11 marzo 2008
Secondo Rusconi Zapatero è un laico...
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La fede suppone la ragione e la perfeziona, e la ragione, illuminata dalla fede, trova la forza per elevarsi alla conoscenza di Dio...(Discorso al Pontificio Consiglio della Cultura)
TESTO INTEGRALE DELLA PROLUSIONE DEL CARDINALE BAGNASCO (10 marzo 2008)
Il laico Zapatero
GIAN ENRICO RUSCONI
Una serena, ferma e dignitosa difesa dello Stato laico vince elettoralmente in una democrazia matura. Questa è la semplice lezione del successo di José Luis Zapatero.
Sappiamo che le varianti in gioco nelle elezioni spagnole erano e sono molte. Sappiamo che le differenze tra l’Italia e la Spagna sono grandi. Ce ne siamo dimenticati, anche per una certa provinciale supponenza che per decenni ci ha illuso di «essere più avanti» degli spagnoli. Adesso ci stanno dando molte lezioni: dal dinamismo economico all’impegno nelle istituzioni europee. Da qualche tempo ci offrono pure l’esempio di uno Stato che ha riscoperto il gusto della propria autonomia e dignità nel dimostrare con i fatti di essere l’unico depositario dei criteri dell’etica pubblica.
Il plusvalore della laicità ha certamente rafforzato la prospettiva «socialista» della politica zapateriana, che punta sulla valorizzazione della «cittadinanza sociale». Solo l’eutanasia del socialismo nel nostro Paese impedisce di cogliere il nesso fecondo tra socialismo della cittadinanza e diritti civili.
Nel merito si può essere d’accordo o no su questa o su quella iniziativa di legge (dalle nuove regole sul divorzio ai matrimoni gay), ma non c’è dubbio che il governo socialista sta sviluppando una strategia efficace. Consente all’opposizione cattolica ed ecclesiastica di dispiegare tutto il suo potenziale di protesta pubblica, senza farsi intimidire. Soprattutto non si lascia dettare lezioni su che cosa sia la «vera laicità dello Stato». Il risultato è che nulla fa infuriare di più i clericali spagnoli del sorriso disarmante di Zapatero quando annuncia e ribadisce le sue misure di laicità.
Con buona pace dei nostri clericali, non si può dire che «la sfera pubblica» spagnola sia condizionata dal laicismo di Stato. Nulla impedisce ai cattolici spagnoli, che seguono le direttive della gerarchia, di manifestare senza restrizioni i loro convincimenti con il massimo di pubblicità. Ma le loro ragioni non convincono la maggioranza degli spagnoli. È quindi sbagliato affermare che le iniziative di Zapatero fanno violenza alla buona popolazione spagnola. Semplicemente la gente, credente o non credente, è laicamente più matura dei suoi rappresentanti clericali.
Non so se il risultato elettorale spagnolo cambierà qualcosa nel nostro Paese nelle strategie politiche (tali sono anche quelle della Cei) in previsione di misure di legge che rientrano sotto i criteri della laicità dello Stato. Oggi in Italia è in atto una tregua elettorale, dettata dalla convenienza politica e da un calcolo di aritmetica elettorale. È il segnale di un intreccio intimo e strumentale tra i meccanismi democratici e la volontà di una parte del mondo cattolico di condizionare dall’interno (a cominciare dal Pd) i processi della decisione politica.
Non siamo dunque in una situazione spagnola, neppure per quanto riguarda «la sfera pubblica», che da noi è saldamente presidiata dalle forze cattoliche in linea con la dottrina o meglio con la strategia della Chiesa. Ma la linea intransigente dettata dalla parola d’ordine della «non negoziabilità dei valori», confondendo la dottrina della Chiesa con una strategia politica, mette in difficoltà la democrazia o quanto meno la sua funzionalità.
Non ci stancheremo di ripetere che in democrazia «non negoziabili» sono soltanto i diritti fondamentali, tra i quali al primo posto c’è la pluralità dei convincimenti, pubblicamente argomentati. Ad essa deve essere subordinato l’impulso a far valere i propri valori (per quanto soggettivamente legittimi) nei confronti degli altri cittadini. Dopo di che, evidentemente, si apre lo spazio al confronto - anche duro - delle ragioni che sono condivise o che dividono, e quindi alle regole del gioco democratico.
Non so se un futuro ipotetico governo Veltroni proporrà leggi non gradite alla gerarchia ecclesiastica, sostenendo il principio dell’autonomia dello Stato laico e il primato costituzionale del pluralismo etico. Dovrà prima fare i conti con alcune componenti interne del suo stesso partito, che non mancheranno di ricattarlo. Da questo punto di vista, anche se lo volesse, Veltroni non potrebbe agire con la fermezza di Zapatero. Si è già messo nelle condizioni politiche di non poterlo imitare, ammesso che lo voglia fare. Non aspettiamoci dunque un Veltroni-Zapatero. Non potrà e non saprà farlo. Lo apprezzerà magari a parole, ma da lontano. Nel suo stile.
© Copyright La Stampa, 11 marzo 2008 consultabile online anche qui.
Caro Rusconi, Zapatero non e' un laico ma un laicista.
I Cattolici hanno accesso ai media? Non e' vero: il family day e' stato ignorato dalla tv e difficilmente giornali come El Pais riportano le parole dei vescovi spagnoli...
La Cei non fa politica e difendere i valori non negoziabili non e' ingerenza...e' semplicemente democrazia.
Capisco che per alcuni sarebbe meglio mettere il bavaglio al Papa (vedi il vergognoso "caso Sapienza"), ma, come si e' visto, e' molto, molto, controproducente.
In ogni caso, caro Rusconi, non si capisce come mai il "modello Zapatero" dovrebbe essere importato anche in Italia.
I media sognino, gli Italiani votino... :-))
R.
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4 commenti:
Apparentemente oggi quello che conta sarebbe il successo economico....e secondo alcuni la Sapgna sarebbe un modello di riuscita...tutto da dimostrare perche questo successo si sta sfiatando e la crisi è annunciata. La società spagnola è stata profondamente sconvolta sul piano etico e morale da Zapatero, La Spagna è diventato il Paese ove tutto è possibile, in nome di una libertà individuale che non può che sedurre in un primo tempo chi troppo occupato a riempire il suo portafoglio o sbarcare il lunario , desidera vivere a fondo gli illusori vantaggi della società materialista e consumista che Zapatero sostiene e promuove.
Ma verranno i tempi del bilancio e la Spagna e gli Spagnoli si renderanno conto dei danni provocati in profondità, nei fondamenti della società dall`amministrazione Zapatero , non ho dubbi al merito.
Ricordiamoci che Zapatero l'altra volta ha vinto grazie al sostegno di molti preti (vescovi compresi)... Siamo di tutt'altro genre.. ma anche in Italia Prodi vinse grazie a... preti e vescovi! Almeno sulla politica... direi... di non seguire i nostri illustri padri..
Purtroppo, ciò che è riportato da anonimo, in qualche modo rispecchia la verità. Molti nell'ambito della chiesa si sentono di sinistra e parlo soprattutto di preti ma, non solo. Ci sarebbe da far notare un particolare a questi solerti ministri di Dio che come abbiamo sempre ribadito non può esistere una chiesa di destra ed una di sinistra ed in effetti, l'atteggiamento tenuto da taluni è incomprensibile e del tutto discutibile visto che, il compito della chiesa è e rimane, quello di difendere i valori della vita umana e della famiglia senza identificarsi con nessun colore politico; peccato che questo non venga compreso e sinceramente non riesco neanche a comprendere, come questi personaggi possano vivere in pace con la loro coscenza davanti a DIO.
Eugenia
A me sembra che tutte queste conquiste di Zapatero siano fumo negli occhi. In campo economico la Spagna è molto più liberista di noi, gli immigrati clandestini vengono respinti senza tanti complimenti. La legge sull'aborto è più restrittiva che la nostra e Zapatero ha detto che mai concederà l'eutanasia. Anche la Chiesa spagnola ha notevoli vantaggi economici che nessuno minaccia (non hanno i Maltese di turno).Però in Italia i nostri laicisti sbandierano solo quello che gli fa comodo. Cordialmente, Eufemia
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