16 maggio 2008
Genova e Savona, doni a Benedetto (Torti e Pittaluga)
Vedi anche:
VISITA PASTORALE DEL PAPA A GENOVA E SAVONA(17-18 MAGGIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
Nuovo corso/2, Card. Bagnasco: "Basta estremismi,aiuto a chi rispetta le regole" (Repubblica)
Città illuminata per due giorni di festa con Papa Benedetto (Graffione)
Papa Benedetto XVI in Liguria, un abbraccio lungo due giorni (Viani)
Il nuovo corso dei giornaloni: osannare Papa e Chiesa contro il Governo
Meglio il realismo di Tommaso del dubbio sistematico di Cartesio (Osservatore Romano)
I fondamenti biblici della "Spe salvi". L'umanesimo cristiano, speranza della modernità (Osservatore Romano)
La prima "parrocchia personale" a Roma per i fedeli tradizionalisti. Eretta applicando il motu proprio «Summorum Pontificum» (Osservatore Romano)
Fecondazione assistita: Giovanardi, cambieremo le direttive della Turco
Papa, Genova nel mondo. Domani lo speciale del Secolo XIX
Savona si prepara ad accogliere Benedetto XVI: intervista con mons. Vittorio Lupi (Radio Vaticana)
Il Papa: "La famiglia, anche quella migrante e itinerante, costituisce la cellula originaria della società da difendere con coraggio e pazienza" (Discorso ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti)
A Savona un Pontefice "all’inglese". La Genova barocca nel quadro donato al Papa (Il Giornale)
Il Papa: "Il dialogo non nasce dalla superficialità. Quando si dialoga alla luce della verità scompaiono le polemiche, diventa possibile avvicinarsi" (Catechesi completamente "a braccio" dedicata allo Pseudo-Dionigi Aeropagita)
LA VISITA IN LIGURIA
Genova e Savona, doni a Benedetto
Due «opere» dalla parte dei neonati
Genova: la casa che ospiterà «L’abbraccio di Don Orione»
Le due città si preparano ad accogliere il Pontefice nel segno della solidarietà verso la vita «fragile»
DI ADRIANO TORTI
La nostra struttura si propone quale risposta concreta, indirizzata alla tutela del bambino e del neonato, e vuole essere un’offerta di accoglienza che possa dare il tempo alle istituzioni di trovare la sistemazione migliore e più adatta per il bimbo senza essere pressati dalle urgenze». Ezio Fulcheri, docente di anatomia patologica presso l’Università di Genova, ha spiegato con queste parole il significato della nuova struttura sorta nella città della Lanterna per accogliere i neonati in stato di disagio.
La casa di accoglienza è stata chiamata in modo significativo «L’abbraccio di don Orione» «per indicare – ha spiegato ancora Fulcheri – una azione che possa davvero abbracciare ogni forma di debolezza, precarietà e difficoltà nell’unico scopo di tutelare il benessere del neonato ». La casa accoglierà, infatti, neonati posti sotto la tutela del Tribunale dei minori, abbandonati, oppure allontanati dalla famiglia di origine e in attesa di essere dati in adozione o affidamento. L’obiettivo, come spiegano ancora i responsabili è inoltre quello di essere «una risposta forte e propositiva all’abbandono ed alle scelte di soppressione sia prenatali che post natali».
Presentata ufficialmente ieri mattina, la nuova struttura è stata scelta, insieme al Centro di Aiuto alla Vita di Genova, dall’arcivescovo e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, quale iniziativa concreta da sostenere a ricordo dell’imminente visita di Benedetto XVI nel capoluogo ligure. È tradizione, infatti, che in occasione dell’arrivo di un pontefice a Genova, la diocesi si impegni nella realizzazione di un’opera duratura che possa rimanere quale dono concreto alla Chiesa locale e alla città. In occasione della prima visita di Giovanni Pao- lo II, avvenuta nel 1985, una parte delle offerte raccolte venne destinata all’edificazione della nuova chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo di Montesignano mentre – nel 1990, in vista della ricorrenza del Cinquecentenario della scoperta dell’America – vennero poste le basi per l’apertura della Missione diocesana di Santo Domingo che ha operato per oltre quindici anni.
La nuova casa di accoglienza dedicata a don Orione è sorta sulle alture di Genova, a Quezzi, e diventerà operativa a partire da metà giugno. «È nata – ha spiegato ancora Fulcheri – pienamente in linea con il pensiero ed i progetti di carità del santo fondatore e verrà gestita dalle Piccole Suore che hanno risposto entusiasticamente con slancio e senza riserve alle sollecitazioni ed alle richieste di aiuto». All’interno della struttura opererà sia personale professionale, medici, infermieri, psicologi, farmacisti sia volontari provenienti da numerose associazioni. La realizzazione è stata anche resa possibile dall’Ikea che ha provveduto a fornire tutti gli arredi della struttura e dalla Medical System che ha provveduto all’acquisto delle prime culle. È previsto inoltre un secondo nucleo di strutture che verrà realizzato quanto prima per ospitare anche le madri dei piccoli neonati e garantire loro protezione e sostegno. La seconda realtà da sostenere concretamente, proposta dal cardinale Bagnasco ai fedeli ed ai genovesi tutti, è il «Centro di Aiuto alla Vita di Genova», attivo nel capoluogo ligure a partire dal 1979. In collaborazione con strutture pubbliche e private, i volontari che operano nel Cav offrono aiuti concreti per l’alloggio, per l’alimentazione del neonato e per le varie necessità materiali cui va incontro una neo mamma. Negli ultimi anni il centro ha aiutato, mediamente, diverse centinaia di mamme all’anno.
© Copyright Avvenire, 16 maggio 2008
La «Misericordia»? Non solo parole
DI PAOLO PITTALUGA
Tre case di riposo – e una quarta in costruzione –, una casa rifugio per donne e bambini maltrattati, un asilo nido aziendale. E presto servizi per persone portatrici di handicap. E ancora beni immobiliari che attorniano la piazza della Basilica del Santuario (e non solo), beni artistici e la Basilica stessa.
Questo il biglietto da visita delle «Opere sociali di Nostra Signora di Misericordia », un’azienda pubblica che possiede proprio il Santuario mariano di Savona. Un’azienda al servizio della comunità con alle spalle una storia lunga, iniziata nel 1537 quando una bolla di Paolo III stabilì una gestione laica dei fondi dei fedeli che si recavano in preghiera sul luogo delle apparizioni della Vergine nella vallata alle spalle della città. Sono 110 gli anziani ospitati nelle strutture Allo storico santuario – che riceverà la visita del Papa – sono legate opere sociali rivolte a anziani, disabili, donne e bambini maltrattati aperte e altri 54 lo saranno al completamento del quarto «ospizio» in strutture convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. Nella maggioranza «vecchietti» non autosufficienti (tre signore hanno tagliato la soglia dei 102 anni e una ha superato i 105). Tutti curati da personale specializzato, medico e paramedico, anche se non ci sono più le religiose. E poi oltre una trentina di volontari per servizi di sollievo, impegnati a fare intrattenimento e ad organizzare piccole feste ma spesso pronti anche sbrigare piccole commissioni.
«Siamo una azienda pubblica di servizio alla persona – spiega il presidente delle Opere sociali, Donatella Ramello –. Che non nasconde l’emozione per la visita del Papa che dice «definire importante è banale». Perché, aggiunge la Ramello, «è per noi un riconoscimento per quello che è stato fatto per preservare un patrimonio così importante e pure un incoraggiamento a proseguire in quello che facciamo per gli anziani e non solo». Già, gli anziani: una quarantina, domani pomeriggio, lascerà la propria camera – accompagnati dai volontari di Sant’Egidio – per scendere sulla piazza della Basilica e incontrare il Papa.
Chi non si limiterà all’incontro sulla piazza ma scenderà nella cripta con Benedetto XVI sarà il rettore del Santuario, monsignor Andrea Giusto. Che al riguardo dice «lo attendo » senza sforzarsi di mascherare la tipica riservatezza ligure. Invero il rettore, che è anche il vicario generale della diocesi, descrive la visita come un «momento emozionante in assoluto perché è il Papa e quindi è un evento grande». E poi sottolinea il fatto che l’emozione si accresce perché si tratta della visita del Papa dopo tanto tempo: un tempo atteso dal 10 maggio 1815 quando Pio VII (dopo essere stato a lungo prigioniero di Napoleone proprio a Savona), tornò al Santuario e scese nella cripta per incoronare la statua della Madonna. La storia di ieri è storia di oggi secondo don Giusto: «Da Pio VII apprendiamo la capacità di avere forza nelle avversità, la fede nell’intercessione della Vergine, la forza del perdono: Pio VII ci insegna la Misericordia». Ciò di cui c’è bisogno anche oggi.
«Non ci aspettiamo niente e ci aspettiamo tutto – osserva il rettore –. Se la visita non risolve i problemi immediati, come quello vocazionale, essa mobilita la fede, il senso di Dio e il richiamo dei valori. Ci fa toccare con mano il fatto di essere amati da Dio e allora confidiamo nella Grazia di Dio perché ci renda più ricchi, consapevoli e uniti». E guarda alla Basilica che indirettamente sarà rilanciata come luogo di fede. Quella devozione alla Madonna che nei secoli rese il Santuario uno tra i più importanti d’Italia e molto conosciuto all’estero. «Pochi sanno – chiusa don Giusto – che la città di Ajaccio, in Corsica, è devota alla nostra Madonna. E che in Notre Dame di Parigi un altare le è dedicato».
© Copyright Avvenire, 16 maggio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento