17 settembre 2008

Mons. Perl: "E' ostacolata la celebrazione della messa in latino" (Galeazzi)


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Allarme Secondo la denuncia la disobbedienza sarebbe quasi totale salvo «poche meritevoli eccezioni»

Motivi In parte la scarsa conoscenza della lingua, ma anche il timore di un ritorno all’epoca pre-conciliare

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO

I vescovi italiani ostacolano la messa in latino e in Vaticano riceviamo sempre più proteste di fedeli delusi».
Dopo il monito del Papa contro le resistenze al «Motu proprio», adesso a stigmatizzare il boicottaggio episcopale dell’antico rito preconciliare, è «Ecclesia Dei», la pontificia commissione incaricata da Benedetto XVI di rimuovere gli ostacoli alla liberalizzazione delle vecchia messa.
Secondo la denuncia di monsignor Camille Perl, segretario di «Ecclesia Dei» il cui compito è soprattutto quello di favorire il rientro dei lefevbriani all’interno della Chiesa cattolica, la maggioranza dei vescovi italiani («con poche ammirevoli eccezioni») impedisce ai sacerdoti di celebrare in latino e pone ostacoli all’applicazione del «Motu proprio» di Benedetto XVI.
Stessa disobbedienza al Papa da parte di «tanti Superiori Generali di ordini religiosi che vietano ai loro sacerdoti di celebrare la messa secondo il rito antico».
Un ostruzionismo delle gerarchie, insomma, sulla scia della Germania, dove «la Conferenza episcopale ha pubblicato una direttiva molto burocratica che rende di difficile applicazione il “Motu proprio”».
Di fronte al «muro di gomma» episcopale, alcuni gruppi di giovani sacerdoti hanno preso l’iniziativa di celebrare la messa secondo il rito antico senza chiedere l’autorizzazione ai vescovi.
«Alcuni presuli hanno reagito a queste iniziative, altri no. Del resto, il Papa aveva messo nelle mani dei preti il messale antico- spiega Perl-.
Intanto si accumulano sulla mia scrivania le lettere di fedeli che reclamano l’applicazione del “Motu proprio”». E i problemi si moltiplicano.
«Il rito riformato da Paolo VI è in vigore da 40 anni e ci sono molti preti che non sanno celebrare la vecchia messa, anche perché sono stati indottrinati secondo una visione precisa. E cioè che la vecchia liturgia fosse superata- rincara la dose il segretario di “Ecclesia Dei”-.
Tuttavia ci sono molti giovani sacerdoti che vogliono celebrare la messa in latino e il Papa quattordici mesi fa ha firmato il “motu proprio” anche pensando a loro».

Un numero crescente di fedeli «esprime profonda delusione poiché pensavano a un’applicazione immediata e capillare ovunque». In pratica, «i vescovi dovrebbero favorire la formazione di sacerdoti preparati per celebrare in latino ma questo non avviene ancora».

Invece, aggiunge Perl, «non tocca ai vescovi la responsabilità di concedere o meno la celebrazione in latino ai fedeli che la richiedono: sono i parroci a dover rispondere alle richieste dei fedeli,e il “motu proprio” prescrive che i sacerdoti debbano accoglierle in ogni caso se si tratta di un gruppo stabile».

La realtà, però, è ben diversa dalle intenzioni del Pontefice e il «fronte del no» schiera porporati influenti come il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, il primo a prendere le distanze dalla decisione papale annunciando che lui non avrebbe celebrato alla maniera antica e sottolineando che «il vescovo non può moltiplicare le celebrazioni». Luca Brandolini, vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo e commissario Cei per la liturgia, bolla la liberalizzazione della messa tridentina come l’«affossamento di una delle più importanti riforme del Concilio Vaticano II» e «il lutto più triste per me vescovo». A Pisa l’arcivescovo Alessandro Plotti, malgrado il “Motu proprio” stabilisca che i fedeli si rivolgano direttamente ai parroci, è intervenuto con una notificazione stabilendo che «in nessuna parrocchia si introduca l’uso del messale del 1962», solo «per offrire in maniera indiscriminata la celebrazione in latino», e ordinando che «prima di concedere o di negare tale privilegio» si passi comunque per il vescovo.
Volontà di restrizione del provvedimento papale e avversione sotterranea anche da parte del vescovo di Novara, Renato Corti, che dopo aver incaricato l’ufficio liturgico diocesano, ha chiesto una riunione straordinaria della Conferenza episcopale regionale per discutere il «motu proprio» e da parte del vescovo di Alba, Sebastiano Dho, presidente della Commissione liturgica dei vescovi piemontesi, secondo cui il provvedimento di Benedetto XVI rischia di «creare una Chiesa parallela».

© Copyright La Stampa, 17 settembre 2008 consultabile online anche qui.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Come potete vedere carissimi amici del Blog i due motivi fondamentali di tanto astio verso la celebrazione in latino a giudicare da questo articolo, dipende dal fatto che l'ignoranza circa la lingua ufficiale della chiesa è tragica per non parlare di queste oscure paure direi simili ad una sorta di ossessione di ritorno allo spirito pre conciliare. Questa è la tristissima situazione che regna nella chiesa di oggi!
Un avvilente ritratto che mai e poi mai avremmo voluto trovarci davanti. Questi sono i motivi che convincono certi vescovi a boicottare il Papa.
Vi rendete conto di come stanno le cose? La Barca di Pietro vittima dell'ignoranza e della paura.

euge ha detto...

Vedo con piacere che finalmente si fanno alcuni nomi che conosciamo bene per le loro feroci critiche contro Benedetto XVI:
Martini, Plotti, Brandolini i soliti noti!

Sapete che vi dico? mi cadono le braccia per terra. Per tantissimo tempo, sono stata lontana dalla chiesa perchè ritenevo che a certi livelli non c'era tutto quello spirito cristiano che volevano far apparire ma, solo il potere e non mi sbagliavo! Tuttora non ho perso questa mia convinzione e continuo a non sbagliarmi purtroppo.
Felice ed eloquente la frase della famosa Via Crucis del 2005.......... ! Benedetto XVI è l'aria nuova che tenta di ripulire la chiesa da tanta aria salmastra ed irrespirabile ed io sono con lui.
- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -

Luisa ha detto...

Ma quando si dirà haut et fort che NON c` è bisogno dell`autorizzazione del vescovo?
Che è compito del parroco , del sacerdote di accogliere le domande dei fedeli?
Che il fedele non deve chiedere il permesso per qualcosa che gli è stato autorizzato?
Il Card. Castrillo ha parlato di potere, chi ha abusato di un potere che in questo caso non aveva?
Chi si è insinuato nelle righe del SP, per comunque riprendere il potere decisionale?

euge ha detto...

Purtroppo, cara Luisa penso che quello che si dovrebbedire chiaro e forte è già stato detto ma, qui entra in gioco anche secondo me la presunta perdita di potere di decisione di certi signori.
Questo è un altro di quesgli aspetti, che dovrebbero essere superati in nome dell'unità della Chiesa ma, evidentemente perdere il potere per certi, fa passare in secondo piano anche il più nobile degli intenti.

Luisa ha detto...

Un` altra informazione molto molto importane e che non è stata sufficientemente sottolineata è che
tanti Superiori Generali di ordini religiosi vietano ai loro sacerdoti di celebrare la messa tridentina.
È gravissimo e scioccante.

Anonimo ha detto...

Cari amici, anzi amiche... sono daccordo con voi. Ad Euge dico... coraggio.... "non prevalebunt". Questa sera ho ascoltato a Radio Maria una bellissima trasmissione sul Motu Proprio con le esperienze di alcuni sacerdoti che celebrano anche la Messa nel rito antico... sono rimasto edificato e contento.. Chi disobbedisce al Papa potrà forse rallentare il corso delle cose, ma la verità, il bene, la bellezza si fanno strada.
Sono un sacerdote da 21 anni e posso assicurare che anche a me il Motu Proprio ha fatto un gran bene, celebro anch'io ogni tanto col rito antico... e partecipo ogni settimana a una santa Messa celebrata in un istituto religioso sempre in rito antico...
quindi Deo Gratias e sempre con Benedetto XVI

Anonimo ha detto...

Ultimamente mi sto ponendo alcuni quesiti che forse a molti sembreranno sciocchi.
Ogni tanto mi capita di girare l'Italia per tenere qualche conferenzina in qua e in la sulla liturgia.
Non ho girato molto, tuttavia ho attraversato tutto lo stivale ed ho una pur frammentata idea della situazione italiana.
A dire il vero mai nessuno mi ha chiesto nulla sulla Messa in latino nè pubblicamente nè privatamente, se qualche volta ho provato a gettare il sasso in piccionaia sembrava parlassi di una questione marziana.
Onestamente mi domando: ma chi sono e dove sono questi vescovi disobbedienti? chi è che chiede la Messa secondo il vecchio rito? ma interessa veramente a qualcuno? e questi "qualcuno" son davvero tanti come fanno credere?
Non vorrei ci fosse qualcuno che soffia sul fuoco!! A parte qualche caso noto a mezzo stampa tutta sta valanga di gente che vuol tornare al vecchio Rito io non la vedo a parte qualche gruppuscolo di nobili decaduti sotto ogni profilo e qualche retroguardia arroccata in qualche metropoli italiana, tutta sta gente che chiede per un verso o disobbedisce per un altro onestamente non so dove sia.
Se qualcuno mi fornisce luoghi date e nomi sarei veramente grato.
Ribadisco che tutte le volte che sono stato chiamato ed ho tirato fuori la questione come una provocazione sembrava parlassi di argomenti ultraterreni, la gente non era interessata e i preti ancor meno.
Giusto per essere precisi:
3 conferenze in Puglia
2 in Sicilia
1 in Sardegna
3 Lazio
4 Toscana
2 Emilia
2 lombardia
3 Piemonte
1 trentino
e altre che non ricordo..... nessuno che in questo anno che avesse tirato fuori la questione!!
Qualche dubbio comincia a venirmi se sia vero o sia una montatura

brustef1 ha detto...

Don Marco, Lei è certamente una persona brillante e preparata, ma forse frequenta gente con problemi di alfabetizzazione. Un piccolo esempio: da anni, e prima del Motu Proprio, in una chiesetta ai confini tra Friuli e Veneto, un cospicuo gruppo di marziani -compreso il sottoscritto- organizza una messa in rito gregoriano in occasione della Madonna del Rosario. Le garantisco che la chiesetta è sempre stracolma, e le adesioni numerosissime. Il vescovo, dopo qualche tentennamento, ci ha solo chiesto di non farne una manifestazione di folklore. So che iniziative analoghe, non pubblicizzate, avvengono in molti luoghi d'Italia. La messa che si celebra tutti i giorni a San Simeon Piccolo, a Venezia, è sempre affollatissima. Sarò anche un nobile decaduto, ma siccome viaggio spesso ho assistito a San Antonio, in Texas (non a Scurcola Marsicana), dove credo che la categoria dei nobili decaduti sia inesistente, ad una perfetta messa tridentina celebrata da un giovanissimo sacerdote, in una chiesa pienissima di persone di ogni età. Idem in Francia. Forse il problema è soprattutto italiano, e lo dimostra il fatto che all'estero Benedetto XVI sia apprezzatissimo da cattolici e laici, mentre in Italia viene regolarmente disprezzato. Temo che gli italiani debbano tornare all'abc, e forse i preti dovrebbero aiutarli un po', ammesso che siano in grado di farlo.

Anonimo ha detto...

Caro Brustef qunado mi chiamano a parlare di sicuro non chiedo di esibire nessun titolo accademico, se sono analfabeti o nobili in auge non lo so, ho solo detto che nessuno mi ha mai chiesto nulla, se poi mi fan trovare davanti dei cadaveri o degli idioti o degli ignoranti o dei cerebrolesi decisamente non lo so. Ho solo detto quel che ho visto in questo ultimo anno.
Cmq giusto per essere precisi..... la messa in Rito gregoriano non la conosco, forse è precedente alla riforma di Pio V?? Magari qualcuno si è accorto che esiste qualcosa di più antico, e dopo la rivelazione fino a Pio V non ci sta un vuoto, era ora!!
poi ho chiesto di sapere quanti e dove stanno....se Mons. Perl dice di avere la scrivania intasata dalle lamentele per la statistica matematica almeno un caso mi sarebbe dovuto capitare non trovi??

euge ha detto...

Rispondo ad areki lei è di Roma? per favore mi dica dove si celebra in Latino a parte nella chiesa di Via Giulia lei sa dove ce ne sono delle altre? A don Marco dico io non sono ne una nobile decaduta ne tantomento una ammalata tradizionalista. Sono una ragazza di 42 anni che ha sentito parlare del rito tridentino e che vorrebbe assistere a qualcosa che ha fatto parte e fa parte tuttora del patrimonio culturale della chiesa o sbaglio? Continuo a dire che non c'è nessun male a celebrare in latino con il messale del 1962 e che tutte le assurde paure di certi vescovi, che hanno più il sapore di una specie di schiaffo morale al Papa, di un ritorno allo spirito pre conciliare, mi sembrano quanto mai ossessive. Vorrei ancora sottolineare, come il Papa fin dall'inizio, abbia inteso il Motu Proprio, come uno strumento di riappacificazione con chi si è allontanato dalla chiesa di Roma. " nella chiesa c'è posto per tutti " ricordiamole queste parole. In fondo l'ecumenismo secondo il mio modestissimo parere, passa anche da lì.

Anonimo ha detto...

Per Euge... non sono di Roma, ma abito vicino Avezzano. A Roma una messa in rito antico si dice anche al mattino nella Chiesa di Sant'Antonio in via Merulana (antonianum) consulta il sito Una Voce dove ci sono i posti in cui si celebra questa Messa anche a Roma.

Anonimo ha detto...

Stasera mi hanno detto che un parroco di Avezzano al timido accenno di un gruppo di fedeli richiedenti la Messa di San Pio V ha detto che non se ne parla proprio (e dire che il gruppo era formato da molti cantori che cantano canti gregoriani)... Caro don Marco conferenziere ti consiglio di fare tu una bella conferenza sulla Messa di San Pio V, per la tua gioia ti comunico che stasera ho parlato con due seminaristi (non di seminari tradizionalisti, ma di un normale seminario regionale) molto ben disposti circa la Messa antica, nonostante la "cattiva educazione" che qualche volta ricevono

Luisa ha detto...

Penso che don Marco dovrebbe fare un giretto su internet e troverebbe risposta ad una parte delle sue domande.
Vedrebbe così quanti sono i siti dedicati, anche in Italia, alla Tradizione, al rito antico, da chi lo ama, da chi lo domanda, e sono spesso, giovani.
Basta sapere che il convegno sul SP a Roma in questi giorni è organizzato da Giovani e Tradizione.
Senza dubbio don Marco ha fatto il giro d`Italia, ma non penso che malgrado la sua competenza abbia fatto il giro di tutte le realtà o parlato a tutta la popolazione!
Nessuno pretende che chi ama il rito antico, la Tradizione, sia un maggioranza, ma esistono e sono una componente viva e giovane della nostra Chiesa, che ciò piaccia o meno a chi conosce e celebra solo con il NOM e sembra credere che una nuova Chiesa è nata con il CV II.
Come è una tristissima realtà quella che ha richiamato Mons. Per, l`opposizione di principio, ideologica di troppi vescovi.

brustef1 ha detto...

Per don Marco: "rito gregoriano" è il nome corretto della "forma straordinaria", perché questa messa in realtà non è mai stata vietata. Così sostiene il card. Castrillòn Hoyos in tutti i suoi interventi

euge ha detto...

Grazie areki!