24 maggio 2008
Giuseppe De Carli: “L'efficacissimo minimalismo comunicativo di Papa Ratzinger” (Zenit)
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“L'efficacissimo minimalismo comunicativo di Papa Ratzinger”
Secondo il vaticanista della RAI, Giuseppe De Carli
di Marta Lago
ROMA, venerdì, 23 maggio 2008 (ZENIT.org).
Senza l'aiuto dell'esteriorizzazione dei gesti, Benedetto XVI riesce ad arrivare al cuore della gente favorendo soprattutto l'elemento della parola, sottolinea il responsabile della struttura Rai-Vaticano, Giuseppe De Carli.
Con vent'anni di esperienza nella comunicazione seguendo l'attività della Santa Sede e dei due ultimi pontificati, De Carli ha lanciato “Benedictus - Servus servorum Dei” (Ed. Velar, in coedizione con RAI-Eri e Elledici, 2008), un volume con la biografia, la personalità e l'insegnamento di Benedetto XVI.
Hanno presentato questo martedì pomeriggio il libro i Cardinali José Saraiva Martins – prefetto della Congregazione vaticana per le Cause dei Santi – e Andrea Cordero Lanza di Montezemolo – Arciprete della Basilica papale di San Paolo fuori le Mura –, l'Arcivescovo Angelo Amato – segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede –, il neosindaco di Roma Gianni Alemanno e il direttore del quotidiano romano “Il Messaggero”, Roberto Napoletano.
Le pagine si aprono con una descrizione del Papa secondo De Carli: “Un timido di carattere sul palcoscenico del mondo”.
Consapevole del fatto che è “temerario” scrivere una biografia di Papa Joseph Ratzinger, il vaticanista confida nel fatto che il suo libro “venga almeno posto fra i contributi che aiutano in qualche modo ad afferrare la personalità di Benedetto XVI”.
“Ho fatto un tentativo tutto giornalistico di raccontare Joseph Ratzinger – ha spiegato nell'atto di presentazione –; è il numero unico di un giornale, anzi è un libro-giornale. Oggi si fanno i giornali che sembrano libri; io ho fatto un libro che sembra un giornale”, ha ironizzato.
Il volume, con una notevole rilegatura, è ricco di immagini e fotografie.
Dalla sua esperienza, De Carli deduce che con l'attuale Pontefice ci si trova davanti al “padre della Chiesa dei nostri tempi, un grande catechista, un teologo-pastore o un pastore-teologo”.
“Siamo passati dall'irruzione comunicativa e carismatica di Giovanni Paolo II ad una sorta di efficacissimo minimalismo comunicativo di Papa Ratzinger – constata –. Efficace perché non sostenuto dalla fisicità dei gesti”.
Ogni intervento di Benedetto XVI è un'“Enciclica in miniatura”; il suo profilo intellettuale “è quello di chi sa insegnare”, e “il suo pubblico, per la sua multiforme composizione, farebbe spavento a qualsiasi inserzionista”.
Un'altra chiave di lettura per De Carli risiede in questa distinzione: “Il modo di apparire di Papa Wojtyła è stato centrifugo, ha obbligato i media a uscire da ogni logica e a seguirlo verso tutto e verso tutti; quello di Benedetto XVI è centripeto, obbliga i media ad affacciarsi sul mistero che la Chiesa rappresenta con la sua tradizione liturgica”.
“Per quello che si è visto finora, è un pontificato di concentrazione e di approfondimento”, riflette; “il fulcro della fede cristiana è la carità, l'amore, l'unica che può dare una prospettiva di speranza, e poi la razionalità e la bellezza della fede”.
Sottolineando questi elementi del pontificato di Benedetto XVI, De Carli insiste sulla bellezza, “che convince più quasi degli argomenti razionali, l'amore, l'amicizia con Dio, la felicità di essere cristiani”.
“Ditemi un po' se questo non è un Papa felice di essere cristiano”, ha detto al pubblico.
Il giornalista ha ringraziato per l'opportuna partecipazione del nuovo sindaco di Roma, perché la città con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI è diventata la capitale mondiale dei pellegrinaggi.
“Città sacra e profana, grande capitale, grande perché custodisce la memoria degli apostoli, è la casa di Pietro, città del respiro universale, città del mistero e del ministero petrino”, ha osservato il vaticanista.
Circa la forte efficacia comunicativa di Benedetto XVI, De Carli ha commentato a ZENIT che “si diceva, quando è diventato Papa, 'vedrete che svuoterà le piazze e riempirà le chiese'. Non so se le chiese l'ha riempite, ma le piazze sono raddoppiate come numero dei fedeli e dei pellegrini”.
“Significa che lui riesce ad arrivare al cuore della gente favorendo soprattuto un elemento che finora non era stato considerato”, almeno incisivamente dal punto di vista dei mezzi di comunicazione: “quello della parola”.
Il ministero di Papa Joseph Ratzinger è “un ministero di parole, perché Dio è Verbo, Dio è Parola”, e Benedetto XVI “dimostra di avere questa capacità di spiegare alla gente come si fa ad arrivare alla conoscenza di Dio e ad amare il volto di Cristo”, constata.
Lo stimolo a pubblicare “Benedictus” è derivato da una richiesta editoriale.
“Per gli 80 anni abbiamo dedicato a Papa Benedetto XVI un lungometraggio sulla RAI che durava più di un'ora e mezza: 'Benedetto XVI, il Papa dell'amicizia con Dio'. Poi avevo tanto materiale scritto. Una casa editrice piccola poi si è messa con un'altra, la Velar più la ELLEDICI più RAI-Eri, e mi hanno chiesto di scrivere una biografia di Papa Benedetto XVI”.
“Il materiale per il 70% ce l'avevo. Non dovevo fare nient'altro che pescare dal pensiero di Joseph Ratzinger, metterlo insieme, e cercare di spiegare perché questo è un grande Papa, che io amo molto, non solo dal punto di vista intellettuale, ma anche come persona”, ha ammesso.
“Credo che sia un pastore che dice molto agli uomini del nostro tempo, a quelli che credono e anche a quelli che non credono”, ha concluso.
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