3 marzo 2008
Il Papa: "Nell’evangelizzazione e nella sfida dell’educazione rendete attuale il carisma di Don Bosco, consacrandovi senza riserve a Dio e ai giovani"
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Nell’evangelizzazione e nella sfida dell’educazione rendete attuale il carisma di Don Bosco, consacrandovi senza riserve a Dio e ai giovani: l’esortazione del Papa ai salesiani all’apertura del loro 26.mo Capitolo generale
Anche in questo nostro tempo, rendete attuale e fecondo il carisma di Don Bosco consacrandovi senza riserve a Dio e ai giovani: è l’esortazione di Benedetto XVI ai salesiani nel messaggio al Rettore Maggiore Pascual Chávez Villanueva, in occasione del 26.mo Capitolo generale, i cui lavori si sono aperti oggi a Roma. Nel documento, il Papa si sofferma sulle grandi sfide dell’educazione e dell’evangelizzazione, che sin dalla nascita caratterizzano l’attività apostolica della Famiglia Salesiana. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Una profonda spiritualità, l’intraprendenza creativa, il dinamismo apostolico, la laboriosità instancabile, l’audacia pastorale e soprattutto” il “consacrarsi senza riserve a Dio e ai giovani”: i salesiani, scrive Benedetto XVI, devono sempre tener a mente questi tratti distintivi del loro fondatore Don Bosco. Quando si rinuncia a tutto per seguire il Signore, sottolinea il Papa, si diventa “segno di contraddizione”, perché il modo di pensare e di vivere della persona consacrata finisce per trovarsi spesso in contrasto con la logica del mondo”. Ma ciò, rileva, “è motivo di conforto perché testimonia che il suo stile di vita è alternativo rispetto alla cultura del tempo”. A questo fine, avverte, bisogna “vigilare sui possibili influssi del secolarismo” superando un “modello liberale di vita consacrata e conducendo un’esistenza tutta centrata sul primato dell’amore di Dio e del prossimo”.
Ha poi rivolto il pensiero all’evangelizzazione, definita la “principale e prioritaria frontiera” della missione dei salesiani. “Nelle situazioni plurireligiose ed in quelle secolarizzate – è l’invito di Benedetto XVI – occorre trovare vie inedite per far conoscere, specialmente ai giovani, la figura di Gesù, affinché ne percepiscano il perenne fascino”. Centrale è dunque “l’annuncio di Gesù Cristo e del suo Vangelo, insieme con l’appello alla conversione, all’accoglienza della fede e all’inserimento nella Chiesa”. Una parte consistente del Messaggio, il Pontefice la dedica alla pastorale giovanile, indicando in particolare l’apporto dell’educazione nel campo dell’evangelizzazione dei giovani. Senza educazione, avverte, “non c’è evangelizzazione duratura e profonda, non c’è crescita e maturazione”, né si può promuovere un “cambio di mentalità e di cultura”.
I giovani, costata il Papa, “nutrono desideri profondi di vita piena, di amore autentico, di libertà costruttiva; ma spesso purtroppo le loro attese sono tradite e non giungono a realizzazione”. E’ allora “indispensabile aiutare i giovani a valorizzare le risorse che portano dentro come dinamismo e desiderio positivo; metterli a contatto con proposte ricche di umanità e di valori evangelici”. Ciò, prosegue, “richiede a chi li guida di allargare gli ambiti dell’impegno educativo con attenzione alle nuove povertà giovanili, all’educazione superiore, all’immigrazione; richiede inoltre di avere attenzione alla famiglia e al suo coinvolgimento”.
I giovani, scrive ancora, sono “sensibili a proposte di impegno esigente, ma hanno bisogno di testimoni e guide che sappiano accompagnarli nella scoperta e nell’accoglienza di tale dono”. Benedetto XVI non manca di lodare il lavoro di ricerca e formazione svolto nella Pontificia Università Salesiana, dove, ricorda, si sono formati anche alcuni tra i suoi più stretti collaboratori. E invita l’ateneo a dare il suo contributo sul punto nodale della questione antropologica. Il Papa ribadisce che “in un tempo di frammentazione e di fragilità qual è il nostro, è necessario superare la dispersione dell’attivismo e coltivare l’unità della vita spirituale attraverso l’acquisizione di una profonda mistica e di una solida ascetica”. Ed aggiunge: “La lectio divina e l’Eucaristia, vissute quotidianamente, sono luce e forza della vita spirituale del salesiano consacrato”. Il Papa esorta i salesiani a condurre “una vita semplice, povera, sobria, essenziale e austera”: questo li aiuterà “ad irrobustire la loro risposta vocazionale, di fronte ai rischi e alle minacce della mediocrità e dell’imborghesimento” e “li porterà ad essere più vicini ai bisognosi e agli emarginati”. Il messaggio si conclude con l’incoraggiamento del Papa ai salesiani ad essere sempre più “segni credibili dell’amore di Dio ai giovani”, affinché le nuove generazioni siano davvero speranza della Chiesa e della società.
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