3 gennaio 2008

Moratoria sull'aborto: agitazione e parole grosse


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Rosso "malpela" le furbate di "Repubblica" e il cronista-antipapa del tg3 (il "problema rai" si aggrava sempre piu'...)

Maria dunque, dopo aver dato una carne mortale all’Unigenito Figlio di Dio, è diventata madre dei credenti e dell’intera umanità

La famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, è culla della vita e dell’amore e la prima e insostituibile educatrice alla pace

Intervista esclusiva del cardinale Bertone a "Famiglia Cristiana": "La Chiesa, speranza per il mondo"

NATALE 2007: RACCOLTA DI COMMENTI

Teodem-radicali, e il centrosinistra si spacca

di Emanuela Fontana

L’appello di Giuliano Ferrara per una moratoria sull’aborto, l’appoggio della Chiesa con il cardinale Camillo Ruini, la mozione alla Camera del coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi hanno inciso nuove crepe nella maggioranza, e sempre sul terreno più delicato: l’etica, i valori e quindi la cultura e la storia personale. Ma il dibattito, «la speculazione», lo definiscono nel Pd, riapre antichi schieramenti apolitici: abortisti e antiabortisti. Da una parte chi dice: la legge 194 non si tocca e dall’altra coloro che chiedono modifiche, «adattamenti». Senza obbedienze di partito, con uno scompaginamento dei fronti che rischia di mandare in crisi ancora una volta la debole maggioranza in Senato.
Così ieri si è esposta la teodem della Margherita Paola Binetti (già reduce da un «no» alla fiducia): «Sono disponibile a dare il mio contributo alla formazione di una maggioranza trasversale. La mozione di Bondi è un grande passo». E su di lei si sono subito abbattuti i fulmini della sinistra radicale: «La senatrice Binetti - l’ha condannata la collega Manuela Palermi del Pdci - sta coprendo di vergogna e di ridicolo l’intera coalizione».
Un altro teodem, il senatore Enzo Carra dice «no a strumentalizzazioni» sulla legge 194, ma invita comunque a una «verifica» sull'applicazione. Il dibattito non può essere liquidato con «malafede e sciatteria», ha precisato ieri anche Ferrara al Tg1: moratoria non significa modifica della legge, ma «incentivare politiche contrarie al fatto dell’aborto».
Eppure la tentazione di un intervento sulla 194, «legge datata di 30 anni» la definisce Binetti, cattura. Il responsabile bioetica dell'Udeur, Wanda Ciaraldi, per esempio commenta: «Bisogna adottare la 194 ai progressi della scienza».
Blasfemie per l’ala sinistra della coalizione: «Puntano alla crisi di governo», avverte il senatore di Rifondazione Salvatore Bonadonna.
E non basta il tentativo di pacificazione del ministro della Salute Livia Turco che dice «sì a un dibattito pubblico, ma nessuna modifica della legge 194». Nel governo si espone Barbara Pollastrini: «Sono contraria alla revisione della legge e a ogni volontà strumentale di colpire l’autonomia delle donne». Un’altra donna del Pd, Vittoria Franco, accusa: «Non sembra conoscere sosta il lancio, ormai quasi quotidiano, di antichi anatemi».
Nell’opposizione Forza Italia amplia l’azione avviata da Bondi, e il senatore Gustavo Selva annuncia un intervento sulla stessa linea da presentare a palazzo Madama, sempre «a titolo personale». Anche nel centrodestra infatti non mancano divergenze: «Qualsiasi passo indietro sulla 194 è inaccettabile», frena l’azzurra laica Chiara Moroni. E con lei l’ex radicale Benedetto della Vedova: «Il centrodestra non corra il rischio di divenire un partito confessionale». Sia la Lega, sia An («Questa legge deve essere rivista: ha fallito sulla prevenzione», valuta Gianni Alemanno), che l'Udc accolgono il rinnovato impegno contro l’aborto.
Ma su questo tema Walter Veltroni non sembra intenzionato al dialogo: «Non discuteremo di aborto», ha puntualizzato Alfredo Reichlin, incaricato di redigere la carta dei valori del nuovo partito.

© Copyright Il Giornale, 3 gennaio 2008


Ma la battaglia sull’aborto spiazza pure il Vaticano

di Andrea Tornielli

L’iniziativa della moratoria sull’aborto quale logica conseguenza di quella sulla pena capitale ha visto scendere in campo il cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa: «Si può sperare che da questa moratoria venga anche uno stimolo per l’Italia, quantomeno per applicare integralmente la legge sull’aborto che dice di essere legge che intende difendere la vita, quindi applicarla in quelle parti che davvero possono essere di difesa della vita e forse, a 30 anni ormai dalla legge aggiornarla al progresso scientifico che ad esempio ha fatto fare grandi passi avanti alla sopravvivenza dei bambini prematuri».
Ieri il presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) ha detto che «una moratoria sull’aborto non può non trovare d’accordo chi è da sempre un convinto sostenitore della difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale», mentre Famiglia Cristiana, nell’editoriale del prossimo numero scrive che «l’impegno contro la pena di morte non è diverso da quello contro l’aborto e l’eutanasia, perché è impegno a favore della vita.

Per i cattolici non è una novità, ma per tanti laici (o “laicisti”) sì, se non una sciocchezza».

La proposta di Ferrara sta dunque mietendo consensi nel mondo cattolico e nelle gerarchie ecclesiastiche, che peraltro vanno ripetendo da decenni la loro contrarietà all’aborto e lo scorso febbraio per la 30ª Giornata per la vita avevano intitolato il loro messaggio in questo modo: «La civiltà di un popolo si misura sulla sua capacità di servire la vita». Nessun imbarazzo, dunque, nell’aderire prontamente alla moratoria proposta da un laico attentissimo a quella «questione antropologica» sulla quale sia Papa Ratzinger che il cardinale Ruini hanno attirato e continuano ad attirare l’attenzione.

Ma qualche distinguo, sì. Lo stesso cardinal Ruini, infatti, all’indomani del clamoroso risultato del referendum sulla fecondazione assistita, aveva detto che la Cei non intendeva proporre l’abolizione della 194 e due giorni fa ha ripetuto che un buon obiettivo sarebbe quello di applicarla nella sua completezza, anche in quella parte disattesa che dovrebbe difendere la vita e cercare di aiutare la maternità.

Chi ha letto gli interventi pronunciati dal cardinale Angelo Bagnasco, succeduto a Ruini alla presidenza della Cei nei primi mesi dell’anno appena concluso, si accorge che la priorità è data alla situazione della famiglia. I vescovi temono – e intendono contrastare – qualsiasi «deriva zapaterista» dell’Italia, vale a dire qualsiasi tentativo di introdurre le nozze gay o il «divorzio express». All’origine di questa preoccupazione non c’è soltanto una questione di valori e di principi. C’è una constatazione diretta sul territorio nazionale: grazie all’osservatorio privilegiato delle Caritas – che non ce la fanno più ad aiutare il numero sempre crescente di nuovi poveri – ci si è resi conto dell’aumento esponenziale del numero di persone in difficoltà perché uscite da un divorzio o da una separazione. L’aumento dei poveri, vera emergenza nazionale, è legato in modo consistente allo sfaldarsi del tessuto delle famiglie e alla mancanza di una rete di sostegno.

Per questo i vescovi continuano a richiedere politiche di reale sostegno alla famiglia. Ribadiscono l’interesse per la questione cruciale della difesa della vita, dal suo nascere alla sua fine naturale, al tempo stesso manifestano qualche preoccupazione per l’effetto detonatore che il riaprirsi della questione della 194 potrebbe suscitare nel rapporto tra laici e cattolici nel nostro Paese.

© Copyright Il Giornale, 3 gennaio 2008

Ottimo Tornielli: politici...DRINNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN!!
Ne' il Vaticano ne' il cardinale Ruini hanno parlato di abrogazione della legge 194, ma di una effettiva applicazione della stessa che, ricordiamolo, tutela la maternita'.
La reazione scomposta di certi politici lascia pensare che si debba crescere ancora molto nella capacita' di dialogo con tutti.
Alcune prese di posizione preventive sono decisamente "fuori luogo".

R.

6 commenti:

euge ha detto...

Cara Raffaella chissà perchè quando la chiesa e Ruini parlano certi giornalisti volutamente capiscono fischio per fiasco......... la moratoria sulla 194 non fa piacere a chi considera la vita umana un accessorio che si può assoggettare alla propria volontà od al proprio piacere senza nessuna riserva. Mi domando perchè certi signori ed anche giornali che tanto hanno osannato la moratoria sulla pena di morte peraltro giusta, sbeffeggiano la moratoria sull'aborto non è un omicidio anche quello? Cosa facciamo quando si tratta di pena di morte allora la vita ha un valore e quando si tratta di aborto no? La vita ha sempre e comunque un valore e allora va difesa sempre non solamente quando ci si guadagnano voti politici o consenso popolare.
Eugenia

Anonimo ha detto...

Ciao raffaella, Buon anno! Sono tornato dalla germania ieri (molto bello, sono stato a Colonia) e ho visto che c'è stata un po' di agitazione in giro... Non voglio qui commentare alcunchè, ma voglio avvisarti che ci sono due interessanti articoli del Corriere di ieri e del 31 dicembre 2007 in terza pagina o nelle pagine culturali. Dai vari articoli di questi giorni si cambia un po' argomento... Il più recente parla del rapporto cattolici-musulmani alla luce delle ultime vicende, quello del 31 dicembre fa parte delle cosiddette "curiosità del papa". Ad esempio, perchè porta le scarpe rosse? l'articolo parla anche del card. Scola e è intitolato al cardinale che rivela di aver avuto da giovane simpatia per il marxismo. Con questo, di nuovo ti auguro un felice anno 2008 e ti ringrazio per il tuo grande lavoro! Auguro di cuore anche a tutti gli amici del blog e al papa un 2008 pieno di gioia e speranza! Sono sicuro che anche quest'anno il papa ci regalerà tanti bei momenti! Grazie! Marco

Anonimo ha detto...

Grazie, Marco, bentornato e grazie delle indicazioni :-)

Anonimo ha detto...

Vi segnalo questa Ansa sugli evangelici italiani (gli americani sono ben diversi) e l'aborto. Saluti, Eufemia.
ABORTO: EVANGELICI, INCONCEPIBILE ACCOMUNARLO A PENA MORTE

(ANSA) - ROMA, 3 GEN - ''Non e' concepibile'' accomunare
aborto e pena di morte, come invece viene proposto da Giuliano
Ferrara. Lo ha dichiarato oggi la pastora Letizia Tomassone,
vice presidente della Federazione delle chiese evangeliche in
Italia (Fcei). I protestanti italiani entrano cosi' nel
dibattito sull'aborto riapertosi con la provocazione lanciata
dal 'Foglio', che ha chiesto una moratoria dell'aborto dopo
sulla pena di morte votata il mese scorso dall'Assemblea
generale dell'Onu.
''L'autonomia riproduttiva delle donne e' uno dei diritti
umani fondamentali - dice Tomassone. Non si possono obbligare le
donne ad avere figli o a portare avanti gravidanze
indesiderate''.
''Un figlio, una figlia - prosegue la vice presidente della
Fcei -, sono iscritti nel desiderio della madre che disegna con
la creatura concepita una relazione densa di significato e di
vita. Quando questo non avviene, perche' il concepimento e'
frutto di violenza o di frettolosa superficialita' ed errore, la
donna deve essere messa in grado di interrompere la gravidanza.
Fino a quel momento sono infatti in gioco la responsabilita' e
la liberta' che lei ha sviluppato nella sua vita''.
''Per questo - aggiunge - il senso di liberta' individuale,
che e' riconosciuto e considerato oggi in Occidente come il
fondamento del diritto civile, fa parte della costruzione della
dignita' femminile. La donna non e' un puro contenitore di vita
concepita altrove. E' un soggetto libero che crea relazione con
questa vita. Negare che l'interruzione di gravidanza si
inserisca in questo processo relazionale significa riportare le
donne a un obbligo biologico che non ci appartiene piu'''.
Secondo Tomassone, ''in questa riapertura del dibattito sulla
194 una cosa sola e' importante: che si fermi l'attenzione su
una educazione libera e critica degli adolescenti e, in modo
diverso, delle donne e uomini immigrati, sulla sessualita' e
sulla decisione di avere figli e figlie''. (ANSA).

Anonimo ha detto...

Grazie Eufemia :-)

mariateresa ha detto...

Interessante Eufemia. Io mi permetto di dire che non credo proprio che tutti i protestanti, che sono un mondo che più variegato non si può, la pensano in questo modo. In Italia e nel mondo.Ci scommetto le palline, intese come biglie da gioco, naturalmente.