17 giugno 2008

Messa tridentina a Pavia: c'è il placet (?) del vescovo, ma salta (Spatola)


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Messa in latino: c'è il placet, ma salta

Giuseppe Spatola

PAVIA — Doveva essere una domenica speciale per la parrocchia di San Giovanni Domnarum a Pavia, con i fedeli pronti a seguire la messa «more maiorum», alla maniera degli antichi. Ma così non è stato. Monsignor Gianfranco Poma, incaricato dal vescovo Giovanni Giudici di portare le lancette all'epoca ante-Concilio (quando la messa era recitata esclusivamente in latino), ieri non è salito sul pulpito. «Motivi di organizzazione. Aspettiamo il benestare alla liturgia », si sono giustificati in curia.
Un rinvio che ha fatto storcere il naso a decine di fedeli. «Peccato — borbotta Mino Milani, storico e appassionato latinista che ieri mattina ha varcato l'androne di San Giovanni assieme ad alcuni studenti delle scuole superiori di Pavia —. Non vorrei che il vescovo avesse avuto qualche ripensamento... ». In vescovado, però, assicurano che la prima messa in latino sarà celebrata già domenica prossima. È stato monsignor Giudici a indicare San Giovanni Domnarum (nella foto) come sede dell'antica ritualità. Così, ogni domenica e ogni giorno festivo, la messa sarà celebrata esclusivamente in latino.
Ha spiegato il vescovo: «La scelta del Papa di reintrodurre riti e stili di preghiera preconciliare intende dare la possibilità ai cristiani che lo vogliono di vivere pienamente la celebrazione e la preghiera del vecchio messale. Con questa scelta diamo la possibilità a tutti di proseguire il cammino di conversione personale all'obbedienza al Vangelo».
Una scelta importante, ma non sempre condivisa.
«Subito dopo la Summorum Pontificum — conclude il vescovo — molti fedeli mi hanno espresso preoccupazione per la reintroduzione della messa in latino. Ma il timore che tutto diventi come nei tempi preconciliari è immotivato. Ho operato questa scelta con tranquillità, consapevole che offriamo una possibilità ai fedeli che intendono tornare al messale romano di Pio V e allo stesso tempo permettiamo alla maggioranza della comunità cristiana di continuare a celebrare con la liturgia che è in continuità con il Concilio Vaticano II».

© Copyright Corriere della sera (Milano), 16 giugno 2008

Da quando serve il placet del vescovo? Mah!
Apertura, modernita', accoglienza e carita' verso TUTTI: ecco la rivoluzione del Pontificato di Benedetto XVI. Non si mortifichino, quindi, i fedeli ma si stringano in un abbraccio.

R.

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