9 maggio 2007
Conferenza stampa del Papa sull'aereo Roma-San Paolo: la ricostruzione di Radio Vaticana
Il viaggio del Papa in Brasile: "Vengo con grande gioia nel Continente della speranza"
Benedetto XVI è partito per il Brasile, suo sesto viaggio apostolico extra-italiano: al centro della visita l’inaugurazione della V Conferenza generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi ad Aparecida domenica 13 maggio. L’aereo papale, un Boeing 777 dell’Alitalia, è decollato dall’aeroporto di Fiumicino alle 9.08. L’arrivo del Papa è previsto per le 16.30 a San Paolo: saranno le 21.30 in Italia. Sull'aereo che lo sta portando in Brasile, il Papa ha tenuto la tradizionale conferenza stampa con i giornalisti. Ce ne parla Sergio Centofanti
“Amo molto l’America Latina": è quanto ha detto ai giornalisti il Papa che ha espresso la sua “grande gioia” di recarsi nel “Continente della speranza” per annunciare la bellezza di essere cristiani. ''Finalita' primaria di questo viaggio – ha detto - è la V Conferenza generale dell’Episcopato dell'America Latina e dei Caraibi”: il viaggio ha quindi, “di per sé, un contenuto specificamente religioso: dare la vita in Cristo e farsi discepoli di Cristo”. Ma la missione religiosa della Chiesa - ha aggiunto – pone “le condizioni per le soluzioni necessarie ai grandi problemi sociali e politici dell'America Latina''. E questo anche se “la Chiesa in quanto tale non fa politica ma rispetta la laicità”: la Chiesa, infatti, vuole formare dei credenti “capaci di essere testimoni di Cristo” nella società, maturi sia riguardo alle “virtù personali” che alle “grandi virtù sociali”.
Benedetto XVI ha parlato della proclamazione del primo santo nato in Brasile, il frate francescano Antonio de Sant’Anna Galvão, uomo “di riconciliazione e di pace”. E si è soffermato sull’impegno della Chiesa contro la violenza: “chi ha fede in Cristo, in questo Dio di riconciliazione che con la Croce ha posto il segno più forte contro la violenza non è violento e aiuta gli altri a non essere violenti … e mobilita le forze contro la violenza”.
A una domanda sulla teologia della liberazione Benedetto XVI ha ricordato che oggi la situazione è profondamente cambiata: la Chiesa - ha ribadito - è fortemente impegnata per la giustizia ma nello stesso tempo opera un discernimento per evitare i falsi millenarismi che credono di poter realizzare dalle rivoluzioni un sistema sociale perfetto.
Il Papa ha parlato anche di Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di San Salvador ucciso nel 1980 mentre celebrava la Messa: è un ''grande testimone della fede'' - ha detto - e non dubita ''che la sua persona meriti la beatificazione'', anche se la sua figura – ha precisato - va liberata da quelle deformazioni ideologiche di quanti hanno cercato di appropriarsene per motivi politici.
Sulla diffusione delle sette in America Latina il Papa ha affermato che sono un segno che le persone hanno "sete di Dio". La Chiesa deve rispondere a questa esigenza su un piano molto concreto nella consapevolezza che oltre ad annunciare il messaggio cristiano, occorre aiutare le persone a trovare condizioni di vita giuste, micro e macroeconomiche. Ad una domanda sui politici che in Messico hanno appoggiato la legge sulla depenalizzazione dell’aborto, il Papa ha sottolineato la necessità della coerenza per i politici cristiani, ribadendo che la Chiesa annuncia il Vangelo della vita: “la vita è un dono, non è una minaccia”.
Il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, commentando alcuni lanci di agenzia in merito alla risposta del Papa, ha precisato che non essendo stata dichiarata alcuna scomunica da parte dei vescovi messicani per quei politici, Benedetto XVI non ha inteso dichiararla nemmeno lui. L'azione legislativa favorevole all'aborto - ha precisato padre Lombardi - non e' compatibile con la partecipazione all’Eucaristia. ''Ma sono dunque scomunicati?'', gli e' stato chiesto: no - ha precisato padre Lombardi - si autoescludono dalla Comunione''.
E in volo verso il Brasile Benedetto XVI ha inviato i tradizionali telegrammi ai capi di Stato dei Paesi sorvolati. Il Papa ha scritto al presidente della Repubblica italiana, della Francia, dell’Algeria, della Repubblica islamica di Mauritania e del Senegal, assicurando la sua preghiera per lo sviluppo delle Nazioni. Al presidente Giorgio Napolitano il Santo Padre ha espresso fervidi auspici per il benessere spirituale, civile e sociale del popolo italiano, mentre il capo dello Stato, ha risposto di essere certo che la parola del Papa, in Brasile, “saprà ancora una volta riaffermare i valori di dignità della persona e di solidarietà posti al centro della sua alta missione apostolica.” “Il Brasile - si legge ancora nel telegramma di Napolitano - ha intrapreso con grande determinazione un cammino di crescita e sviluppo che lo ha portato ad assumere un ruolo di primo piano sulla scena mondiale”. Ma se povertà e diseguaglianza affliggono ancora oggi larghi strati della popolazione brasiliana, il presidente della Repubblica italiana è convinto che la presenza di Benedetto XVI offrirà “a tutti non solo conforto, ma anche speranza e fiducia nell’avvenire”.
Tra circa sette ore, dunque - le 21.30 in Italia, le 16.30 in Brasile - Benedetto XVI toccherà terra sul suolo brasiliano. Dopo il suo discorso ufficiale nello scalo di Guarulhos e il saluto del presidente Lula da Silva, il Papa si sposterà in elicottero a San Paolo e lì potrà abbracciare idealmente una prima volta la popolazione quando, in serata, si affaccerà dalla loggia dello storico Monastero di Sao Bento, situato nel cuore della metropoli, dove una folla di fedeli sarà pronta ad accogliere la sua benedizione. Il nostro inviato a San Paolo, Alessandro Gisotti, ha colto l'atmosfera e le emozioni di questa vigilia ormai al termine. Il servizio:
Il popolo brasiliano getta il cuore oltre l’ostacolo delle difficoltà quotidiane e si appresta ad accogliere con gioia Benedetto XVI. I giornali raccontano la storia di persone semplici, spesso di umili origini, che vivono con emozione e un pizzico d’orgoglio l’avvenimento tanto atteso. Un uomo di 79 anni sta percorrendo a piedi 260 chilometri per andare ad Aparecida, dove il Papa celebrerà la grande Messa di domenica 13 maggio. Un anziano lustrascarpe di 75 anni, che da mezzo secolo lavora davanti al monastero Sao Bento dove alloggerà il Papa, sogna di poter lustrare le scarpe al Santo Padre. Grande risalto sui media viene riservato all’incontro con i giovani allo stadio Pacaembu di San Paolo e alla Messa per la canonizzazione di Frei Galvao, primo Santo nato in Brasile.
I quotidiani offrono servizi speciali e veri e propri vademecum per seguire passo dopo passo la visita pastorale di Papa Benedetto. Numerosi i commenti e le interviste che si soffermano sulle sfide più urgenti per la Chiesa del Paese con più cattolici al mondo, dalla famiglia alla difesa della vita, dalla povertà al fenomeno delle sette. Dal canto suo, la Conferenza episcopale brasiliana – riunita in questi giorni a Itaici nello Stato di San Paolo – ha messo a punto un documento di larga diffusione sui fondamenti della fede, dal significativo titolo “Io sono cattolico”. Con la visita del Papa cresce anche l’interesse per le opere del teologo Joseph Ratzinger, che vengono pubblicizzate sulle pagine dei giornali. Non mancano poi le notizie sugli aspetti logistici di un avvenimento che, per 5 giorni, monopolizzerà l’attenzione dei brasiliani e dei cittadini di San Paolo in particolare.
A garantire la sicurezza del Papa e il regolare svolgimento della visita saranno impegnati 3 mila soldati e 5 mila poliziotti. Dieci anni dopo l’ultimo viaggio di Giovanni Paolo II in Brasile, Benedetto XVI troverà una realtà sociale dai due volti. Un Paese che conosce un rinnovato sviluppo economico, ma nel quale la diseguaglianza sociale è ancora una piaga da sanare. San Paolo, con i suoi 20 milioni di abitanti, è lo specchio del Brasile di oggi. Una metropoli dove i grattacieli si alternano alle favelas, dove la nuova ricchezza convive con la vecchia povertà. Una città dunque anche visivamente divisa, ma che si ritrova unita nell’abbraccio al Santo Padre, nell’intonare ad una voce Bem-Vindo Papa Bento, Benvenuto Papa Benedetto.
Da San Paolo, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana
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