5 marzo 2008
Bartolomeo I: l’amore di Dio abbatte i muri tra i popoli. Domani incontro con il Papa in Vaticano
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Bartolomeo I: l’amore di Dio abbatte i muri tra i popoli
Il patriarca ortodosso ieri a Grado, Aquileia e Trieste: «La diplomazia divina non vede l’uomo come un avversario ma come un figlio amato da educare ad amare suo padre»
DAL NOSTRO INVIATO A TRIESTE
MATTEO LIUT
Forte di radici storiche, culturali e religiose che affondano in fitti scambi con l’Oriente e teso verso un nuovo protagonismo nell’Europa unita ridisegnata dalla caduta di confini e dall’incontro sempre più frequente di lingue e culture. È un Nordest vivace, vero laboratorio di unità e dialogo, quello che si è presentato al patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ospite a Trieste in occasione dei 225 anni dalla nascita della comunità greco- ortodossa del capoluogo giuliano. Un viaggio fitto di eventi e appuntamenti che ieri pomeriggio ha portato Bartolomeo I a fermarsi prima a Grado, dove il patriarca ha donato alla comunità locale un’icona di Sant’Eufemia, cui è dedicata la Basilica dell’isola, e poi nella Basilica di Aquileia, sede dell’antico patriarcato «madre» delle diocesi non solo del Nordest italiano ma di tutta l’area che oggi tocca circa sei nazioni arrivando fino in Germania e in Ungheria.
Qui il patriarca di Costantinopoli, accompagnato dall’arcivescovo Gennadios metropolita dell’arcidiocesi greco ortodossa d’Italia e da un folto seguito, ha presieduto una solenne preghiera ecumenica assieme all’arcivescovo di Gorizia, Dino De Antoni, alla presenza dell’arcivescovo Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, dei vescovi della regione oltre ad alcuni pastori sloveni.
Una celebrazione aperta da De Antoni, che ha ricordato l’antico rapporto di vicinanza spirituale e amicizia tra Aquileia e Costantinopoli, tra san Cromazio, vescovo aquileiese di cui quest’anno si ricordano i 1600 anni dalla morte, e san Giovanni Crisostomo, pastore di Costantinopoli di cui Bartolomeo I è successore. «Credo che questa visita possa rappresentare oggi, dopo sedici secoli, il desiderio ardente di san Giovanni Crisostomo di incontrare san Cromazio per abbracciarlo e ringraziarlo» ha detto il patriarca, che ha voluto donare alla Chiesa locale un’icona di san Cromazio, e che nell’omelia ha ricordato come «nei primi secoli Aquileia fosse un vero punto di incontro tra Oriente e Occidente».
«Siamo qui per dirvi che anche noi vi amiamo – ha aggiunto Bartolomeo I –. Oggi, in un tempo in cui le distanze non fanno più paura, è la distanza tra le Chiese che ci fa sentire la solitudine. Solo se le Chiese sapranno convertirsi all’amore di Dio sapranno comprendersi nella verità». Al termine della celebrazione, De Antoni ha donato al patriarca alcune reliquie dei santi Canziani, martiri della Chiesa aquileiese dei primi secoli.
Ma la presenza di Bartolomeo I nel FriuliVenezia Giulia, oltre ad offrire la possibilità alle locali comunità ortodosse greca e serba di ricordare il loro particolare contributo a questa terra di confine, ha visto un intenso dialogo con le istituzioni civili, in particolare con l’ateneo triestino che ieri mattina ha conferito all’arcivescovo di Costantinopoli la laurea honoris causa in Scienze internazionali e diplomatiche. Una solenne cerimonia che ha visto la presenza di Eugenio Ravignani, vescovo di Trieste, del rettore dell’università Francesco Peroni e di numerose autorità accademiche e civili. A leggere la motivazione e proclamare la laudatio è stato Domenico Coccopalmerio, preside della Facoltà di Scienze politiche, che ha ricordato l’impegno di Bartolomeo I a favore della salvaguardia del creato. Il patriarca ha poi tenuto una lectio magistralis sul tema «La diplomazia di Dio e la diplomazia degli uomini». La prima, ha ricordato nel discorso, «non vede l’uomo come un avversario che deve essere sconfitto, ma come un figlio amato, che deve essere educato ad amare suo padre».
Anche la diplomazia di Dio usa i mezzi di quella umana, seppure in maniera totalmente diversa, «ma soprattutto usa l’umiltà, la kenosi, l’amore, l’autosacrificio». Infine, ha concluso Bartolomeo I, Dio «non minaccia di fare lui stesso qualcosa di male all’uomo disobbediente, ma sottolinea semplicemente che lontano dal suo amore, l’uomo sarà privato della beatitudine di figlio che ama e che è amato». Un chiaro invito a fare della «metodologia di Dio» una scuola di incontro e confronto tra culture, lingue e popoli diversi. Una lezione, che, come già sottolineato dal patriarca nei giorni scorsi, l’intera Europa può imparare da questo lembo di terra a cavallo tra l’Adriatico e le Alpi.
© Copyright Avvenire, 5 marzo 2008
COMUNICATO DELLA CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI, 05.03.2008
Il Patriarca Ecumenico, Sua Santità Bartolomeo I, ha accolto l’invito che gli ha rivolto il Pontificio Istituto Orientale in occasione del 90° anniversario della sua fondazione, e compirà una breve visita a Roma dal 5 al 7 marzo c.m.
Il Patriarca all’inizio della sua permanenza a Roma si intratterrà con il Santo Padre nel corso di un’udienza privata, il 6 marzo mattina, che si concluderà con una breve preghiera del Papa e del Patriarca nella Cappella di Urbano VIII al Palazzo Apostolico.
Il pomeriggio dello stesso giorno sarà dedicato all’Atto Accademico che Bartolomeo I presiederà nell’aula magna del Pontificio Istituto Orientale. Dopo una breve sosta di preghiera nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, dove saluterà l’Arciprete della Basilica, Sua Eminenza il Cardinale Law, il Patriarca sarà accolto dal Gran Cancelliere dell’Istituto, Sua Eminenza il Cardinale Leonardo Sandri e dalle Autorità accademiche, e terrà una lezione magistrale dalla Cattedra dedicata a Sir Daniel & Countess Bernardine Murphy Donohue, dal titolo: «Theology, Liturgy and Silence: Fundamental Insights from the Eastern Fathers for the Modern World».
Durante il suo breve soggiorno, il Patriarca sarà accompagnato dall’Em.mo Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali Sua Eminenza il Cardinale Sandri e dall’Ecc.mo Segretario Mons. Antonio Maria Vegliò, oltre che da Sua Eminenza il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Il Patriarca, accolto in Vaticano, presso la Domus Sanctae Marthae, è accompagnato da Sua Eminenza il Metropolita Gennadios, Arcivescovo ortodosso d'Italia e Malta, Esarca per l'Europa Meridionale, da Sua Eminenza Athanasios, Metropolita di Helioúpolis e Theira [Fanar], da Sua Eminenza Ioannis, Metropolita di Pergamo [Presidente ortodosso della «Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme»]. Il Patriarca giungerà a Roma da Trieste, dove l’Università degli Studi della Città gli ha conferito un dottorato honoris causa in Scienze internazionali e diplomatiche, e dove il Patriarca ha svolto un programma religioso molto denso, che l’ha condotto anche a Grado, Aquileia e Montaner.
Bartolomeo I, dopo la storica visita ad Istanbul di Benedetto XVI, per la festa di Sant’Andrea 2006, aveva incontrato di nuovo Sua Santità a Napoli, nell’ottobre scorso. I contatti frequenti e gli scambi che hanno caratterizzato anche questi anni più recenti tra le sedi di Roma e di Costantinopoli, così come la riattivazione della Commissione internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme, coordinata dal Patriarcato ecumenico (Plenaria di Ravenna, ottobre 2007), sono segni eloquenti. Anche recentemente Papa Benedetto XVI ha affermato: «L’unità con Dio e con i nostri fratelli e sorelle è un dono che viene dall’Alto, che scaturisce dalla comunione d’amore tra Padre, Figlio e Spirito Santo e che in essa si accresce e si perfeziona. Non è in nostro potere decidere quando o come questa unità si realizzerà pienamente. Solo Dio potrà farlo! Come San Paolo, anche noi riponiamo la nostra speranza e fiducia "nella grazia di Dio che è con noi"»1.
La «comunione d’amore tra Padre, Figlio e Spirito Santo» guida ed arricchisce questi incontri fraterni.
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1 Omelia durante la celebrazione dei Vespri per la conclusione della "Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani" 2008.
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