiesa per lo Stato". Esempio: «Forse la Santa Sede ritiene di poter bloccare il libero lavoro di un giornale a suo piacimento?». No che non lo può ritenere, non diciamo sciocchezze (anche se non costano nulla).
Piuttosto, diciamo la verità. Il direttore di Repubblica Ezio Mauro afferma che per le quattro puntate finora pubblicate dell’inchiesta sui presunti costi della Chiesa (ne abbiamo già parlato) non è arrivata al quotidiano nessuna richiesta di rettifiche, «perché», scrive, «nessun punto sostanziale del lavoro d’inchiesta è stato confutato».
La verità è che tutti i "punti sostanziali" sono stati non solo confutati, ma rovesciati, di volta in volta, da Avvenire, con ampie e puntuali repliche di cui i lettori del suo giornale non sono mai stati nemmeno lontanamente informati. E dunque devono continuare a credere che la Chiesa "costi" allo Stato e a tutti gli italiani montagne di denaro moralmente ingiustificabili.
La realtà è invece un’altra, opposta a quello che Mauro pensa. È la Chiesa in generale, sia come istituzione sia come rappresentante di valori, che ha la missione e il diritto di difendere il "bene comune" nella società nazionale, a essere attaccata quasi ogni giorno non solamente da quel quotidiano, ma da quasi tutta la stampa "indipendente" e "laica", su qualsiasi argomento, soprattutto su quelli etici.
Non ripetiamo cose che abbiamo scritto mille volte, fin dal tristissimo tempo in cui cercavamo di difendere la famiglia dall’introduzione di leggi che ne minavano l’esistenza, immaginando cosa sarebbe successo, e che in realtà è successo: basti guardare al degrado della figura della donna e a quello dell’educazione e dei modi di vivere dei giovani, a età sempre più precoce.
Alla Chiesa e ai cattolici resta dunque un compito estremamente difficile: quello di resistere sulla doppia trincea sempre più esposta della famiglia e della formazione dei giovani secondo princìpi degni di un vivere umanamente rispettabile. È quanto, per esempio, il Forum delle Associazioni familiari si propone attraverso una raccolta augurabilmente molto ampia di firme in appoggio a una proposta di riforma fiscale che preveda una deduzione dall’imponibile fra i 6.000 e gli 8.000 euro per ogni figlio; o la corresponsione da parte dello Stato di una cifra analoga alle famiglie il cui reddito non raggiunge il minimo imponibile.
Una proposta molto impegnativa per qualsiasi Governo (specie in un momento politico tragicamente incerto, come quello attuale), ma che in altri Paesi è già ampiamente realizzata: basti pensare al rapporto che esiste fra l’aliquota media imposta in Francia a una famiglia di quattro persone con un reddito di 25.000 euro e quella di una identica famiglia italiana: da loro è dello 0,2 per cento (50 euro), da noi del 6,9 (1.725 euro). Non per nulla in Francia non esiste più il calo delle nascite.
© Copyright Famiglia Cristiana n. 44/2007
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