3 marzo 2008

Padre Pio, tomba riaperta dopo 40 anni. Il vescovo: alcune parti ancora intatte (Accattoli e Tornielli)


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Rito nella notte. Il vescovo: alcune parti ancora intatte

Padre Pio, tomba riaperta dopo 40 anni

L'annuncio di monsignor D'Ambrosio: l'esposizione da metà aprile. Smentita la traslazione nel nuovo santuario

Luigi Accattoli

ROMA - Il corpo di Padre Pio è stato «esumato» ieri notte in vista della «ricognizione canonica» che sarà effettuata i prossimi giorni per essere poi «esposto» alla venerazione dei fedeli «per alcuni mesi» in una teca di vetro, a partire dal 24 aprile: l'apertura della tomba è avvenuta tra le 22 e le 23 perché — motivazione simbolica — a quell'ora era stata chiusa il 27 settembre del 1968, quattro giorni dopo la morte del santo cappuccino; ma anche — finalità pratica — per evitare la ressa dei curiosi e di eventuali contestatori. L'annuncio ufficiale all'una di notte davanti a duecento fedeli. Lo ha dato Domenico D'Ambrosio, arcivescovo di Manfredonia, San Giovanni Rotondo e Vieste: «Sin dall'inizio si vedeva chiaramente la barba. La parte superiore del teschio è in parte scheletrita, il mento è perfetto, il resto del corpo è conservato bene. Si vedono benissimo il ginocchio, le mani, i mezzi guanti, le unghie. Se padre Pio mi permette, è come se fosse passato un manicure. Le stimmate non si vedono».

Si è chiusa così una giornata segnata anche da qualche polemica, poiché vi sono dei devoti — pochi ma rumorosi — che si oppongono all'esumazione considerandola una «profanazione». Proprio ieri pomeriggio l'associazione torinese «Pro Padre Pio» aveva presentato alla questura di Torino una «istanza di sequestro » della cripta della vecchia chiesa di Santa Maria delle Grazie, nella quale si trova la tomba del santo, al fine di bloccare l'atto di esumazione. Gli aderenti all'associazione torinese oltre a considerare irrispettosa l'esumazione temono che essa costituisca soltanto un «primo passo» in vista del trasferimento nel nuovo santuario costruito su progetto di Renzo Piano.

Ma il progetto del trasferimento è stato più volte smentito dai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo e dall'arcivescovo. Il quale, durante una trasmissione televisiva, ha detto che le spoglie di San Pio da Pietrelcina saranno «esposte alla venerazione dei fedeli nel luogo dove è stato sepolto», ribadendo che «non ci sarà nessuna traslazione del corpo nella nuova chiesa». L'apertura della tomba è avvenuta dopo un atto di preghiera presieduto dallo stesso arcivescovo D'Ambrosio e al quale partecipavano i padri cappuccini che custodiscono il santuario e il personale tecnico e medico che procederà alla «ricognizione». «È conservato benissimo — ha detto don Giovanni Ercolino, della parrocchia di Sant'Onofrio di San Giovanni Rotondo — Ha ancora i capelli e la barba».

Nonostante la precauzione presa dall'arcivescovo di tenere riservata la notizia — vincolando con giuramento il personale del santuario — nel pomeriggio di ieri si era diffusa la voce sull'imminenza dell'esumazione e una folla di devoti si è riunita spontaneamente sul piazzale davanti alla vecchia chiesa.

L'iniziativa dell'esumazione e della «ricognizione canonica » — autorizzata dalla Congregazione vaticana per le cause dei santi — era stata annunciata dall'arcivescovo il 6 gennaio scorso e rientra nel programma dei festeggiamenti per i 40 anni dalla morte di Padre Pio (1968) e per i 90 anni delle stimmate (1918).

© Copyright Corriere della sera, 3 marzo 2008 consultabile online anche qui.

Se il personale del Santuario erano vincolati da giuramento, credo che il vescovo debba trarne le dovute conseguenze visto che c'e' qualcuno che scambia l'ordine del silenzio per un invito amichevole...
R.

Padre Pio riesumato in segreto

di Andrea Tornielli

In gran segreto la notte scorsa quel sepolcro di marmo nero sul quale centinaia di migliaia di pellegrini hanno pregato è stato riaperto per la prima volta. La bara chiusa alle dieci di sera del 26 settembre 1968, è stata dissigillata. A poco meno di quarant’anni dalla morte, il corpo di Padre Pio da Pietrelcina è stato riesumato, anche se per vederlo esposto i fedeli dovranno attendere il prossimo 24 aprile, quando il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto delle cause dei santi, verrà qui a benedire l’urna contenente le sue spoglie nella cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie.

La lunga e laboriosa procedura è iniziata in gran segreto nella tarda serata di ieri e si è conclusa a notte inoltrata, e i presenti – sottoposti a conservare il segreto sotto giuramento – sono usciti dopo la mezzanotte: i resti del santo del Gargano sono stati sistemati in una saletta attigua alla cripta, dove saranno «trattati» per permetterne la conservazione. Un frate cappuccino, padre Fulgenzio, ha riferito che alcune parti della salma del santo erano intatte.

Tutto è cominciato poco dopo le 22 di ieri, dopo che all’esterno del convento si era conclusa una fiaccolata in sostegno dell’arcivescovo di Manfredonia Domenico D’Ambrosio, che giovedì prossimo sarà trascinato in tribunale dall’associazione «Pro Padre Pio» che si oppone alla riesumazione e vuole ottenere un provvedimento d’urgenza per fermarla. Provvedimento ormai inutile, visto che la riesumazione ormai è avvenuta. In presenza dello stesso arcivescovo, di fra’ Francesco Colacelli, presidente della commissione incaricata dell’esumazione, delle autorità cappuccine e degli otto pronipoti di Padre Pio, le spoglie del frate con le stimmate venerato da milioni di persone in tutto il mondo sono state riportate alla luce. Non era mai stato fatto, neanche in occasione della beatificazione (1999) e della canonizzazione (2002). Viene fatto ora per la prima volta, a quarant’anni dalla morte e a 90 dalla comparsa delle stimmate.
Maria Giuseppa, Alfonso, Rachele, Orazio, Maria Pia, Tarcisia, Michele e Pio Pennelli, nipoti di Michele Forgione, il fratello del santo, insieme con Pio Masone, nipote di Felicita Forgione, sorella di Padre Pio, hanno sceso in commosso silenzio i gradini della cripta. Prima dell’esumazione, si è tenuta una veglia di preghiera, un atto liturgico, guidato dallo stesso arcivescovo D’Ambrosio. Poi è stato aperto il sepolcro (non è vero che l’operazione fosse già stata eseguita in precedenza). È stata estratta e aperta la bara, il cui coperchio di acciaio porta in alto un Crocifisso di acciaio e bronzo, e in basso una scritta, in acciaio e bronzo, con la dicitura «Francesco Forgione – nato a Pietrelcina 25-5-1887 – morto a San Giovanni Rotondo 23-9-1968».

Da qualche giorno ormai l’accesso della cripta ai pellegrini era stato chiuso per permettere i lavori di sistemazione. È stato rifatto l’impianto elettrico, per garantire un’illuminazione adeguata durante l’esumazione e per la successiva esposizione. I resti del santo, infatti, saranno esposti in questo stesso luogo e quindi saranno nuovamente inumati nella tomba che l’ha custodito fino a oggi. Al momento non è stato previsto né è stata chiesta alcuna autorizzazione al Vaticano per trasferire Padre Pio nel nuovo santuario realizzato da Renzo Piano.

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