16 marzo 2008

Diventerà beato padre Mariano telepredicatore del «pace e bene»


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Diventerà beato padre Mariano telepredicatore del «pace e bene»

di Matthias Pfaender

Era il periodo del miracolo economico e dell’esplosione demografica. Era il periodo in cui per le strade circolavano quasi esclusivamente automobili Fiat. Era il periodo dell’ingresso della televisione nella vita degli italiani. Era il periodo di Padre Mariano, il frate cappuccino considerato oggi una delle icone principali della cultura popolare degli anni sessanta, un uomo mite vestito col saio che, grazie alla potenza del mezzo televisivo (anche se in bianco e nero), diventò una figura familiare in milioni di salotti, dove ogni giorno la gente aspettava di vederlo apparire sorridente nello schermo.
«Pace e bene». Così usava sempre salutare Padre Mariano i suoi telespettatori. Un messaggio forte e solare nella sua semplicità, una benedizione quotidiana data dalla tv a un Paese che correva senza sosta verso la società del benessere. Probabilmente il «Pace e bene» di Padre Mariano fu il primo tormentone della storia della televisione; e come ogni tormentone che si rispettivi, anche lo slogan del frate fu parodiato dai comici dell’epoca, primo fra tutti Alighiero Noschese.
Ora Padre Mariano, il primo telepredicatore, sarà beato. Papa Benedetto XVI ha infatti firmato ieri il decreto con il quale la Chiesa cattolica riconosce le «virtù eroiche» del frate, il primo fra tutti a dare l’avvio alle rubriche televisive di argomento religioso.
Ricevendo in udienza privata il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Papa ha autorizzato la congregazione a promulgare il decreto riguardante le virtù del sacerdote dell’ordine dei frati cappuccini.
Nato a Torino il 22 maggio 1906 e morto a Roma il 27 marzo 1972, Paolo Roasenda conseguì la laurea in materie classiche, fu iscritto all’Azione cattolica e si formò nel suo ambiente torinese. Insegnò a Torino e a Roma nei licei classici e nella capitale fu presidente nazionale della Gioventù romana di Azione cattolica durante il periodo fascista. Pubblicò libri e articoli di cultura classica e di argomento religioso. Nel 1940 a trentaquattro anni si fece cappuccino prendendo il nome di Padre Mariano da Torino. Laureatosi in teologia fu ordinato sacerdote e la sua attività si svolse nel convento di via Vittorio Veneto a Roma. Fu cappellano in diversi ospedali romani. Dal 1955 fino alla morte ha tenuto in tv rubriche notissime, come «La posta di Padre Mariano», «In famiglia», «Chi è Gesù?», con un seguito amplissimo: anche se all’epoca gli indici di ascolto non si calcolavano con le tecniche di oggi, ogni italiano sapeva chi fosse e aveva seguito le sue rubriche.

Ma Padre Mariano sapeva toccare l’animo dei fedeli anche al di fuori dello schermo del televisore: le messe che celebrava nella Chiesa dell’Immacolata di via Veneto erano sempre molto frequentate.
Il giorno dei suoi funerali, celebrati nella basilica di San Lorenzo, il cardinale Ugo Poletti lo ha ricordato nell’omelia come l’amico degli umili i quali capivano ciò che diceva, l’amico degli afflitti che nelle sue parole trovavano consolazione e incoraggiamento, l’amico degli smarriti e degli incerti che ritrovavano ancora la ragione di vivere, di lottare e vincere. La sua tomba, nella cripta di una chiesa di via Veneto, è tuttora meta di pellegrinaggio di moltissimi fedeli. Ora, perché venga proclamato beato a tutti gli effetti, occorre che le commissioni di esperti della Congregazione per le cause dei santi riconoscano la validità di un miracolo attribuito alla sua intercessione.

© Copyright Il Giornale, 16 marzo 2008

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