5 marzo 2008

Ratzinger riforma Lutero "Aveva molte idee cattoliche" (Galeazzi per "La Stampa")


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Ratzinger riforma Lutero "Aveva molte idee cattoliche"

Il Papa teologo convoca i suoi allievi per un seminario di studio sull’eretico

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO
Riformatore invece che eretico. Con i suoi ex allievi, Joseph Ratzinger discuterà del connazionale Martin Lutero e di protestantesimo in un seminario a porte chiuse che si svolgerà a inizio settembre nella residenza pontificia di Castel Gandolfo. La questione al centro del forum «chez» Benedetto XVI è se il monaco tedesco che nel Cinquecento spaccò in due la cristianità voleva creare una frattura o, invece, intendeva sì riformare, ma senza traumi, la storia millenaria della Chiesa. La tesi di fondo, condivisa dal «Papa professore» e dai suoi ex studenti, è proprio quella che Lutero avesse idee «più cattoliche» di quanto abbia stabilito la storiografia nel corso dei secoli.

Una rivalutazione del «gran rivoluzionario» che potrebbe aiutare il dialogo con il mondo protestante. Saranno pubblicate le conclusioni delle giornate di studio del «Ratzinger Schülerkreis», ossia del circolo degli ex allievi dell’università di Ratisbona.

Un appuntamento al quale l’ex docente non è mai mancato, né dopo esser stato nominato arcivescovo di Monaco, né dopo il suo incarico alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, né dopo il conclave dell’aprile 2005.

«La scelta di Lutero come tema di quest’anno è un segnale di attenzione che favorirà il clima di incontro con i protestanti- spiega il cardinale tedesco Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani-. Da Lutero abbiamo molto da imparare, a cominciare dall’importanza attribuita alla parola di Dio. Il seminario del Santo Padre con i suoi ex allievi è espressione di una visione più positiva, di una concezione meglio articolata di Lutero come figura che ha anticipato aspetti che la Chiesa ha nel tempo riscoperto e inscritto nel proprio percorso».

In particolare, precisa il cardinale Kasper, il padre della Riforma «ha giustamente insistito molto sull’importanza della Sacra Scrittura, anche se poi ha distaccato l’interpretazione del Vangelo dal magistero della Chiesa». Una «differenza essenziale» che non annulla, però, l’«originalità e la forza del contributo di Lutero». I luterani oggi sono novanta milioni, quasi tutti in Germania e Scandinavia.

I sacerdoti, i teologi, i filosofi che studiarono teologia con Joseph Ratzinger all’epoca in cui insegnava negli atenei tedeschi (c’è anche un cardinale, l’arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn) analizzeranno un argomento apparentemente specialistico ma dalle ampie ripercussioni culturali e religiose: la successione apostolica. Gli apostoli, infatti, hanno trasmesso la loro autorità ai vescovi. Ma mentre per i cattolici e per gli ortodossi questo «passaggio di consegne» è la garanzia che la tradizione non vada persa, per la maggior parte dei protestanti la successione apostolica va intesa solo come successione della parola di Dio e non delle strutture ecclesiastiche, che rimangono teologicamente leggere e non si frappongono tra il credente e Dio.

Alcuni studi realizzati di recente in Germania e nel Nord Europa, però, hanno iniziato a istillare un dubbio. Non sarà che questa distinzione era intesa da Lutero in modo meno rigido di quanto non sia sembrato nel corso dei secoli? In Svezia, per esempio, la Chiesa protestante riconosce la successione apostolica in un modo che è più vicino al mondo cattolico. La riabilitazione ratzingeriana del monaco eretico ha radici antiche. Già da cardinale invitava a riflettere «molto seriamente» sul frate agostiniano e a «salvare ciò che vi è di grande nella sua teologia». Senza tacere il punto critico («Lutero non poteva più condividere quella certezza che nella Chiesa riconosce una coscienza comune superiore all’intelligenza e alle interpretazioni private. Così la relazione fra la Chiesa ed il singolo, fra la Chiesa e la Bibbia era radicalmente mutata»), Joseph Ratzinger, «parlando della situazione tedesca, che conosco dall’interno», sottolineava di «essere amico di protestanti davvero spirituali». E che «c’è davvero da parte protestante un nuovo interesse nei riguardi di elementi fondamentali della realtà cattolica».

Da anni, d’estate, il professor Ratzinger raccoglie intorno a sé gli allievi dell’epoca in cui insegnava teologia. La consuetudine non si è interrotta con l’ascesa di Ratzinger al soglio pontificio.

© Copyright La Stampa, 5 marzo 2008 consultabile online anche qui

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