3 maggio 2007

L'articolo dell'Osservatore romano


E' un bene leggere direttamente la "fonte" delle polemiche. Sappiamo che spesso la stampa riduce, taglia e manipola. Quindi siamo noi che dobbiamo farci un'idea consultando direttamente l'articolo:

"I vili attacchi al Papa, anche questo è terrorismo"

Anche questo è terrorismo. È terrorismo lanciare attacchi alla Chiesa. È terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell'amore, l'amore per la vita e l'amore per l'uomo. È vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile. Ed usando argomenti risibili, manifestando la solita sconcertante ignoranza sui temi nei quali si pretende di intervenire pur facendo tutt'altro mestiere. Ieri, dunque, al tradizionale concerto del 1° maggio, in piazza San Giovanni, uno dei "conduttori" ha tenuto un piccolo comizio nel quale ha mischiato varie cose e varie aggressioni verbali, dando vita ad un confuso e approssimativo discorso sull'evoluzionismo e sui temi della vita e della morte. Tutto questo di fronte a circa 400.000 persone e ad un più numeroso pubblico televisivo. I sindacati ed altri partecipanti alla manifestazione si sono dissociati dalle parole del "conduttore". Eppure resta il fatto che questo personaggio, al quale purtroppo si è costretti a concedere ora un'immeritata notorietà, da qualcuno è stato scelto. E chi l'ha scelto non ha tenuto conto del momento che stiamo vivendo. Le parole del "conduttore" forse sono solo espressione di una sconcertante superficialità. Ma la loro pericolosità non è altrettanto superficiale. Sono di queste ore gli attacchi e le minacce, pesanti, rivolte al Presidente della Cei, l'Arcivescovo Angelo Bagnasco, cui è arrivata l'apprezzata solidarietà del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si sta battendo con coraggio anche sul tema degli incidenti sul lavoro. Sono di queste ore anche gli slogan nei cortei inneggianti ai terroristi, i messaggi che appaiono su internet, provenienti da "br" in carcere, un'offensiva che cerca di trovare terreno fertile nell'odio anticlericale. Un odio purtroppo coscientemente alimentato da chi fa del laicismo la sua sola ragione d'essere, per convenienza politica. Lo dimostrano le interpretazioni capziose di discorsi fatti dallo stesso Presidente della Cei, discorsi condotti sempre, come si diceva, in nome dell'amore, in difesa del bene dell'uomo, ragionamenti articolati e argomentati, rivolti a chi ha l'onestà di ascoltarli. Eppure qualcuno li ha forzati per aprire una "guerra" strisciante, una nuova stagione della tensione, dalla quale trae ispirazione chi cerca motivi per tornare ad impugnare le armi, per rivitalizzare organizzazioni che hanno perso su tutti i fronti, primo fra tutti quello della storia. Anacronismi. Come quella presenza sul palco a San Giovanni. Un residuato in mezzo a tanti giovani.

Osservatore romano, 2/3 maggio 2007

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