17 marzo 2008

Solito sondaggio di Repubblica: Un cattolico su due: "Chiesa non influenzi la politica" (il titolo non corrisponde al contenuto)


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Sondaggio Demos: il 51% vuole che la Chiesa non influenzi le scelte legislative

Ampie minoranze (45%) si dichiarano contro i diritti alle coppie di fatto e l'eutanasia

Tra i fedelissimi della messa
Pdl avanti di 20 punti sul Pd
Nella classifica dei problemi ritenuti prioritari la tutela della vita è solo al nono posto


di FABIO BORDIGNON

"UTILI, ma poi ciascuno si deve regolare secondo coscienza": è questo il criterio prevalente, fra gli italiani, nel valutare le indicazioni della Chiesa sulle questioni che riguardano la vita, la morale, la sessualità. Il cattolicesimo rimane un riferimento forte per otto persone su dieci, ma in pochi considerano le prescrizioni della Chiesa vincolanti per i propri comportamenti. Viene accettato il suo intervento sulla vita pubblica, ma respinto il tentativo di orientare il processo legislativo. Dal punto di vista politico, si osserva invece un sensibile sbilanciamento "a destra" dei cattolici praticanti. E' quanto emerge da un'ampia indagine, realizzata da Demos per la Repubblica, che ha come focus le relazioni tra società, religione e politica.

L'appartenenza alla religione cattolica si conferma un tratto caratterizzante della società italiana. Otto persone su dieci si definiscono cattoliche: un legame fondato sulla tradizione e sulla famiglia (50%), ancor prima che sulla fede (32%). L'ultimo decennio ha segnato, in generale, una contrazione della fiducia nella Chiesa, che comunque figura fra i soggetti sociali provvisti di maggiore credito (55%).

L'indagine conferma, allo stesso tempo, la diffusione del "relativismo" in ambito etico e morale.
L'insegnamento delle gerarchie ecclesiali viene ascoltato, ma subordinato ai convincimenti individuali. Nelle scelte che riguardano la dimensione morale (famiglia, vita, sessualità), le persone affermano di muoversi innanzitutto secondo coscienza. Basta osservare, del resto, le opinioni su alcune delle tematiche che, nell'ultima fase, hanno visto concentrarsi maggiormente lo sforzo della Chiesa. La coerenza con le posizioni assunte dal Vaticano è piuttosto bassa e le spaccature si insinuano anche nelle componenti sociali in cui l'appartenenza religiosa è più solida. La contrarietà all'eutanasia, ad esempio, accomuna il 45% delle persone interpellate e il 63% dei praticanti assidui, ma è sotto la media tra chi dichiara una frequenza saltuaria ai riti religiosi (40%). Orientamenti di questo tipo emergono anche prendendo in considerazione l'opposizione al riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto. Sul tema dell'aborto, la spinta verso la revisione in senso restrittivo della legge 194 - al 30%, nella popolazione generale - si attesta al 41% fra i praticanti assidui.

Va precisato che l'interventismo della Chiesa genera malumori in una componente rilevante, ma comunque minoritaria, della società. Il tentativo di indirizzo esercitato dalle gerarchie viene ritenuto troppo pressante soprattutto quando investe la vita sessuale delle persone, mentre è maggiormente tollerato quando affronta i temi della vita e della morte. La Chiesa - sembrano suggerire i risultati - ha il diritto di esprimersi su questi temi, a patto che non cerchi di influenzare le scelte della politica: è di questo avviso il 51% dei rispondenti. Poco più bassa è la quota di intervistati che vede i politici italiani troppo inclini a farsi influenzare dalle pressioni della Chiesa (49%).

Il sondaggio ha rilevato, inoltre, la rispondenza (percepita) fra i valori del cattolicesimo e l'azione dei principali partiti italiani. Il valore massimo di coerenza viene individuato per l'Udc, considerato dal 47% molto o abbastanza vicino ai valori cattolici. Seguono il Pdl, con il 40%, e il Pd con il 37%. La distanza maggiore si osserva, invece, nel caso della Sinistra Arcobaleno (12%) e dei Radicali (9%). Questo slittamento verso centro-destra è confermato peraltro, anche dalle indicazioni di voto. La distanza fra la coalizione che sostiene Berlusconi e quella guidata da Veltroni sale a nove punti fra i praticanti saltuari e sfiora i venti fra gli assidui. Esplicita è anche la relazione con il voto all'Udc, al 9% fra i praticanti assidui.

© Copyright Repubblica, 17 marzo 2008 consultabile online anche qui.

L'importante e' crederci...ai sondaggi!
Mi pare un articolo un po' contraddittorio: da un lato si vuole dimostrare che la Chiesa conta poco o nulla, dall'altro si precisa che vige, fra i Cattolici, un certo "orientamento".
Mah! Comunque il risultato dei sondaggi dipende molto dalle domande che vengono poste e dalla tendenza, da parte dell'interrogato, ad essere piu' "radicale" di quanto non sia in realta'. Si veda la questione dell'eutanasia...

R.

2 commenti:

brustef1 ha detto...

Certo che il titolo non corrisponde al contenuto: nei giornali "ideologici" il caporedattore, cioè colui che titola, ha il compito di rendere politicamente corretto (dal punto di vista della direzione e dell'editore) l'articolo. Se non può eccepire nulla sull'articolo in sé, ne manipola la valenza immediata imponendo un titolo stravagante rispetto al testo.

euge ha detto...

beh certo che questi sondaggi lasciano da pensare...... l'importanza per la vita umana solo al non posto....... per forza viviamo in una società che fa del tutto per inculcare il non rispetto della vita, il non rispetto per il rporpio credo. Piccole minoranza contro le coppie di fatto? ma dove le hanno fatte ste interviste questi e soprattutto come?
Ma è chiare che vedendo il giornale che le riporta......... è tutto chiaro!