5 marzo 2008

BENEDETTO XVI: UDIENZA, “LA LITURGIA CRISTIANA NON È UN RICORDO”


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BENEDETTO XVI: UDIENZA, “LA LITURGIA CRISTIANA NON È UN RICORDO”

“La liturgia cristiana non è il ricordo di avvenimenti passati, ma l’attualizzazione di realtà invisibili che agiscono nella vita di ognuno”. A ribadirlo è stato oggi il Papa, che durante l’udienza dedicata alla figura di san Leone Magno ne ha citato i “bellissimi sermoni”, quasi 100 e scritti in uno “splendido e chiaro latino”, e le circa 150 lettere, testimonianza del “servizio alla verità nella carità” tipico di uno dei pontificati “più importanti”nella storia della Chiesa. “Leone Magno – le parole di Benedetto XVI – seppe essere vicino al popolo e ai fedeli con l’azione pastorale e la predicazione. Animò la carità in una Roma provata dalle carestie, dall’afflusso dei profughi,dalle ingiustizie e dalla povertà”. Inoltre, “contrastò le superstizioni pagane l’azione di gruppi manichei”. Sul piano pastorale, san Leon Magno per il Papa “legò la liturgia alla vita quotidiana dei cristiani, unendo la pratica del digiuno alla carità e all’elemosina”. In uno dei suoi sermoni, Leone invita a celebrare la Pasqua “in ogni tempo dell’anno, non tanto come qualcosa di passato, quanto piuttosto come un evento del presente”. Salutando i pellegrini di lingua italiana, il Papa ha rivolto un saluto particolare alle religiose infermiere di diverse Congregazioni, esortandole a “vedere sempre nei malati il volto di Cristo”.


BENEDETTO XVI: UDIENZA, “VIVERE IL TEMPO DELLA SCUOLA” PER “AUTENTICA FORMAZIONE INTEGRALE”

“Vi ringrazio per la vostra presenza così numerosa ed auguro a ciascuno di vivere questo tempo della scuola come occasione propizia per una autentica formazione integrale”. Questo il saluto e l’augurio rivolto oggi dal Papa agli insegnanti, gli alunni e i genitori delle scuole gestite dalle Apostole del Sacro Cuore di Gesù. Anche l’udienza generale di oggi, infatti, si svolge in due momenti distinti: nella Basilica vaticana, dove Benedetto XVI ha incontrato gruppi di studenti, e in Aula Paolo VI, dove il Papa terrà la catechesi odierna, soffermandosi sulla figura di San Leone Magno e proseguendo, così, il ciclo di catechesi sui padri apostolici, dopo le ultime cinque dedicate alla figura di Sant’Agostino. Agli studenti, il pontefice ha inoltre augurato di “rafforzare la vostra adesione al Vangelo per essere sempre disponibili e pronti a compiere la volontà del Signore”.


BENEDETTO XVI: UDIENZA, IL “PRIMATO ROMANO” È “NECESSARIO” PER “SERVIRE L’UNICA CHIESA DI CRISTO”

Quello del successore di Pietro è un “ruolo unico nella Chiesa”, perché “a un solo apostolo è affidato ciò che a tutti gli apostoli è comunicato”. A ribadirlo è stato oggi il Papa, citando uno dei “bellissimi sermoni” di san Leone Magno, “primo vescovo di Roma a portare il nome di Leone” e ”primo papa di cui ci sia giunta la predicazione”, la cui figura è stata al centro dell’udienza generale. “E’ spontaneo pensare a lui anche nel contesto delle attuali udienze generali del mercoledì – le parole di Benedetto XVI – appuntamenti che negli ultimi decenni sono divenuti per il vescovo di Roma una forma consueta di incontro con i fedeli e con tanti visitatori provenienti da ogni parte del mondo”.

Il pontificato di Leone Magno, che durò oltre 21 anni, ha ricordato il Papa, “è stato senza dubbio uno dei più importanti nella storia della Chiesa”.

Leone Magno, per il pontefice, avvertì “con particolare urgenza le responsabilità dl successore di Pietro”, e “queste responsabilità il pontefice seppe esercitare, in Occidente come in Oriente, intervenendo in diverse circostanze con prudenza, fermezza e lucidità attraverso i suoi scritti e mediante i suoi legati”. In questo modo, secondo il Papa, “mostrava come l’esercizio del primato di Pietro fosse necessario allora, come lo è oggi, per servire la comunione, caratteristica dell’unica Chiesa di Cristo”.
San Leone Magno, ha proseguito Benedetto XVI, “fu sostenitore e promotore instancabile del primato romano, proponendosi come autentico erede dell’apostolo Pietro: di questo si mostrarono ben consapevoli i numerosi vescovi, in gran parte orientali”, riuniti nel Concilio di Calcedonia del451, “traguardo sicuro” della “cristologia” dei tre Concili ecumenici precedenti:quello di Nicea del 325, quello di Costantinopoli del 351 e quello di Efeso del431. “San Leone Magno, con la lettera al Concilio di Efeso – ha ricordato Benedetto XVI concludendo la catechesi dell’udienza a braccio – ha dato un contributo essenziale” a tale cristologia, “e ha confermato con parole che valevano allora e che valgono per sempre quanto disse S. Pietro a Cesarea di Filippi: ‘Con Pietro e come Pietro, tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente, vero Dio e vero uomo’. Nella forza di questa fede cristologica, san Leone Magno è stato un grande portatore di pace e di amore”. “Nella fede” cristologica, ha esortato il Santo Padre, “impariamo la carità, e diciamo: credo in Cristo vero Dio e vero uomo”, per “realizzare questa fede ogni giorno nell’azione di pace e dell’amore verso il prossimo”.

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