17 marzo 2008

La situazione della vita religiosa in Francia: intervista con il cardinale Rodé (Radio Vaticana)


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La situazione della vita religiosa in Francia: intervista con il cardinale Rodé

Il cardinale France Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita religiosa e le società di vita apostolica, è appena rientrato dalla Francia, dove ha avuto diversi incontri con i religiosi e le religiose del Paese. Giovanni Peduto gli ha chiesto di parlarci dell’attuale situazione della vita religiosa in Francia:

R. – La Francia fa parte certamente della realtà dell’Europa occidentale e lì la secolarizzazione è andata abbastanza forte in questi 40 anni, dopo il Concilio, ma non tanto come in Belgio o in Olanda, per esempio. Si può dire che certe Congregazioni tradizionali soffrano a causa di questa mentalità secolarizzante, che è penetrata in loro. Ci sono anche, però, delle reazioni sorprendenti.

D. – Eminenza, a suo parere i religiosi oggi come devono affrontare le sfide della secolarizzazione?

R. – Se ricordiamo un poco gli ultimi interventi del Santo Padre, sia alla Congregazione dei padri gesuiti, sia alla riunione dei Superiori Maggiori delle Conferenze internazionali dei Superiori e delle Superiori generali, sia ai padri salesiani, ultimamente, il Santo Padre mette in guardia continuamente contro il pericolo di quella che lui chiama la secolarizzazione interna.

Fuggire da questo spirito mondano, dunque, e mettere l’accento sulla vita in comunità, sulla vita fraterna, sulla preghiera, sulla povertà, sull’obbedienza, sulla castità vissuta nella gioia del cuore e nella libertà interiore.

Ecco quello che dobbiamo riprendere, quello che dobbiamo vivere intensamente, e penso che sia l’unica via per uscire da questa situazione di crisi nella quale si trova la vita religiosa: vivere intensamente il carisma, tornare all’autenticità della vita religiosa.

D. – Quale risonanza hanno ora nel suo animo, Eminenza, gli incontri che ha avuto in Francia con le persone di vita consacrata?

R. – Soprattutto, una grande ammirazione e gioia, quando trovi giovani monaci, giovani padri carmelitani, domenicani, le suore benedettine, e li vedi pieni di gioia, trasparenti, con una grande libertà interiore. Sono visibilmente al loro posto, dove Dio li vuole e vivono la loro vocazione nella gioia e nella pace del cuore. Questa penso sia la prima testimonianza che questi religiosi danno ed è una testimonianza molto convincente, molto credibile. Come diceva, in altri tempi, il filosofo Bergson la loro esistenza è un appello, non hanno bisogno di parlare.

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1 commento:

Luisa ha detto...

Conosco questa realtà francese , dove i monasteri benedettini sono talmente pieni che devono rifiutare nuove entrate, anche gli ordini più rigidi non conoscono problemi di vocazioni, ma nessuno ne parla è talmente più facile parlare sempre e solo di crisi delle vocazioni, che è una parte della realtà ma non tutta la realtà.
È vero che quando incontro questi giovani ,mi colpisce sempre il loro sgaurdo luminoso, trasparente e così gioioso, sono abitati dall`amore di Cristo , un amore indiviso che si trasmette al loro semplice contatto!