16 maggio 2007
L'analisi impeccabile di una grande vaticanista
Brasile, il Papa “politicamente scorretto” ha parlato a tutto il mondo
di Angela Ambrogetti
CITTA’ DEL VATICANO - Benedetto XVI è un Papa che parla chiaro. Non ha paura di dire cose scomode, non “politicamente corrette”, accomodanti. Ricorda molto il Karol Woytjla degli anni ‘80. Anche nei suoi confronti allora si leggevano commenti di “integralismo e oscurantismo”. Poi le critiche sono cambiate quando alla parola ha sostitutito i gesti, molto mediatici e a volte facili da stravolgere nel loro vero significato. Nel significato che il Papa intendeva. Poi è diventato debole, anziano, molti testi non li scriveva lui. Ma spesso ha difeso il suo Prefetto della Congregazione della Fede da assalti “mediatici” che volevano vedere in Joseph Ratzinger un pensiero diverso da quello di Giovanni Paolo II. E non era così. Basta rileggere i testi. E il viaggio in Brasile è stato la prova evidente di questa continuità assoluta tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Manifesta addirittura in alcuni accenti, come la condanna ai trafficanti di droga, che ricordava quella di Woytjla contro la mafia ad Agrigento. Certo, Papa Benedetto ha un tratto umano molto diverso. Non guida le folle, le ammaestra. Ma la gente comprende perfettamente, si sente amata e trova quello che cerca: chiarezza. E non è poco in un mondo fatto di relativizzazioni. Il viaggio in Brasile è stato certamente un successo, anche se non ha “risolto” i drammi e i problemi del continente. Effetto del resto impossibile da ottenere in qualche giorno. Un viaggio faticoso per un uomo di 80 anni, non proprio sportivo e viaggiatore. Un grande impegno che è stato riconosciuto con un altrettanto grande affetto. Lo abbiamo visto nella Fazenda Della Speranza. Benedetto si è lasciato travolgere dall’entusiasmo, ha imparato a farsi abbracciare e ai ragazzi ha indicato la strada: Gesù. E’ l’incontro con una persona che coinvolge i giovani, non una ideologia o un banale relativismo etico. Lo ha detto ai vescovi riuniti ad Aparecida: i giovani non temono il sacrificio, ma una vita priva di senso. E’ quasi uno slogan. E non solo per i giovani. Come slogan della visita, ma anche della Chiesa del terzo millennio, è la frase rivolta alle clarisse: “Dove la società non vede più alcun futuro o speranza, i cristiani sono chiamati ad annunziare la forza della Resurrezione”. Ancora una volta è chiaro che la chiave di lettura di questo pontificato sono chiarezza ed Amore. E coraggio. Quello di dire le cose come sono, senza la paura, che purtroppo regna ancora in molti ambienti ecclesiali, di essere “politicamente scorretti”. L’Amore non ha bisogno di politica, prudenza e tattica. Ha bisogno di essere vissuto anche a costo del martirio. Il Cristianesimo non è una battaglia sociale, è la “sete di giustizia” di cui parla Gesù, è la sete dell’uomo che si spegne solo in Dio. Gesù Eucaristia, Gesù Logos, Gesù vero uomo che non lasci amai solo l’uomo, non è un “mago” che fa scomparire il dolore. E’ il senso di una esistenza che altrimenti è sconforto e paura. Ma il suo è un amore esigente. Chiede a noi di esserne totalmente coinvolti. Il discorso di Aparecida, scritto e riscritto fino all’ultimo momento dal perfezionista Joseph Ratzinger, è un vero piano pastorale. E non solo per il Brasile.
Aparecida 8 – La nuova evangelizzazione: "Sfruttare anche i mass-media e Internet"
di Angela Ambrogetti
APARECIDA - La conoscenza di Dio attraverso la catechesi e l’Eucaristia è la strada per vivere la vera realtà. E in ciò hanno un grande ruolo i mass-media. Per Benedetto XVI, che ad Aperecida in Brasile ha aperto la V Conferenza generale dell’episcopato Latino Americano e dei Caraibi, è questo uno dei compiti principali dei pastori. “Se non conosciamo Dio in Cristo e con Cristo, tutta la realtà si trasforma in un enigma indecifrabile; non c'è via e, non essendoci via, non ci sono né vita né verità. Ma –prosegue il Papa- come conoscere realmente Cristo per poter seguirlo e vivere con Lui, per trovare la vita in Lui e per comunicare questa vita agli altri, alla società e al mondo? Innanzitutto, Cristo ci si dà a conoscere nella sua persona, nella sua vita e nella sua dottrina per mezzo della Parola di Dio. All’inizio della nuova tappa che la Chiesa missionaria dell'America Latina e dei Caraibi si dispone ad intraprendere, a partire da questa V Conferenza Generale in Aparecida, è condizione indispensabile la conoscenza profonda della Parola di Dio. Per questo, bisogna educare il popolo alla lettura e alla meditazione della Parola di Dio: che essa divenga il suo alimento affinché, per propria esperienza, i fedeli vedano che le parole di Gesù sono spirito e vita (cfr Gv 6,63). Altrimenti, come annuncerebbero un messaggio il cui contenuto e spirito non conoscono a fondo? Dobbiamo basare il nostro impegno missionario e tutta la nostra vita sulla roccia della Parola di Dio. Per questo, incoraggio i Pastori a sforzarsi di farla conoscere. Un grande mezzo per introdurre il Popolo di Dio nel mistero di Cristo è la catechesi. In essa si trasmette in forma semplice e sostanziosa il messaggio di Cristo. Converrà pertanto intensificare la catechesi e la formazione nella fede, tanto dei bambini quanto dei giovani e degli adulti. La riflessione matura sulla fede è luce per il cammino della vita e forza per essere testimoni di Cristo. Per ciò si dispone di strumenti molto preziosi come sono il Catechismo della Chiesa Cattolica e la sua versione più breve, il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. In questo campo non bisogna limitarsi solo alle omelie, conferenze, corsi di Bibbia o teologia, ma si deve ricorrere anche ai mezzi di comunicazione: stampa, radio e televisione, siti di internet, fori e tanti altri sistemi per comunicare efficacemente il messaggio di Cristo ad un gran numero di persone”.
Petrus
Cara Angela, era un piacere quando potevo vederla nel tg di Telepace. Sono felice che ora scriva per il giornale online dell'amico Gianluca.
Leggere i suoi editoriali mi e' sempre di grande insegnamento. La ringrazio :-)
Raffaella
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2 commenti:
Grazie Raffaella! La tua attenzione mi scalda il cuore!
Infondo lavoriamo tutti insieme per la Chiesa!
Angela
Sono io che La ringrazio, cara Angela!!!
Il nostro lavoro è come una preghiera che si alza forte e chiara a sostegno di tutto la Chiesa.
Grazie ancora.
Raffaella
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